Croissant and
Cappuccino
Non riusciva a darsi pace, si rigirava tra le lenzuola fresche
da due ore senza riuscire a prendere sonno; non si capacitava di come
un’incontro casuale, come quello che aveva avuto quella mattina, potesse sconvolgerlo
così profondamente.
Quegli occhi, quel sorriso raggiante, lo avevano colpito nel
profondo, dandogli una scossa emotiva che non provava da troppi anni. Solo ora
si rendeva conto che si era annullato del tutto; da quando tre anni prima il
suo ragazzo lo aveva lasciato per una donna, ne era rimasto talmente sconvolto
che aveva deciso, senza nemmeno pensarci su, che sarebbe rimasto solo per il
resto dei suoi giorni.
Ed ora eccolo li, a girarsi tra le coperte senza riuscire a
togliersi quel volto dalla testa; era un ragazzo normalissimo si ripeteva
razionalmente, ma all’ennesima volta che il suo cuore perse un battito al
ricordo di quella dolce visione avuta quella mattina nella metropolitana, si
alzò di scatto.
Raggiunse la cucina per prendersi qualcosa da bere, non faceva
particolarmente caldo, essendo il mese di Dicembre la temperatura era
abbastanza bassa, ma sentiva come se la carne bruciasse di un fuoco vivo. Aprì
l’anta del frigorifero e una scena desolante si presentò ai suoi occhi, non c’era
quasi nulla, tranne una bottiglia di latte, due lattine di birra e qualche
avanzo di cibo. Sbuffando optò per il latte, all’una e trenta del mattino non
era il caso di attaccarsi alla birra, tra qualche ora avrebbe dovuto alzarsi
per recarsi a lavoro e non era proprio consigliabile presentarsi in quel posto
con l’alito che sapeva di birra.
Versò un po’ di liquido bianco in un bicchiere e prese a bere
poggiando il fondoschiena al ripiano della cucina, da dove si trovava riusciva
ad osservare il panorama che si intravedeva dalla finestra. Le piccole case
erano tutte buie, normale per quell’ora, in fondo quel quartiere era molto
tranquillo, abitato perlopiù da famiglie.
Di nuovo quel sorriso dolce, quegli occhi neri come la pece che
si erano posati nei suoi giusto un secondo, la sua figura esile gli tornarono
dinnanzi agli occhi come un lampo a ciel sereno. Si costrinse a ricordare tutto
ciò che aveva visto, quindi si soffermò a ricordare la sua mano intrecciata a
quella del ragazzo che aveva di fianco;
magari lo avrebbe fatto desistere dal continuare a tormentarsi.
Il piano era quasi riuscito quando invece ricordò il profumo che
lo aveva investito, quel profumo che gli aveva fatto vibrare l’anima quando gli
era passato di fianco una volta raggiunta la stazione desiderata; ricordava
bene che aveva avuto voglia di seguirlo, per vedere cosa avrebbe fatto e dove
si fosse recato.
Sbuffò alla cucina vuota, se non sarebbe riuscito a riposare
almeno qualche ora, il giorno lavorativo sarebbe stato più pesante del solito e
pensare che tra caffè, cappuccini e acqua bollente non poteva di certo
permettersi il lusso di distrarsi, lo faceva innervosire non poco.
Finì il suo bicchiere di latte e si recò di nuovo tra le
coperte, questa volta molto più deciso a dormire. Si mise su di un fianco,
cercando di rilassare il corpo e sgomberare la mente; questa volta andò meglio
e in poco tempo piombò in un sonno profondo.
❀❀❀
Entrò nel piccolo bar con un sonoro sbadiglio, come tutte le
mattine era arrivato sul posto di lavoro con dieci minuti di anticipo; odiava
doversi alzare alle cinque del mattino, ma il viaggio da casa sua fino a quel
posto non era di certo una passeggiata.
“ buongiorno “ salutò il padrone del bar
che sorrideva in sua direzione.
Dopo tanti anni passati insieme gli voleva bene, poteva dire che
lo aveva visto crescere.
Era proprio per quel motivo che lo aveva preso a lavorare nel
bar, oltre che a fare splendidi e buonissimi cappuccini che tutti invidiavano
nei paraggi, era un ragazzo d’oro e dopo
la morte del padre aveva deciso di aiutarlo almeno economicamente. A soli
diciannove anni, ben cinque anni prima, era rimasto senza padre e doveva
mandare avanti la famiglia; composta dalla madre e dalla sorella.
Gli era dispiaciuto vederlo distrutto dopo l’abbandono del suo
ragazzo, se avesse potuto lo avrebbe preso a calci ma Kouyou glielo aveva
impedito, implorandolo di lasciar perdere.
Aveva provato una rabbia cieca quando aveva visto Kouyou andare
in lacrime da lui, era disperato; non poteva dargli torto, era una relazione
che durava da due anni e sentirsi dire dal proprio compagno che si era
innamorato di una donna, non era di certo una cosa semplice da mandare giù.
Lo aveva fatto sfogare, cercando di tirargli su il morale, ma
quelli furono mesi duri da vivere con Kouyou in piena depressione; era circa un
anno a quella parte che le cose andavano un pochino meglio, almeno poteva
vederlo sorridere. Ma quel sorriso sincero e pieno di vita di una volta, non
c’era più; senza contare il fattore amore, non aveva più avuto una relazione
con qualcuno e questo gli spezzava il cuore.
