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Autore: winnie343    29/07/2011    3 recensioni
E se Rachel Berry andasse a New York per frequentare l'università, insieme al suo amico Kurt? E se incontrasse una ragazza più bella di Quinn, che frequenta i suoi stessi corsi e che mostra di possedere grandi doti? E se scoprisse che quella ragazza così fastidiosamente piena di talento, condividesse l'appartamento accanto al suo, con un suo ex? E se comparisse ... basta con i se ... la storia è incentrata su Rachel/Jesse, Kurt/Blaine e il caro vecchio Puck.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jessie St. James, Noah Puckerman/Puck, Nuovo personaggio, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I – A New Beginnig



Rachel stava facendo la fila per avere una copia del programma, in modo da poter scegliere i corsi che avrebbe frequentato al suo primo anno alla Juliard; si guardava intorno per cercare di capire se tra quelle persone ce ne fosse stata qualcuna che avrebbe potuto impensierire il suo smisurato talento. Sorrise nel vedere le loro facce smarrite e la totale mancanza di appeal e sicurezza che richiedeva diventare una star e che lei possedeva, invece, dalla tenera età di quattro anni. Il suo sogno finalmente si stava realizzando: dopo aver ricevuto le lettere di accettazione sia dalla Juliard che dalla Tisch University, alla fine aveva optato per iscriversi alla prima, ritenendola più adatta alle sue esigenze. Kurt, invece, nella sua stessa situazione, aveva preferito la seconda, rifiutando di confrontarsi con lei per tutti gli anni che avrebbero dovuto frequentare; in ogni caso, lei e il suo amico avevano stretto un patto di mutuo soccorso e insieme si erano organizzati per traslocare a New York, dove li attendeva un futuro ricco di possibilità. Ed ora, continuando a guardarsi intorno, non riusciva a credere di essere finalmente lì.

  • Ehi, tu ….

I suoi padri non avevano avuto nulla in contrario al suo trasferimento a New York; in fondo, l’avevano sempre incoraggiata e appoggiata nella sua voglia di diventare famosa. Avrebbero sostenuto per intero tutte le spese che la ragazza avrebbe avuto in quegli anni, facendo promettere loro che nulla l’avrebbe distratta dal conseguire i suoi obiettivi. Infine erano stati ben contenti di acconsentire a che lei dividesse l’appartamento che le avevano trovato a Manhattan con il suo caro amico Kurt: chi meglio di un ragazzo gay avrebbe potuto vegliare sulla loro amata figlia?

  • Oh … ma che sei sorda?

Rachel si voltò di scatto, sentendo alle sue spalle una voce aggressiva. Si ritrovò a fissare la ragazza più bella che mai avesse visto in vita sua: Quinn Fabray, al confronto, sembrava una sciacquetta di periferia. Era più alta di lei (non che ci volesse molto), aveva dei lunghissimi capelli lisci, color miele, una frangetta sbarazzina che le copriva una parte degli occhi, di un colore verde smeraldo brillante, lineamenti perfetti e fisico asciutto e longilineo.

  • Di un po’ – la biondina puntò i suoi occhi su di lei – ma che hai una paresi facciale?

  • Come scusa? – Rachel la guardò, interdetta

  • E’ da prima che ridi come un ebete, guardandoti intorno

  • Cosa? – la moretta la guardò confusa

  • Ah .. lascia perdere – La ragazza bionda alzò le braccia in maniera scocciata – guarda che la fila è andata avanti da un pezzo e se tu, bella addormentata, non hai altro da fare e puoi tranquillamente rimanere imbambolata a guardarti il panorama, io e i ragazzi dietro di me avremmo una certa fretta

Rachel alzò lo sguardo alle spalle della ragazza e notò una fila lunghissima, poi, voltandosi davanti a lei, notò che la ragazza del banco informazioni la stava fissando con disappunto. La moretta mormorò un po’ di scuse, prese il programma e poi corse via. A distanza di sicurezza, si fermò per riprendere fiato. Si era distratta, causando dei problemi agli altri, ma non c’era bisogno che quella ragazza fosse così aggressiva nei suoi confronti. Le montò la rabbia e un forte disappunto, avrebbe avuto modo di incontrarla nuovamente e le avrebbe dimostrato, nel solo modo che conosceva, cioè esibendo la sua splendida voce, che Rachel Berry non era persona da bistrattare.

