Fanfiction
scritta con il
promt Damon
Salvatore/Nuovo personaggio (TVD) “And I see her…a
woman”
Dedicata - per certi versi ancora del tutto sconosciuti - alla mia Toast, che mi ha gentilmente prestato Alice, la sua creatura *-*
The boy saw a comet;
The boy
saw the comet and he felt as though
his life had meaning.
And when it went away, he waited his entire life for it
to
come back to
him.
Il
mare sarebbe potuto
assomigliare ad un’immensa pozza grigia in confronto al
glaciale blu del suo
sguardo.
Eppure
negli occhi di Damon
penetrava imperturbabile la brezza marina mentre lo stridio dei
gabbiani veniva
celato dalla risacca del mare.
Erano
anni che non si
avvicinava al mare, elemento incredibilmente mutevole e al contempo
spietato,
proprio come lui.
Coltri
di nubi plumbee si
addensavano all’orizzonte segno di una tempesta imminente.
Era buffo come anche
il vento avvertisse l’elettricità che scorreva in
mezzo ai loro corpi. Stefan
si posizionò meglio sul tronco arso dal sole e che odorava
di salsedine.
A quanto pare la tempesta sarebbe arrivata prima
del previsto.
“Io
so perché sei ritornato
a Mystic Falls” proruppe Stefan solenne e la sua voce ebbe
tutta la portata di
un’onda anomala.
Il
vampiro dagli occhi azzurri
roteò gli occhi distogliendo lo sguardo dalla sabbia sotto i
suoi piedi e
rivolgendolo ai pochi passanti di quel pontile, non lontano dal piccolo
centro
abitato.
Piegò
gli angoli della
bocca. Tuttavia non si degnò di ribattere
all’insinuazione del fratello.
“Sei
tornato per Elena”
Damon
sghignazzò scuotendo
la testa. Era incredibile come il fratello avesse potuto dare una
risposta
quando ancora neanche lui sapeva cosa lo aveva spinto a tornare nella
sua città
natale e nella sua mente tale quesito continuava a volteggiare.
“Ma
bravo! A quanto vedo hai
obbligato tutti i neuroni del tuo cervello a pensare e alla fine sei
arrivato comunque alla conclusione
sbagliata”
Stefan
scosse la testa
intrecciando le dita delle mani e alzò lo sguardo distratto
dal ronzio
dell’arrivo di una bicicletta.
“Tanto
lo so che è per
questo, ma te lo ripeto: lei non è Katherine”
puntualizzò il minore dei
Salvatore che si arrese a quella taciturna conversazione, abbandonando
il
fratello seduto su quel tronco.
“Libero
di credere ciò che
vuoi” mormorò Damon, non dandosi per vinto.
Abbassò
la schiena e allungò
il braccio afferrando un ciottolo dalla distesa di sabbia. Se lo
rigirò tra le
mani provando un leggero fastidio ricordando la conversazione
consumatasi pochi
minuti prima.
Era
insopportabile, ma tutta
quella rabbia che gli scorreva nelle vene era frutto di una bugia che
gli era
costata persino la vita.
A
cosa era dovuto il suo
ritorno a Mystic Falls? Cosa lo aveva spinto a ritornare nelle braccia
di lei?
Serrò
i pugni mentre la rabbia
turbinava velocemente tra le sue iridi azzurre e in un moto di ira
lanciò il
sasso verso una turba di gabbiani che placidamente sostavano in riva al
mare.
L’arrivo dell’oggetto lanciato fece disperdere gli
uccelli che spiccarono il
volo allontanandosi da terra, ma pur sempre volteggiando sopra la testa
del
vampiro.
La
rabbia e la frustrazione
avevano preso il sopravvento.
Gli
balenò in testa l’idea
di cibarsi di qualcuno dei tanti passanti. Adorava giocare con gli
sciocchi
essere umani, umiliarli al cospetto del suo fascino vampiresco e, se
fossero
state donne, sedurle così da consumare non solo il pasto ma
anche il piacere di
una notte con loro. Il pensiero del sangue caldo arrivo prepotente
facendoglielo percepire sulla punta della lingua.
Ma
qualcos’altro irruppe
nella sua mente distraendola dalla sete e dal sangue. Era come una
presenza, un
minuscolo essere intrufolatosi nella sua psiche spiandolo
dall’interno.
Alzò
gli occhi color del
cielo e la vide. Una ragazza.
