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Autore: Blue_Sky    29/07/2011    3 recensioni
[RuPru]
[...]No. Quel sangue non era nulla.
Lui non l’ha ucciso.
Adesso il coniglietto si alzerà, ghignerà e ricominceranno a menarsi, come al solito.
Solo che…
Il coniglietto non si muove
Il coniglietto è immobile.
Il coniglietto non respira.
Lascia cadere il rubinetto.
E urla al vuoto tutta la sua rabbia.
[...]
Il corpo fu scosso più volte da singhiozzi mentre una sensazione che il russo non conosceva gli dilaniò il petto, lo consumò... Riducendolo ad un fantoccio che cerca nell'alcol un calore umano che solo una persona poteva donargli.
Il russo è combattuto da nuovi sentimenti che confondono il suo animo infantile e incoerente.
Quel cuore gelato che si culla nell'alcol nelle sue membra ha ripreso cupamente a battere.
Un battito oscuro e malato. Riuscirà a guarire da questo sconosciuto veleno?
Genere: Dark, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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горе.




-Rispondi neeh.
Ehy…Krolik*…
Sladkiì krolik**…
Ti sei fatto male,pravda***? 

Plochoì****…Sei andato via…sei cattivo… perché non parli? Perché non rispondi?-
I capelli albini mossi al vento in mezzo a quella candida neve erano davvero belli…troppo belli.
Ivan lo riconosceva, anche se la vista era offuscata, fastidiosamente offuscata.
Riconosceva anche delle macchie vermiglie di sangue che lentamente si espandevano nella neve fresca.
No. Quel sangue non era nulla.
Lui non l’ha ucciso.
Adesso il coniglietto si alzerà, ghignerà e ricominceranno a menarsi, come al solito.
Solo che…
Il coniglietto non si muove
Il coniglietto è immobile.
Il coniglietto non respira.
Lascia cadere il rubinetto.
E urla al vuoto tutta la sua rabbia.





Due lumi ametista si aprirono nel buio. Il respiro troppo frenetico riempì il silenzio, insieme a vari singhiozzi.
Stava piangendo nel sonno.
Era un altro, stupido incubo.
Quel malore come ogni notte arrivava a lui, facendogli spalancare gli occhi nel sonno. E poi non riusciva più a chiuderli.
Aveva pochi ricordi confusi dalla stanchezza del sogno.
Sbuffò…si asciugò le lacrime… Era solo un sogno, uno stupido, insensato, sogno.
Poi si alzò, barcollante e senza fare rumore si avviò in cucina, strisciando come un fantasma tra le ombre del corridoio di notte.
In quella casa deserta oramai ci vivevano solo in due.
Lui e i ricordi.
I ricordi erano un inquilino fastidioso, onnipresente.
Gli si avventavano contro, ogni angolo ne nascondeva uno preciso. Perfino una fessura, perfino un frusciare sospettoso durante la notte che lo faceva alzare dal letto, accendere la prima luce a disposizione mentre si guardava intorno con fare nervoso, eccitato.
“È tornato”
Si ripeteva ogni notte, mentre esplorava la grande villa tra la neve, prima di tornare a letto, deluso e amareggiato, mentre sorridente si rassicurava ancora.
“Tornerà”
Ma questa volta, non aveva sentito fruscii, non aveva sentito nulla di particolare.
Stavolta era un malore improvviso che dal petto si era diffuso in tutto il corpo, prepotentemente fino a farlo svegliare di scatto. Era quello che ha interrotto il suo incubo o semplicemente aveva abbastanza consapevolezza nei suoi sogni da decidere quando svegliarsi o meno. Mentre come ogni notte gli incubi disturbavano il suo sonno, lo facevano rannicchiare tra le coperte, come il bambino che ancora dentro di lui muoveva i fili di quella gigante marionetta.
Si gettò sulla poltrona, pesantemente.
Afferrò la prima bottiglia piena di vodka tra tutte quelle vuote abbandonate sul tavolino di fronte a se come scheletri e dopo averla stappata si lasciò scivolare in gola il liquore che come una fiammata diffuse il calore in tutto il suo corpo, facendo partire dal ventre brividi piacevoli che però non allietarono il mal di pancia, come lui lo chiamava.
Da quanto tempo ricorreva all’alcol per curarsi?
Da quando era diventato una scarsa potenza, non più al pari dell’America, sua avversaria.

-Nyet.*****-

Disse ad alta voce per negare a se stesso quella stupida spiegazione.
Aprì con furia un'altra bottiglia.
Ancora.
La vera ragione la conosceva bene. La conosceva quel cuore ghiacciato che si cullava nel vodka insidiato dentro di lui, e la conosceva anche il cervello che si obbligava di negarlo.
La vera ragione era la mancanza di calore che solo un corpo umano poteva dargli.
Solo uno. E non uno qualunque.
Non quello di un qualunque avversario che prepotentemente aveva invaso.
Ne quello di un qualsiasi vecchio alleato.
Era quello del suo coniglietto.
Quel coniglietto fuggito da lui, dal suo controllo.
Che avrebbe riportato indietro con ogni mezzo.
Anche aspettando per l’eternità…
 

 Ma in cuor suo…Non è perfettamente sicuro
Di poter aspettare ancora a lungo
Di permettere al coniglietto…
Di legarsi a qualcun altro…
E di dimenticarlo…


 
Cosa poteva farci? 
Si alzò.
Per una rabbia che non comprendeva  travolse con la mano tutte le bottiglie vuote di vodka.
Si beò del frastuono provocato dai cocci che lentamente si frantumavano a terra e che brillavano come cristalli alla luce del camino acceso.
Ma in quel momento anche il fuoco gli sembrava troppo freddo e cupo da poterlo riscaldare.
Scosse la testa con amarezza.

-Mi ha avvelenato, il krolik mi ha avvelenato ed è fuggito.-

Portò una mano al cuore, strinse la stoffa fino a quasi strapparla, si ferì con le proprie dita all’altezza di quello stupido muscolo che cupamente batteva. Un battito malato a suo parere.
Dov’era il coniglietto? A Berlino?
Afferrò con scarsa convinzione il telefono, lo portò all’orecchio.
Il rumore del telefono in attesa disturbò lo scorrere repentino dei suoi pensieri, prima che il russo lasci cadere sul pavimento anche quello strumento tra i cocci.
Con lo sguardo cercò altra vodka, nella credenza.
E dopo averla convulsamente afferrata, ingurgitò ancora il contenuto.
Un fruscio.
Un fruscio alle sue spalle.
Non si voltò, chinò solo il capo e cupe lacrime amare caddero dai suoi occhi di preziosa ametista...


Si. Credeva proprio di amarlo.

 
__________________________Spazio autrice.____________________________________________

Traduzione dei termini in russo.
*Coniglio
**Dolce coniglio
***Vero.
****Cattivo.
*****No.
Il titolo,(горе) scritto in cirillico vuol dire "dolore".

Chiedo umilmente venia per i possibili errori da me commessi, anche per quello che riguarda il carattere del personaggio. Ma questo è un piccolo monologo che ho scritto per una persona in particolare.
Spero che questa piccola RuPru sia di vostro gradimento.

-Kairy-

  
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