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Autore: ellephedre    30/07/2011    26 recensioni
Hahaha, Mamo-chan, vuoi farti una risata? Ho un ritardo del ciclo un po' strano, così ho pensato di comprare un test di gravidanza. Voglio divertirmi a provarlo per sapere come si usa quando mi servirà davvero.
Di mattina aveva pensato così.
Iniziò a tremare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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usaincinta
Incinta?!?

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. Essi sono esclusiva proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation Co. Ltd


Nota iniziale: attenzione, questa storia NON è legata in alcun modo alla mia saga di Sailor Moon. Mi è stata richiesta come idea da QeenSerenity per la raccolta Imagining, una serie di one-shot che offro in regalo ai miei recensori.
L'idea era 'Un episodio in cui Usagi scopre di essere incinta e lo dice ai suoi genitori'. Nella mia saga di 'Oltre le stelle' racconterò le cose che accadono qui in tutt'altro modo e... beh, manca ancora tempo, soprattutto per l'arrivo di Chibiusa. Essendo questo episodio così AU rispetto a tutto quello che stavo scrivendo su Sailor Moon, ho voluto pubblicarlo come una storia a sé stante.
Vi lascio alla storia.



La seconda linea, pensò Usagi chiusa in bagno, doveva essere una macchia.
Si alzò in piedi e per farla sparire sbatté lo stick in aria avanti e indietro. Su su su, via tutto lo sporco.
Tornò a guardare il risultato del test di gravidanza.
Racchiusa in un cerchietto, la linea era ancora lì, accanto alla sua compare rosa. Insieme gridavano 'Sì, alè, alè, centro secco!'
Usagi sentì le palle degli occhi che giravano su se stesse.
Svenne.

Aprì gli occhi al ritmo di ta-ta-ta-ra-ta-ta!, la canzone dance del momento. L'aveva scelta come suoneria del suo primo cellulare.
Sentendo il dolore del bernoccolo che le annebbiava i pensieri, allungò una mano di lato. Trovò solo il pavimento duro del bagno.
Aggrappandosi al lavandino, si alzò a fatica.
Ta-ta-ta-ra-ta-ta!
«...pronto?»
«Usako? Ciao, scusa se ho tardato a richiamarti. Di cosa volevi parlarmi stamattina? Come mai mi avevi chiamato?»
Come mai?
Hahaha, Mamo-chan, vuoi farti una risata? Ho un ritardo del ciclo un po' strano, così ho pensato di comprare un test di gravidanza. Voglio divertirmi a provarlo per sapere come si usa quando mi servirà davvero.
Di mattina aveva pensato così.
Iniziò a tremare.
«Usako?»
«UAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»
«Che c'è?!?»
«UAHHHHHHH!!!!»
«Usa, cos'è successo? E' morto qualcuno, arrivano gli alieni, una delle ragazze si è fatta male? Hai colpito con uno spigolo il mignolo del piede? Un gomito, la testa?»
«NO!!! Sono INCINTA!»
«Ah, okay, sei...»
Cadde il silenzio.
Usagi riprese in mano lo stick.
«... incinta?»
C'erano due linee rosa.
Era incinta.
... Chibiusa.
Non erano sposati, lei abitava ancora con la sua famiglia, ma... Chibiusa.
«Incinta
Oh, la sua bambina. «Incinta.» Le scivolò una lacrima dall'occhio. Cominciò a ridere.
Al telefono sentì Mamoru che inspirava come un aspirapolvere. «Hai fatto il test.»
Lei si portò una mano alla bocca e annuì al nulla. Dalla gola le uscì uno strano suono, a metà tra riso e pianto.
«Oh.»
... Oh?!
«Sono incinta!»
«Sì. Io...»
Lui...?
Lui attese tre secondi di troppo.
Usagi gli riattaccò il telefono in faccia.

