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Autore: _Audii_    03/08/2011    4 recensioni
-Ci hai fatto sesso?- gli domando io, incrociando le mie braccia sotto il seno, cercando di mantenere la calma.
-Annika…- tenta di tergiversare. Si, sta tentando di tergiversare.
-Ci hai fatto sesso, Tom?- alzo di poco la voce, mordendomi il labbro inferiore per la rabbia.
-Solo così- mormora lui con fare innocente, gesticolando.
-Che cazzo vuol dire ‘solo così’?- urlo io, perdendo il controllo e sbattendomi con forza le mani lungo i miei fianchi.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fattore “EX”

© _Audii_

 

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Story written by: _Audii_

 

 

 

Curiosi di sapere come reagirà Annika Stern dinanzi alla EX mozzafiato di Tom Kaulitz?

Curiosi di sapere se lei prenderà a calci la fottuta stronzetta, buttandola fuori?

Curiosi di sapere cosa la farà stare tranquilla?

 

 

 

Troverete tutto nella mia OS: Fattore “EX”

Si ricorda che ogni tipo di commento è gradito e si augura a tutte voi che state scorrendo queste poche righe una buona lettura;)

 

 

 

Hope you like it*.*

*Buona lettura a tuttiii*

                                                 _Audii_

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[ANNIKA STERN]

 

 

 

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Sento le mani calde di Tom stringersi attorno ai miei fianchi scoperti con decisione e delicatezza.

Sorrido, stringendomi placidamente in quell’abbraccio.

Poggio la mia testa sulla sua spalla e lascio scivolare le mie mani sul suo petto scolpito coperto solo da una sottile maglietta.

È una sensazione fantastica: stare accoccolata sul divano insieme a Tom a goderci semplicemente un buon film.

Non riuscirei ad immaginare niente di più piacevole in questo momento.

E chi se lo sarebbe mai aspettato: Annika Stern che s’accontenta di così poco.

Annika Stern che si sente in Paradiso tra le braccia di un ragazzo.

Sento il suo profumo solleticarmi la pelle del viso e sorrido impercettibilmente sentendomi davvero bene in quella posizione con lui.

La sua mano sinistra mi accarezza dolcemente la pelle, scivolando di poco sotto la mia maglietta rosa chiaro.

Sussulto a quel contatto.

Tom è in grado di farmi emozionare con così poco.

Alzo lo sguardo verso di lui e noto le sue labbra curvarsi in un leggero sorrisino.

Incrocio i suoi occhi ambrati e mi perdo in quei riflessi dorati e luminosi.

Ricambio la sua espressione, prima di avvicinarmi al suo viso e annullare la distanza tra le nostre labbra.

Sento che Tom approfondisce quel contatto, rendendolo decisamente poco casto e di gran lunga intenso.

Le mie mani salgono lentamente attorno al suo collo, mentre lo sento stringermi con sempre più forza e tirarmi verso di lui.

Con un gesto veloce ed impaziente mi ritrovo a cavalcioni su di lui.

Lo guardo sorridermi malizioso: in fondo, immaginavo che l’innocuo film sul divano si sarebbe trasformato in una seratina decisamente movimentata.

Con Tom è praticamente inevitabile.

Sento la sua lingua infilarsi di nuovo nella mia bocca e baciarmi con una lentezza disarmante.

Le sue mani vagano sul mio sedere stretto in un paio di mini shorts in jeans che lasciano ben poco all’immaginazione.

Sapevo che Tom avrebbe gradito.

Lascio che le sue labbra mordano le mie, mentre succhio di poco il suo piercing con fare malizioso.

Quel bacio umido e sensuale procede, mentre lo sento ansimare sempre di più a quel contatto.

La sua lingua scende sul mio collo, facendomi sospirare appena.

Lascio che le mie mani si infilino tra le sue treccine nere, e tiro indietro la testa quando…qualcuno decide di interrompere i nostri preliminari.

Din-Don.