Kouyou indossò la solita divisa, camicia bianca e pantaloni con
gilet neri, sistemò meglio il colletto e la cravatta guardandosi allo specchio
e si diresse dietro il bancone; la giornata lavorativa aveva inizio.
Alle sette del mattino aveva già preparato un centinaio tra
caffè, cappuccini e roba varia; quelle erano le ore di fuoco quando le persone
cominciavano la propria giornata di lavoro; il bar era rinomato nella zona, sia
per la tranquillità del posto, sia per la qualità dei prodotti. Non era di
certo un posto di lusso anzi tutt’altro, il piccolo bar conteneva al suo
interno al massimo cinque tavolini, mentre nel piccolo piazzale sul retro ne
entravano sei, però la gente faceva la fila per accaparrarsi un suo caffè.
Ne era contento, in qualche modo lo faceva stare bene sentirsi dire che ciò che preparava era
buono, dava la carica giusta a chi iniziava la giornata e lui, si sentiva
partecipe di qualcosa. Era una piccola cosa certo, ma nella vita aveva imparato
ad apprezzare anche il più piccolo degli avvenimenti; aveva provato a sue spese
cosa volesse dire perdere tutto e sentirsi tristi.
“ un caffè “ una voce si intromise nei suoi pensieri, mentre era girato verso
la macchina del caffè intento a preparare un cappuccino per una cliente
assidua.
“ arriva subito signore “ rispose senza voltarsi a guardare chi fosse.
Fece scendere la schiuma nel cappuccino e ne disegnò un fiore sulla
schiuma cremosa con del cioccolato liquido, si era perfetto; lo porse al suo
collega che prontamente lo portò al tavolino.
Preparò subito anche il caffè che gli era stato richiesto
voltandosi per servirlo al cliente, ma quello che vide lo fece paralizzare;
rimase con la tazzina fumante in mano e un’espressione indecifrabile in volto
quando si accorse di chi fosse quell’uomo.
Due occhi neri come la notte più cupa si erano fissati nei suoi,
sicuramente curiosi di sapere cosa gli fosse preso e perché non gli dava il suo
caffè mattutino; i capelli altrettanto neri a incorniciargli quel volto
leggermente allungato e bellissimo da osservare, le labbra piegate in un dolce
sorriso.
“ Kouyou.. “ si sentì chiamare dal suo collega, si voltò verso di lui guardandolo
strano “ ti senti bene? “
Quelle parole lo fecero riprendere dallo stato di trance in cui
era caduto, non era possibile che quell’uomo lo stesse facendo impazzire senza
fare nulla.
Posò la tazzina sul piattino davanti quel ragazzo, che ora
sorrideva di più; aveva fatto la figura del perfetto idiota!
Cercò di fare finta di nulla, di non pensare che dietro le sue
spalle si trovava il ragazzo che gli affollava la mente dal giorno prima; che
sicuramente lo stava guardando pensando che era proprio stupido. Si immerse di
nuovo nel lavoro, ascoltando solo le ordinazioni e nient’altro; quando il
lavoro calò guardò l’orologio e si accorse che erano già le nove.
Quando si voltò di quel misterioso ragazzo non c’era più
l’ombra, ma era naturale cosa si doveva aspettare? Erano passate due ore era
normale che se ne fosse andato, un velo di tristezza calò sul suo animo
facendolo sentire stupido, non doveva permettere a quella persona di farlo
sentire in quel modo.
❀❀❀
Era più di due ore che si trovava al parco, seduto sotto il
grande acero rosso che gli sorreggeva la schiena; adorava passare il suo tempo
libero in quel luogo, era rilassante e da quella parte di parco non passava
quasi mai nessuno concedendogli la giusta tregua di cui necessitava.
Per la decima volta stava rileggendo quel libro che tanto
adorava, una storia di amore struggente, di quelli veri che ti trasportano in
loro balia; amore destinato a finire in tragedia ma che vale la pena di vivere.
Inevitabilmente i suoi pensieri volarono a Takumi, a quanto lo aveva amato, ma
molto probabilmente se lo avesse incontrato ora non avrebbe provato nulla
tranne che rabbia per ciò che gli aveva fatto.
Il loro era stato un bellissimo rapporto, fatto di alti e bassi
come in tutte le coppie ma poteva affermare di essersi sentito amare come mai
prima in vita sua; peccato per quel risvolto che aveva preso la loro relazione,
peccato per quella nuova assunzione nell’ufficio del ragazzo, peccato che
proprio Takumi si fosse innamorato della nuova assunta. Chiuse il libro con un
grande tonfo, ogni volta che ci pensava una grande rabbia si impossessava di
lui, nonostante fossero passati due anni, nonostante di lui non aveva più avuto
notizie non riusciva a darsi pace. Qualcosa dentro di lui ribolliva
impedendogli di essere felice, questo non lo sopportava perché andava contro
tutti i suoi propositi; aveva sofferto tanto in passato ma proprio per quel
motivo aveva deciso che niente e nessuno lo avrebbe trascinato verso delle
emozioni incontenibili; voleva vivere la sua vita in pace.