Era in casa da sola, persino Luna era fuori. Si chiuse nella sua cameretta e scoppiò a ridere e a piangere insieme.
Chibiusa! Saltellò per la stanza.
Mamoru!!! Afferrò il cuscino e lo usò per soffocare un grido di frustrazione. Idiota, idiota! In quel momento unico, speciale ed irripetibile, lui non aveva saputo dire nulla?!? Quando mai le gli avrebbe detto di nuovo che aspettava la loro bambina? MAI, esatto!
Si ricordò che aveva lasciato il telefono in bagno.
Dopo un passo verso la porta, si fermò. Era incinta. Non poteva parlarne con Mamoru al telefono, senza nemmeno guardarlo in faccia.
Fece un passo verso la finestra. No, non esisteva che fosse lei ad andare da lui. E poi... Mamoru stava già arrivando. Certo, non c'erano dubbi: lui aveva mollato qualunque cosa stesse facendo prima e stava venendo da lei, correndo per la città, saltando da un tetto all'altro.
!!!!!!!
E se non sapeva dov'era lei?
Nonono! Gli aveva parlato del test di gravidanza appena fatto, lui avrebbe capito che si trovava in casa.
!!!!!!
Gli aveva detto che aveva appena fatto il test oppure si era dimenticata?!?
Respirò a bocca aperta e si diede una calmata.
Mamoru stava arrivando. Gli aveva appena detto che era incinta, lui l'avrebbe raggiunta in capo al mondo, avrebbe scoperto dove si trovava anche se non lo avesse saputo.
Aspettiamo allora. Ci raggiungerà.
Si abbracciò la pancia e si lasciò cadere sul materasso con un rimbalzo. Chibiusa! Rotolò su se stessa, rannichiata. La mia bimba, Chibiusa!
Oh, avrebbe avuto le codine rosa! No, che stava dicendo, niente codine all'inizio! Solo un pochino di capelli fini fini, magari sarebbe stata persino pelatina appena nata.
Ridacchiò di gioia.
E la sua bimba avrebbe avuto delle manine piccolissime e dei piedini che stavano in un palmo. E gli occhi castani ed enormi! Con quella sfumatura di rosso energico che l'avrebbe fatta urlare tutte le notti, tenendo svegli lei e Mamo-chan per settimane.
Appoggiò la guancia contro il materasso.
Oh, Mamo-chan.
Non siamo ancora sposati.

Oh, avrebbe dovuto dirlo ai suoi. Rabbrividì. Avrebbero capito che Chibi-chan era stata concepita prima del matrimonio.
Avrebbero pensato male di Mamoru!
Le ante della sua finestra sbatterono contro il muro.
Mamoru atterrò sul pavimento quasi inciampando sul mantello da Tuxedo Kamen. Sciolse la trasformazione e riacquistò l'equilibrio. Sgranò gli occhi. «Incinta.»
Usagi allargò il sorriso.
Lui franò in avanti, sul materasso. Si allungò e la soffocò in un abbraccio. «Incinta.» Premette il viso contro la sua tempia, tanto forte da tagliarsi il respiro.
Lei lo chiuse tra le braccia. «Chibiusa.» Sentì che poteva lasciarsi andare ad un pianto sfrenato di felicità.
Mamoru si ritrasse di colpo, tenendola per le spalle. «Sposiamoci.»
A bocca aperta, lei spalancò gli occhi.
«Dobbiamo, adesso che-» Lui notò la sua espressione e prese a scuotere freneticamente la testa. «Nonono! No, non-» Con una mano, cancellò gli ultimi cinque secondi.
Usagi desiderò di poterlo fare con altrettanta semplicità.
Mamoru trafficò come un pazzo nelle tasche della giacca. Poi in quelle dei pantaloni. Si allarmò. Quando tornò a cercare nella giacca, trovò un taschino dimenticato da cui recuperò qualcosa. «Questo l'avevo già ritirato due settimane fa. Ordinato un mese fa: ecco da quanto ci pensavo. Ci pensavo sempre, perché...» Si interruppe. «Te l'avrei chiesto domani. Sabato sera; la settimana scorsa avevi detto di voler uscire con le tue amiche e invece domani era libera. Volevo invitarti ad uscire e...»
Era talmente maldestro che le passò tutta la delusione. E poi le aveva già comprato l'anello. Trattenne a stento una risata. «Aprila e basta.»
Lui guardò la scatoletta di velluto nero che teneva in mano. «No.» La appoggiò di lato e con le mani a coppa le prese il viso. Riprese il controllo di sé. «Ti amo, Usagi. Ti amerò per tutta la mia vita. Ho comprato l'anello perché volevo dartelo, vederti ridere, portarti a casa con me e non stare mai più lontani. Per questo, per favore-»
Usagi gli tappò la bocca con la propria. Gli saltò addosso, schiacciandolo contro il materasso. Gli disse di sì senza parole, senza mai staccarsi da lui.
Mamoru si agitò sotto di lei.
«Cosa?»
Lui tirò fuori da sotto la schiena la scatola. Gliela mostrò ridendo. Aprì il coperchio.
Dentro stava l'anello più bello che lei avesse mai visto ma Usagi non riuscì che a cogliere un scintillio di argento e brillanti, perché per tutto il tempo, mentre le veniva infilato l'anello al dito, guardò lui, solo il suo Mamoru. Suo in ogni modo.
Ringraziò l'universo intero per averla fatta nascere.

