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Autore: aki_penn    27/07/2011    2 recensioni
E' estate, c'è il sole, fa caldo, c'è il Martini e gli esami sono lontani. Non si può chiedere di meglio. Forse.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Somma Pigrizia

 

Gianluca guardò compiaciuto l’oliva sfocata annegare nel suo bicchiere di Martini. C’era anche un ombrellino arancione altrettanto sfocato, che stava a mollo nel liquido trasparente.

Gli erano sempre piaciuti gli ombrellini, da piccolo, al mare, sua madre la mattina gli comprava sempre un succo di frutta all’albicocca e la barista gentile gli metteva tutte le volte quegli ombrellini decorativi, che lui finiva sempre per distruggere mettendoseli in bocca, fino alla veneranda età di dieci anni. Non aveva importanza che sua madre gli ripetesse che era troppo grande per mettersi in bocca tutto, a lui piaceva avere qualche cosa da masticare e nulla gli diceva che quell’ombrellino sfocato non avrebbe potuto fare la medesima fine di quelli della sua infanzia.

L’unica differenza stava nel fatto che da piccolo tutte quelle decorazioni frou frou le vedeva nitide. Si chiese per un attimo dove diamine potesse aver appoggiato gli occhiali. Si guardò in giro, conscio che non li avrebbe trovati, poi alzò le spalle e sorseggiò il suo drink gustandosi il sapore dolce ma forte dell’alcol. Prima o poi Monia li avrebbe trovati e glieli avrebbe portati. Forse.

In quel momento però non c’era miopia che potesse turbarlo, era agosto ed era in vacanza. Certo, anche quell’anno rischiava di essere bocciato e gli esami di settembre incombevano su di lui come una spada di Damocle, ma in quel momento non gliene importava assolutamente nulla, lo studio era l’ultima cosa che gli interessava, l’avrebbe aiutato Monia a tempo debito. Forse.

Comunque lei lo stava aspettando già in acqua e lui non aveva intenzione di starsene a soffrire l’afa all’asciutto. Si avviò con passo vagamente incerto, nonostante l’ambiente fosse conosciuto il pericolo di sbattere l’alluce in qualche spigolo era più che reale.

Gianluca e Monia si erano conosciuti in modo un po’ strano e all’inizio, a essere davvero sinceri, lui l’aveva odiata, assolutamente ricambiato.

Si erano incontrati al parchetto, habitat poco congeniale per entrambi, e infatti nessuno dei due c’era mai più tornato. Lui demoralizzato e ubriaco in pieno giorno con alla mano una telecamera, indeciso se caricare su youtube il video della sua ex ragazza intenta a svestirsi, lei con una borsetta carica di libri e poca voglia di camminare.

Gianluca, probabilmente per colpa dei fumi dell’alcol, le aveva palpato il sedere e lei aveva risposto sbattendogli la borsa in faccia e rubandogli la telecamera.

Qualche tempo dopo, per via della bocciatura di Gianluca, si erano ritrovati nella stessa classe, Monia gli aveva restituito la telecamera ed erano diventati inseparabili, anche se lui non avrebbe saputo spiegare come.

La prima volta che era rimasto a dormire a casa di lei, suo padre gli aveva raccomandato di portarsi i preservativi e allora Gianluca aveva ribadito che era una sua amica e che effettivamente andava a casa sua solo a dormire. L’uomo aveva annuito grave e dal giorno dopo aveva iniziato a dire in giro che suo figlio era passato all’altra sponda.

Gianluca aveva deciso di ignorarlo, anche perché se avesse dovuto parlare a cuore aperto aveva una cotta per quella che presentava come la sua migliore amica.

La sua migliore amica che lo picchiava a colpi di borsa, che lui aveva amichevolmente registrato sul cellulare con l’azzeccatissimo nome di Satana e che lo usava come se fosse il suo personale cameriere. 

