Buon
giorno, io sono Naky17, non una novellina sul forum, ma questa si
è la mia prima shot su "The Mentalist" quindi è
una cosuccia
totalmente senza pretese, nata in una nottata di caldo allucinante da
una mente
altrettanto allucinata per la calura e così eccoci qui...
ovviamente non pretendo
granché, ma mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questa
mia prima
creatura. Bhe buona lettura allora... Baci!!!
Telecamere
È
venerdì. Il mio secondo venerdì come capo del
Dipartimento
investigativo della California, in una parola il CBI.
Due settimane
da quando il vecchio capo Virgil Minelli, ha
lasciato il suo impiego per andarsi a godere la sua meritata pensione.
La seconda
settimana da quando mi è stato assegnato il
comando di questo dipartimento che conta decine di squadre, fra le
quali la più
difficile, ma anche quella che chiude più casi fra tutte;
quella dell’ Agente
speciale Teresa Lisbon. Affiancata dall’ormai conosciuto e
famigerato
consulente Patrick Jane. Si famigerato avete capito bene. Quando mi
è stato
affidato l’incarico mi avevano detto di stare attenta
soprattutto a Jane, ma
non mi sono resa conto di cosa volesse dire lavorare con lui fino a che
non ci
siamo scontrati, non ricordo neanche per quale motivo, proprio il mio
primo
giorno di servizio.
E
così è cominciata la mia personale lotta contro
quell’uomo
che sembra essere governato se non solo dalla sua vendetta per Red
John, e per
la sua voglia di fare scherzi in continuazione ad ogni persona che gli
capita a
tiro, sfruttando le sue tanto decantate “doti”.
Ed
è anche per evitare che Jane combini qualche cosa di
troppo grave, o che disturbi troppo i suoi colleghi durante
l’orario d’ufficio
che ho deciso di istallare delle telecamere di sorveglianza in tutto il
Quartier Generale del CBI in modo da poter sapere cosa fanno i miei
sottoposti e scovare eventuali
fannulloni. Così da questo lunedì ogni stanza di
ogni agente speciale ha la sua
telecamera, in ogni piano, ogni angolo ne ha una ed in più
ce ne è una puntata
proprio sul divano tanto amato da Jane. Tutte le telecamere sono
collegate ad
un monitor appositamente posizionato nel mio ufficio in modo che io
possa avere
il totale controllo dei mie sottoposti.
Riguardo Jane,
ho fatto promettere a gli installatori delle
telecamere di non dire niente. L’unica che sa
dell’esistenza delle telecamere è
ovviamente l’agente Lisbon.
All’inizio
non l’ha presa affatto bene, sembrava darle molto
fastidio questa mia decisione, ma poi con un alzatina di spalle
è uscita dal
mio ufficio, nella quale l’avevo convocata per spiegarle la
situazione, non
prima di avermi detto “Non saranno delle telecamere a fermare
Jane, lo sa
vero?”.
Ovvio che lo
so, ma da lunedì ad oggi Jane non ha battuto
ciglio e non ha fatto niente d’inconsueto, quindi devo
dedurre che la mia idea
non è poi tanto inutile.
Certo
è di Jane che si sta parlando e quindi non dovrei
abbassare la guardia, anzi dovrei aspettarmi sempre il tutto per tutto
da lui
ma manca ormai mezz’ora all’orario di uscita dal
CBI, quindi credo proprio che
anche questo giorno passerà in cavalleria senza alcuno dei
suoi soliti scherzi.
Spengo il mio
PC, riordino la mia scrivania e mi preparo a
fare il giro del dipartimento per controllare che tutto sia a posto,
per poter
andare poi a casa dai miei cari.
Il giro di
perlustrazione non mostra anomalie, fino a che
non entro nel bull pen della squadra di Lisbon e dopo aver dato un
occhiata per
vedere se tutto è normale, mi accorgo che
c’è qualche cosa che non va.
Cho
è alla sua scrivania e sta leggendo uno dei suoi tanti
libri.
Van Pelt
è concentrata sul suo mini PC a controllare non so
cosa.
Rigsby
è
completamente preso da dei fascicoli da controllare e revisionare.
E
Jane…. Dov’è Jane?
Mi giro verso
il suo divano, ma… non c’è! Eppure fino
a
qualche secondo fa la telecamera me lo mostrava comodamente disteso sul
suo
divano preferito a sonnecchiare.
