Mystic Falls....
Ero tornata qui giusto da un paio di settimane. Per lui. Stefan.
Ecco il motivo del mio ritorno. Dopo oltre un secolo, ero tornata qui perchè sentivo, sapevo, che il nostro legame non si era dissolto.
Amavo Stefan. A modo mio, lo avevo amato davvero.
Vedere Damon che pendeva dalle mie labbra, e che mi desiderava con tutto sè stesso era stato fin troppo piacevole.
Ma era a Stefan che avevo donato il mio cuore. Damon aveva posseduto soltanto il mio corpo. Nonostante mi avessa amata più della sua stessa vita. E avesse continuato ad amarmi anche dopo aver scoperto chi, o meglio, cosa ero veramente.
Stefan no.
Quando gli avevo mostrato la mia vera natura, avevo visto i suoi occhi accendersi di un terrore talmente profondo da essermi sentita... costretta a soggiogarlo perchè mi amasse ancora.
Avevo bisogno del suo amore.
Ma da quando si era trasformato, senza il mio potere a controllarlo, i ricordi si erano fatti largo nella sua mente, e tutto era tornato a galla.
Stefan era cambiato. Non era più così... Malleabile...
Il suo carattere si era rafforzato.
Con il tempo aveva imparato a controllare i suoi sentimenti nei miei confronti, fino a sotterrarli completamente.
Aveva incontrato Elena. Si era rivelato a lei, e lei l'aveva accettato comunque. Si amavano. Elena amava Stefan. Ma c'era qualcosa, una forza invisibile, che la stava spingendo sempre più verso Damon, e lei non riusciva a controllarla.
Damon.
Aveva passato gli ultimi centocinquant'anni ossessionato dal mio ricordo.
E la delusione nel non trovarmi nella cripta aveva aperto in lui una ferita molto profonda, che la vicinanza di Elena era riuscita a far rimarginare.
E anche ciò che Damon provava per me si era affievolito. La mia reazione al suo apparente voltafaccia mi aveva sorpreso. Non mi era mai importato nulla di Damon.
Ma ora...

L'attrazione che provava per Elena era tangibile.
Questo mi infastidiva.
Lei non ne aveva il diritto.
Nonostante il fastidio che provavo, una cosa mi rallegrava: io sapevo che nel profondo dei fratelli Salvatore si nascondevano i sentimenti che ci avevano legati, un tempo.
Andavano solo risvegliati.
Ed io non avrei sicuramente perso l'occasione per divertirmi un po'.
Annoiata, e con questo pensiero che mi frullava in testa, quel mattino mi stavo dirigendo verso il pensionato.
La porta era accostata.
Feci per bussare, quando udii le voci di Damon ed Elena.
Stefan, a quanto sembrava, doveva essere uscito a caccia, e Damon, dopo aver canzonato il fratello per le sue abitudini, stava cercando di sedurla.
Lei era in difficolta. Lo capivo dalla sua voce. Tentennava.
Decisi di entrare. Sarebbe stato interessante...
Infischiandomi di bussare, spalancai la porta.
Elena aveva ceduto.
Le sue labbra erano premute contro quelle di Damon.
"Questo a Stefan non piacerà per niente" sorrisi, con le mani sui fianchi.
Non appena udì la mia voce, Damon si staccò da lei e mi squadrò.
"Non ti hanno insegnato a bussare, Katherine?" mi rimproverò.
"Oh, tesoro" feci io, avvicinandomi a lui "Ti sembro forse il tipo che bussa?" presi a giocare con un ricciolo "E poi..." continuai "La porta era aperta, dovresti stare più attento, se vuoi tenere i tuoi segretucci al sicuro" dissi, squadrando Elena.
"Fatti gli affari tuoi" mi ringhiò contro lui.
"Ti sei proprio preso una bella cotta per la piccola umana eh? Ti facevo più furbo" Mi avvicinai a lui. Le mie labbra sfioravano la sua guancia
"E comunque, tu SEI affar MIO" gli sussurrai all'orecchio, posandogli le mani sulle spalle.
"Comunque, per il momento, risparmierò ...questa pena a Stefan, gli si spezzerebbe il cuore"
Risi.
"Tradito di nuovo dalla donna che ama e da suo fratello. Destino crudele"
Non accennavo a staccarmi da lui. Lo baciai lievemente sul collo.
" E così... La storia si ripete"
Mi voltai e feci per andarmene.
Elena assisteva impietrita alla scena.
"Ti sbagli!" tuonò lui.
Mi afferrò un polso e mi fece voltare. Mi fissava, infuriato.
Sostenevo il suo sguardo, ma dentro di me si scatenava un turbinio di emozioni a cui non riuscivo a dar un significato.
"Questa volta è diverso. Lei non è come te Katherine. Tu non sei più niente per me. Solo una fastidiosa presenza"
Le sue parole trasformarono le emozioni che mi si alternavano dentro in rabbia.
Con uno strattone mi liberai dalla sua presa.
Sapevo che non era vero. Non poteva essere vero.
"Davvero?" chiesi " Non vedo la differenza. Lei ama Stefan, Damon. Chiedile se lo lascerebbe per te. Lei è venuta qui per lui oggi. Non per te. E' vero, non riesce a resisterti. Ma è Stefan che ama."
Lo spinsi contro il muro, mi avvicinai al suo volto e sussurrai: "Tolgo il disturbo. Divertitevi." feci per andarmene di nuovo. Quando mi trovai sulla porta mi voltai verso di lui.
"Ah, Damon..."
Gli sorrisi
"A me non puoi mentire"