Serie TV > Flor - speciale come te
Ricorda la storia  |      
Autore: xAlisx    30/07/2011    4 recensioni
E se Federico Fritzenwalden non fosse morto? E se avesse passato tanto tempo in coma? E se Flor avesse aspettato che si risvegliasse? E se il Conte Massimo Augusto Calderón de la Hoya se ne fosse andato, lasciando sola la famiglia Fritzenwalden perchè non poteva fare nulla?
Sarà perchè amo Federico e perchè non ho mai potuto sopportare che non stesse insieme a Flor fino alla fine, ma questa one-shot è venuta da sé e il risultato mi ha stranamente convinto! :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: xAlisx
Titolo: ~ Y asì serà 
Fandom: Flor-Speciale come te
Personaggi: Federico Fritzenwalden - Florencia Santillan - Un po' tutti 
Rating: Verde
Genere: Fluff   
Avvertimenti: One-shot - "What if?"   
Trama: E se Federico Fritzenwalden non fosse morto? E se avesse passato tanto tempo in coma? E se Flor avesse aspettato che si risvegliasse? E se il Conte Massimo Augusto Calderón de la Hoya se ne fosse andato, lasciando sola la famiglia Fritzenwalden perchè non poteva fare nulla? 
Note: Sarà perchè amo Federico e perchè non ho mai potuto sopportare che non stesse insieme a Flor fino alla fine, ma questa one-shot è venuta da sé e il risultato mi ha stranamente convinto! :)
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, i fatti narrati sono frutto della mia fantasia e non ci guadagno nulla.



~ Y asì serà

Bip. Bip. Bip.
Mi svegliai con quello strano rumore nelle orecchie. Era come se mi stessero infilando degli aghi nei timpani da quanto era fastidioso ed insistente quel suono. Aprii gli occhi lentamente per non restare accecato dalla luce che c'era in quella stanza. Dove mi trovavo era un mistero. Avevo ricordi confusi di tutta quella situazione eppure non riuscivo a capire perchè fossi coricato in un letto dalle lenzuola bianco candido. Mi alzai di un poco sui gomiti, ma dei fili attaccati chissà dove mi costrinsero a tornare con la schiena aderente al letto. Ma cosa stava succedendo? Mi guardai intorno con la speranza di ricordare qualcosa di più dettagliato. Nella stanza c'era un numero infinito di macchinari che mi stavano attorno. Potevo contare una ventina di fili sparsi per tutto il mio corpo. Oltre al letto e a tutta quell'attrezzatura metallica vi era un tavolo posto dalla parte opposta della stanza con davanti una sedia. Le due finestre blu alla mia destra erano aperte per permettere all'aria di circolare. Avrei giurato che si trattasse di un ospedale e la domanda mi sorse spontanea: che ci facevo io in un ospedale?
Prima che i ricordi tornassero del tutto a galla un'infermiera bassa dalla corporatura minuta entrò nella stanza stringendo tra le mani una cartelletta. La osservò per un pò e poi alzò il viso verso di me. La vidi improvvisamente sbiancare appena constatò che la stavo guardando anche io.
« Signor Fritzenwalden lei è sveglio! »
Sembrava sorpresa di vedere che avessi aperto gli occhi. Cosa c'era di così eclatante nel fatto che io, Federico Fritzenwalden, mi fossi svegliato?
« Vado a chiamare il dottore! »
Nemmeno aspettò una qualche risposta che già era uscita dalla stanza.
Dovevo riuscire a ricordare. Pensai attentamente a tutto ciò che era successo. Ricordavo un'auto nera, un qualche conte e io; a terra. Ora capivo tutto. Avevo salvato il Conte Massimo Augusto Calderón de la Hoya dall'auto che voleva investirlo. Ero stato dentro al suo corpo per far sì che potesse badare ai miei fratelli; aiutare loro contro le streghe. E alla fine un soffio della mia anima era rimasto in lui facendo in modo che la mia principessa lo amasse come aveva amato me. Lei adesso era di lui. Però qualcosa non quadrava. Che ci facevo io in ospedale? Io ero morto. Dovevo essere in Paradiso o in Purgatorio o anche all'Inferno, ma non in un'ospedale. Non potevo davvero essere ancora vivo. Riuscivo a richiamare alla memoria la mia immagine stesa per terra dopo che la macchina mi aveva investito e se n'era andata. Oltretutto io avevo fatto di tutto per facilitare la vita dei miei fratelli; mi ero impossessato del corpo di Massimo per mettere in ordine le cose dopo la mia morte. C'era qualcosa che non andava; decisamente!
« Federico Fritzenwalden. Come si sente? »
I miei pensieri furono interrotti dal medico che entrò nella stanza con in mano sempre la solita cartelletta. Mi sistemai bene nel letto e cercai di capire come stavo. Confuso; di certo!