Guardò l’orologio e si accorse che erano già le tre del
pomeriggio, tra poco sarebbe iniziato il suo turno di pomeriggio al bar e si
trovava ancora lì a perder tempo. Si alzò cominciando a correre verso il posto
di lavoro, se avesse continuato a correre in quel modo, avrebbe raggiunto il
bar entro una ventina di minuti, proprio in tempo per il suo turno.
Entrò nel bar con i polmoni che gli scoppiavano, il titolare e
suo amico lo guardò scoppiando a ridere.
“ eri di nuovo al parco vero? “
Lui si limitò a poggiare le mani sulle ginocchia nel disperato
tentativo di respirare, non c’era bisogno di rispondere tanto lo conosceva
benissimo.
“ appena hai ripreso fiato
vieni nel mio ufficio “ dicendo questo lo vide
scomparire oltre la porta.
Era strano che gli chiedesse di andare nel suo ufficio, di
solito lo faceva quando era giorno di paga, ma non lo era. Si portò al bancone
e si sedette sullo sgabello, il collega del turno di mattina lo guardava
sorridendo.
“ la vuoi un po’ d’acqua? “
“ si..grazie… ma che è
successo? “ gli chiese, cercando qualche informazione per la sua
convocazione.
“ uno nuovo.. credo che tu gli
debba insegnare il mestiere “ disse il ragazzo con un alzata
di spalle.
Sbuffò prendendo il bicchiere che gli era stato porto, era sempre
una scocciatura quando arrivavano dei baristi nuovi, per di più se non erano
mai stati dietro un bancone.
“ dai forza e coraggio, almeno
è carino “ sghignazzò l’altro.
Lui lo fulminò con lo sguardo, sul posto di lavoro lo sapevano
tutti del suo orientamento sessuale, non perché lui ne parlasse ai quattro
venti, ma solo perché Takumi era solito andarlo a prendere a lavoro. Si alzò
stancamente per dirigersi verso l’ufficio, ma venne fermato dalle parole
dell’amico.
“ e datti una mossa, che se non
vieni tu non posso andarmene “ gli comunicò ridendo.
Kouyou gli mostrò il dito medio, come da copione ogni qualvolta
giocavano in quella maniera.
Arrivato davanti alla porta, bussò con la nocca del dito che
aveva mostrato al suo amico qualche secondo prima e aspettò una risposta
dall’interno.
“ prego “
Poggiando la mano sulla maniglia la fece girare aprendo la
porta, che richiuse subito voltandosi verso di essa.
Quando si voltò di nuovo verso le due persone sedute vicino la scrivania,
due occhi che conosceva bene lo stavano fissando; quegli stessi occhi che
avevano catturato la sua attenzione nella metropolitana due settimane prima.
“ lui è Yuu Shiroyama, è uno
nuovo.. vedi di non farlo scappare come quello precedente.. “ gli disse scherzosamente Kenji.
“ devo spaventarmi? “ chiese il ragazzo misterioso, che ora oltre ad un volto aveva
anche un nome.
Quella voce, la sua voce gli perforò i timpani, così dolce e
sensuale da fargli male alle orecchie e non solo a quelle.
“ Kouuu
“ lo chiamò il padrone del locale, sventolando una mano in sua
direzione.
Si impose di darsi una svegliata per non peggiorare la sua
situazione, già l’altra volta non aveva fatto la figura del ragazzo
intelligente, se continuava in questo modo avrebbe pensato che era un ritardato
mentale.
“ c-certo.. me ne occupo io, e
smettila! Quello se n’è andato perché non aveva voglia di fare nulla “ si difese.
“ certo, certo.. vieni qui “
Si sedette sulla sedia posta di fianco a quella occupata dal
nuovo arrivato, si chiese come fosse possibile che su un miliardo di persone
proprio lui aveva assunto; sentiva i suoi occhi neri puntati sulla sua persona,
si dovette imporre di voltarsi verso di lui sorridendogli.
“ non dargli retta è un burlone
“ gli disse rassicurandolo.
“ non lo metto in dubbio “ rispose il moro allungando una mano in sua direzione, per un
secondo la guardò senza muovere un solo muscolo. Poi capendo che stava facendo
la figura del maleducato, allungò la sua afferrandola e stringendola.
“ piacere Yuu “
“ piacere mio.. Kouyou”
In quell’istante tutto si fermò, quelle labbra sensuali avevano
pronunciato il suo nome; lo aveva già immaginato almeno un miliardo di volte,
ma sentire la sua voce farlo rendeva tutto diverso, più magnifico.
“ bene ora che vi siete
conosciuti passiamo ai fatti, Yuu affiancherai Kou per due settimane, lui è il
più bravo barman di tutta la zona e dintorni, se non impari da lui lascia
perdere questo mestiere “
“ smettila ” si intromise lui, imbarazzato da quelle parole “ lascialo stare, non starlo a sentire “
“ e invece è vero Kou! Sei tu
che ti sminuisci sempre! Chi sa come mai, tanti clienti quando non ci sei tu
hanno una crisi isterica “
Yuu scoppiò a ridere, non tanto per le parole di quel strano
titolare, ma per la faccia paonazza e visibilmente imbarazzata del suo nuovo
collega di lavoro; chi sa cosa avrebbe pensato se avesse saputo che lui aveva
fatto modo e maniera per farsi assumere proprio in quel bar.