Monia era davvero pigra da far spavento, non facevano mai niente quando erano insieme, si rifiutava di camminare per più di due metri, telefonava col cellulare da una parte all’altra dell’appartamento se doveva dire qualche cosa a qualcuno, e la sua abitazione poteva essere definita in molti modi, ma non certo grande. Era perfino troppo pigra per arrivare alla fermata dell’autobus e Gianluca era costretto ad andarla a prendere a casa in bicicletta per caricarla in piedi sul portapacchi. Una volta erano anche caduti disastrosamente sull’asfalto e si erano sbucciati entrambi le ginocchia, ma avevano finito per mettersi a ridere.

Per fortuna nel condominio dove abitava la ragazza c’era l’ascensore, se no non sarebbe mai uscita di casa e la prova stava nel fatto che quando si era rotto si sarebbero sentiti solo per telefono se non fosse stato per  lui che si faceva cinque piani di scale per andarla a trovare, ciononostante non avrebbe barattato con nulla al mondo i momenti che passava con lei, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

In quel momento non c’era nulla di cui preoccuparsi, era estate, faceva un caldo incredibile, gli esami di riparazione erano ancora lontani e lui aveva in mano un Martini con oliva e ombrellino, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Forse.

Monia era già immersa nell’acqua e gli sorrideva con indosso un bizzarro paio d’occhiali a forma di ananas, o almeno sembravano ananas, ma Gianluca non avrebbe voluto metterci la mano sul fuoco, dato che li vedeva un po’ sfocati.

La seguì senza esitazioni, sospirando piacevolmente quando immerse le gambe e poi il resto del corpo nell’acqua. Era estremamente piacevole dopo essere stato a sudare per ore al caldo sotto il sole. Chiuse gli occhi e si rilassò appoggiando la schiena mentre le gambe finivano per intrecciarsi inevitabilmente con quelle di Monia, che gli stava di fronte. Un piccolo fenicottero rosa gonfiabile nuotava indisturbato vicino a loro.

Sorrise tra sé e sorseggiò il suo cocktail mentre lei lo filmava con l’occhio vigile della sua telecamera, sì certo, gliel’aveva restituita, ma fondamentalmente la usava sempre lei per filmare le cose più stupide, non si sarebbe stupito se un giorno avesse deciso di riprenderlo mentre usava il gabinetto.

“Smettila di bere, non vorrai mica ubriacarti di già? Sono le cinque del pomeriggio” ghignò, zoomando sull’ombrellino, mentre i capelli mossi si muovevano nell’acqua come alghe bionde.

“Bevo per dimenticare, Mefisto…” sbottò lui, prendendosi un calcio non troppo forte dalla sua interlocutrice.

“E’ agosto, c’è il sole, fa caldo e noi siamo a mollo in due in costume da spiaggia dentro la tua vasca da bagno, che tra l’altro è troppo stretta, solo perché tu sei troppo pigra per andare al mare!”sbottò scalciando e alzando un bel po’ d’acqua.

Monia ridacchiò mettendo al riparo, come poteva, la telecamera e alzandosi gli occhiali a forma di ananas per guardarlo negli occhi, anche se lui la vedeva sfocata. 

“Il viaggio è lungo, il casello dell’autostrada è aumentato di costo, la sabbia scotta, al sole si suda, il mare della riviera pare minestrone e quando mangio la piadina con la mozzarella fusa mi sbrodolo sempre tutta!” rispose ridanciana. In tutta risposta Gianluca grugnì, tracannò in un attimo tutto il Martini del suo bicchiere, ingoiò l’oliva e si mise a sgranocchiare l’ombrellino.

Guarda cosa gli toccava fare per colpa di una spostata… è proprio vero che l’amore ti rincoglionisce!

 

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Storia senza pretese, era da un po’ che non scrivevo nella sezione Romantico e un po’, devo dire, mi mancava. In teoria questi due sarebbero i protagonisti di una storia più lunga, ma dato che temo non la scriverò mai ho deciso di usarli per il Concorso della one-shot in tema estate indetto da EFP.

Spero di avervi strappato almeno un sorriso, e comunque sia grazie per essere arrivati a leggere fino a qui!

Aki_Penn

   
 
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