« Sono un pò intorpidito. E confuso sì! »
Il medico sorrise togliendosi gli occhiali da lettura dagli occhi. « Immagino che sia intorpidito, è rimasto coricato addormentato per otto mesi! »
Sbarrai gli occhi e lo guardai più frastornato di prima. Ero rimasto in coma? Per otto mesi ero rimasto come un vegetale steso in un letto di ospedale. E i miei fratelli? Le streghe? La mia Flor? Cos'era successo a tutti loro? Era davvero successo tutto quello che ricordavo? Flor si era davvero sposata con il Conte? Avevano davvero avuto tre piccoli gemelli; di cui uno era stato chiamato Federico? Erano davvero riusciti a salvare i miei fratelli dalle streghe e a vivere per sempre felici e contenti?
« Si sono sposati. Loro si sono sposati ed hanno avuto tre gemelli! » biascicai in modo confuso. Il dottore mi guardò storto. Probabilmente pensava che fossi diventato pazzo, ma non ci capivo più niente.
« Signor Fritzenwalden non si è sposato nessuno e nessuno ha avuto dei gemelli! » esclamò il dottore convinto. « L'infermiera è andata a chiamare la sua famiglia. Tra poco saranno qui e potrà parlare con loro. Stasera faremo delle analisi generiche. Adesso cerchi di non agitarsi per favore! »
Uscì dalla stanza senza aggiungere altro lasciandomi di nuovo solo con il mio più totale smarrimento. Che fine aveva fatto il Conte Massimo? Se la mia Flor non si era sposata e non aveva avuto dei gemelli cos'era successo davvero? Io mi ero sognato tutto? Il coma mi aveva portato ad immaginare una vita felice per la mia principessa; la vita che io non ero mai riuscito a donarle per colpa di Delfina. Sì, probabilmente era colpa del coma. Mi ero immaginato tutto ed ero stato sopraffatto da un turbinio di emozioni che non mi appartenevano. Non dovevo essere triste o infelice. Qualcuno lassù mi stava concedendo una seconda possibilità e avrei fatto in modo che questa volta andasse per il verso giusto. Avrei amato come mai avevo fatto prima.
« Federico!? »
Mi voltai verso la porta e vidi Franco che mi guardava sorpreso. Aveva il viso da uomo; un uomo costretto a crescere troppo in fretta per l'assenza dei suoi genitori...e della mia. Vicino a lui Nicolas già aveva iniziato a piangere. Non ero potuto essere accanto a loro quando ne avevano bisogno. Così come non avevo potuto stare accanto agli altri miei fratelli. Franco si avvicinò al mio letto e posò la sua testa nel mio torace, iniziando a piangere. Gli accarezzai i capelli e qualche lacrime riuscì a fuggire anche dai miei occhi. In quel momento non c'era traccia in lui del playboy sempre pronto a conquistare una bella ragazza. Piangeva come un bambino; il bambino che era sempre stato nascosto in una parte del suo cuore. Alzò il viso e mi sorrise. I suoi occhi s'illuminarono di nuovo. Poi anche Nicolas mi si avvicinò e mi abbracciò forte continuando a piangere ininterrottamente. Era sempre lo stesso: sensibile ed insicuro. « Abbiamo aspettato così tanto che tu ti svegliassi! » disse Nicolas asciugandosi le ultime lacrime rimaste.
Sorrisi a tutti e due e loro fecero lo stesso. Proprio in quel momento dalla porta entrarono Martin, Thomas e Roberta. Mi corsero incontro e saltarono nel letto per potermi abbracciare meglio. Quanto mi erano mancati. Li baciai tutti e tre nella fronte e asciugai le loro lacrime che scendevano senza sosta. Non potevo nemmeno immaginare come fosse stato difficile per loro andare avanti per otto mesi senza di me; senza un punto di riferimento. Sembravano tutti e tre così adulti; quasi da spaventarmi. Non avevo avuto modo di vederli crescere ed affrontare le prime difficoltà della vita.
« Non ci lascerai più, vero Federico? » domandò Thomas tra le lacrime.
« No, non vi lascerò più! » risposi asciugandogli le lacrime che gli rigavano le guance. Accarezzai anche Roberta e Martin che mi sorrisero dolcemente.
« Ma le sembra il caso di farmi venire qui in tutta fretta senza motivo? Non vede che io sono una donna incinta? »
All'udire di quella voce il mio cuore prese a battere all'impazzata. La mia Flor. La mia principessa. L'amore della mia vita. Entrò nella stanza continuando ad aggredire il dottore. Poi si voltò verso di me e restò di sasso. Era sempre la solita Florencia. La mia solita Florencia! I suoi boccoli castani le cadevano obbedenti sulle spalle. Le sue labbra avevano il solito colore rosa intenso che faceva pandant con le sua guance dello stesso colore. I suoi occhi erano spenti, ma appena si accorse che ero sveglio un guizzo di gioia li riaccese rendendola viva e perfetta. Cercai di alzarmi dal letto, ma i miei fratelli ed il dottore mi bloccarono prima che potessi fare qualunque movimento.