Era stata una cosa del tutto fuori di testa, lasciare il posto
di lavoro che aveva trovato con tanta fatica
in città, nel lussuoso bar proprio al centro di Shibuya
per farsi assumere lì e tutto, solo perché voleva avere a che fare proprio con
questo ragazzo. Da quando lo aveva visto due settimane prima, al bar quando
aveva ordinato il caffè, era uscito totalmente fuori di testa per lui, nemmeno
la lavata di capo del suo piccolo fratellino gli era servita per desistere.
Ma ormai anche lui era abituato ai suoi stravolgimenti, come
quando aveva deciso che Mie era troppo piccola per lui e si era trasferito a
Tokyo, senza lavoro, casa o un qualsiasi appoggio; fu proprio per quel motivo
che il fratello lo accompagnò in quel viaggio pazzesco, aveva paura per quello
scapestrato del suo fratellone.
Dei secondi interminabili passarono e le loro mani erano ancora
intrecciate l’una all’altra, quando se ne accorsero ognuno ritirò la propria;
quella di Yuu andò ad appoggiarsi sulla propria coscia, mentre quella di Kouyou
sul bracciolo della sedia.
“ bene Yuu, ora puoi andare nel
retro, ho due chiacchiere da fare con Kou e te lo mando subito “
“ ok, aspetterò di la allora “ dicendo questo, la figura elegante del ragazzo scomparve oltre
la porta.
Appena essa si chiuse l’uomo di fronte a lui scoppiò in una
fragorosa risata, lui lo guardò strano.
“ che c’è da ridere? “ un po’ lo sospettava e questo lo agitava non poco.
“ ti piace! Per tutti i
diavoli, chi l’avrebbe mai detto! “
Spalancò bocca e occhi, i suoi temuti sospetti erano fondati, se
ne era accorto.
“ non è vero! “
“ si come no! E io sono la fata
turchina! Quanto sono contento Kou tu non lo immagini “
“ ma non fare lo stupido “ disse alzandosi dalla sedia.
“ non c’è nulla di male Kou, è
anche ora di guardare oltre no? “ ora i toni erano molto più calmi,
era come se un padre parlasse al proprio figlio.
“ Kou, so che hai paura di
soffrire.. ma per questa paura folle, tu non sei più felice.. non è un
controsenso? “
Boccheggiò cercando una risposta a quella domanda, ma sapeva che
aveva pienamente ragione, ormai lui si limitava a dividere la sua vita tra il
lavoro e, e che cosa? oltre al lavoro non aveva niente.
“ ora vado, altrimenti si
lamentano per il cambio turno “ senza dare possibilità di
replica si chiuse la porta alle spalle, solo un ultimo sospiro arrivò alle sue
orecchie prima che la porta fosse chiusa.
Raggiunse soprapensiero il retro dove si trovavano i camerini,
luogo che i dipendenti usavano per indossare la divisa di lavoro; quasi non
ricordava nemmeno che ci fosse qualcuno ad attenderlo.
“ ah eccoti “ disse Yuu vedendolo entrare.
Sobbalzò appena, non si sarebbe mai abituato a vederlo in giro,
figuriamoci lavorarci ben otto ore al giorno fianco a fianco, ne sarebbe uscito
pazzo.
“ si non doveva dirmi niente di
tanto lungo, solo qualche dritta per non farti scappare “ sorrise, tanto valeva stare al gioco del destino.
“ non c’è pericolo “ qualcosa in quella voce, paralizzò i suoi movimenti; rimase con
le braccia alzate mentre cercava una divisa che fosse della taglia dell’altro.
“ si insomma, mi serve questo
lavoro. Mi sono appena trasferito da Mie e se non mi do da fare, dovrò cercarmi
una tenda al parco di Ueno “ *
Quella frase lo fece sorride e distendere i nervi, sicuramente
si era sbagliato e aveva frainteso la cosa.
“ bene, allora fai del tuo
meglio e saremo a cavallo “ rispose porgendogli la divisa “ questa dovrebbe strati “
“ come hai fatto a capirlo? “
“ la tua corporatura è simile
alla mia, ora cambiamoci e andiamo a dare il cambio agli altri “
“ si “
Mentre si stava cambiando per indossare la divisa da barista,
non si voltò nemmeno una volta verso il nuovo arrivato; non poteva esserne
sicuro ma sentiva i suoi occhi puntati addosso, facendogli vibrare l’anima.
“ come sto? “ chiese Yuu in sua direzione, lui si voltò a guardarlo.
Se avesse potuto gli avrebbe detto che stava splendidamente
bene, tra i pantaloni neri che gli fasciavano a pennello i fianchi e le lunghe
gambe e, la camicia con il gilet che gli
risaltavano il busto magro, non sapeva cosa fosse meglio.
Cercò qualcosa per
distrarsi e che non lo facesse pensare troppo alla sensualità del ragazzo, lo
trovò nel nodo della cravatta non perfetto; si avvicinò a lui prendendo il
pezzo di stoffa tra le dita.
“ stai benissimo, però il nodo
è storto “ disse con voce poco ferma, maledicendosi subito di
questa sua debolezza nei confronti di Yuu.
“ grazie “ soffiò l’altro, ma erano talmente vicini che riuscì a sentire il
respiro del ragazzo sul suo volto.