Potrei dirlo senza che tu sia qui.
Aveva quella frase sulla punta della lingua, ma, anche se non lo avesse detto Mamoru, lei ci sarebbe arrivata da sola: non esisteva che confessasse ai suoi la verità senza che fosse presente anche lui.
Primo, perché si sposavano.
Secondo, perché Mamoru stava entrando nella sua famiglia. Che famiglia sarebbe stata se non ci fosse stata fiducia e sincerità tra loro sin da principio?
Non poteva rivelare ai suoi che era incinta senza avere il padre della sua futura figlia accanto a sé: agli occhi dei suoi genitori Mamoru sarebbe stato un codardo per il resto dell'eternità.
E poi non era nemmeno stato lui a fare quella proposta.
Era lei che, vedendolo lievemente in ansia, lì seduto al suo fianco sul divano, voleva trovare un modo per evitargli qualunque tortura, anche piccola.
Non posso proteggerlo da mamma e papà. C'era anche Shingo in salotto, ma naturalmente lui non era un problema.
Doveva rassegnarsi.
Sua madre sfoderò un sorriso trepidante. «Allora, di cosa ci dovete parlare?»
Mamoru era stato poco sottile nel chiedere a tutta la famiglia di riunirsi in salotto. Si odorava lontano un miglio che voleva fare un annuncio. Quando le aveva preso la mano, sua madre e suo padre avevano aperto piano la bocca. La O di lei era diventata un'espressione commossa e sognante, trattenuta dall'esplodere a fatica. Nel viso di suo padre la sorpresa invece era diventata un misto di choc, rifiuto e... qualcos'altro. Tristezza?
Qualche momento dopo, mentre si dirigevano tutti verso i due divani, suo padre aveva aggrottato la fronte. Quella, aveva capito lei, era l'espressione di un uomo pronto a non mollare.
Usagi guardò proprio lui negli occhi quando, staccando delicatamente la mano da quella di Mamoru, la allungò in avanti, a mostrare il dono che aveva ricevuto solo quel pomeriggio.
«Ci sposiamo.»
Sua madre lanciò un urletto di gioia.
Corse ad abbracciarla.
«Ah, lo sapevo!» Suo fratello Shingo.
Usagi si lasciò stringere e cercò lo sguardo di suo padre mentre vorticava piano, in tondo. «Papà?»
Lui si era mangiato un labbro e guardava con dolore lei e poi, di sfuggita, anche Mamoru.
«... papà?»
Non aveva avuto intenzione di usare alcuna vocina. Le era uscita.
Suo padre si alzò in piedi. «Sì.» Girò intorno al tavolino e la strinse sopra l'abbraccio di sua madre. «Se sei felice...
» Sua madre si fece da parte e Usagi ebbe l'impressione che suo padre non volesse più lasciarla andare. Non voleva vederla sposata. Lei era pronta, lui no.
«Lo prometto» disse la voce di Mamoru, in piedi accanto a loro. «Usagi sarà felice.»
Suo padre annuì dopo un momento. Esitò nel guardarlo. «Perché... adesso?» Teneva gli occhi sul pavimento, come se non incrociando lo sguardo di Mamoru potesse quasi evitare di accettare che stava vivendo un momento reale.
Mamoru non si tese. «Perché non riuscivo più ad aspettare.» Fece una pausa. «Mi dispiace.»
La scusa toccò qualcosa dentro suo padre. «Va bene.
» Sospirò pesantemente. Scattò ad afferrare una mano di lui tra le sue. Quella presa sembrò ridargli una misura di pace. «Io e te dobbiamo parlare molto. Ti devo conoscere di più. Guarda che se non mi convinci non...» Non continuò. «Convincimi. Devi.»
«Sì.» Mamoru deglutì e gonfiò il petto.
Usagi fu certa che lui stesse per commettere la più grande stupidaggine di tutta la sua vita. Non riuscì a fermarlo subito, guardò lei stessa la scena come al rallentatore.
Mamoru tirò fuori dalla tasca uno scontrino e lo appoggiò sul tavolino del salotto.
«Ho ordinato l'anello da un mese, anche se l'ho pagato solo due settimane fa. Questa non è una prova per discolparmi, ma solo per non lasciarvi mai il dubbio che io abbia proposto questo matrimonio per una ragione diversa dall'unica che conta. Amo Usagi.»
Suo padre raddrizzò le spalle e assottigliò gli occhi. Stava iniziando a capire che c'era qualcosa sotto.
Mamoru proseguì. «Non avevamo pianificato quello che abbiamo scoperto oggi, ma... siamo felici tutti e due. Siamo pronti.»
Usagi sentì che il suo futuro marito stava per morire. Ritrovò la parola. «Sono incinta.»
Spaccò le orecchie di tutti con due sole parole.
«Aspetto un bambino. Sono felicissima.»
La prima esclamazione uscì da una bocca della cui presenza si era quasi dimenticata. Shingo.
«ODDIO!!!»
«AHHHH!» gridò sua madre. Cosa significava quell'urlo, Usagi non lo capì finché non la guardò in faccia, tenuta per le spalle.
Non ebbe il tempo di concentrarsi su quella reazione.
«Mamoru Chiba» disse lentamente suo padre. «Io ti ammazzo.»
Si avventò su di lui.
«AHHHHHH!!!!!» Mille grida in una.
