Somma Pigrizia
Gianluca
guardò compiaciuto l’oliva sfocata annegare nel suo bicchiere di Martini. C’era anche un ombrellino
arancione altrettanto sfocato, che stava a mollo nel
liquido trasparente.
Gli
erano sempre piaciuti gli ombrellini, da piccolo, al mare, sua madre la mattina
gli comprava sempre un succo di frutta all’albicocca e la barista gentile
gli metteva tutte le volte quegli ombrellini decorativi, che lui finiva sempre
per distruggere mettendoseli in bocca, fino alla veneranda età di dieci
anni. Non aveva importanza che sua madre gli ripetesse che era troppo grande
per mettersi in bocca tutto, a lui piaceva avere qualche cosa da masticare e
nulla gli diceva che quell’ombrellino sfocato non avrebbe potuto fare la
medesima fine di quelli della sua infanzia.
L’unica
differenza stava nel fatto che da piccolo tutte quelle
decorazioni frou frou le vedeva nitide. Si
chiese per un attimo dove diamine potesse aver appoggiato gli occhiali. Si
guardò in giro, conscio che non li avrebbe trovati, poi alzò le
spalle e sorseggiò il suo drink gustandosi il sapore dolce ma forte
dell’alcol. Prima o poi Monia li avrebbe
trovati e glieli avrebbe portati. Forse.
In
quel momento però non c’era miopia che potesse turbarlo, era
agosto ed era in vacanza. Certo, anche quell’anno rischiava di essere
bocciato e gli esami di settembre incombevano su di lui come una spada di
Damocle, ma in quel momento non gliene importava assolutamente nulla, lo studio
era l’ultima cosa che gli interessava, l’avrebbe aiutato Monia a tempo debito. Forse.
Comunque
lei lo stava aspettando già in acqua e lui non aveva intenzione di
starsene a soffrire l’afa all’asciutto. Si avviò con passo
vagamente incerto, nonostante l’ambiente fosse conosciuto il pericolo di
sbattere l’alluce in qualche spigolo era più che reale.
Gianluca
e Monia si erano conosciuti in modo un po’
strano e all’inizio, a essere davvero sinceri, lui l’aveva odiata,
assolutamente ricambiato.
Si
erano incontrati al parchetto, habitat poco congeniale per entrambi, e infatti nessuno dei due c’era mai più tornato.
Lui demoralizzato e ubriaco in pieno giorno con alla
mano una telecamera, indeciso se caricare su youtube il video della sua ex
ragazza intenta a svestirsi, lei con una borsetta carica di libri e poca voglia
di camminare.
Gianluca,
probabilmente per colpa dei fumi dell’alcol, le aveva palpato il sedere e
lei aveva risposto sbattendogli la borsa in faccia e rubandogli la telecamera.
Qualche
tempo dopo, per via della bocciatura di Gianluca, si erano ritrovati nella
stessa classe, Monia gli aveva restituito la
telecamera ed erano diventati inseparabili, anche se lui non avrebbe saputo
spiegare come.
La
prima volta che era rimasto a dormire a casa di lei, suo padre gli aveva
raccomandato di portarsi i preservativi e allora Gianluca aveva ribadito che
era una sua amica e che effettivamente andava a casa sua solo a dormire. L’uomo
aveva annuito grave e dal giorno dopo aveva iniziato a dire in giro che suo
figlio era passato all’altra sponda.
Gianluca
aveva deciso di ignorarlo, anche perché se avesse dovuto parlare a cuore
aperto aveva una cotta per quella che presentava come la sua migliore amica.
La
sua migliore amica che lo picchiava a colpi di borsa, che lui aveva
amichevolmente registrato sul cellulare con l’azzeccatissimo
nome di Satana e che lo usava come se
fosse il suo personale cameriere.