Esco dal bull
pen e mi dirigo verso l’ufficio di Lisbon e lo
guardo. Ha le veneziane completamente abbassate e chiuse. Forse vuole
solo
avere un po’ di pace, infondo Jane non fa altro che
perseguitarla ogni giorno,
quindi mi sembra del tutto normale che quella santa donna voglia un
po’ di
pace. E poi –le telecamere me lo confermano- l’ho
vista lavorare solertemente
fino a cinque minuti fa, quindi non mi posso lamentare.
Comunque il
fatto che Jane non si trovi non mi lascia per
niente tranquilla quindi dopo essere tornata nel bull pen chiedo agli
agenti se
sanno dove egli sia.
“Agenti!
Sapete dove si è cacciato Jane?” alzano subito gli
occhi dai rispettivi punti d’interesse, e guardano prima me,
con uno sguardo
sorpreso e poi il divano di Jane, e trovandolo vuoto fanno tutti e tre
un
sorrisino tirato e mi rispondono in coro.
“No
capo! Non lo sappiamo” emmm non mi convince poi molto
questa risposta.
E poi ora che
ci penso, un sospetto mi sorge nella mente.
“Agenti
per cortesia, mi potreste dire da quant’è che Jane
non è sul suo divano?” tutti si guardano fra di
loro, come e chiedersi chi fra
di loro debba darmi la notizia, e alla fine l’agente Cho alza
gli occhi dal suo
libro e mi dice.
“Capo,
Jane più o meno non lo vediamo da questo pomeriggio,
è letteralmente scomparso” ecco lo sapevo!!! La
telecamera sopra il divano è
stata manomessa!!! Tutto il pomeriggio ho visto Jane nel bull pen, sul
divano e
invece loro mi stanno dicendo che non lo hanno visto per tutto il
pomeriggio?
Lo sapevo che
mi dovevo aspettare qualche cosa da lui, non
poteva passare un giorno senza fare niente di strano.
“Ho
capito agenti, grazie per la collaborazione, vado
dall’agente Lisbon ad informarla, questa volta una lavata di
capo non gliela
toglie nessuno”, e mentre mi avvio all’ufficio di
Lisbon sento delle risate
sommesse provenire dal bull pen che ho appena lasciato.
Arrivata
davanti l’ufficio senza neanche annunciarmi apro la
porta ed entro.
“Agente
Lisbon non si trov…….”
“Shhhhhhhh
o si sveglia e poi non la finisce più di
tormentarmi!”, mi dice Lisbon, senza neanche rendersi conto
di chi sia entrata.
E infatti nel momento in cui mi nota, sbianca e schizzando
letteralmente dalla
sedia mi guarda con gli occhi sbarrati, come se fosse appena stata
colta mentre
commette un reato.
Io intanto mi
sono bloccata con la frase a metà dopo essermi
resa conto che Jane sta comodamente dormendo sul divano di Lisbon,
beato come
un bambino. Ma non è questa la cosa peggiore,
perché nel momento stesso in cui
sono sollevata per aver trovato il “fuggitivo” mi
accorgo anche che la
telecamera fatta posizionare nell’ufficio di Lisbon, non mi
ha rivelato
quest’intrusione, ne devo dedurre quindi che anche questa sia
stata manomessa.
E siamo già a due, e bravo Jane!
“Agente
Lisbon mi potrebbe spiegare come mai il suo
consulente se ne sta tranquillamente nel suo ufficio a dormire invece
si essere
nel bull pen come il suo solito?” forse ho gridato un
po’ troppo perché Jane
comincia a muoversi e lamentarsi sul divano. Al che Lisbon si avvicina
velocemente a lui e dopo essersi accovacciata accanto a lui e avergli
messo una
mano fra i suoi bei ricci gli dice.
“Continua
a dormire Jane, non c’è problema, ti sveglio io
quando è ora di andare a casa…”. Ma che
sta succedendo qui dentro? Da quando
Lisbon tratta Jane come se fosse un bimbo piccolo? E da quando Jane
dorme sul
divano di Lisbon senza che lei si lamenti?
C’è
qualche cosa che non va qui dentro…
“Agente
Lisbon per cortesia mi vorrebbe spiegare?!” le
ordino, seppur abbassando il tono della voce in modo da non svegliare
Jane.
Lei dopo aver
accarezzato la testa del suo consulente ed
essersi accertata che lui dorma di nuovo, sia alza e col viso arrossato
mi
dice.
“Vede
capo, è già da un po’ che Jane dorme
sul mio divano,
ma visto che è un insonne cronico e che infondo se lui dorme
io posso lavorare
in santa pace, non ci ho visto nulla di male a concedergli questa
possibilità e
poi lui dice di riuscire a dormire solo qui
perciò….” Perciò Lisbon ti
stai
addolcendo un po’ troppo col tuo consulente… mi sa
che devo ricordare a questi
due il regolamento.
