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Autore: Mushroom    01/08/2011    5 recensioni
Le dieci cose che Soul conosce su Maka. Quelle che non sa e quelle che non vuole ammettere.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le dieci cose che so di te

1 – Soul era cosciente che un giorno Maka sarebbe diventata una delle migliori Shokunin della Shibusen. Era coraggiosa, intelligente e secchiona: in poche parole, aveva tutte le carte in regola per divenire una buona artigiana.  Era anche forte e tremendamente testarda, nonché dotata di un’agilità che mostrava solo in battaglia. Sapeva che, per quanto potesse essere atletica, non sarebbe mai riuscita a tenere una palla da Basket in mano, o a praticare il suddetto sport. Allo stesso modo, aveva imparato a cercarla sugli spalti: non poteva giocare, ma lo seguiva sempre al campetto con quel libro in mano. Anche se Maka credeva di passare inosservata, Soul aveva notato quegli sguardi soppiatti lanciati da dietro delle stupide pagine di un romanzo.

2 – Maka era piatta, e non bisognava vivere con lei per saperlo. Non aveva nessuna forma, e il suo corpo somigliava a quello di uno stecchino con due codette color topo. Aveva il viso da bambina e l’atteggiamento saccente; era violenta, e anche se lo sapeva, Soul non poteva che ribadirle (sempre e comunque) l’assenza del seno, per ricevere in cambio uno di quei maledettissimi Maka-Chop. Forse era masochista, forse gli piaceva vedere la sua artigiana arrabbiata, con le guance rosse e gonfie, i pugni stretti e la vocetta stridula.

3 – Maka era gelosa di Blair, e questo lo faceva sempre sogghignare. Quando la vedeva squadrare la gatta con odio, percorrere le sue forme con disprezzo e fare una smorfia disturbata portando gli occhi sulla propria maglietta, Soul scoppiava a ridere. Maka urlava e lo picchiava, ma lui non smetteva. Sapeva anche che Maka era gelosa di Blair non solo per le sue forme, ma anche perché continuava a intrufolarsi nella sua stanza durante la notte. Ciononostante, Soul sapeva che la sua artigiana non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura.

4 – La Shokunin poteva passare ore dentro una libreria. Sfogliava ogni libro, selezionandoli per trama e vezzeggiandoli come piccoli cuccioli. Stava immersa tra le righe finché non calava il buio, la libreria doveva chiudere e Soul – nel frattempo – si era ormai addormentato nella sala lettura.

5 – Benché credesse di essere silenziosa, la notava sempre ogni volta che si accostava all’aula di musica per sentirlo suonare. Si accomodava in ultima fila, in un angolino che le pareva buio, e l’ascoltava esercitarsi come incantata. Sapeva che a metà spettacolo si addormentava, ma anche che era lì, quando finiva, per donargli un muto applauso colmo di gioia.

6 – Soul sapeva che Maka aveva pianto, ed era al corrente che fosse per colpa sua. L’aveva visto nei suoi occhi, verdi e rossi, mentre li strofinava con una mano e gli diceva “Ma no, scemo” forzando una risatina.
L’aveva intuito dagli sguardi di Spirit, che lo fulminava ogni volta che entrava in infermeria. Sapeva che la sua artigiana aveva avuto paura, tanto da mozzarle il fiato e impedirle di pensare; quel genere di terrore che si sperimentava come un’onda anomala di disperazione. Ti paralizzava e non potevi fare altro che urlare. Soul l’aveva provata, ma preferiva morire che lasciare la sua artigiana in una pozza di sangue. Preferiva impazzire. Perché Soul era la Buki, ed era suo compito difendere Maka.

7 – Con una leggera punta di amarezza, non gli restava che dichiararsi sconfitto ogni volta che la ragazza lo trascinava da Starbucks per ripassare in “allegria”. Quel che ancora Maka si ostinava a non capire era che per Soul quello era uno studio totale, non un ripasso. Eppure, tra una sgridata e l’altra, un caffè e una giraffa, riusciva sempre a prepararlo per il test del giorno dopo. Magari non prendeva cento, ma arrivava al suo cinquanta/sessanta pieno. Intuiva che, probabilmente, a lei non ne veniva niente da quel “ripasso” ma che, in fondo, tenesse alla media scolastica della propria arma.

8 – Tutto ciò che il mondo vedeva, era ciò che Maka lasciava trapelare. Riusciva a nascondere le sue emozioni così come praticava la risonanza: era una cosa tanto naturale da saper risultare inquietante. Non era così coraggiosa come si mostrava; al contrario, esitava su molte cose. Aveva un lato che nemmeno Soul – che sfiorava la sua anima – riusciva a cogliere, ma che amava immaginare. Era il lato fragile di Maka Albarn, che la rendeva niente meno che una ragazzina fragile e ferita.

9 – Soul era al corrente del fatto che saltasse troppe volte i turni delle pulizie. Si alzava tardi e non preparava la colazione; non faceva sempre il bucato e, di tanto in tanto, scordava di fare la spesa. Come arma, sapeva di essere un danno; come coinquilino, era soltanto un’ameba fastidiosa. 
Maka si lamentava di questo, eppure la mattina gli faceva sempre trovare due uova strapazzate e una tazza piena di caffè, anche se toccava a lui prepararle.

10 – Soul sapeva – ne era convinto, così come la terra girava intorno al sole – che Maka era innamorata di lui. Così si limitava ad aspettare tempi migliori e più giusti per dirgli chiaro e tondo che, anche se era piatta, scorbutica, violenta e priva di Sex Appel, lui avrebbe fatto di tutto pur di tenerla al suo fianco. Le avrebbe detto che l’amava. Cercava solo il momento giuso.

 

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Note: sì, è una follia in piena regola. Di quelle con la F maiuscola. In realtà, non sono ben sicura del perché l’abbia scritta, del perché la stia pubblicando e del fatto che l’idea sia originale. Al contrario, mi pareva di aver letto una fanfiction simile su Fanfict.net. Arg, è stato un trilione di anni fa. O il mio cervello mi sta tirando brutti colpi perché, in realtà, sto scrivendo questo commento alle “00.21” di notte? =D sto ancora decidendo. Volevo scrivere qualcosa di fluff (insomma, volevo fangirlizzare) ed è uscita questa. A mia discolpa, posso incolpare il neurone malvagio?

Note: sì, è una follia in piena regola. Di quelle con la F maiuscola. In realtà, non sono ben sicura del perché l’abbia scritta, del perché la stia pubblicando e del fatto che l’idea sia originale. Al contrario, mi pareva di aver letto una fanfiction simile su Fanfict.net. Arg, è stato un trilione di anni fa. O il mio cervello mi sta tirando brutti colpi? =D sto ancora decidendo. Volevo scrivere qualcosa di fluff (insomma, volevo fangirlizzare) ed è uscita questa. Posso incolpare il neurone malvagio?

 

 

   
 
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