C'era lei che cercava di togliere le mani di suo padre dal collo di Mamoru, sua madre che strozzava proprio suo padre dopo essergli saltata sulla schiena, Shingo che rideva a squarciagola e Mamoru che stava diventando blu.
La sua mamma riuscì a togliere l'aria a suo padre. «Sei pazzo?! Non puoi ucciderlo!»
Separati, lui e Mamoru tossirono in coppia.
Suo padre si riprese per primo. Puntò Mamoru con un dito. «Ma gli farò molto male!! Vorrà essere morto per quando avrò finito!»
Usagi non credette a una sola parola ma decise che era il momento di usare una tattica infallibile.
Prese fiato e rilasciò un urlo straziante di agonia.
Per la seconda volta quella sera, a decibel più alti, fracassò i timpani di tutti i presenti.
«Papà vuole fare del male a Mamo-chaaaaan!!!!!»
Sua madre le andò incontro. «Oh no, Usagi...»
Lei nascose la faccia tra le mani. «Io mi devo sposare con lui! E sarà il papà della mia bimba, poi come farò a...» Mentre recitava la commedia le venne davvero da piangere: voleva che tutti fossero felici per il suo matrimonio e per Chibiusa, non dovevano litigare!
«Usa» si avvicinò Mamoru. «Tuo padre non mi uccide.»
Usagi si azzardò a lanciare un'occhiata oltre le spalle di Mamoru, che l'aveva stretta.
Suo padre aveva appena chiuso la bocca.
Anche Mamoru lo aveva visto. «Troverò un altro modo per far sì che lui mi punisca senza che tu debba vedere.»
Usagi spalancò la bocca.
«E senza che mi faccia troppo male. Rimarrò intero, è una promessa.»
«Papà!»
Suo padre incrociò le braccia. «Voglio ancora farlo soffrire. Prego che un giorno si trovi nella mia stessa posizione: quello sarà l'unico castigo adeguato. Quel giorno verrò vendicato e godrò
Lievemente soddisfatta - aveva scongiurato altra violenza immediata - Usagi tornò a prestare attenzione ai rumori di sottofondo.
Shingo si stava ancora soffocando con le sue stesse risate.
«Finiscila!»
Sua madre le accarezzò una spalla. «Credo che, a suo modo, oggi finirà strozzato anche lui. Sta facendo tutto da solo, lascialo perdere.»
«Ma no- hahahahahhahaha! Io-io, è solo che- Hahahahaha
Sua madre emise un sospiro. «Oh, Usagi! Ma non potevate stare più attenti
Usagi scosse la testa e le indicò di non proseguire: qualunque pensiero che riguardasse lei, Mamoru e il sesso era da lasciare fuori da quella stanza.
Suo padre stava riprendendo a fumare dalle orecchie.
«Non l'abbiamo fatto apposta» si affrettò a dire lei. «Dev'essere stata una svista, ma io sono felice mamma: nessun dubbio, nessuna paura. Sono davvero al settimo cielo, papà. Volevo tanto una bimba.»
Dopo aver picchiato il muro, Shingo riprese fiato. «Chi ti ha detto che sarà una bambina?»
Il futuro. E lo sapete mamma e papà che avete già incontrato la nostra futura figlia? Sì, proprio Chibiusa, che in realtà era una principessa venuta dal trentesimo secolo- Oh! Ma come, non vi ho ancora detto che sono Sailor Moon? Che testa!
Usagi preferì stare zitta.
«Usako spera che sia una bambina» s'intromise Mamoru. «Piacerebbe anche a me.»
«Solo se sopravviverai per vederla» bofonchiò a denti stretti suo padre.
Sua madre aggrottò la fronte. «Cos'hai detto, tesoro?»
«Niente.»
Usagi arricciò il naso e cominciò a far tremare la bocca, minacciando un nuovo pianto.
«Va bene, va bene!» gridò suo padre. Andò da Mamoru e gli mise malvolentieri un braccio intorno alle spalle. Strinse, ma non con l'intenzione di mostrare affetto. «Non lo ucciderò e cercherò di andare d'accordo con lui. Tra qualche anno.»
Usagi finse disperazione.
«Tra qualche mese.»
Usagi lasciò scendere una meravigliosa lacrima di dolore, perfetta nella sua malinconia.
«Qualche settimana!» capitolò suo padre. «In tempo per il matrimonio.» Venne fulminato. «A proposito...»
Sua madre iniziò ad applaudire. «Dobbiamo organizzarlo subito!»
«Ah, mamma, vorrei coinvolgere anche le ragazze-»
«Certo, certo.» Sua madre la prese da parte e iniziò a fantasticare di abiti, ricevimenti, musica e feste.
Usagi volle immergersi quanto lei in quei sogni, ma prima di lasciarsene travolgere lanciò un'occhiata dietro di sé.
Mamoru stava dicendo qualcosa a bassa voce in direzione di suo padre. Sul proprio collo mimò il segno della decapitazione. Offrì anche un piccolo inchino.
Da fessure gli occhi di suo padre divennero finestre semi aperte. Con una scrollata di spalle, Kenji Tsukino sembrò finalmente pronto ad accettare che presto avrebbe avuto un genero che, di lì a pochi mesi, sarebbe diventato anche il padre della sua futura nipotina. O nipotino, ma questo solo lui poteva ancora pensarlo.
Usagi tornò ad ascoltare le parole di sua madre.
Iniziò a sognare.
La mia cerimonia di nozze!

