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Autore: Eastre    02/08/2011    2 recensioni
voltò lo sguardo sulla bimba rannicchiata su se stessa con il viso sulle ginocchia ed i capelli in avanti con le punte sottili che atterravano sulla neve ripetendo in continuazione quella parola: “la Bestia…La Bestia è qui…La Bestia, la Bestia”
c'era qualcosa in quel villaggio, qualcosa che uccideva
la ragazza sgranò le iridi tremanti, due occhi rossi la fissavano nell'oscurità, qualcosa era davanti a lei, poteva sentire il suo respiro caldo e pesante sulla pelle, la sua saliva gocciolare a terra ed il suo odore acre di sangue penetrarle nelle narici fino al cervello, si, c'era qualcosa a pochi centimetri da lei, qualcosa di grosso
e lei è l'unica a sapere cosa sia
La falce di luna splendeva pallida ed ossuta nella notte, un grido straziato, logorato, soffocato si levava fin sulla sua pelle giallognola
e continuerà ad uccidere
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 PROLOGO
 

 
La falce di luna splendeva pallida ed ossuta nella notte, un grido straziato, logorato, soffocato si levava fin sulla sua pelle giallognola.
La candida neve era solcata da linee cremisi come serpenti morti e lasciati ad affondare in quel candido mantello che strisciavano dolenti fino a piccoli piedi lattei dalle unghie appena violacee sporchi di neve e sangue.
La bambina urlava, di un urlo straziante soffocato dai singhiozzi. Sul suo viso le mani tremanti sporche di sangue, i capelli rossi dai riflessi dorati coperti del liquido cremisi che gocciolava dalle punte fino a cadere sulla neve ed a tingerla di scarlatto e la camicia da notte prima candida, adesso anch’essa macchiata di quel colore sbiadito sulla stoffa che cadeva fino all’orlo ricamato inzuppandolo di sangue e neve.
Le urla le morirono sulle labbra violacee coperte appena dai palmi delle mani fino a lasciare spazio a dei deboli singhiozzi ed a parole senza senso che si perdevano nella notte come fragili foglie secche spinte via dal vento.
Isidora corse sulla soglia della porta chiedendo fra se chi potesse urlare a quel modo nel cuore della notte. La lampada ad olio le scivolò dalle dita sfracellandosi sulla neve umida ad un passo da lei, le mani della donna scattarono sulla bocca, il corpo iniziò a tremare convulsamente, gli occhi chiari si spalancarono d’orrore.
<< A..Alfred >> dalla sua bocca uscì solo un suono strozzato, non simile all’urlo che cercava d’ottenere
<< Alfred! >> chiamò più forte, la voce inclinata dal terrore, le labbra tremanti d’isteria << Alfred aiuto! >>
Le scale rimbombarono al passare delle scarpe dell’uomo
<< che c’è, ce succede adesso? >> chiese laconico atterrando lentamente ai piedi della scalinata, il viso dello stesso colore della candela che teneva in mano, appariva come una maschera si stanchezza ed esasperazione, gli occhi arrossati, la bocca impastata ed il cappello da notte pendente dal lato che scopriva una testa larga dai capelli grigi spettinati.
<< Alfred >> seppe solo ripetere la donna di spalle dinanzi a lui. L’uomo sbuffò sonoramente correndo arrivando a grandi passi sulla soglia della porta. Subito la sua bocca di spalancò e gli occhi divennero due pozzi d’orrore << Ho Signore! >> urlò infilandosi le mani nei capelli
<<  Isidora! Presto! Porta una coperta! >>
 
Le avvolsero una calda coperta attorno al corpicino latteo e tremante.
Isidora continuava a ripetere il nome di cristo facendosi il cenno della croce, Alfred sfregava le spalle della bambina cercando di riscaldarla. Nessun suono usciva più dalle sue labbra violacee ancora coperte ai lati dai palmi delle mani sanguinanti che facevano gocciolare il liquido rosso fin sotto al mento. La donna prese le mani gelide e tremanti della bambina fra le proprie altrettanto tremanti. Osservò il viso della piccola, un visino dolce ed angelico coperto di sangue con due grandi occhi verdi stralunati e terrorizzati tremanti come fogli di carta in una tempesta
<< cosa è successo piccola mia? >> chiese tremante la donna, un lampo di preoccupazione le sgusciò nelle iridi celere. Sentì le mani della bambina smettere di tremare, il corpo raggelarsi, gli occhi spalancarsi
<< la Bestia >> sibilò. La donna rivolse uno sguardo spaventato al compagno al suo fianco per poi ritornare a guardare la bambina, rimasta immobile e silenziosa quasi senza respirare. Poi, le mani gelide si levarono di scatto dalle proprie affondando nei capelli sporchi di sangue, gli occhi si serrarono ed un urlo disumano fuoriuscì dalle labrucce insanguinare, un urlo straziante e lacerante che fece indietreggiare la donna di scatto come se la presenza della bambina la stesse bruciando
<< La Bestia è qui! >> urlò la piccola cadendo in ginocchio sulla neve candida. Alfred guardò Isidora tremante poi voltò lo sguardo sulla bimba rannicchiata su se stessa con il viso sulle ginocchia ed i capelli in avanti con le punte sottili che atterravano sulla neve ripetendo in continuazione quella parola: “la Bestia…La Bestia è qui…La Bestia, la Bestia”
<< forza mia cara >> sussurrò posando le mani sulle spalle tremanti della consorte << portiamola dentro >>  

  
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