Dopo una mezz’ora, passata a studiare il programma, Rachel aveva già organizzato tutto il suo programma di frequenza per il suo primo anno. Si recò, così, soddisfatta, alla sua prima lezione: Danza Classica. Aveva vinto il suo primo trofeo a tre anni, sapeva che non era la disciplina nella quale eccelleva, ma sapeva anche di essere abbastanza brava da poter sostenere qualsiasi ruolo da prima ballerina le avessero offerto. Prima di entrare nella sala prove, prese fiato, poi aprì la porta, andando a sbattere contro una ragazza. Non fece in tempo a chiederle scusa

  • Oh, guarda, la bella addormentata

Rachel alzò lo sguardo, ritrovandosi a guardare la ragazza bionda che al banco informazioni l’aveva fatta vergognare. Tirò su le spalle, decisa questa volta a non farsi trattare male

  • Scusami, non ti avevo visto

  • Già, mi sembra evidente, considerato che con il tuo passo da pachiderma mi hai quasi rotto un piede

  • Non sapevo che i tuoi piedi fossero così delicati – Rachel sorrise, sicura

  • Piedi da ballerina, cara – entrambe guardarono i piedi filiformi della biondina e poi quelli di Rachel – certo, non come i tuoi che sembrano quelli di una contadinozza che ha appena finito di zappare la terra. Del resto anche il tuo abbigliamento collabora al quadro che ho appena descritto. Ma da dove vieni?

Tutte le ragazze presenti nella sala cominciarono a ridere, facendo arrossire la moretta. Decisamente quella biondina le stava sulle scatole, ma non le avrebbe permesso di avere l’ultima parola

  • I miei piedi non saranno magrissimi, ma sanno fare il loro dovere.

  • Si? Beh, credo che ti permettano sicuramente di coltivare patate

  • Che ne dici di una sfida? – Rachel ignorò la sua battuta e tornò a sorridere – io e te in una gara di ballo

  • Mmmh. Interessante. Accetto

  • Se vinco io, mi chiederai scusa e la smetterai di essere arrogante con me

  • D’accordo – la ragazza sorrise sarcasticamente – ma se vinco io tu la smetterai di andare in giro con quel sorriso ebete in faccia e mi offrirai una cena

  • Vuoi che esca con te? – Rachel la guardò, sbigottita

  • Ho detto che mi offrirai una cena, non che mangerai con me!

  • Va bene, accetto. Le altre ragazze saranno le giudici

  • Sarò io il giudice unico – nella sala entrò quella che doveva essere l’insegnante – sempre se siete d’accordo

Le due ragazze annuirono e l’insegnante, dopo essersi presentata le invitò a ballare un passo tratto dal Lago dei Cigni. Rachel, prima di iniziare, sorrise soddisfatta: aveva avuto la parte della protagonista nel saggio di fine anno di tre anni prima, alla scuola di ballo di Lima. Sapeva che sarebbe stata magnifica. Cominciò a ballare sulle note del balletto, senza mai perdere un passo e senza distrarsi. Sapeva cosa significava essere concentrati e quanto questo fosse importante nel balletto più di ogni altra cosa. Alla fine della sua prestazione sfoggiò il suo sorriso più brillante, ma gli morì in gola, notando che l’insegnante e le altre ballerine la guardavano serie in volto. Corse al suo posto, lasciando spazio alla sua avversaria. La sua esibizione fu semplicemente favolosa. Vederla ballare era vedere un cigno muoversi leggiadramente sull’acqua. Rachel spalancò la bocca, sorpresa da tanta bravura e la tenne aperta per tutta la durata della prova. Alla conclusione, si voltò verso l’insegnate che sorrideva soddisfatta. Aveva perso, senza ombra di dubbio. Il suo sorriso si spense definitivamente quando la biondina, sedendosi accanto a lei, con tono sarcastico le ricordò la sua promessa.