Ci stacchiamo all’improvviso.

Guardo Tom con aria sorpresa.

-Non avevi detto che Bill non sarebbe rientrato stasera?- gli domando inarcando un sopracciglio e tastandomi con fare agitato le labbra leggermente gonfie.

-Infatti non avrebbe dovuto- mormora lui, lasciando salire le sue mani sotto la mia maglietta, incurante della situazione. Gli leggo il desiderio negli occhi.- Quel testa di cazzo- sibila poi, serrando di poco la mascella- Facciamo finta di niente, è più eccitante- mi sussurra lui in un orecchio con tono suadente prima di riprendere a baciare e leccare il mio collo con avidità.

-Tom- mugugno io, immersa nel piacere- Non possiamo- esclamo io, posando le mie mani sul suo petto ed allontanandolo dal mio collo a malincuore.

Lo vedo sbuffare e passarsi una mano sul viso.

Tom odia essere interrotto in queste cose.

-Vado io- gli dico, alzandomi da lui e sistemandomi gli shorts che s’erano tirati alquanto su.

Noto con precisione la sua occhiata maliziosa e gli lancio uno sguardo che sembra già annunciare quello che accadrà tra poco, non appena mi sarò liberata di Bill.

Ancheggiando sulle mie francesine di cuoio marrone, tacco 10, mi avvio verso l’ingresso.

-Arrivo- urlo io, in direzione del portone, prima di avvicinarmi alla serratura e tirare la leva con un gesto automatico.

Apro la porta ed è in questo esatto momento che il sangue mi si gela nelle vene.

Sbatto per un paio di volte le ciglia, come incredula, e lascio scivolare il mio sguardo sulla figura che mi sta davanti, senza alcuna discrezione.

Chioma biondissima e vaporosa, occhi azzurri perfettamente truccati, labbra rosse e carnose, corpo da far invidia a qualunque ragazza stretto in un mini abitino rosso che la strizza così tanto da farle vedere pure il fegato e gambe chilometriche, slanciate da un paio di sandali (minimo tacco 15) stringati dello stesso colore del vestito.

Punto il mio sguardo nel suo, socchiudendo per un attimo gli occhi.

Per essere una prostituta, ha orari piuttosto strani: non sono neppure le nove di sera.

Potrei giurare che mi sta guardando con aria schifata.

Oh, ma chi cazzo è questa?

Vorrei urlarglielo contro con quel fare da camionista cafona che sicuramente si adirerebbe molto ad Andrea, in questo momento, quando:

-Ciao- esclama lei con una voce stridula e decisamente fastidiosa, alzando una mano smaltata di rosso con fare da oca.

La guardo ancora per qualche secondo, non nascondendo il mio scetticismo a quel ‘saluto’.

-E tu chi saresti?- le domando, fingendomi curiosa, e poggiando una mano allo stipite del portone con fare sicuro e un tantino spavaldo.

Conteniamo le volgarità per il momento.

Lei lascia correre il suo sguardo sul mio corpo, con fare evidentemente critico, prima di esordire con un:

-Sono un’amica di Tom- il suo tono è dannatamente fasullo e da svampita.

Mi lascio andare ad una risatina amara e divertita allo stesso tempo.

Una biondona maggiorata bella da mozzare il fiato si presenta a casa del mio ragazzo professandosi sua amica.

Ed io dovrei crederci?

Soprattutto dovrei crederci considerando che il ragazzo in questione è Tom Kaulitz, e ben noto è il suo passato da puttaniere?

-Non è in casa- la avviso io con fare sbrigativo- Che sei venuta a fare?- sputo poi con disprezzo, non nascondendo il mio sempre più evidente fastidio.

Come diavolo si permette di presentarsi a casa di Tom, del mio ragazzo?

La guardo negli occhi, molleggiando appena sulle mie gambe nude: deve capire che qui ormai, comando io.

Il territorio è marcato.

-Annika, tesoro, chi è?- sento Tom urlare dal corridoio.