“Non
stiamo infrangendo nessun punto del regolamento, io
stavo solo dormendo e lei stava lavorando….” Ed
ecco che Jane riparte
imperterrito con la sua campagna –Proteggiamo Lisbon-.
“Lisbon
vuoi un caffè? Io mi vado a fare un the, tanto mi
sarei svegliato fra qualche minuto…”
“Si
Jane, grazie, lo prendo volentieri un caffè”
Ecco come
volevasi dimostrare, questi due sono diventati un
po’ troppo intimi, anche se per la verità
quest’intimità non si è ancora
dimostrata nociva per i casi, sono solo un po’ più
sdolcinati fra di loro, ma
davvero non se ne sono resi conto?
Dopo questo
bel siparietto Jane esce dall’ufficio e io mi
vado a sedere in una poltroncina di fronte la scrivania non prima di
aver preso
un bel respiro e aver detto.
“Appena
torna il suo consulente parliamo un po’” e Lisbon
suo malgrado dopo essere sbiancata di nuovo si siede nella sua poltrona
dietro
il tavolo.
Mentre siamo
qui che ci guardiamo senza spiccicare parola,
Jane rientra con due tazze fumanti e dopo aver porto la tazza col
caffè nelle
mani di Lisbon che lo guarda terrorizzata, come se avesse sentito tutto
o come
se avesse letto la mente a qualcuno di noi due, si va a sedere nel
divano
sorseggiando il suo the.
“Allora,
come sapete ho fatto installare delle telecamere
nascoste in tutto il dipartimento” comincio con molta calma.
“Già
me ne sono accorto, ora accanto a Elvis c’è sempre
una
lucina rossa che mi da fastidio” dice Jane con una chiara
nota di risentimento
nella voce.
“Comunque
chissà come mai, ma mi sono resa conto che due
telecamere sono state manomesse, infatti mi hanno mostrato per tutto il
giorno
cose non vere” i due mi guardano come se stessi scherzando o
come se fossi un
ufo venuto da chissà quale pianeta.
“E
quale di preciso sarebbero state manomesse?” mi chiede
Jane molto incuriosito e un tantino anche sorpreso.
“Indovini
un po’ signor Jane? Secondo lei quali telecamere
sono state manomesse?” gli chiedo.
Lui si guarda
un po’ intorno e poi comincia a passare lo
sguardo fra me e Lisbon.
“Ah!
Ho capito! Ma Lisbon queste cose non si fanno, va bene
che hai un bisogno incontrollabile di tenermi sott’occhio, ma
non credi che
questa volta sei andata un po’ oltre?”
“Come?”
chiede Lisbon con gli occhi sgranati.
“Come?”
gli faccio eco io, non ci credo che sia stata
l’agente Lisbon, lei non farebbe mai una cosa del genere.
“Dai
Lisbon smettila di cercare di mentire che tanto con me
non ci riesci…” dice continuando a sorseggiare il
suo the. Io nel frattempo
guardo Lisbon, la quale dopo un primo momento di sorpresa si riprende e
comincia a sembrare un tantino colpevole e preoccupata.
“Non
ci posso credere, e perché
“Allora
da dove cominciare. Domenica ci sarà il battesimo
del figlio di suo fratello, ma svolgendosi a Seattle ed essendo lei
reperibile
tutto il fine settimana, aveva pensato di partire domenica mattina alla
fine
del suo turno, per poi tornare lunedì mattina prima
dell’inizio del suo orario.
Ma questo non significa che per poter chiedere un paio di giorni di
vacanza
basti manomettere delle telecamere…”
“Jane
ma che cavolo dici, manomettendo le telecamere si
rischia la sospensione, credi preferisca essere sospesa piuttosto che
chiedere
dei giorni di permesso?”
“Si
perché sei troppo stacanovista e chiedendo i giorni di
permesso ti saresti sentita in colpa per aver lasciato il lavoro che
tanto ami,
invece così non ci sarebbero stati problemi, in quanto
costretta dalla legge e
quindi niente sensi di colpa.”
Ma questi due
quando parlano si rendono conto del fatto che
la gente li ascolta? Io credo proprio di no e devo ammettere che
trovarsi nel
bel mezzo di uno dei soliti battibecchi fra loro due è
piuttosto divertente.
