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Autore: Kary91    28/07/2011    18 recensioni
[Teen Wolf - Derek/Stiles]
Spoiler 1x09!
“Perché mi guardi così?”
Domandò a un certo punto Stiles vagamente in imbarazzo notando l’espressione concentrata di Derek.
“Non è che vuoi mangiarmi vero?”
Domandò con un filo di tensione nella voce frugando la camera con lo sguardo, alla ricerca della sua mazza da lacrosse.
“Perché lo fai?”
Domandò improvvisamente Derek allentando l’aria diffidente arenata sul suo viso.
“Cosa?”
Stiles si esaminò con attenzione prima di passare in rassegna con lo sguardo anche i vestiti e arrivando a sbirciare addirittura sotto il letto.
“Che cos’è che faccio?”
“Aiutare Scott.”
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Look after you.'
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Premessa: questa one shot è un missing moment della puntata 1x09 quindi non leggete se non avete ancora visto la puntata.

Heartbeats. 

 

But in the end everyone ends up alone

You found me. The Fray

Spicciati.”

Borbottò Derek con aria scocciata, incominciando a camminare in circolo per la stanza. Stiles tamburellò con le dita sul bordo della scrivania roteò gli occhi.

“Ho solo due maniiii…” canticchiò poi a bassa voce, affrettandosi a comporre il messaggio per Danny sulla tastiera.

“Inviato!” annunciò infine. Voltò la sedia e rivolse un sorriso soddisfatto al suo interlocutore. Derek, che in quel momento era intento a scrutare alcuni poster alle pareti, si diresse verso di lui.

“Senti” Incominciò Stiles con aria e apprensiva.  “Forse mi sentirei più tranquillo se mantenessimo una certa distanza di sicurez…” Mentre parlava, Derek recuperò uno sgabello e si sistemò di fianco a Stiles. “…come non detto”  concluse, agitando le ginocchia in maniera nervosa. Derek raccolse i vestiti che ricoprivano lo sgabello e li gettò con noncuranza sul letto del ragazzo.

“Sei sicuro che questo Danny possa aiutarci a rintracciare il messaggio?” domandò, scrutandolo con diffidenza. Stiles diede una scrollata di spalle e incominciò a far oscillare la sedia girevole.

“Beh, sono sicuro che sappia farlo.”  asserì, dandosi la spinta con le mani per far girare la sedia più in fretta. “Ma credo che occorrerà escogitare qualche stratagemma nel caso non abbia intenzione di collabora… Oh, porca miseria.”

Per via di un movimento troppo brusco della sedia il braccio di Stiles scivolò dalla scrivania, trascinando con sé la valanga di cianfrusaglie che fino un secondo prima giacevano ammucchiate sul tavolo.

Derek indietreggiò di scatto, infastidito dal rumore.

“Oh oh!” esclamò Stiles all’apparenza per nulla turbato dall’episodio. Si sbrigò a inginocchiarsi per recuperare gli oggetti caduti. “ Mi spiace per il tuo sensazionale udito da lupetto, ma…

“Sei un cretino” commentò Derek, scoccandogli un’occhiata torva.

“Forse avrei dovuto dire lupone.” precisò Stiles, intimidito dall’espressione del ragazzo. Si affrettò a recuperare le cartacce ammassate sul pavimento e il suo sguardo venne catturato per un istante da una delle fotografie contenute dal mucchio. Quasi gridò quando Derek gliela sfilò di mano, spaventandolo per la terza volta nel corso di un unico pomeriggio.

“Che modi!” borbottò prima di zittirsi, individuando il fastidio nello sguardo del ragazzo.

“Sei tu questo?” domandò in quel momento Derek, indicando la fotografia con un cenno del capo: raffigurava un uomo, una donna e un ragazzino che sorridevano di fronte a una torta di compleanno adornata da cinque candeline. “Sembri una bambina.”

“Ma cos… Ridammela subito!” ribatté d’impulso Stiles tentando di recuperare la fotografia. Derek scansò la sua mano e lo intimidì con lo sguardo: per un attimo Stiles si trovò a credere che si sarebbe messo a ringhiare.