Alla fine della lezione, durante la quale tenne lo sguardo basso evitando di incontrare lo sguardo dell’insegnante, corse via, verso la lezione di canto. Nel suo territorio si sarebbe rinfrancata. Fu la prima ad arrivare e così riuscì a scegliersi uno dei posti in prima fila. Con suo grande disappunto, dopo poco, vide entrare la biondina, che stava intrattenendo una fitta conversazione con altre ragazze. Rachel sospirò notando che invece lei, continuava ad essere sola. Aveva immaginato un primo giorno di scuola completamente differente rispetto a quello che stava vivendo. La biondina, notando la sua presenza, sorrise divertita. Tutti si accomodarono nei posti liberi, mentre l’insegnante entrò in sala. Non si aspettava certo di trovarsi di fronte il professor Schuester o sua madre, ma non pensava certo che l’ambiente sarebbe stato così rigido e formale. L’uomo invitò tutti i suoi studenti a salire sul palco a pronunciare il proprio nome e ad intonare una canzone di proprio gradimento. Tutti quelli che si esibirono furono interrotti bruscamente dall’insegnate che, non solo gli urlò contro la loro incapacità, ma li apostrofò con epiteti poco piacevoli. Quando fu il turno di Rachel, la ragazza prese fiato e dopo aver pronunciato il suo nome, attaccò le prime note di Down on my Parade, uno dei suoi pezzi preferiti. L’uomo la lasciò cantare fino alla fine, ma quando Rachel concluse e sfoggiò uno dei suoi sorrisi, l’insegnante, con sguardo freddo le disse:

  • Pensi di essere al Festival delle celebrità, ragazzina?

  • No – il sorriso di Rachel si spense nuovamente

  • E allora smettila di ridere come un ebete. Torna al tuo posto

Nessun complimento e niente elogi, Rachel si sarebbe aspettata almeno un brava, ma l’uomo non aggiunse altro. Fu poi il turno della biondina, che salendo sul palco pronunciò il suo nome. Si chiamava Elisabeth, come la protagonista di Orgoglio e Pregiudizio, pensò Rachel; poi cominciò a cantare la stessa canzone della moretta. Rachel era incredula, mai nessuno le aveva portato un affronto simile. Anche in questo caso, però, dovette ammettere che la ragazza ci sapeva fare. L’insegnante non interruppe neanche lei, lasciandola esibire fino alla fine. Poi, permettendole di tornare al proprio posto, non aggiunse altro. Si alzò e se ne andò. Rachel rimase sgomenta a fissare la porta, non riuscendo a capire cosa avessero fatto di sbagliato per far fuggire l’insegnante mezz’ora prima della conclusione della lezione.

Il resto della giornata, continuò stancamente sugli stessi ritmi. In quasi tutti i corsi che aveva deciso di frequentare, anche Elisabeth aveva palesato la sua presenza, dimostrando delle doti veramente fuori dal comune. Inoltre, Rachel si era resa conto che in tutte quelle ore passate lì, non era riuscita a farsi neanche un’amica/o. Tornò al suo appartamento sconfortata e delusa: sembrava che per lei non fosse cambiato nulla rispetto al McKnley, salvo che ora si ritrovava a dover combattere con una ragazza che sembrava avere perfino più talento di lei. Sospirò prima di aprire la porta, magari Kurt l’avrebbe confortata e le avrebbe fatto tornare il sorriso con una delle sue battute al vetriolo. Quando entrò però notò con disappunto che il suo coinquilino l’aveva completamente ignorata, intento come era a baciare il suo fidanzato Blaine. Rachel si schiarì un paio di volte la voce, prima che i due si accorgessero della sua presenza. Fu Blaine il primo a correrle incontro per salutarla, mentre Kurt rimase dove era, sorridendo soddisfatto.