Si affrettò a sistemare quel dannato nodo e si allontanò da lui,
sarebbe stata proprio dura trattenere le emozioni che provava per lui.
“ spero che diventeremo buoni
amici “ si sentì dire dal moro.
Si voltò verso di lui, cercando di nascondere l’imbarazzo che
provava con un sorriso cordiale; senza smettere di legarsi i lunghi capelli
dorati in una coda da nascondere sotto il cappellino.
“ ma certo “ in realtà lo sperava veramente, trovare un buon amico con cui
parlare non era poi una cattiva idea.
“ sai, oltre a mio fratello non
conosco nessuno in questa zona “
Fratello? Allora quello sulla metropolitana con lui era suo
fratello?
Un moto di felicità gli fece allargare un gran sorriso sul
volto, poté sentire gli occhi brillare e si accorse che non riusciva a provare
una sensazione simile da tantissimo, troppo tempo.
Si sistemò meglio il cappellino sulla testa, continuando a
sorridere senza aver la capacità di fermarsi.
“ sono sicuro che ti farai
tanti amici qui, sembri un bravo ragazzo! “ gli disse senza
pensare troppo alle parole pronunciate.
“ grazie… hai un bellissimo
sorriso sai? Me ne sono accorto già la prima volta che sono venuto qui..
dovresti farlo più spesso “ era sincero, non un filo di
bugia per elogiarlo.
“ g-grazie.. andiamo ora.. “ non era più abituato ai
complimenti, poi la sua timidezza aveva avuto sempre la meglio su di lui.
Entrambi si diressero nella sala, dove i due colleghi li
aspettavano per il cambio e la clientela per essere servita.
❀❀❀
Erano passate già due settimane da quando Kenji aveva deciso di
mettere in prova Yuu, il ragazzo sembrava essere fin troppo bravo dietro quel
bancone; cosa che gli fece pensare che non fosse la sua prima volta da barman.
Quando lo aveva chiesto al diretto interessato però, si era
sentito rispondere che mai prima di allora aveva messo piede in un bar, se non
come cliente.
Era intento a preparare tre caffè e un cappuccino, mentre Yuu
fischiettando allegramente disponeva dei croissant su un vassoio; era piacevole
avere il turno con lui, perché era sempre allegro e con il sorriso sulle
labbra. Certo, doveva combattere sempre di più quella voglia che aveva di lui,
ma l’amicizia che ne stava nascendo gli dava i giusti propositi per non
rovinare tutto.
“ ecco i caffè e il
cappuccino Yuu “ gli disse porgendogli le tazzine.
“ grazie Kou “ il moro le prese poggiandole sullo stesso vassoio dei croissant.
Lo vide aggirare il bancone e portare l’ordinazione al tavolo,
anche dopo tante ore di lavoro riusciva a mantenere quell’andatura sensuale che
lo contraddistingueva. Restò a fissarlo mentre porgeva le tazzine ai clienti,
sempre con quel sorriso che riusciva a mettere a proprio agio tutti.
Aveva conosciuto anche il fratello minore, quando lo aveva visto
fu in grado di prendere coscienza che si trattava proprio del ragazzo della
metropolitana. Erano di Mie, si erano trasferiti a Tokyo per la pazzia di Yuu e
il fratellino non lo aveva lasciato solo. Apprese anche l’età del ragazzo, che
con grande sorpresa scoprì fosse di ventisette anni, oltre al fatto che al
fratello di Yuu piacesse parlare e anche tanto.
Come tutte le volte che pensava al moro sorrideva felice, era
senza ombra di dubbio un bel periodo quello che stava vivendo; mai una sera da
solo a casa senza sapere cosa fare. Usciva con Yuu e il fratello, andavano a
cena, facevano dei giri insieme e persino la spesa a volte; era proprio bello
riscoprire il significato di amicizia.
“ Kouyou, per favore tira
giù la serranda altrimenti non ci mandano a casa oggi “ gli disse Kenji avendo
visto che ora si era fatta e notando, che alcune persone continuavano ad
entrare.
Lui guardò l’orario e con sua enorme sorpresa, si accorse che
erano già le due di notte; annuì in direzione del titolare e si diresse verso
l’uscita del locale, abbassando a metà la serranda.
Sia lui che Yuu si misero in moto per pulire tutto il locale,
l’indomani sarebbe rimasto chiuso per il giorno di riposo e almeno di questo,
entrambi i ragazzi ne erano contenti; avrebbero dormito fino a tardi, per poi
vedersi nel pomeriggio per fare qualcosa insieme.
Una volta che anche gli ultimi clienti presenti nel locale
uscirono, Kenji si avvicinò ai due.
“ finite qui e poi andate a
casa, grazie di tutto. Kouyou chiudi tu per favore, oggi sono stanco morto “
“ ma certo, non preoccuparti
vai pure a casa ci pensiamo noi “ gli rispose
sorridendo.
L’uomo uscì dal retro lasciando i due ragazzi completamente soli
nel locale, dopo qualche secondo entrambi ripresero a pulire con tutta la
voglia di fare il più presto possibile.
“ finito.. “ sospirò il moro poggiando l’avambraccio al manico del mocio.