Sorrido mentalmente all’appellativo usato per chiamarmi.

Uno a zero per me: iniziamo a mettere le cose in chiaro.

-A quanto pare c’è eccome- scandisce bene lei con fare civettuolo.

Assottiglio di poco gli occhi, come per incenerirla con la sola forza dello sguardo.

-Non fa differenza per te, chiaro?- ringhio io a bassa voce per non farmi sentire da Tom.

Sento i suoi passi avvicinarsi sempre di più alle mie spalle.

-Tomii!- esclama lei con i luccichini agli occhi guardando alle mie spalle ed ignorando la mia intimazione.

Tomi?

Come diavolo si permette di chiamarlo Tomi?

Un moto di rabbia mi sale incontrollato e serro le mie braccia sotto il seno, irrigidendomi di colpo.

-Chantalle?- il tono del mio ragazzo è sorpreso, stupito, mentre fissa la tizia in questione con aria ammirata.

-Si!- urla lei con voce stridula- Che bello rivederti!- esclama poi, gettandosi letteralmente al collo del mio ragazzo.

Boccheggio appena nel vedere quella scena e incrocio lo sguardo di Tom che, succube di quella presa, mi guarda con aria implorante.

Già immagina quali saranno le conseguenze a breve.

Un brivido mi corre lungo la schiena e, in questo momento, non mi spaventa più molto l’idea di rompermi un’unghia se serve per mandare in ospedale questa stronzetta che sta incollata al mio ragazzo.

Infilo con prepotenza una mano tra i loro corpi attaccati e spingo a morte verso la suddetta ‘Chantalle’, infilandole il mio pugno nello stomaco.

Lei si stacca, causa forza maggiore, e lancia una smorfia di dolore/fastidio.

Le sorrido falsa, esclamando un:

-E così vi conoscete, eh?- annuisco con fare rassegnato- scommetto che siete amici…come dire, intimi, non è vero?- domando con aria da innocente, guardando lei e poi lui, alternativamente.

Vedo Tom in evidente imbarazzo, incapace di dire nulla, che mi guarda come per discolparsi con lo sguardo.

-Mooolto- mormora suadente lei, facendo gli occhi dolci al ragazzo accanto a me.

Mi giro verso di lui, picchiettando di poco con la punta delle mie francesine a terra, con aria minacciosa.

-A che cosa devo la tua visita?- se n’esce Tom, rivolto verso la troietta bionda, cambiando totalmente discorso.

Dio, sto per esplodere, lo sento.

-è tanto che non usciamo, Tom, avevo voglia di rivederti- mormora lei con fare malizioso, puntando gli occhi sul treccinato quasi se lo volesse divorare.

Mi schiarisco la voce, interrompendo quello sguardo.

-Non mi fai neppure entrare?- domanda lei, fingendo il broncio.

Ma ‘sta zoccola qua non s’è accorta che ci sono anche io?

-Veramente…- tenta di dire Tom, avvicinandosi a me e passando un braccio sulle mie spalle- avrei da fare…con lei- esclama chiaramente.

Sul volto della ragazza si dipinge stupore, delusione, indignazione.

-Eh già- commento io, trionfante- sai com’è? Il Sexgott non c’è più, ora Tom è semplicemente il MIO ragazzo- le annuncio, sottolineando la parola MIO.

Lei mi guarda, boccheggiando quasi e scommetto che manca poco ad esplodere in un pianto sconsolato.

-Stai con…questa?- sputa lei con aria sprezzante.

-Con questa…bomba sexy?- le domanda Tom con fare ironico- si, esattamente. Sto con lei- asserisce lui convinto, abbassandosi verso di me per baciarmi.

Ci scambiamo un bacio intenso, umido, sensuale, incrociando le nostre lingue, completamente incuranti di avere lei a un metro che ci osserva.

Quando Tom infila la sua mano sotto il bordo della mia maglietta e mi stringe a sé aumentando la velocità di quel bacio, la sopracitata Chantalle ci interrompe.