  • Rachel, che bello rivederti – Blaine l’abbracciò energicamente

  • Si, bello, anche se sono passati solo un paio di giorni – la brunetta si liberò del suo abbraccio – come mai da queste parti?

  • Sai la grande novità? – Kurt li raggiunse, con il sorriso stampato in volto – Blaine ha deciso di trasferirsi a New York

  • Ma è favoloso! – Rachel ne fu entusiasta, un altro amico a proteggerla – e dove andrai a vivere?

  • Qui! – fu il commento di Kurt

  • Cosa? – Rachel lo guardò, sorpresa – ma qui non c’e’ posto! Ci sono solo due stanze

  • Ci adatteremo. Blaine tanto dormirà con me

  • E tuo padre lo sa?

  • Non ho bisogno del permesso di mio padre. Sono maggiorenne

  • C’e’ un solo bagno

  • Faremo i turni

  • Io ho bisogno dei miei spazi

  • Hai la tua stanza

Blaine li guardava discutere, girandosi prima verso uno e poi verso l’altro, come se stesse guardando una partita a tennis. La cosa andò avanti per un’altra mezz’ora, fino a quando il ragazzo, notando che i toni si stavano decisamente alzando, decise di intervenire

  • Ora basta. Tutti e due, basta! – Sia Rachel che Kurt si voltarono a guardarlo – sentite, se è un problema che io rimanga qui, non fa nulla. Mi troverò una stanza da qualche parte, ce ne saranno libere a New York.

  • Verrò con te – Kurt si voltò sdegnosamente verso il fidanzato, ignorando Rachel – voglio stare con te

  • Cosa?! E vuoi lasciarmi qui da sola?

  • Non siamo fidanzati, Rachel

  • Ma lo hai promesso ai miei

  • E’ colpa tua, non mia. Io rimango se Blaine rimane

  • Non è possibile vivere in tre in questo appartamento

  • Cerchiamone uno più grande, allora

  • Sai quanto costano gli affitti? Non posso chiedere ai miei di sobbarcarsi altre spese

  • Trovati un lavoro

  • In modo da distrarmi dal mio sogno? Scordatelo

  • Senti, Rachel, non è che puoi avere tutto

  • Io non voglio tutto! Voglio solo che tu mantenga la promessa fatta ai miei

  • Chiedi al tuo fidanzato di venirti a fare compagnia

  • Idiota!

Rachel interruppe la discussione e corse in camera, sbattendo la porta. Blaine cercò di convincere Kurt ad avere un atteggiamento meno aggressivo nei confronti della ragazza, in fondo lei aveva ragione, visto che non era prevista la sua presenza in quella casa, ma il suo ragazzo non volle sentire ragioni, non aveva voglia di assecondare uno dei soliti capricci della moretta. I due furono interrotti dalla ragazza che, aprendo la porta della sua stanza teatralmente, ne uscì trascinando un trolley. Blaine la guardò sgomento

  • Rachel ma dove vai?

  • Visto che la mia presenza non è gradita, tolgo il disturbo

  • No, ma aspetta … resta … Kurt … dille di restare

La brunetta si voltò, in attesa che il suo amico dicesse qualcosa, ma non vedendo da lui nessun tipo di reazione, aprì la porta di casa ed uscì. Era talmente furiosa che non si avvide del ragazzo che stava uscendo dalla porta di fronte e così finì per sbattere addosso a lui. Quando alzò lo sguardo per scusarsi per l’incidente, rimase pietrificata

  • Jesse … cosa ci fai qui?

  • Ciao Rachel – il ragazzo sembrava sorpresoquanto lei – io ci vivo qui

  • Co ..sa?