« Solo...solo un attimo! » dissi senza staccare gli occhi da Flor nemmeno per un secondo. Il dottore annuì e io mi alzai lentamente. Mossi e staccai qualche filo e camminai a tentoni insieme alla flebo per arrivare davanti a Flor. Lei non si era mossa nemmeno di mezzo centimetro. La osservai e solo in quel momento mi accorsi che aveva un'enorme pancione. Allora era vero che era rimasta incinta di Massimo. Quindi si erano veramente sposati. Accarezzai la sua guancia e cercai di trovare qualcosa da dire.
« Massimo è il padre? »
Florencia mi guardò storto per poi scuotere la testa in segno negativo. Cosa intendeva dirmi con quel movimento? Se i figli non erano del Conte chi era il padre? Questo voleva forse dire che Flor si era innamorata di qualcun altro nonostante io avessi fatto di tutto perchè donasse il suo cuore a Massimo?
« Federico....Federico tu sei il padre! » disse Flor annegando nelle lacrime salate che le scendevano a velocità disumana dagli occhi.
« Stai dicendo che...che questo bambino è mio figlio? Quando...quando è successo? » chiesi cercando di fare ancora mente locale.
« Ricordi quando ci siamo sposati nella spiaggia? Quella sera Federico! »
Annuii e sorrisi. Era come se vivessi quella scena proprio in quel momento. La spiaggi ci aveva fatto da passerella, la luna da sacerdote, le stelle da testimoni e le collane da fedi nuziali.
Quella sera mi sarebbe rimasta impressa nel cuore per sempre; esattamente come nel cuore di Flor. Lei sorrise leggermente e mi gettò le braccia al collo ancora singhiozzando. Quindi tutto ciò che era successo riguardante il Conte me l'ero sognato; dall'inizio alla fine.
Mi avvicinai alle labbra della mia principessa e comincia a naufragarci insieme. Erano mie di nuovo. Il suo sapore era sempre lo stesso: sapeva di buono e dolce; proprio come era lei!
Per un attimo restai a guardare come ipnotizzato la mia Florencia, ma poi qualcosa mi ritornò alla mente: che fine avevano fatto le streghe?
« Dove sono Delfina e Malala? »
Tutti mi osservarono e proprio in quel momento la strega minore entrò nella mia stanza.
« Che ci fai tu qui? Cosa ci fai qui? »
Mi agitai ed urlai talmente tanto che il dottore mi costrinse a coricarmi di nuovo nel letto che mi aveva ospitato per tutto quel tempo.
« Federico io so che tu non potrai mai perdonarmi per tutto quello che ho fatto, ma io voglio comunque scusarmi con te. Ho sbagliato tutto e ho usato delle bugie meschine solo per tenerti al mio fianco. Ma adesso sono cambiata. Questa volta per davvero. E ti chiedo scusa dal profondo del cuore »
Accanto a lei c'era il generale Lorenzo Monaco, segretario e amico del Conte Massimo. Quindi era sempre stato lui il suo complice. Colui che l'aveva sempre aiutata nelle sue malefatte. Quando mi aveva fatto credere di stare male, quando mi aveva tradito, quando mi aveva detto di essere rimasta incinta. Sempre. E non volevo perdonarla. Non riuscivo a perdonare tutto il male che aveva fatto a me, a Flor e ai miei fratelli.
« Don Freezer, Delfina è davvero cambiata. Stavolta non mente, questa volta posso vedere nei suoi occhi che è davvero pentita. Perdonala ti prego! » mi disse Flor dopo essersi avvicinata a me con fare goffo dovuto all'enorme pancione. Era splendida in dolce attesa; più del solito insomma.
« Delfina ti perdono! » feci una pausa e sorrisi a Delfina che ricambiò il mio sorriso con fare sincero. Non potevo esserne sicuro certo al cento per cento, ma da quello che potevo vedere Delfina era davvero cambiata.
« E il Conte? » chiesi curioso notando la sua assenza.
« Se n'è andato più di sei mesi fa, quando ha visto che qui non poteva fare nulla. Ci ha aiutato per un pò, ma non avrebbe potuto fare niente di più di quello che facevamo già noi » mi rispose Franco con fare convinto.
Gli aveva aiutati, ma non poteva fare più di tanto. Quindi non era il loro tutore. Loro erano ancora la mia famiglia. Sarebbero stati sempre il mio punto d'appoggio come io lo sarei stato per loro.
« Adesso che mi sono svegliato e sono di nuovo con voi non vi lascio più. Vi starò accanto e vi amerò come non ho mai fatto prima. Sarete la mia gioia e farò di tutto per rendervi felici sempre. Qualunque cosa accada non vi lascerò mai e insieme saremmo sempre felici! Vi voglio bene. Vi voglio bene con tutto il cuore! »
Li abbracciai tutti. Da quel momento le cose sarebbero state diverse. Avrei fatto solo quello che il cuore mi avrebbe suggerito. Avrei amato ognuno di loro e avrei fatto sì che fossero felici. E soprattutto sarei stato un buon marito e padre. Sarei stato finalmente felice.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Flor - speciale come te / Vai alla pagina dell'autore: xAlisx