-Ho afferrato il concetto- mormora fingendosi indifferente.

-Bene, se ora non ti dispiace, abbiamo del sesso animalesco rimasto in sospeso- dico io con fare da innocente e sorridendole falsa.

-Quindi ciaoo- la saluto con la mia manina, sbattendo educatamente la porta in faccia alla porno star che ci guardava sull’orlo di una crisi isterica.

Sospiro profondamente.

-Sei stata grande, piccola- mi sussurra Tom con aria maliziosa.

Ah si?

E adesso lo vedremo, cazzo.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

-CHI DIAVOLO E QUELLA?- scandisco bene ogni singola parola, cercando di contenere quella rabbia che si impossessa di me.

Vedo Tom ridacchiare di poco.

Lo faccio ridere per caso?

Lo faccio ridere?

-Nessuna di importante, piccola- mormora lui sorridendomi ed avvicinandosi a me nel tentativo di abbracciarmi.

Lo allontano con un gesto deciso.

-E allora perché si è presentata qui?- il mio tono è decisamente più basso ma cela un fastidio spaventosamente inquietante.

In realtà sto reprimendo in me l’istinto di prenderlo a pugni.

Ma so perfettamente che il suo addome piatto non ne risentirebbe affatto.

-Non ne ho idea! Ma non devi essere gelosa- tenta di dire lui con fare innocuo.

-IO NON SONO GELOSA- urlo con decisione, interrompendolo.

Gelosa io?

Ma quando?

Mi schiarisco la voce, cercando di riprendere il controllo di me stessa.

-Ci sei stato insieme?- gli chiedo immediatamente, abbassando il mio tono di voce, mentre la rabbia sale.

-No- si giustifica lui- siamo usciti solo un paio di volte- mi confessa lui, quasi ridendo.

Che diavolo si ride?

Insomma, mi sta facendo innervosire fin troppo.

-Ci hai fatto sesso?- gli domando io, incrociando le mie braccia sotto il seno, cercando di mantenere la calma.

-Annika…- tenta di tergiversare. Si, sta tentando di tergiversare.

-Ci hai fatto sesso, Tom?- alzo di poco la voce, mordendomi il labbro inferiore per la rabbia.

-Solo così- mormora lui con fare innocente, gesticolando.

-Che cazzo vuol dire ‘solo così’?- urlo io, perdendo il controllo e sbattendomi con forza le mani lungo i miei fianchi.

Ci ha fatto sesso?

Ci ha fatto sesso e lei si è presentata a casa sua?

Questo è davvero troppo.

-Che ci sono stato a letto, è vero, ma non ha significato nulla- alza anche lui la voce, guardandomi dritto negli occhi.

-A quanto pare ha significato per lei, visto che ha avuto il coraggio di presentarsi qui, a casa tua!- esclamo io, con rabbia, mettendomi le mani sui fianchi.

-Ma a me non frega un cazzo di lei- mi fa lui concitato, cercando di giustificarsi.

-E se non ci fossi stata io? Se non ci fossi stata, eh?- gli chiedo con fare isterico- Adesso mi ritroverei un bel paio di corna in testa!- sbotto convinta.

-Non dire cazzate- controbatte lui- Lo sai che non ti farei mai una cosa del genere-

-E io come faccio ad esserne sicura, eh?- esclamo a voce alta- una stronzetta in tiro, che ti sei già portato a letto chissà quante volte, si presenta a casa tua con tutte le intenzioni di saltarti addosso ed io dovrei stare tranquilla?- sto delirando, lo so.

Scuoto di poco la testa, poi, con fare rabbioso, afferro la mi borsa e faccio per andarmene, quando lui mi blocca per un polso.

-Eddai, Annika- mi fa lui, fermandomi.

-Tom, per favore, lasciami andare- dico io, fredda, cercando di divincolarmi.

Ho assolutamente bisogno di calmarmi.

