28/07/2011
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Where do we go from here
Turn all the lights down now
Smiling from ear to ear
Our breathing has got too loud
Show me the bedroom floor
Show me the bathroom mirror
We're taking this way too slow
Take me away from here
-Feeling This
"Ciao Andrea, muovi il culo giù dal letto su, te ne vai da questa casa per due settimane, dovresti essere già in piedi per fuggire non credi?"
Vocina della coscienza. Sonno, tanto.
Poi, consapevolezza. Londra che ti aspetta è la prospettiva di cambiare aria per 15 giorni sono una buona motivazione per scendere dal letto.
Che poi, a dormire è una perdita di tempo.
Un piede, l'altro. Un sorriso che si fà spazio sul viso.
"Andrea svegliati è tardi"
"Sono sveglia mamma". Si più sveglia di così non potevo essere, eccitata, esuberante. Gita di classe, per potenziare le lingue. Stavolta a Londra, la più istruttiva. Neanche tanto cara.
Ci sono voluti ben tre mesi per convincere i miei, e alla fine parto. Via da quella casa, anche se per poco.
Ma per Londra, con la mia classe. Londra. Feste, alcool, sesso.
E' già tutto programmato. Sarà che la mia concezione di Inghilterra si basa sulle puntate di Skins.
Ma tanto ovunque vado io, succede qualche casino.
Le valigie, nel piccolo corridoio, papà con le chiavi già in mano che sbraita contro mamma che non è pronta. Mia sorella che mugula nel letto, abbracciata ad un pupazzo. La mia valigia, più gonfia di quanto me la ricordassi.
Mi chiedo il perchè di tutta questa tiritera. Mi chiedo il perchè degli occhi lucidi di mamma quando arriviamo a Salerno, davanti al pullman.
Sono rassegnata oramai, a tutte queste esagerazioni da commedia per famiglia.
Molti ci sono già. Un paio di classi che non conosco. Poi alcuni della mia, e li saluto con un sorriso. Poi eccola là, la mia compagna di avventura in cinque anni di liceo.
I capelli ricci e rossi che rimbalzano per l'eccitazione, con quel cazzo di rasta nero che paragonerò per sempre ad un pisello. Affianco a lei, il resto del gruppetto, con le faccia assonnate. Chiara, con la valigia della Fergi, già prevedo disastri per quella valigia, poi Giovanna, Silvia, e Jessica. Jessica è fighissima, i capelli arancioni oramai, corti e voluminosi, con la maglia dei 30 secondi a Marte. Si mi divertirò.
-Mi mancherai piccola mia- il telefono è vibrato di nuovo.
"A quanti stiamo?"
"E' il quinto, ma questo non conta, è di Maxxie"
Maxxie, quanto mi mancherà lui.
"Non ci credo, non ci credo, lo schifo questa gita capito?" le solite frasi da pre gita. La maggior paret di loro seguirà la prof senza batter ciglio tra musei e locande per vecchi inglesi ubriaconi.
"Si brava, ma stai zitta. Ho sonno" Giovanna, che amore di ragazza.
Un'altro messaggio: "weee bella, vedi di tornare presto ;)"
Bene, non mi ricordavo neanche di consocerlo questo qua.
Ho sonno anchio. Antonella di fianco a me, dorme rumorosamente, con le cuffie nell'orecchie. Gliele tolgo, me le infilo io. Ascoltava Nesli.
Mi mancheranno i miei ragazzi, la mia gente, ma cavolo, parto solo per quindici giorni. I geni melodrammatici di mamma sono tremendi.
Tutti dormono, è buio nel bus, che ore sono? Non ho sonno, sono troppo eccitata. Londra, miseria, tra poco mi "impadronirò" di lei. Tra virgolette, ovviamente.
Altri messaggi, li leggerò dopo. I miei amici. Mi mancheranno. Basta, troppo malinconica. Ho anche fame, trall'altro.
Il viaggio dura un pò, e mi addormento dopo una decina di canzoni sulle note dei Blink.