Lui si voltò verso il ragazzo e lo vide esausto, sorrise in sua
direzione poggiando l’ultima tazzina pulita sulla macchina del caffè.
“ anche io, tutto sembra in
ordine.. cambiamoci e andiamo a dormire “
“ per fortuna che ho la
macchina “
“ già.. altrimenti non lo
avrei di certo lasciato andare a Kenji! “ disse
scoppiando a ridere.
“ vi volete bene vero? “
“ si tanto, lui mi ha preso
sotto la sua ala dopo la morte di mio padre… se non fosse stato per lui, non so
cosa ne sarebbe stato di me “
“ è un brav’uomo “
“ si, puoi dirlo forte “
Raggiunsero il retro per cambiarsi, entrambi si tolsero la
cravatta e il cappello camminando verso gli armadietti; erano stanchi morti e
volevano solo un letto morbido su cui riposare.
Kouyou aprì l’anta del suo armadietto cominciando a togliersi i
vestiti, ormai non si sentiva più in imbarazzo di fronte all’amico.
Una volta che entrambi avevano indossato gli abiti usuali, si
recarono fuori dal locale chiudendolo e spengendo tutte le luci; Kouyou mise il
mazzo di chiavi nella borsa e alzò lo sguardo su Yuu; il quale fissava un punto
fisso davanti a loro.
“ che c’è Y- “ le parole gli morirono
sul nascere, quando capì cosa stesse guardando il suo amico.
Un ragazzo alto un metro e ottanta, poggiato ad una macchina blu
notte sportiva con il tettino reclinato e i capelli
lunghi fino a metà schiena, li stava osservando.
“ niente Kou andiamo.. “ fece Yuu, accorgendosi
che il biondo guardava nella sua stessa direzione.
Ma vide qualcosa nello sguardo di Kouyou che gli fece intuire
che ci fosse qualcosa che non andava, che molto probabilmente non era un caso
che quell’uomo fosse proprio li davanti alle due e trenta del mattino.
“ lo conosci? “ gli chiese, mentre il ragazzo misterioso si stava avvicinando a
loro.
“ si “ ghiaccio, se la temperatura non fosse stata così rigida per via
di Dicembre inoltrato, ci avrebbe senz’altro pensato Kouyou a freddarla.
Lui si accostò ancora di più la sciarpa al volto, mentre Kouyou
la scostò da davanti alla bocca per parlare meglio.
“ ciao Kou “
“ ciao Takumi “
“ ancora a lavoro è? “
“ si, ma ora vado a casa,
sono stanco.. andiamo Yuu? “
Il moro guardò prima quel Takumi e subito dopo Kouyou che lo
aspettava, muovendo subito qualche passo per raggiungerlo.
“ certo andiamo “ non sapeva bene cosa stava accadendo, ma di certo non sarebbe
andato contro l’amico; se si stava comportando in quel modo freddo con quella
persona di certo c’era un motivo.
Se una cosa aveva imparato su Kouyou, era proprio che era un
ragazzo estremamente gentile, cordiale e sempre disponibile con il prossimo.
Si sentì afferrare la mano dal biondo e interdetto abbassò lo
sguardo su di esse, le vide intrecciate e oltre alla contentezza, intuì
qualcosa di più.
“ stammi bene Takumi “
“ anche tu Kou “ la flebile risposta.
Quando furono abbastanza lontani, Kouyou lasciò la presa sulla
mano di Yuu.
“ scusami “
“ e di cosa? “ il solito sorriso del moro comparve.
“ de-della
mano “ disse
imbarazzato.
“ non era spiacevole.. chi
è? se posso permettermi “
“ dopo a quello che hai
assistito è il minimo “ Kouyou avvistando una panchina la raggiunse
sedendosi, lo stesso fece anche Yuu.
“ non sei obbligato se non
ne hai voglia “ ribadì il concetto il moro,
l’ultima cosa che voleva fare era costringere l’amico a parlare di qualcosa di
cui non aveva voglia; anche se la curiosità lo stava divorando dall’interno.
In risposta ricevette solo un alzata di spalle, prima che la
voce di Kouyou invase l’aria.
“ è il mio ex, siamo stati
insieme due anni “
La parola ex lo fece
ingelosire stupidamente, non poteva pretendere che Kouyou non avesse mai avuto
nessuno nella sua vita, ma non poté impedirselo.
“ e cosa è successo? “
“ mi ha lasciato per una
collega di lavoro, un giorno è venuto da me e mi ha detto che si era innamorato
di questa tizia, che gli dispiaceva tanto ma non voleva continuare a prendermi
in giro “ il tutto lo disse come se la cosa non lo
toccasse, ma Yuu riusciva a vedere dai suoi occhi quanto quella storia lo aveva
fatto soffrire.
“ lo ami ancora? “ la domanda gli uscì spontanea, tanto se l’amico non avesse
voluto rispondergli non l’avrebbe fatto e tutta via, restava una domanda lecita
da porre in una conversazione simile, senza intercorrere nel sospetto
dell’altro.