-Non se ne parla, non vai da nessuna parte così- esclama lui convinto, tirandomi a sé e passando le sue mani lungo i miei fianchi.

Non so perché ma non riesco ad opporre resistenza.

Mi sento un groppo salire in gola, quando sento il suo abbraccio invadermi.

Sento il calore del suo corpo contro il mio.

-Calmati, ok?- mi sussurra lui in un orecchio.

-Ma come faccio a calmarmi, Tom?- sbotto di nuovo, allontanandomi di colpo da lui- Una bionda bella da mozzare il fiato suona alla tua porta e dice di essere una tua ‘amica’- calco l’attenzione sull’ultima parola- invece ci sei stato a letto e scommetto pure di brutto, e io dovrei stare calma?- sbotto, dandogli le spalle.

Sento il silenzio rotto da un suo sospiro pesante.

In questo momento di sclero totale qualsiasi cosa dicesse mi farebbe incazzare ancora di più.

Sento la mia testa pulsare con forza e un tremore si impossessa di me.

-E magari t’è piaciuto pure, non è vero?- mormoro io, a bassa voce, incrociando le braccia sotto il seno.

Lo sento ridere.

Le sue mani passano con delicatezza attorno alla mia vita scoperta.

-Lo vuoi capire che solo tu m’hai fatto innamorare?- mi sussurra in un orecchio con tono basso- Io ti amo, Annika- mi sussurra, facendomi venire i brividi. Chiudo per un attimo gli occhi e sospiro. Sentirgli dire quelle due magiche paroline mi manda in estasi, ogni volta, forse perché me lo dice solo nei momenti veramente importanti, come questo. Il suo profumo agisce da sedativo per la mia crisi isterica- Ora sto con te e non ho nessuna intenzione di tradirti con una del genere- continua lui, facendomi voltare- Lo sai com’ero prima, e il fatto che andavo a letto con tutte non è un mistero per te, ma ora che stiamo insieme io e te tutto quello che è successo prima che io mi mettessi con te non conta- mi sussurra lui, accarezzandomi di poco il viso.

Abbasso di poco lo sguardo.

-ma è bella da paura- piagnucolo io, facendolo sorridere.

-Tu sei molto più sexy- mormora lui con tono roco posando le sue labbra dolcemente sulle mie.

Mi lascio sfuggire un sorrisino imbarazzato.

-Mi prometti che con lei hai chiuso?- gli domando io debolmente, guardandolo intensamente negli occhi.

Lo vedo sorridere e con un dito mi sposta una ciocca di capelli dal viso.

-Certo, piccola, lei per me non conta niente- mi confessa sincero, lasciandomi un bacio sulla guancia- sei tu quella che voglio- mi sussurra posando le sue labbra sulle mie.

Quella morsa di rabbia che mi attanagliava lo stomaco si scioglie lentamente.

Sento le sue mani stringermi la vita e scendere lungo il bordo dei miei mini shorts in jeans.

La sua lingua si infila dolcemente nella mia bocca, mentre incrocio i miei polsi dietro il suo collo.

Sento il suo naso sfiorare la mia guancia, mentre le sue labbra accarezzano le mie.

Chiudo gli occhi e sospiro, avvolta in quella morsa di piacere estatico che solo lui è in grado di regalarmi.

Lentamente mi spinge verso il divano, fino a farmi sdraiare sopra i morbidi cuscini.

Infila le mani sotto la mia maglietta, accarezzandomi la pancia con dolcezza.

Sento di nuovo la sensualità di quel bacio che sta annullando tutte le emozioni negative che ho provato poco fa.

E così riprendiamo ciò che avevamo momentaneamente interrotto.

Unire i nostri corpi in una sfera d’amore in grado di associarci e distinguerci amabilmente entro l’ebbrezza dell’eccitazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

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Sento bussare delicatamente alla porta della mia camera.

Sposto immediatamente il portatile dalle mie gambe e mi tiro su, passandomi una mano tra i capelli.

