28/07/2011
4 recensioniOdiava essere Baciato.
Piccolo appunto:
Nonno Roma l'ho chiamato Ottaviano, perchè mi ispirava;
Magna Germania l'ho chiamato Ariovisto, per lo stesso motivo di Ottaviano.(Ved Wiki; storia e quant'altro)
Ora aveva preso la sua mano, con quanta delicatezza possedeva.
Si ripetè più volte che era un perfetto idiota, e Ariovisto, molto probabilmente gliel'avrebbe mozzata la mano; magari con una di quelle pesanti daghe che usavano i popoli del nord.
Eppure ora si stava persino avvicinando al barbaro, cercando di non compiere passi falsi, come se fosse un animale selvatico.
Una potente e bella bestia selvatica.
Germania non aveva ancora risposto alla sua domanda, lo scrutava con sospetto, e aveva lasciato rigidamente la sua mano in quella di Roma. Si vedeva che era diffidente nei suoi confronti, e molto probabilmente pensava fosse una trappola tesa dall'Impero.
Invece Roma aveva posto una semplice domanda, che ripetè, volendo ascoltare la risposta.
-Perchè hai paura di essere baciato?-
Non parlò nemmeno la seconda volta, come aveva previsto. Quindi, andò avanti a spiegare.
- Posso almeno dimostrarti che le labbra, sono l'ultima cosa che potrebbe farti male?-
Stava facendo il cauto, gli pareva di doversi far capire ad una persona che non comprendeva cosa dicesse. In effetti, si stava anche sforzando di parlare nel SUO idioma.
Ariovisto si limitò a reclinare il capo di lato, abbandonando l'onnipresente mano che prima tamburellava sulla'elsa della lama in grembo.
Rassicurato da quel gesto, Ottaviano avvicinò lentamente quella mano così possente al suo viso, guardandolo dritto negli occhi celesti.
- Toccamele. Le labbra, intendo.-
Dicendo così, lasciò la presa, chiedendosi se il barbaro avrebbe davvero fatto ciò che gli chiedeva. Lo vide titubante, incerto, ma non si mosse.
Dopo un istante che parve interminabile, Ariovisto avvicinò il suo busto, passando il pollice sulla sua bocca. Un contatto così lieve e lento che poteva perfino definirsi delicato.
Ottaviano rimase immobile a fissarlo, lasciandosi fare quieto, aspettando il verdetto da parte di Germania. Quest'ultimo aveva ora uno sguardo interessato, stupito e perfino turbato.
Quello che pensava, lo sapevano solo gli dei.
-Come le trovi?- chiese abbassando ancora di più il tono, contento che quel Barbaro stesse al suo gioco.
Gli giunse poi -inaspettatamente- la sua voce profonda alle orecchie. -Morbide- Disse titubante - e calde.- Aggiunse poi, distaccando immediatamente la mano da lui appena incontrò il suo sguardo, come se fosse stato colto in fallo a compiere una bravata.
Ma Roma lo bloccò, riuscendo addirittura ad avvicinarsi di più a lui. -Hai ancora paura di essere baciato?- Ora sperava vivamente in una risposta negativa.
-Si- Ecco, doveva aspettarselo. Andava accettata la sconfitta, quando gli veniva spiaccicata in faccia. Così ridacchiando, si allontanò di nuovo, forse un po' deluso.
Non si aspettava però, di sentire di nuovo Ariovosto parlare, un sussurro appena accennato.
"Ma non da te."
Note dell'autrice:
Un'altra delle mie "che roba è?". Ma ormai ci sono affezionata, diciamo così.
Amo questi due, e non potevo non farci su una cosuccia, ecco.
Grazie a chi leggerà, metterà nei preferiti o seguite o recensirà -si, speraci-
Baci, Blacket.