«Ecco lo stick colpevole.»
Dentro il bagno, Usagi lo tirò fuori da dove lo aveva nascosto, in bilico dietro le tubature del lavandino. Chissà come, in mezzo a tutta l'eccitazione, ancora non l'aveva mostrato a Mamoru.
Lui guardò le due linee rosa e, proprio come lei, sembrò ricordare il colore dei capelli di Chibiusa.
«Chibi-chan» disse. «La chiamerò così da piccola. Chibiusa mi sembra ancora il nome...»
Usagi annuì. «Della bambina già grande che abbiamo conosciuto.» Un poco, anche a lei.
Lui posò lo stick sul bordo del lavandino. «Ieri mi sembravano secoli che se n'era andata. Oggi... mi sembra quasi che il tempo non sia trascorso da quando era qui a parlarci.»
«Questa volta non saremo più Usagi e Mamoru per lei. Ma mamma e papà.»
Lui annuì. La avvolse in un nuovo abbraccio.
«Cosa state facendo lì dentro
Mamoru alzò gli occhi al cielo. «Sai qual è l'unica cosa negativa in tutto questo?»
Anche lei tenne bassa la voce. «Dovremo scordarci di avere bei momenti da soli per qualche settimana?»
Lui annuì. «Organizza il matrimonio in fretta.»
Ma certo, pensò lei.
La sua nuova vita stava per iniziare.
Non vedeva l'ora.

FINE



NdA - beh, non è un capolavoro (:D), ma spero che abbia assolto alla sua funzione, strappandovi qualche piccola risata.
QeenSerenity - che spero di aver reso felice - nella sua idea mi aveva chiesto di parlare soprattutto della rivelazione ai genitori, ma siccome stavo scrivendo di qualcosa che non avevo contestualizzato, mi sembrava meglio non tralasciare il momento in cui Usagi ne parlava a Mamoru, con relativa proposta di matrimonio.
Non ho riferimenti temporali! Un miracolo, come saprà chi mi conosce come autrice :D
Ho usato uno stile semplice perché volevo che tutto fosse immediato, meno carico rispetto alle vicende che narro di solito. Doveva esserci un pizzico di emozione in alcuni passaggi, ma essa doveva colpire come un bacio leggero piuttosto che come la stretta al cuore che normalmente cerco :)
Okay, mi sa che ho parlato troppo.
Se avete qualcosa da dire, naturalmente mi piacerebbe sentire voi ;)

ellephedre
   
 
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