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Autore: Damonina95    29/07/2011    0 recensioni
Elena è una ragazza di 20 anni con un passato burrascoso alle spalle.
Trattata sempre da tutti malamente troverà riscatto a Firenze dove si trasferisce con la sua famiglia adottiva.
Qui incontrerà l'amore e per la prima volta imparerà a lottare contro tutto e tutti per di ottenere quello che vuole.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un noioso pomeriggio di fine luglio.
La brezza leggere le scompigliava i suoi rossi capelli mentre lei guardava estasiata il mare.
Lo guardava con i suoi grandi occhi verde smeraldo, una delle poche cose che lei amava di se stessa.
Le onde prepotenti si scagliavano contro gli scogli, lei gli osservava catturata andare in contro al loro destino per poi essere malamente distrutti da qualcosa più grande di loro.
Osservava tutto questo dalla spiaggia, da quella fresca e uniforme massa di granelli che la proteggevano dalla durezza della vita.
Le onde lì non venivano distrutte, distruggevano.
Ma lei non era in pericolo, poteva fuggire, come aveva sempre fatto.
Perché a volte rimane l'unica alternativa da poter prendere veramente in considerazione.
Sognava qualcosa di troppo grande per i suoi piccoli mezzi e sapeva benissimo che i suoi desideri sarebbero sempre rimasti tali.
Da piccola amava vedere storie di principesse che dopo mille peripezie riuscivano a dichiarare amore alla persona amata che per di più era un bel principe.
Lei aveva superato tanti ostacoli, ma il suo principe ancora non era arrivato e, forse, non sarebbe mai stato lì per raccogliere gli ultimi cocci di una vita ormai andata a pezzi.
Era strano, e rideva a pensarci, ma la sua vita era simile a quella di mille donne dei mille cartoni animati che aveva visto.
Sua madre era morta quando aveva solo 3 anni, di cancro.
Anche se era piccola ricordava esattamente quella giornata.
Aveva giocato per tutto il tempo con un bambino che adesso non le rivolge più la parola e il padre dopo ore nella camera di sua madre aveva preso la bambina e piangendo si era diretto a casa.
Lui amava veramente sua moglie, era la luce che inondava le sue giornate.
Il sole dà vita e lui senza lei non avrebbe resistito per molto.
Quella grande palla di fuoco luminoso permette a milioni e milioni di persone di vivere.
Quando lei si spegnerà noi non ci saremo più.
E successe così anche per lui.
Il suo sole era morto, per quanto tempo ancora avrebbe resistito?
Quello che non mise in conto fu solamente la bambina.
Quel piccolo scricciolo che con la sua morte sarebbe rimasta orfana, senza nessuno al mondo.
A lui non importava.
Era egoista e l'unica sua preoccupazione era quella di raggiungere il prima possibile la moglie ormai lontana.
Guardava il cielo e vedeva nelle nuvole il suo viso che lo chiamava.
Lui aveva bisogno di lei, e la bambina lo metteva ancora di più malumore attribuendo a lei la causa di tutto.
Un giorno senza pensarci, lui aveva avuto la geniale idea di non andare a lavoro.
Il treno passò e se lo porto via per sempre in un sorriso sereno.
Da quel giorno però lasciava una povera piccola ed indifesa anima al suo destino.
Non aveva lasciato niente per lei e in poco tempo si trovo in orfanotrofio.
I metodi adottati lì per educare una bambina erano a dir poco oltraggiosi.
Tutti lì dentro avevano paura, era come se la morte si fosse incarnata in quella direttrice.
Era malevola e trattava tutti con disprezzo.
Aveva il potere in mano e lei lo sapeva e ne abusava.
La sua vittima però sembrava sempre quella povera e innocente anima che aveva perso i suoi genitori troppo prematuramente, come la maggior parte dei bambini lì dentro.
Era inorridita da tutte le persone che volevano adottare la piccola.
Lei ovviamente non lo permetteva.
Ci voleva giocare e farla soffrire.
Elena stava pensando troppo al passato.
Tutti quei ricordi le mettevano malumore.
Voleva solo dimenticare, anche se una volta varcata la soglia di quella casa le cose si sarebbero nuovamente messe in mezzo.
Un dolore così profondo non poteva essere dimenticato con una semplice giornata a mare, anche se era il suo luogo preferito, anche se amava nascondersi tra le mille onde colorate dove lei amava scrivere.
Una volta varcata quella soglia sarebbe nuovamente tornata la schiavetta di quella famiglia.
La direttrice all'epoca aveva scelto con cura le persone alla quale affidarla.
Voleva solamente gente cattiva e arrogante, che voleva la tutela di una figlia solo per renderla schiava.
Tutto questo accadeva quando Elena aveva solo 8 anni, ma il ricordo era nitido dentro di lei.
Ricorda tutto di quel giorno come se una persona estranea l'avesse filmata
Lei guardava dentro di sé e vedeva sempre quel video, e leggeva nei suoi occhi solamente paura.Aveva capito sin dal principio cosa la
direttrice aveva in serbo per lei.
Era intelligente, molto.
Era il pupillo di ogni professore ma a casa non la spronavano abbastanza, motivo in più per far abbassare un'autostima già pesantemente a terra.
Aveva sempre dovuto lavorare per comprare i libri, le penne e i quaderni.
La famiglia adottiva aveva già una figlia particolarmente brutta e stupida.
Stupida nel vero senso della parola.
L'italiano per lei non si poteva definire una lingua, scriveva in modo grammaticalmente scorretto e tutti gli aiuti da parte di Elena venivano presi in modo negativo.
