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Autore: d r e e m    28/07/2011    2 recensioni
Passò veloce dinanzi lo sguardo curioso e circospetto del vampiro, veloce come una cometa, una di quelle che la vedi solo una volta nella vita.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction scritta con il promt Damon Salvatore/Nuovo personaggio (TVD) “And I see her…a woman” 

Dedicata - per certi versi ancora del tutto sconosciuti - alla mia Toast, che mi ha gentilmente prestato Alice, la sua creatura *-*

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The boy saw a comet;

The boy saw the comet and he felt as though his life had meaning.
And when it went away, he waited his entire life for it
to come back to him.

 

Il mare sarebbe potuto assomigliare ad un’immensa pozza grigia in confronto al glaciale blu del suo sguardo.

Eppure negli occhi di Damon penetrava imperturbabile la brezza marina mentre lo stridio dei gabbiani veniva celato dalla risacca del mare.

Erano anni che non si avvicinava al mare, elemento incredibilmente mutevole e al contempo spietato, proprio come lui.

Coltri di nubi plumbee si addensavano all’orizzonte segno di una tempesta imminente. Era buffo come anche il vento avvertisse l’elettricità che scorreva in mezzo ai loro corpi. Stefan si posizionò meglio sul tronco arso dal sole e che odorava di salsedine.

A quanto pare la tempesta sarebbe arrivata prima del previsto.

“Io so perché sei ritornato a Mystic Falls” proruppe Stefan solenne e la sua voce ebbe tutta la portata di un’onda anomala.

Il vampiro dagli occhi azzurri roteò gli occhi distogliendo lo sguardo dalla sabbia sotto i suoi piedi e rivolgendolo ai pochi passanti di quel pontile, non lontano dal piccolo centro abitato.

Piegò gli angoli della bocca. Tuttavia non si degnò di ribattere all’insinuazione del fratello.

“Sei tornato per Elena”

Damon sghignazzò scuotendo la testa. Era incredibile come il fratello avesse potuto dare una risposta quando ancora neanche lui sapeva cosa lo aveva spinto a tornare nella sua città natale e nella sua mente tale quesito continuava a volteggiare.

“Ma bravo! A quanto vedo hai obbligato tutti i neuroni del tuo cervello a pensare e alla fine sei arrivato comunque alla conclusione sbagliata”

Stefan scosse la testa intrecciando le dita delle mani e alzò lo sguardo distratto dal ronzio dell’arrivo di una bicicletta.

“Tanto lo so che è per questo, ma te lo ripeto: lei non è Katherine” puntualizzò il minore dei Salvatore che si arrese a quella taciturna conversazione, abbandonando il fratello seduto su quel tronco.

“Libero di credere ciò che vuoi” mormorò Damon, non dandosi per vinto.

Abbassò la schiena e allungò il braccio afferrando un ciottolo dalla distesa di sabbia. Se lo rigirò tra le mani provando un leggero fastidio ricordando la conversazione consumatasi pochi minuti prima.

Era insopportabile, ma tutta quella rabbia che gli scorreva nelle vene era frutto di una bugia che gli era costata persino la vita.

A cosa era dovuto il suo ritorno a Mystic Falls? Cosa lo aveva spinto a ritornare nelle braccia di lei?

Serrò i pugni mentre la rabbia turbinava velocemente tra le sue iridi azzurre e in un moto di ira lanciò il sasso verso una turba di gabbiani che placidamente sostavano in riva al mare. L’arrivo dell’oggetto lanciato fece disperdere gli uccelli che spiccarono il volo allontanandosi da terra, ma pur sempre volteggiando sopra la testa del vampiro.

La rabbia e la frustrazione avevano preso il sopravvento.

Gli balenò in testa l’idea di cibarsi di qualcuno dei tanti passanti. Adorava giocare con gli sciocchi essere umani, umiliarli al cospetto del suo fascino vampiresco e, se fossero state donne, sedurle così da consumare non solo il pasto ma anche il piacere di una notte con loro. Il pensiero del sangue caldo arrivo prepotente facendoglielo percepire sulla punta della lingua.

Ma qualcos’altro irruppe nella sua mente distraendola dalla sete e dal sangue. Era come una presenza, un minuscolo essere intrufolatosi nella sua psiche spiandolo dall’interno.

Alzò gli occhi color del cielo e la vide. Una ragazza.