“E va bene. A cuccia, però!” commentò, allontanandosi in fretta dal ragazzo. Derek lo fissò torvo ancora a lungo prima di tornare a rivolgere la sua attenzione verso la fotografia.

“Tua madre è morta?” domandò, analizzando con attenzione il viso sorridente della donna nella fotografia; Stiles si irrigidì visibilmente. Derek aggrottò le sopracciglia quando avvertì il battito del cuore del ragazzo accelerare.

“Diverso tempo fa” ammise infine il più giovane dei due, lasciandosi cadere sul letto. “Oh! Calzini a righe. Da quanto tempo vi stavo cercando?” commentò fra sé e sé, raccogliendo alcuni vestiti dalla pila di cianfrusaglie che Derek aveva buttato sulla coperta.

“Tuo padre sembra un tipo a posto.” continuò il licantropo, stirando la fotografia con le mani e adagiandola sulla scrivania. Stiles incrociò le gambe sulla trapunta e rimuginò in silenzio sulle parole del ragazzo.

“Da qualcuno devo pur aver preso no?” esclamò infine, allargando le braccia con aria teatrale. Derek gli rivolse un’occhiata torva e il sorriso di Stiles gli si gelò sulle labbra.

“Bisbetico”  borbottò a bassa voce. Derek fece per ribattere quando la sua mente venne attraversata da un altro tipo di pensiero. Rimase in silenzio, i gomiti appoggiati alle ginocchia, l’attenzione focalizzata sul quel ragazzetto strano che si stava esaminando un graffio sul palmo della mano.

“Perché mi guardi così?” domandò a un certo punto Stiles, accorgendosi dello sguardo dell’altro puntato su di lui. Arrossì leggermente. “Non è che vuoi mangiarmi, vero?” domandò poi con un filo di tensione nella voce. Frugò la camera con lo sguardo, alla ricerca della sua mazza da lacrosse.

“Perché lo fai?” domandò improvvisamente Derek, assumendo un’espressione meno diffidente.

“Cosa?”

Stiles si esaminò le mani con attenzione, prima di passare in rassegna con lo sguardo i propri vestiti:  arrivò a sbirciare addirittura sotto il letto.

“Che cos’è che faccio?”

 “Aiutare Scott.” ribatté Derek, alzandosi dallo sgabello Gli occhi del giovane licantropo lo scrutarono con aria indagatrice. “Mettere a rischio la vita di tuo padre quando è chiaro che l’idea di coinvolgerlo ti preoccupa.”

Stiles si sentì improvvisamente a corto di parole. Le sue mani si strinsero a pugno e il ragazzo avvertì chiaramente le proprie unghie  spingere a contatto con i palmi. Il cuore del giovane prese a vibrare talmente in fretta che Derek fu costretto a sbattere le ciglia per concentrarsi su altro.

“Sono giorni che mi domando la stessa identica cosa” ammise infine Stiles, sprofondando maggiormente nel letto. “Per quanto la cosa mi infastidisca, Scott è il mio migliore amico. E diamine, io ci provo a voltargli le spalle, ma non ci riesco è più forte di me. Sono…

“Strano” Derek completò la frase per lui, riprendendo ad aggirarsi per la stanza.

“Particolarmente sensibile.” lo corresse Stiles, rivolgendogli un’occhiataccia. “Non posso perdere mio padre” ammise infine, tormentandosi i lacci delle scarpe. “Ma non voglio perdere nemmeno Scott.”

Derek smise improvvisamente di camminare su e giù per la stanza. Con le braccia incrociate dietro la schiena volse lo guardo alla finestra, osservando in tralice il viavai delle macchine sulla strada principale.

“Senti, Derek…

Stiles recuperò i calzini appallottolati e prese a farseli rimbalzare fra le mani.

“Mi dispiace per tua sorella. E per i tuoi. Te l’avrei detto prima, ma…

Fece una smorfia, nel riconoscere che i calzini avevano un buco proprio all’altezza dell’alluce.

…Ero un tantino preoccupato dal fatto che tu avresti tipo… Potuto staccarmi la testa ad artigliate e sinceramente questo pensiero continua a balenarmi in testa anche adesso e non è che la cosa sia piacevole.”