Nonostante i 20 anni aveva deciso di rimanere con loro.
Era una persona essenzialmente buona e solo l'idea di far male una persona faceva male anche a lei.
I suoi genitori adottivi, Anna e Riccardo, l'avevano impietosi con finte scuse solo per continuare a farle fare la serva in casa loro.
Aprendo la porta Elena vide come ogni giorno la scenata di Francesca, la figlia naturale dei suoi tutori.
Era cattiva, egoista, viziata, egocentrica... in ogni discorso doveva esserci lei.
I genitori però stravedevano per lei e l'assecondavano in tutto.
Era il sole per quella casa, o almeno così la pensava Elena.
Ed ogni volta che dava quell'appellativo a qualcuno si sentiva morire dentro.
Era la stessa cosa che pensava di suo padre.
Uno stupido uomo che viveva di un sole chiamato Clara.
“Mamma mi voleva bene” pensava sempre Elena.
Aveva ragione, Elena per lei era la perfezione.
La bambina che sempre aveva voluto, e chiedeva solamente una cosa: che quella bambina fosse amata incondizionatamente.
La sua ultima richiesta però non venne esaudita da nessuno incontrato fin'ora da Elena.
Però voleva cambiare la sua vita.
Aveva sempre sognato una carriera, un lavoro, studiare, scrivere i mille pensieri che attanagliavano la sua mente.
Aveva solo questo semplice sogno.
Diventare una scrittrice.
Ma nessuno, come al solito, sembrava assecondare questa richiesta che a gli occhi di tutti era solamente monotona e senza senso.
Lei però aveva sempre imparato ad andare avanti senza perdere di vista i propri obiettivi.
Sembrava facile dirlo a parole ma metterlo in atto era doloroso.
Non aveva diritto di farsi delle amiche perché in quella casa non era ben accette, né lei poteva prendersi il lusso di concedersi una giornata di libertà.
Lavare, cucinare, stirare, piegare... la solita routine che non poteva per nessuna ragione al mondo cambiare.
E lei si sentiva sempre più inadatta a tutto questo.
Sentiva che non era la sua vita.
Ma il lusso di prendere tutto e mollare non le era concesso.
Aveva troppi obblighi e nonostante fosse stata trattata come una pezzente per 12 anni della sua vita sapeva che se aveva avuto un tetto sopra alla testa era solamente per merito loro, buoni o brutti che questi fossero.
Ma Elena non sapeva neanche dare giusta misura al giusto e allo sbagliato.
Era troppo buona e questo le faceva prendere sempre la scelta sbagliata.
“Caro diario,
oggi sono ritornata lì. Le onde erano così belle.
Colorate e soprattutto libere di poter nuotare a loro piacimento, di potersi infrangere sulle barriere ed unirsi alla sabbia che pian pian cedeva a questa loro richiesta d'aiuto.
Anche io vorrei tanto essere libera, ma so che non si può.
L'unica cosa da fare è abbandonare il progetto universitario... almeno per un anno, magari un giorno potrei ripensarci.
Ora come ora, loro hanno bisogno di me, e non è giusto prenderli in giro dopo l'opportunità che mi hanno dato. Quella di farmi una vita.”
Nell'ultimo periodo aveva anche preso in considerazione quell'idea, non andare più all'università.
La cosa l'aveva ferita molto ma questa scelta era maturata nel tempo.
Nessuno poteva più farle cambiare idea, era decisa a fare quello che gli altri, la sua “famiglia” voleva da lei.
Lavorare come una matta e non farsi una vita sociale.
Il che però era difficile visto che Elena era bella.
Era particolare.
E non perché avesse capelli rosso fuoco e dei grandi occhi color smeraldo.
Francesca invece aveva dei capelli nero corvino con degli occhi anonimi che molte volte si incantavano nel fissare il nulla più assoluto.
Cercava in tutti i modi di copiare comportamenti e gesti di Elena senza mai riuscirci.
Il capitolo ragazzi era un'altra faccenda un po' dolorosa per Elena che non aveva mai baciato un ragazzo in tutta la sua vita.
Ma non ne faceva un dramma, anzi era fiera di non essere una mignotta che si passa tutto il paese.
Era dell'idea che avrebbe incontrato l'uomo giusto un giorno, magari un principe che sul suo cavallo bianco avrebbe portato rifugio a lei e alla sua famiglia adottiva.
Ma sapeva anche che la realtà era diversa e che per lei non ci sarebbero stati cavalli bianchi.
Ma quell'anno era diverso.
La notizia giunse inaspettata.
Riccardo per lavoro doveva trasferirsi e questo implicava anche un trasferimento di tutta la famiglia.
Da Roma a Firenze.
Dalla culla della sua infanzia, tristezza e povertà ad un futuro che non sarebbe stato più tanto oscuro.

 

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Spazio Autrice:
Questa storia mi è venuta in mente così, di colpo.
Avevo in mente l'immagine della protagonista e la sua storia, mi sono limitata a descrivere poche cose per questo prologo, ma la storia vera e propria inizierà dal prossimo capitolo.
Cosa scriverò ancora non lo so perché non ho la minima idea di cosa voglia raccontare.
Le idee mi vengono in mente mentre scrivo e spero solamente che apprezziate questo frutto della mia mente.
Se ci sono errori di grammatica o se semplicemente volete farmi capire che apprezzate la mia storia, questa follia iniziata a scrivere per scherzo, potete lasciarmi benissimo una recensione, ne sarò molto grata e capirò che il lavoro che sto facendo è apprezzato.
Un bacio da Damonina95. 

  
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