I
capelli color miele erano raccolti
in una coda corta e bassa che molleggiava ad ogni suo passo. Le scarpe
da
ginnastica scricchiolavano contro l’asfalto rovente del
pomeriggio e nonostante
sembrasse stesse correndo da molto tempo il suo cuore non dava segno di
alcun
affaticamento: batteva piano, cadenzato da ogni passo che compiva.
Passò
veloce dinanzi lo
sguardo curioso e circospetto del vampiro, veloce come una cometa, una
di
quelle che la vedi solo una volta nella vita.
L’avrebbe
potuta di certo
ammaliare facilmente, invitarla a bere qualcosa, divertirsi un
po’ con lei per
poi porre fine alla sua esistenza.
Ma
c’era qualcosa in lei che
lo intorpidiva, una forza superiore a qualsiasi essere umano che non
gli
consentiva di agire secondo la propria volontà.
Inspiegabilmente
gli angoli
della bocca gli si tirarono all’insù. Se
c’era una cosa che Damon adorava fare
era curiosare nella mente delle persone, disturbare i loro pensieri e
le loro
convinzioni, come una frequenza di una radio indesiderata.
La
ragazza rallentò fino ad
arrestarsi del tutto, strappandosi le cuffie dell’i-pod e
premendo le punte
delle dita sulle tempie come colpita improvvisamente da un forte mal di
testa.
Damon riuscì ad osservare le sue guance gonfiarsi e tingersi
di rosso a causa
della stizza provocata da quel capogiro e gli occhi così
simili ai suoi, ma al
contempo così diversi, girovagarono per tutto il pontile
senza mai incrociare
quelli del vampiro.
Il
mare sbuffava sonoro
dietro di lui quando nuovamente qualcosa gli penetrò in
testa quasi come un
insetto. Fu in quel momento che i loro occhi si scontrarono senza alcun
ritegno
e l’impatto fu pari a una scossa di terremoto.
Damon
sfoderò il suo
sorriso, ormai non aveva alcun dubbio: quella ragazza era una strega.
Così
la cometa scappò veloce
come era arrivata, allontanandosi nella sua maglietta color lampone,
non
lasciando alcuna traccia dietro di se.
Il
vampiro seguì il suo
corpo muoversi scattante finché non si perse tra gli alberi.
A quel punto
rivolse uno sguardo al cielo divenuto più scuro che mai, ma
il suo sorriso non
scomparve dal suo volto.
Aveva
trovato un motivo
seppur illogico per rimanere a Mystic Falls e la risposta al suo tanto
tormentato quesito.
E
la pioggia cominciò a
scrosciare.
* * *
Spinse la porta del bar seguita da un Elena in compagnia di Stefan. I suoi occhi roteavano veloci come biglie impazzite alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Una macchia nere come la pece emerse dalla moltitudine di gente e la ragazza non poté non distendere le labbra rosee.
Scivolò piano tra la folla: le sembrava che ogni singola particella del suo corpo fosse attratta da quel ragazzo. La convinzione di aver aspettato abbastanza si tramutò in verità quando riconobbe i suoi occhi.
Si
adagiò sulla sedia sentendo il suo respiro a
solo pochi centimetri da lei.
“Ce
ne hai messo di tempo”
disse languidamente il ragazzo sedutole accanto continuando a
maneggiare il suo
Martini.
“Ho
avuto qualche imprevisto”
la ragazza si umetto le labbra scostando i capelli castani dalla fronte
e
portandoseli dietro le orecchie.
“Ti
va di bere qualcosa?” le
chiese Damon pur conoscendo la risposta.
La
ragazza alzò le
sopracciglia e le sue dita sfiorarono la superficie liscia di un
bicchiere
colmo fino all’orlo di vodka alla pesca – la sua
preferita.
“Eppure
sei ritornata”
constatò Damon prima che le labbra della ragazza si
posassero sul bicchiere e
incontrassero l’aspro sapore dell’alcol.
La
ragazza aggrottò le
sopracciglia arricciando le labbra in un sorriso divertito.
“Damon
Salvatore, non ti
libererai facilmente di me” decretò prima di
incollare le sue labbra a quelle
del vampiro.
Il
suo cuore stavolta
pulsava veloce e Damon avrebbe potuto dire che viaggiava alla stessa
velocità
di una cometa.
It was
more than just a comet
he knew in his heart that someday
it would return to him,
and his world would be whole again...
* Non è certo una capacità naturale l'intrufolarsi nella mente altrui e quindi la ragazza è una strega u.u