Monia
era davvero pigra da far spavento, non facevano mai niente quando erano
insieme, si rifiutava di camminare per più di due metri, telefonava col
cellulare da una parte all’altra dell’appartamento se doveva dire
qualche cosa a qualcuno, e la sua abitazione poteva essere definita in molti
modi, ma non certo grande. Era perfino troppo pigra per arrivare alla fermata
dell’autobus e Gianluca era costretto ad andarla a prendere a casa in bicicletta
per caricarla in piedi sul portapacchi. Una volta erano anche caduti
disastrosamente sull’asfalto e si erano sbucciati entrambi le ginocchia,
ma avevano finito per mettersi a ridere.
Per
fortuna nel condominio dove abitava la ragazza c’era l’ascensore,
se no non sarebbe mai uscita di casa e la prova stava nel fatto che quando si
era rotto si sarebbero sentiti solo per telefono se non fosse stato per lui che si
faceva cinque piani di scale per andarla a trovare, ciononostante non avrebbe
barattato con nulla al mondo i momenti che passava con lei, anche se non
l’avrebbe mai ammesso.
In
quel momento non c’era nulla di cui preoccuparsi, era estate, faceva un
caldo incredibile, gli esami di riparazione erano ancora lontani e lui aveva in
mano un Martini con oliva e
ombrellino, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Forse.
Monia
era già immersa nell’acqua e gli sorrideva con indosso un bizzarro
paio d’occhiali a forma di ananas, o almeno sembravano ananas,
ma Gianluca non avrebbe voluto metterci la mano sul fuoco, dato che li
vedeva un po’ sfocati.
La
seguì senza esitazioni, sospirando piacevolmente quando immerse le gambe
e poi il resto del corpo nell’acqua. Era estremamente piacevole dopo
essere stato a sudare per ore al caldo sotto il sole. Chiuse gli occhi e si
rilassò appoggiando la schiena mentre le gambe finivano per intrecciarsi
inevitabilmente con quelle di Monia, che gli stava di
fronte. Un piccolo fenicottero rosa gonfiabile nuotava indisturbato vicino a
loro.
Sorrise
tra sé e sorseggiò il suo cocktail mentre lei lo filmava con
l’occhio vigile della sua telecamera, sì certo, gliel’aveva
restituita, ma fondamentalmente la usava sempre lei per filmare le cose
più stupide, non si sarebbe stupito se un giorno avesse deciso di
riprenderlo mentre usava il gabinetto.
“Smettila di bere, non vorrai mica
ubriacarti di già? Sono le cinque del pomeriggio” ghignò, zoomando
sull’ombrellino, mentre i capelli mossi si muovevano nell’acqua
come alghe bionde.
“Bevo
per dimenticare, Mefisto…”
sbottò lui, prendendosi un calcio non troppo forte dalla sua
interlocutrice.
“E’
agosto, c’è il sole, fa caldo e noi siamo a mollo in due in
costume da spiaggia dentro la tua vasca da bagno, che tra l’altro
è troppo stretta, solo perché tu sei troppo pigra per andare al
mare!”sbottò scalciando e alzando un bel po’ d’acqua.
Monia
ridacchiò mettendo al riparo, come poteva, la telecamera e alzandosi gli
occhiali a forma di ananas per guardarlo negli occhi, anche se lui la vedeva
sfocata.
“Il
viaggio è lungo, il casello dell’autostrada è aumentato di
costo, la sabbia scotta, al sole si suda, il mare della riviera pare minestrone
e quando mangio la piadina con la mozzarella fusa mi sbrodolo sempre
tutta!” rispose ridanciana. In tutta risposta Gianluca grugnì,
tracannò in un attimo tutto il Martini
del suo bicchiere, ingoiò l’oliva e si mise a sgranocchiare
l’ombrellino.
Guarda
cosa gli toccava fare per colpa di una spostata… è proprio vero
che l’amore ti rincoglionisce!
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Storia
senza pretese, era da un po’ che non scrivevo nella sezione Romantico e un po’, devo dire, mi
mancava. In teoria questi due sarebbero i protagonisti di una storia più
lunga, ma dato che temo non la scriverò mai ho deciso di usarli per il
Concorso della one-shot in
tema estate indetto da EFP.
Spero
di avervi strappato almeno un sorriso, e comunque sia grazie per essere
arrivati a leggere fino a qui!
Aki_Penn