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Autore: A thousand suns_    27/07/2011    0 recensioni
"Un giorno, lontano o vicino esso sia, riuscirai a viaggiare con la fantasia e vedere i Miei Cento Soli. Allora mi darai ragione." le spiegò.
E quei cento Soli brillarono ancora più lucentemente e giurò di averlo visto sorridere nell'oscurità.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo della California.


Il molo di Oakland era sempre meno luminoso.
Ma l'atmosfera d'agosto non cambiava mai. Un leggero vento le accarezzava i capelli che volteggiavano nell'oscurità.
Perchè si confondevano bene con il resto della città. E si adattavano perfettamente al buio alle sue spalle.

La luce della Luna filtrava oltre le nubi che la coprivano e si infrangeva sull'acqua cristallina del mare.
"Non esistono cento Soli." urlò al cielo.
"Non esisteranno mai." ripetè a se stessa.
E mentre le impronte dei suoi piedi venivano cancellate dall'acqua, una figura si mosse al suo fianco.
Si sedette poggiando la testa sulle sue spalle. Ma lei, non si mosse.
"Torni sempre qui." le sussurrò.
"La città degli angeli è particolarmente solitaria ultimamente." rispose lei.
"Noi la riaccendevamo sempre."
"Ma questo noi non esiste più." si rattristì "E per questo oggi sono qui."
Calò uno di quei silenzi poco usuali tra di loro. Ma nessuno si azzardò a parlare.
E allora si persero nell'infinita dolcezza che quel momento aveva portato.
Cullati dal moto delle onde e dal rumore dei loro respiri.
"Si vedono cento Soli da lassù?" gli domandò scettica.
"Io li vidi già da prima i cento Soli."
"Io no." rispose acida lei.
"Un giorno, lontano o vicino esso sia, riuscirai a viaggiare con la fantasia e vedere i Miei Cento Soli. Allora mi darai ragione." le spiegò.
Allora lei poggiò la testa sopra quella del ragazzo. Egli le prese la mano.
"Vorrei davvero fossi qui." confessò.
"Io sono qui."
"Bret ho detto alla mamma che ti eri trasferito." sputò l'ultimo briciolo di coscienza, nascosto nella rabbia della verità di quelle stesse parole.
"E ci ha creduto?"
"Ha pianto con me." rispose semplicemente chiudendo gli occhi.
Perchè quel blu che vedeva nello specchio, in pochi mesi era morto.
Nessuna emozione trasparì dopo la sua scomparsa. E nessuno seppe riportare vita a quella ragazza.
"Da lassù però si possono proteggere le persone." esordì lui contemplando il sole che minacciava il buio di salire.
"E vedere i cento Soli." scherzò lei dando un colpo sulla spalla del ragazzo.
Allora lui l'abbraccio nella sua inesistenza. Le cinse le spalle con le sue braccia allora muscolose, ormai diventate solo resti di carne.
"Vorrei tanto tornare a casa." le disse.
"Siamo a casa. Ora. In questo preciso istante. Io sono a casa con te." gli fece notare.
"E vorrei che tutto rimanesse immutato. Ti amo Claire, non lo dimenticare." pianse.
"Anche io Bret, anche io." soffiò la ragazza.
Al contrario delle sue speranze, non ottenne nessuna risposta.
La figura sulla quale poggiava poco prima era sparita ed ora si trovava al limite tra il cadere, senza via di ritorno, ed il sognare, strada piuttosto difficile da intraprendere.
Ma si abbandonò leggera sulla sabbia. Lasciò che i granelli si incastrassero tra i suoi capelli color nero corvino e contemplò il cielo.
Quei cento Soli tanto amati da Bret non sarebbero mai esistiti, ma una coperta di cento stelle e passa, fissava la ragazza da quell'altezza apparentemente irraggiungibile.
Chiuse gli occhi e si addormentò, sapendo che lui era rimasto lì.
Perchè sentiva la sua presenza continuamente, come se non volesse lasciare se stessa libera di dimenticarlo.
Di dimenticare tutte quelle promesse che da un anno fino allora erano risultate altamente irrealizzabili.
Almeno, sotto il cielo della California.


***



Il molo di Oakland era tornato a splendere.
In un qualche modo ventisei anni avevano fatto la differenza.
Avevano comportato cambiamenti.
Ma quel luogo così sacro ai suoi occhi, era rimasto immutato, se non la luminosità che emetteva. Perchè quella era cresciuta precipitosamente rispetto a quella sera.
Era sempre molto silenzioso a certi orari però. Si era aspettata di trovare persone a festeggiare, di trovare qualcuno che le rianimasse la notte.
Ma solitaria si era seduta in riva al mare, abbandonandosi ai suoi pensieri.
Dell'aria inizio a colpirle il profilo e lei si lasciò trasportare.
"Mamma, perchè piangi?" le chiese la figura minuta che teneva tra le braccia.
"Perchè ho appena visto cento Soli." rispose entusiasta guardando il cielo.
"Ma è notte e non puoi vedere il Sole di notte." obbiettò il piccolo.
"Guarda," disse la donna indicando sopra la testa del bambino "guarda lassù Bret, le vedi quelle luci?"
Il piccolo rimase spaesato per qualche secondo, non capendo cosa volesse dirgli la donna. Ma annuì, lasciandola piangere.
"Bhe, quelli sono i Cento Soli!" esclamò tremando.
"Io vedo solo delle stelle ed il cielo!" si lamentò lui non riuscendo a scorgere oltre quell'oscurità.
"Un giorno, quando viaggerai con la fantasia, riuscirai a vedere i Miei Cento Soli. Allora mi darai ragione." rispose la madre.
Ed il bambino si accucciò tra le sue braccia chiudendo gli occhi, sapendo che non avrebbe compreso il reale significato delle parole della donna. E si abbandonò al suono delle onde e alle lacrime della madre che si cullava avanti e indietro per farlo addormentare.

La donna baciò la fronte del piccolo, stringendolo al suo petto. Spostò gli occhi ancora una volta a quella volta celeste perfetta.
Perchè finalmente, aveva visto i Suoi Cento Soli.
"Li ho visti Bret, li ho visti." gli urlò nella sua felicità.
E quei cento Soli brillarono ancora più lucentemente e giurò di averlo visto sorridere nell'oscurità.
E si lasciò trascinare col figlio, nel mondo dei sogni.
Perchè quella notte Claire vide i Cento Soli che non era mai riuscita a scorgere prima d'allora, sotto il cielo della California.
  
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