Rachel rimase senza parole. Tutto avrebbe pensato, fuorchè che un giorno sarebbe andata a vivere nello stesso edificio in cui abitava il suo ex. Dopo le Nazionali dell’anno prima, la ragazza aveva perso completamente di vista Jesse. Aveva provato un paio di volte a contattarlo, per sapere se stesse bene, senza ricevere però risposta alle sue telefonate. E ora se lo ritrovava davanti, bello come al solito, forse anche di più (gli anni in lui sembravano portare solo dei benefici), ma più maturo e meno sbruffone di come se lo ricordava

  • Ehi Jesse, ti sei dimenticato come al solito il giubotto …

Rachel, se possibile, rimase ancora più shockata nel vedere uscire dalla porta dell’appartamento in cui doveva abitare il suo ex ragazzo, la biondina che l’aveva tormentata e perseguitata per tutto il suo primo giorno alla Juliard. Elisabeth si bloccò nel momento in cui si avvide della sua presenza e cominciò ad osservarla con più attenzione. Nel farlo, si avvicinò a Jesse, afferrandoli il braccio senza rendersene conto

  • Ciao Rachel .. ti chiami così, giusto?

  • Ciao Elisabeth

  • Voi due vi conoscete? – Jesse guardò prima l’una e poi l’altra, stupito, mentre le due ragazze annuirono

  • Ehi Rachel … - Kurt comparve sulla soglia dell’appartamento, bloccandosi alla vista delle tre persone – Jesse St. James? E tu cosa diavolo ci fai qui?

  • Ci vive! – fu la risposta secca di Elisabeth

  • Beth! – Blaine, seguendo a ruota il suo ragazzo, si ritrovò ad incontrare la sua vecchia amica

  • Oh mio Dio! Blaine – Elisabeth lasciò il braccio di Jesse e corse ad abbracciare il ragazzo di Kurt

  • Voi due vi conoscete? – Kurt osservò i due, con scetticismo

  • Certo! – Elisabeth si scostò leggermente da Blaine per rispondere – lui è stato il primo ragazzo a cui ho dato un bacio

  • Interessante – sul volto di Jesse comparve un sorriso sarcastico, mentre su quello di Kurt e Rachel si formò un’espressione stupita

  • Questo prima di scoprire la mia omosessualità – Blaine sorrise imbarazzato – e comunque è successo quando avevamo 14 anni

  • Ma lo sai che il primo bacio non si scorda mai – Elisabeth si strinse di più a lui

  • Questo è vero – Blaine ricambiò il gesto

  • Tu vivi qui? – Elisabeth lanciò uno sguardo dentro l’appartamento

  • No – fu quella di Rachel

  • Si – fu la risposta di Kurt

  • Beh .. .è un po’ complicato – Blaine si grattò la testa

  • Come tutto quello che ti riguarda – la biondina cominciò a ridere

  • Senti da che pulpito – il ragazzo la guardò, sorridendo a sua volta

  • Ora devi scusarci, però. Stavamo andando al cinema e se continuiamo a parlare con voi rischiamo di perdere l’inizio, non è vero, tesoro?

Jesse annuì, mentre la biondina tornò al suo fianco, ma questa volta, invece, di accontentarsi del braccio, si strinse a lui con fare possessivo. La biondina lanciò teatralmente un bacio in direzione di Blaine, mentre Jesse salutò Kurt e Rachel, poi se ne andarono senza dire altro, lasciando i due amici del McKinley due visibilmente sconvolti.





Ciao a tutti, l’idea di Rachel a New York, anche se vecchia, mi è servita per introdurre il nuovo personaggio di Elisabeth: ho sempre pensato che sarebbe stato divertente creare un personaggio femminile che fosse talentuoso, forse anche di più, di Rachel. E se questo nuovo personaggio avesse un legame con Jesse? Naturalmente questa storia sarà una Rachel/Jesse, anche se Finn sarà presente con il ruolo di fidanzato a distanza. Ancora non so come finirà, in ogni caso, ci saranno anche Kurt e Blaine che io trovo favolosi e altri personaggi di Glee che compariranno, forse, nei capitoli successivi (a cominciare da Puck). Spero che vi piaccia.



  
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