A Sofia, che spera ancora nell’incontro con il suo principe azzurro…

Il cielo stellato si apriva sopra i cinque ragazzi accampati nella grande radura verde. Intorno a loro, si stagliavano contro il cielo giganteschi alberi, che fitti, fitti, ricoprivano la zona formando un enorme bosco. I cinque, persi all’interno di esso, avevano trovato una piccola radura, dove avevano deciso di accamparsi per la notte, che arrivata, aveva portato Morfeo verso ognuno di loro. C’era qualcuno che era scampato, però, dalle dolci braccia del dio, e sedeva pensieroso vicino ai rimasugli del fuoco, con lo sguardo verso la volta celeste.

- Sono bellissime le stelle. Non trovi Hiroto? – chiese Kilari facendo sobbalzare il ragazzo.

Hiroto sorrise prima di girarsi, contento che avessero un po’ di tempo per parlare.

– Come mai, non dormi? – riprese lei

- Non ho sonno, e stavo guardando se c’era qualche stella cadente… - disse tornando a rivolgere lo sguardo verso l’alto - È interessante il fenomeno che le caratterizza, sai? –

- Intendi la storia del desiderio? – domandò la ragazza

- Non proprio… -

In realtà, parlava di come oggetti di roccia si scagliassero verso la Terra, e come la maggior parte di loro, a contatto con l’atmosfera si incendiassero, portandosi dietro una scia di detriti. Ma Kilari era così, pensava semplicemente, senza preoccuparsi di spiegazioni scientifiche e complicate.

Erano così diversi.

Ma lui non poteva fare a meno di notare i suoi lunghi capelli chiari, raccolti in due codini disordinati, muoversi leggermente mentre si sedeva accanto a lui. I suoi grandi occhi azzurri che brillavano alla luce della luna, e le sue labbra sottili, piegate in un dolce sorriso.

Ad ogni sguardo risultava più bella, e si innamorava una volta in più di lei.

Kilari alzò la testa scrutando il cielo stellato, mentre Hiroto abbassava la testa torturando l’erba con le dita, perso tra i suoi pensieri.

- Hiroto, una stella cadente! Una stella cadente! Esprimi un desiderio! – esclamò eccitata lei, dopo un po’.

- Non penso che il mio possa avverarsi… - il suo cuore – Perché non ci provi, tu? Dopotutto, forse hai una possibilità… - sorrise triste lui.

- Io… credo di aver già ciò che mi serve – stare vicino a te- E tu, Hiroto? – sussurrò avvicinandosi

- No. Sfortunatamente No. – rispose amareggiato

- Che cosa desideri, di così impossibile? –

La solita sfacciata.

- Il cuore di una ragazza… -

- Il cuore? –

- Il suo amore, intendo… -

È innamorato di qualcuno.

– Di chi? –

- Di qualcuno irraggiungibile. –

- Mi spiace… -

- Anche a me.-

Rimasero in silenzio, osservando le nuvole scure che cominciavano a coprire il cielo, finché Hiroto non decise di rompere quel silenzio perfetto.

 - Andiamo a dormire. Si è fatto tardi. – disse lui alzandosi e porgendo la mano a Kilari - Credo che tra poco infurierà un temporale, e dovremo spostarci nella macchina se non vogliamo bagnarci tutti, no? – rise debolmente

Lei ricambiò timida e accettò la mano. Dopo una lieve spinta s’issò in piedi, trovandosi completamente attaccata al corpo di Hiroto. I visi distanti pochi centimetri. Il ragazzo, stava balbettando una qualsivoglia scusa, col viso arrossato, e gli occhi che la fissavano facendola sprofondare tra loro. Kilari, quasi ipnotizzata, lentamente si avvicinò alle sue labbra, e dopo un breve sfioramento di labbra, chiuse gli occhi e lasciò un piccolo bacio sulla bocca di Hiroto. Accortasi di ciò che stava facendo, si staccò, arrossendo a sua volta, pronta a scappare da Lui, che sicuramente la stava prendendo per pazza, ma fu trattenuta da due forti braccia, che le cinsero i fianchi, mentre le loro labbra si congiungevano perfettamente, come fatte le une per le altre. Sopra di loro, il cielo piangeva commosso alla scena.

Dopotutto, i desideri si realizzano... A volte…

 Non so che mi è preso!

Finalmente pubblico qualcosa su efp! ;)

Beh, ora i ringraziamenti sono d'obbligo, non trovate? *coro di grilli* -.-

Un ringraziamento a chi leggerà questa patetica storia,

e ai pochi (o meglio nulli), che la recensiranno! xD

Hoara 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.