-Avanti- mormoro, sistemandomi meglio a sedere.

-Ehi, Stern- sento la voce calda e melodiosa di Bill invadere la mia camera da letto.

Sorrido nel vedere il suo viso sempre allegro spuntare dalla porta della mia stanza.

-Ciao, Bill!- lo saluto, mettendomi a sedere per bene sul letto- Entra pure-

Lo vedo chiudere la porta alle sue spalle ed introdursi con la sua solita grazia all’interno della mia camera.

-Grazie di essere venuto- mormoro io, sorridendogli.

-Figurati, sempre a tua disposizione- esclama lui ironico, facendomi ridere di poco e sedendosi accanto a me sul mio letto.

Si volta verso di me e improvvisamente lo guardo con espressione incerta, corrugando leggermente la fronte.

-C’entra quel microcefalo di mio fratello, non è vero?- c’azzecca subito lui.

Annuisco timidamente.

-Che ha combinato stavolta?- mi chiede con aria stanca.

Da quando io e Tom stiamo insieme Bill è diventato il mio consulente di coppia.

-Lui niente- mi affretto a precisare- e neppure io- aggiungo poi.

Vedo lo sguardo di Bill farsi confuso.

Prendo coraggio e glielo chiedo.

-Tu conosci…- mi interrompo- mi stavo chiedendo se, per caso, tu…insomma, conosci Chantalle Paige?- mi decido a sputare la mia domanda.

Vedo Bill sorridere ed annuire, come se quel nome gliela dicesse lunga.

-Capisco- mormora lui semplicemente.

-Ecco, appunto, che…che tipo è?- gli domando curiosa.

Vedo lo sguardo di Bill saettare d’un tratto sul mio portatile aperto.

-Ti metti a fare ricerche su Internet?- mi chiede lui evidentemente sorpreso.

Arrossisco di botto.

-Tuo fratello non mi ha detto praticamente niente sul flirt che hanno avuto- mi giustifico io, abbassando lo sguardo.

-Guarda che non c’è assolutamente niente di cui preoccuparti- mi fa Bill con la sua solita pacatezza, poggiando una mano sul mio ginocchio con fare fraterno.

Alzo lo sguardo verso di lui, fino ad incontrare quegli occhi così simili a quelli di Tom.

-Si è limitato a dirmi che c’è uscito un paio di volte e che sono stati a letto ma non è stato nulla di importante- gli riferisco io, ormai in paranoia.

-E allora? Di che ti tormenti?- mi domanda lui con un sorriso.

-Ho paura- gli confesso.

-Di cosa?-

-Ho paura che le cose non siano così ‘innocue’. Lei s’è presentata a casa vostra, ieri sera- gli dico io.

Vedo Bill sgranare gli occhi.

-Chantalle?- si accerta lui, sbattendo ripetutamente le ciglia pregne di mascara nero.

-Si- gli confermo- vestita come una puttana appena uscita di strada, ha suonato il campanello e m’ha detto di essere un’amica di Tom. Non ha fatto nemmeno in tempo a vederlo che gli è saltata addosso- ricordo io con aria infastidita.

-Dici sul serio?- mi domanda Bill sconvolto.

Annuisco amaramente.

-Avresti dovuto vedere come lo guardava: sembrava volerselo divorare da un momento all’altro. Era schifosamente civetta e si vedeva lontano un miglio che era un’oca arrapata che avrebbe voluto scopare lì davanti al portone- sputo sprezzante io, lasciandomi andare a quell’atteggiamento scurrile che sento particolarmente mio, per una volta.

Vedo Bill ridacchiare di poco.

Sbuffo pesantemente, incrociando le braccia sotto il seno.

-Secondo te perché s’è presentata a casa vostra?- gli chiedo io, visibilmente preoccupata.

-La verità?- mi fa Bill incurvando di poco le sopracciglia.

Annuisco impaurita.