I capelli color miele erano raccolti in una coda corta e bassa che molleggiava ad ogni suo passo. Le scarpe da ginnastica scricchiolavano contro l’asfalto rovente del pomeriggio e nonostante sembrasse stesse correndo da molto tempo il suo cuore non dava segno di alcun affaticamento: batteva piano, cadenzato da ogni passo che compiva.

Passò veloce dinanzi lo sguardo curioso e circospetto del vampiro, veloce come una cometa, una di quelle che la vedi solo una volta nella vita.

L’avrebbe potuta di certo ammaliare facilmente, invitarla a bere qualcosa, divertirsi un po’ con lei per poi porre fine alla sua esistenza.

Ma c’era qualcosa in lei che lo intorpidiva, una forza superiore a qualsiasi essere umano che non gli consentiva di agire secondo la propria volontà.

Inspiegabilmente gli angoli della bocca gli si tirarono all’insù. Se c’era una cosa che Damon adorava fare era curiosare nella mente delle persone, disturbare i loro pensieri e le loro convinzioni, come una frequenza di una radio indesiderata.

La ragazza rallentò fino ad arrestarsi del tutto, strappandosi le cuffie dell’i-pod e premendo le punte delle dita sulle tempie come colpita improvvisamente da un forte mal di testa. Damon riuscì ad osservare le sue guance gonfiarsi e tingersi di rosso a causa della stizza provocata da quel capogiro e gli occhi così simili ai suoi, ma al contempo così diversi, girovagarono per tutto il pontile senza mai incrociare quelli del vampiro.

Il mare sbuffava sonoro dietro di lui quando nuovamente qualcosa gli penetrò in testa quasi come un insetto. Fu in quel momento che i loro occhi si scontrarono senza alcun ritegno e l’impatto fu pari a una scossa di terremoto.

Damon sfoderò il suo sorriso, ormai non aveva alcun dubbio: quella ragazza era una strega.

Così la cometa scappò veloce come era arrivata, allontanandosi nella sua maglietta color lampone, non lasciando alcuna traccia dietro di se.

Il vampiro seguì il suo corpo muoversi scattante finché non si perse tra gli alberi. A quel punto rivolse uno sguardo al cielo divenuto più scuro che mai, ma il suo sorriso non scomparve dal suo volto.

Aveva trovato un motivo seppur illogico per rimanere a Mystic Falls e la risposta al suo tanto tormentato quesito.

E la pioggia cominciò a scrosciare.

 

* * *

Spinse la porta del bar seguita da un Elena in compagnia di Stefan. I suoi occhi roteavano veloci come biglie impazzite alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Una macchia nere come la pece emerse dalla moltitudine di gente e la ragazza non poté non distendere le labbra rosee.

Scivolò piano tra la folla: le sembrava che ogni singola particella del suo corpo fosse attratta da quel ragazzo. La convinzione di aver aspettato abbastanza si tramutò in verità quando riconobbe i suoi occhi.

Si adagiò sulla sedia sentendo il suo respiro a solo pochi centimetri da lei.

“Ce ne hai messo di tempo” disse languidamente il ragazzo sedutole accanto continuando a maneggiare il suo Martini.

“Ho avuto qualche imprevisto” la ragazza si umetto le labbra scostando i capelli castani dalla fronte e portandoseli dietro le orecchie.

“Ti va di bere qualcosa?” le chiese Damon pur conoscendo la risposta.

La ragazza alzò le sopracciglia e le sue dita sfiorarono la superficie liscia di un bicchiere colmo fino all’orlo di vodka alla pesca – la sua preferita.

“Eppure sei ritornata” constatò Damon prima che le labbra della ragazza si posassero sul bicchiere e incontrassero l’aspro sapore dell’alcol.

La ragazza aggrottò le sopracciglia arricciando le labbra in un sorriso divertito.

“Damon Salvatore, non ti libererai facilmente di me” decretò prima di incollare le sue labbra a quelle del vampiro.

Il suo cuore stavolta pulsava veloce e Damon avrebbe potuto dire che viaggiava alla stessa velocità di una cometa.

 

It was more than just a comet
he knew in his
heart that someday it would return to him,
and his world would be whole again...

* Non è certo una capacità naturale l'intrufolarsi nella mente altrui e quindi la ragazza è una strega u.u

   
 
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