“Potrei seriamente prenderlo in considerazione in effetti” commentò pacatamente Derek, continuando a dargli le spalle. Riprese a guardare fuori dalla finestra, mettendosi a braccia conserte.

Stiles rabbrividì.

“Afferrato il concetto”  dichiarò, badando poi bene a non aggiungere altro. Lanciò un’occhiata distratta al PC per controllare se Danny avesse risposto alla sua e-mail.

“Prima o poi finiscono tutti per rimanere soli” dichiarò improvvisamente Derek, abbandonando la finestra e incominciando ad analizzare la libreria di Stiles. Il ragazzo impiegò qualche secondo prima di intuire che stesse rispondendo alle sue parole di poco prima in merito al suo dispiacere per la famiglia Hale.

“Che osservazione pessimistica” rispose, sollevandosi dal letto per raggiungere la parte opposta della camera. “Hai finito di farti gli affari miei?” chiese, sistemando un libro che Derek aveva preso in mano e poi riposto malamente sullo scaffale.

“Il tuo amico non ha ancora risposto?”

Lo interrogò il licantropo, sbirciando dentro un altro volume dall’aspetto polveroso e decisamente infantile.

“Suppongo che si presenterà semplicemente alla porta senza avvertire. Ma la vuoi piantare?” lo intimò ancora Stiles, tentando di recuperare il libro. Derek lo allontanò, dalla sua portata avvicinandosi a Stiles con il capo e rivolgendogli un’occhiata minacciosa.

Il cuore del ragazzo prese a vibrare con maggior vigore, ma la paura questa volta era mitigata da una sensazione ben diversa alla quale non fu però in grado di dare un nome.

“Credo” farfugliò, sforzandosi di sostenere il suo sguardo. “Credo di avere in mente qualcosa per convincere il nostro Danny a darci una mano” dichiarò, analizzando con un’attenzione insolita le iridi chiare di Derek. “Ma avrò bisogno anche di te.” concluse, tendendo lentamente la mano in direzione del ragazzo, per farsi riconsegnare il libro. Derek glielo restituì, seppur riluttante.

“Non mi fido delle tue idee.” Borbottò, scrutandolo con aria guardinga. Stiles scosse il capo, sistemando il volume al suo posto, nel ripiano più alto della libreria.

“Non mi importaaa…” canticchiò, riprendendo lo stesso motivetto che aveva intonato una decina di minuti prima. “E senti…” aggiunse in fretta, prima che Derek avesse il tempo di scoccargli l’ennesima occhiataccia. “Ero sincero, poco fa: mi dispiace serialmente per Laura” ammise, sforzando di rimuovere la punta di inquietudine che aleggiava nel suo sguardo ogni volta che si avvicinava a Derek. Non riuscì comunque a impedire che il suo cuore alterasse la propria andatura, inciampando in maniera goffa, proprio come era solito fare il suo proprietario.

“D’accordo” rispose atono Derek prima di voltargli le spalle, per tornare alla scrivania.

E se solo Stiles fosse stato in grado di percepirlo avrebbe notato che anche il cuore di Derek aveva preso ad accelerare i propri battiti.

Proprio come il suo.

Nota dell’autrice.

Sono emozionata. Questa è la mia prima Derek/Stiles e ho una paura folle di aver combinato un pasticcio atroce >.<

Niente, io questi due li amo. E l’ultima puntata è stata bene o male una miniera d’oro per i fans dell’ accoppiata Derek/Stiles quindi non sono riuscita a trattenermi dal riempire di parole quel breve arco di tempo che separa la scena in cui interviene il padre di Stiles e quella esilarante con Danny.

Questa è anche la mia seconda storia su Teen Wolf e la mia prima con Derek, quindi perdonatemi se ancora non sono riuscita ad inquadrarli molto bene: spero di rifarmi con la prossima.

Ho deciso di citare una canzone dei The Fray come ho fatto con l’altra one shot su Stiles, e credo che tenterò di rifarlo quando ne scriverò una nuova.

Lo slash è appena accennato, lo so, ma ci devo ancora prendere la mano!

Penso che sia tutto.

Un abbraccio

Laura.

 

   
 
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