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Autore: ribrib20    27/07/2011    4 recensioni
... Era solo una fottuta coincidenza quella. Lui era innocente!
La storia partecipa alla "GI Challange" di MarchesaVanzetta.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sette giorni.
Sono passati sette lunghissimi giorni da quando mi trovo qui dentro.
Mi alzo dal pavimento sporco e alzo lo sguardo verso la piccola finestrella dalla quale filtrato timidi i primi raggi del sole.
Sono passati esattamente sette giorni da quando i soldati sono venuti a prendermi nella mia abitazione - lo ricordo ancora bene, oh, se me lo ricordo! - per condurmi qui, in prigione.
Mi hanno trovato in biblioteca, a leggere un libro sotto il fresco vento di primavera e davanti alla mia perplessità, hanno solo detto che ero in arresto.
Mi ricordo che chiesi ovviamente spiegazioni, ma non mi risposero.
Quei maledetti mi hanno arrestato e rinchiuso in questa putrida cella, senza darmi altra scelta se non quella di subire.

Accusato di pluriomicidio, ha detto il giudice quando c'è stato il processo.
Mi ricordo di averlo osservato con la confusione negli occhi ed avergli detto: « Guardi che c'è un equivoco! »
« E' lei il signor Lee? » mi aveva chiesto guardandomi oltre il vetro spesso degli occhiali, « Si trovava in piazza dell'unità il giorno Venerdì 17? »
Io avevo annuito entrambe le volte.
« Allora nessun equivoco, signore. »
E così si era congedato.

Tiro rabbiosamente un pugno alla parete di roccia della cella, lasciandomi andare ad un urlo che per molti potrebbe risultare straziante, ma che per me risulta essere l'ennesimo inutile sfogo. Tremo un poco, portandomi la mano danneggiata davanti al viso, per osservarla meglio mentre inizio a ridere dapprima piano, poi sempre più forte: mi impiccheranno per qualcosa che non ho fatto. Solo perchè per pura coincidenza ero in quella fottuta piazza quel maledetto giorno.
Sì, doveva essere così! Io ero innocente e loro non potevano uccidere una persona senza colpa, giusto?
« Sono innocente! » inizio ad urlare, forte di questa nuova convinzione, con quanto fiato ho in gola.
Urlo una, due, dieci volte, sempre più forte.
Ma nessuno mi sente.
Sono solo.
E presto sarei morto.
Mi rannicchio per terra, abbracciandomi le gambe con le braccia mentre inizio a piangere sommessamente e a mormorare sempre le stesse frasi: « Mi hanno incastrato... Sono innocente... Non ho fatto nulla. Solo per pura coincidenza ero lì... » e ancora, come un mantra, dondolo piano crogiolandomi nella mia solitudine.
Sarei morto.
E nessuno si poneva il dubbio che io non centrassi nulla con l'omicidio.

Mi vengono a prendere alle 15 di quella stessa giornata.
Mi hanno condotto silenziosamente al centro della piazza e mi hanno legato una corda attorno al collo: io ormai mi sono rassegnato alla morte.
Nessuno mi avrebbe aiutato.
Ero perduto.

 

Da lì a poco sarei morto e la verità sarebbe venuta in tomba con me.
Osservo ad uno ad uno i carnefici che guardano nella mia direzione in attesa e non posso fare a meno di far uscire un grugnito dalle mie labbra ormai secche: vigliacchi, è l'unica cosa che penso in questo momento, mi state condannando quando sapete che non sono stato l'unico a farlo. C'eravate anche voi quando ho ucciso quelle donne.
Mi avete aiutato.
Fottuti vigliacchi.

Poi, il buio assoluto.



--- Note di Rib ---
Si, dunque... Buongiorno! (anzi, ormai buonasera).
Che dire? questa piccola cosa partecipa alla GI challenge con i prompt: (evento, fatto, coincidenza, combinazione) e (registrare insieme negli atti pubblici o privati, essere associato, essere scritto nei contratti, essere chiamato con lo stesso nome).
Anche se non sono scritti spero si capisca come ho utilizzato i due elementi: il protagonista viene ingiustamente (?) incarcercato e condannato a morte perchè si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato e questo è bastato ad accusarlo.
Che dire... spero che vi sia piaciuta. Come sempre, accetto qualsiasi critica costruttiva :)
Alla prossima!

   
 
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