“ no, però mi fa rabbia. Lui
ne è uscito vincitore ed io perdente, sono stato tanto male e questo, lui lo sa
“
Yuu prese il pacchetto di sigarette dalla tasca del lungo
cappotto nero, ne estrasse una accendendola e aspirandone una gran boccata;
pensava a quello stronzo che aveva avuto la possibilità di avere quell’angelo
accanto a se e a come l’aveva gettata via. Se fosse mai capitata a lui una
fortuna simile, di certo non lo avrebbe mai e poi mai emulato; al contrario lo
avrebbe trattato come il più prezioso dei diamanti.
Fece scivolare via dalle labbra carnose una nuvoletta di fumo
grigio, anche le labbra di Kouyou ne producevano, ma solo per via del gelo.
Lui non fumava, era vegetariano, non beveva troppi alcolici, si
teneva in allenamento facendo jogging e leggeva molti libri; in pratica era
perfetto. Invece lui, fumava, molto spesso beveva con gli amici a Mie
costringendo qualcuno ad accompagnarlo fino al letto, era pigro, viziato dalla
madre e quando leggeva erano solo ed esclusivamente manga; un disastro a tutti gli effetti.
“ a cosa pensi? “ gli chiese Kouyou
incuriosito dal silenzio dell’amico.
“ sinceramente? “
Ah! un’altra cosa, che in molti gli affibbiavano come difetto, era la sua estrema schiettezza.
“ certo, come sempre “ rispose, ignaro di ciò che lo attendeva il biondo.
“ secondo me è lui ad aver
perso, se fossi stato in lui non ti avrei mai lasciato per nessuna donna al
mondo. Sei gentile, spiritoso, dolce e bellissimo, sai cucinare.. praticamente
sei perfetto, l’uomo che vorrei al mio fianco “ solo quando terminò di parlare si voltò verso l’amico che lo
guardava, quasi allibito.
Un leggero rossore si era impossessato delle gote di Kouyou, Yuu
dovette imporsi di non prenderlo, stringerlo a se e baciarlo sulle labbra.
“ ti prego non farmi questo
Kou “ lo implorò, sentendo la forza di volontà
venirgli meno.
“ c-cosa? “ dal canto suo, Kouyou non sapeva cosa dire, tutto si sarebbe
aspettato tranne una dichiarazione simile.
Non pensava di poter piacere ad un ragazzo bello ed elegante
come Yuu, invece a quanto sembrava le cose non stavano affatto così.
“ se mi guardi in questo
modo, con le gote arrossate potrei non resistere e.. “ terminò così la frase,
lasciando sulle spine il suo interlocutore; il quale moriva dalla voglia di
sapere cosa avrebbe potuto fare.
Si sentiva come una ragazzina delle medie che viene a sapere,
che il ragazzo più bello della scuola gli fa la corte; o almeno, una cosa
alquanto simile.
“ e..? “ lo imbeccò, cercando di farlo parlare.
La città intorno a loro continuava a camminare, nella lentezza
delle prime ore del mattino, ma non smetteva di muoversi. Alcune persone,
perlopiù ragazzi e ragazze, li sorpassavano senza quasi accorgersi della loro
presenza.
Gli occhi di Yuu, dopo una piccola pausa dedicata al cielo nero,
ripresero a guardare le iridi del biondo.
Socchiuse gli occhi un secondo, tempo che concesse alle labbra
di tendersi in un sorriso pieno di aspettative e paure.
“ potrei baciarti.. “ disse teneramente al ragazzo seduto al suo fianco.
Il cuore di Kouyou si fermò nel petto dalla troppa gioia,
nonostante di fosse ripetuto un miliardo di volte di non innamorarsi di quel
ragazzo, il cuore aveva avuto la meglio; sarebbe stato impossibile il contrario
passando tutto quel tempo insieme.
“ avresti dovuto farlo.. “ in quel momento abbandonò ogni paura, ogni restrizione che si
era auto imposto; era stanco di essere solo, stanco di vivere la propria vita a
metà.
Sentiva che Yuu era il ragazzo giusto per ricominciare a vivere,
lo avrebbe accompagnato nella sua riabilitazione alla società senza aspettarsi
nulla dal futuro; vivere giorno per giorno godendo appieno delle emozioni che
gli fossero state donate.
L’espressione stupita del moro fu talmente inaspettata da Kouyou
che sorrise appena, poggiandosi la mano sulle labbra per coprire la vista della
propria bocca.
“ non coprirla, è bellissima
quando ridi.. anche quando sei serio o imbronciato.. “ sorrise il moro.
“ sei proprio scemo, ha
ragione tuo fratello “ convenne lui.
“ si lo so.. Kou, non ti da
fastidio? “
“ cosa? “
“ la mia dichiarazione “ Yuu soffiò l’ultima nuvoletta grigia, posando poi il mozzicone
nel posacenere vicino alla panchina.
“ no, mi fa un po’ paura a
dirla tutta, ma sono felice… anche tu mi piaci “
“ non sai quanto sono felice
ora.. “
“ anche io Yuu, tu mi rendi
felice e allegro “
Kouyou si sporse di poco verso Yuu, il quale afferrò subito
l’invito del ragazzo a baciargli le labbra.
“ devo dirti una cosa Kou..
“
Il ragazzo sorrise “ cosa?
“
“ non è la prima volta che
lavoro in un bar, avevo già trovato un posto come barista in centro e.. l’ho
fatto anche a Mie.. “
Un grosso punto interrogativo si disegnò sul volto del biondo,
che non riusciva a capire per quale motivazione il ragazzo avesse mentito al
riguardo.