“E
poi conoscendomi ti saresti sentita in colpa per avermi
lasciato a carico di Cho, ovviamente non ti preoccupavi per me, ma per
lui… ed
ecco perché hai deciso di manomettere le telecamere, sapendo
poi che ti avrei
scoperto senza tanti problemi…” la situazione si
fa sempre più interessante…
“Ed
infine non credo che il vero problema sia il battesimo
di tuo nipote, al quale peraltro dovresti fare da madrina, quando il
fatto che
tu ODII che ci sia qualcun altro che non sia tu a dovermi controllare,
è per
questo che ce l’hai così tanto con le
telecamere”
Ah! ora si che
le cose si fanno più chiare, ed ecco anche
spiegata la reazione così rabbiosa quando le ho detto delle
telecamere.
“Ho
capito, basta litigare ora. Lisbon non ti sospenderò per
aver manomesso le telecamere, perché in fin dei conti non
è successo niente di
grave; però ti obbligo, anzi ti ordino di prenderti il fine
settimana di ferie,
in modo che tu lo possa passare con i tuoi cari.”
Lisbon mi
guarda con un sorriso soddisfatto e felice in
faccia e mi dice.
“Grazie
capo, ne ho davvero bisogno” e si lo so che ne hai
bisogno.
“Bene
bene, allora visto che Lisbon ha il fine settimana libero,
io posso prendere un paio di giorni, da passare a casa o al mare
magari?” beh
non ci vedo niente di male, e in fin dei conti un fine settimana sena
Jane al
HQ è un fine settimana di pace.
“Si
Jane puoi prendere due giorni di vacanza, ma meriti
anche una punizione per quello che è
successo…”
mi guardano di nuovo con l’aria stralunata senza capire e io
internamente sorrido.
“Lisbon
prenditi 4 giorni di permesso invece che due…” le
dico e lei mi guarda sempre più perplessa anche se con uno
sfondo di felicità e
gratitudine nello sguardo.
“Scusi
capo ma non ho capito, la punizione la becco io e lei
da due giorni di vacanza in più a lei?”
Non ci credo
Jane che non capisce!!!!!
“Jane,
prima di lei l’agente Lisbon sono sicura al cento per
cento, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ne deduciamo che la
colpa è
del suo temperamento e dei suoi modi così inusuali di
risolvere i casi. Ed è
per questo che lei merita qualche giorno in più di
riposo… ma la sua punizione
signor Jane, sarà dover passare i due giorni in cui
l’agente Lisbon non ci
sarà, qui al lavoro sotto la supervisione
dell’agente Cho. E non provi a darsi
malato o a non presentarsi al lavoro, perché tutti sappiamo
dove lei vive e
possiamo trovarla in un attimo…” concludo il
discorso con un leggero sorriso
sulle labbra, mentre l’agente Lisbon fa di tutto per non
scoppiare a ridere. E
devo dire che vedere Jane in uno stato quasi catatonico, con gli occhi
fuori
dalle orbite, è veramente una visione molto ilare.
“Mi
faccia capire capo, -mi dice quasi sussurrando- la mia
punizione è passare due giorni senza Lisbon, nelle mani di
Cho?” dice dopo aver
inghiottito a vuoto, con una faccia bianca come un lenzuolo.
“Ma
allora Jane lei capisce quando la gente parla” e mentre
ancora cerco di non ridere, mi alzo dalla sedia ed esco
dall’ufficio di Lisbon
e mi dirigo di nuovo verso il bull pen.
Una volta arrivata mi giro verso l’agente Cho e con molta
calma chiedo.
“Kimball Cho mi saprebbe dire a quanto sono arrivate le
quotazioni?”
L’agente in questione dopo essersi sentito chiamare per
nome, come se io fossi una di loro e non il Capo, mi guarda e con la
sua
classica voce impassibile mi chiede.
“Quali quotazioni signora Hightower?” e con ancora
il
sorriso sulle labbra gli rispondo.
“Le quotazioni su quei due…” e alzano un
dito indico
l’ufficio di Lisbon, dove sono sicura i ragazzi sanno della
presenza di Jane.
Ma non do l’opportunità a Cho di rispondermi, e
dopo aver
preso le mie cose dall’ufficio mi dirigo verso
l’ascensore, lasciando nel più
completo imbarazzo tutti quanti .
Note dell'autrice:
Bene
eccoci di nuovo qui, Grazie a chiunque ha letto, a chiunque
ha recensito e a chiunque dopo aver letto le prime righe ha deciso di
non
continuare a leggere, perchè non sempre si può
piacere a tutti. Grazie per la
disponibilità e buona permanenza all'interno del forum...