“ perché non l’hai detto? E
per quale diavolo di motivo hai lasciato il posto al centro? “ il suo tono era curioso e calmo al temo stesso.
Yuu si aspettava questa domanda, era più che lecita d’altronde;
era pronto a confessare tutta la verità a Kouyou, perché le bugie hanno le
gambe corte e prima o poi era sicuro che sarebbe saltato qualcosa fuori.
Dopotutto teneva troppo a lui per rischiare un loro possibile rapporto, per una
bugia simile.
“ per te.. “
“ p-per
me? “ Kouyou non riusciva a credere alle proprie
orecchie, ma quel ragazzo era davvero tutto matto!
“ si, quando mi sono
trasferito qui con mio fratello, mi sono buttato subito sui bar, visto che
sapevo già fare questo mestiere.. sai tanto per cominciare “
“ certo, capisco.. lo avrei
fatto anche io “
“ e la fortuna ha voluto che
il ‘Mirage’ cercasse qualcuno, quindi mi hanno
assunto “
“ il ‘Mirage’?
“ tutti nella zona conoscevano quel posto, era un po’ come ‘ la dolce vita ‘ a Roma; rinomatissima.
“ si, ma poi sono venuto a
prendere il caffè quella mattina.. ricordi? “
“ certo! Un caffè nero e
senza zucchero “ disse, forse con troppa enfasi.
“ e mi hai rapito.. ho
lasciato il posto di lavoro e ho chiesto se servisse qualcuno a Kenji, non so
perché mi abbia detto di si e il resto lo sai.. “ gli prese una mano e l’accarezzò piano.
“ tu sei matto! Hai fatto
tutto questo, rischiando grosso per me.. “
“ avevo paura che mi avresti
preso per un maniaco.. “ sorrise appena.
“ no.. certo che no.. il
maniaco forse sono io.. “ confessò piano il biondo, abbassando un poco
la testa a guardare le loro mani.
“ tu? E perché mai? “ sorrise il moro alzandogli il volto con un dito.
“ la prima volta che ti ho
visto, è stato sulla metropolitana per venire qui.. da quel momento non sono
più riuscito a toglierti dalla mia testa… sei diventato la mia fissazione, fino
a che sei divenuto il mio tormento quando Kenji ti ha assunto e subito dopo il
mio migliore amico.. “
Quelle due parole risuonarono nella testa di Yuu come una
grancassa, migliore amico.
“ per tramutarsi subito in
amore.. “ concluse quasi sotto voce Kouyou.
Yuu sorrise raggiante a quella timida dichiarazione d’amore,
senza aspettare oltre si avvicinò al volto del ragazzo e lo baciò con dolcezza;
le loro labbra si incontrarono esplodendo come un fuoco pirotecnico nell’alto
cielo di Tokyo.
“ posso dirti che ti amo? “ chiese al moro appena si furono staccati, ma senza allontanare i
loro volti per più di qualche millimetro.
“ certo.. “
“ ti amo Kouyou “
“ anche io Yuu, ti amo tanto
“
Un nuovo bacio incoronò quel momento di puro amore, un amore
appena sbocciato ma già potente come una supernova.
Alcuni fiocchi di neve cominciarono a cadere dal cielo cupo
distraendoli, Kouyou alzò le mani verso l’alto raccogliendo alcuni fiocchi e
porgendo il palmo poi al moro.
“ nevica Yuu “ gli occhi del biondo sembravano quelli di un bambino, così
teneri che aveva paura quasi di potergli fare male.
“ si, è bella vero? “ gli chiese sorridendo.
“ è bellissima, se domani è
tanta potremmo fare un pupazzo! “
“ bellissima idea… buon
Natale Kou “ si era appena ricordato che era scoccato il 25
Dicembre.
“ è vero! è già Natale
adesso, che scemo! Buon Natale amore mio “
Quello era sicuramente il più bel Natale che avevano avuto sino
ad allora, le loro mani di nuovo strette l’una nell’altra, i loro volti verso
l’alto ad osservare la lenta caduta della neve che cominciava ad imbiancare la
città, facendola divenire in qualche modo più magica.
The End
Note:
*Al parco di
Ueno, c’è veramente un piccolo spazio dove ci sono le
tende per i senza tetto, l’ho letto da qualche parte su internet; spero di non
aver letto una baggianata. ^-^
*ride
come una scema* c’è una motivazione per la quale rido, non sono del tutto
andata. U_U
Ci sono
due motivazioni per cui lo faccio LOL
Uno:
avevo detto che per un po’ non avrei scritto dopo la lunga Painful Reality, ma
non ci sono riuscita XD
Due: avevo pensato a questa creaturina come una Shot
e ci son riuscita! Ahahahah sono riuscita a non dilungarmi
troppo ed arginare, tutte quelle cose che mi venivano in mente; le quali
avrebbero allungato questa ff XD (lo so che è lunghetta ma cercate di ignorarmi XD) m(_ _)m
Non
vogliatemente, però non sono pronta ancora per una storia lunga >_<
Oltre a
questo, voglio solo dirvi che è la mia prima OOC, speriamo bene! XD *incrocia
dita*
Spero
tanto che mi facciate sapere cosa ne pensate, un bacione a tutte! <3