-Vedi, Chantalle è la classica stronzetta che è sempre andata avanti grazie al suo bel faccino e al suo corpo mozzafiato. O forse grazie a quello che ha tra le gambe?- sorrido alla sua domanda retorica, poi continua- E Tom, ovviamente, non poteva non cascarci con una come lei. Sono stati a letto un paio di volte, lui si è divertito e nulla di più. Lei magari si sarà fatta qualche film mentale come la stragrande maggioranza delle oche che sono state a letto con mio fratello.- mi spiega lui semplicemente e chiaramente, senza scrupoli- Ora s’è presentata a casa di Tom perché pensava che lui ci starebbe stato di nuovo, come sempre. Ma con suo immenso dispiacere ha scoperto che si è fidanzato e, quindi, ora si metterà l’anima in pace e se ne tornerà da dove è venuta- conclude lui regalandomi un sorriso mozzafiato.

-Dici?- chiedo incerta.

-Ne sono sicuro- mormora lui, passandomi un braccio sulle spalle- Tom sta con te, ti ama sul serio, Annika- mormora lui con tono accorato- perché dovrebbe rovinare la vostra storia per una come quella che non ha mai contato nulla per lui?-

Ci rifletto su per un attimo.

-Per Tom andare a letto con una e poi sparire è la peggiore umiliazione per lei- mi spiega lui- Non devi essere gelosa, Annika, quello che Tom prova per te è un sentimento che non ha mai riservato a nessuna, e questa sola consapevolezza deve farti stare tranquilla-

Sorrido a quelle parole ed automaticamente ripenso a quello che mi ha detto ieri sera Tom.

Devo fidarmi, lei non conta nulla per lui.

E poi, anche solo il modo dolcissimo in cui ieri sera abbiamo fatto l’amore mentre mi sussurrava ‘Ti amo’ dovrebbe farmi stare tranquilla e serena.

Guardo Bill e sorrido.

-Grazie- mormoro con voce flebile.

-Scherzi? È semplicemente la verità- esclama lui avvicinandosi a me ed abbracciandomi.

Lo stringo a me per qualche secondo e sorrido.

Che farei senza Bill, a volte?

Il suo modo di tranquillizzarmi è spaventosamente efficace.

È in grado di farmi analizzare le situazioni attraverso una luce diversa.

Sarà forse che conosce Tom da 22 anni?

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

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Premo il pulsantino laccato in oro col mio indice smaltato di viola.

Nel giro di un paio di secondi la porta si spalanca davanti a me mostrandomi un Tom dall’aria decisamente strana.

Indossa semplicemente un pantalone nero di tuta ed una t-shirt bianca leggermente attillata con scollo ampio sul davanti.

-Ehi- mormoro io, salutandolo.

-Ciao, piccola- mi dice lui, avvicinandosi a me.

Mi alzo di poco sulle punte, fino a sfiorare le sue labbra con un lieve bacio a stampo.

Sento le sue mani stringersi attorno ai miei fianchi scoperti e tirarmi completamente verso di lui.

Trasforma il mio casto bacio in un contatto spaventosamente intenso.

Chiudo gli occhi, leggermente stranita dal suo comportamento, e mi lascio andare a quel bacio così dolce ed umido.

Quando si stacca mi guarda negli occhi e sorride dolcemente.

-Wow- mi lascio sfuggire, mentre mi stacco da lui.

La sua occhiata maliziosa non passa inosservata, mentre chiude il portone e mi trascina con sé in salotto.

-Allora? Perché m’hai fatta venire qui a quest’ora?- gli chiedo curiosa, guardando l’orologio al mio polso e notando che sono le dieci inoltrate.

-Beh…- tenta di dire lui grattandosi dietro l’orecchio sinistro con fare imbarazzato- Avevo voglia di vederti- mi sussurra infine, avvicinandosi ancora a me ed abbracciandomi.

Il cuore mi perde un battito.

Dio, sa essere così dolce a volte.

Sorrido, intenerita da quelle parole, e mi lascio invadere dal suo profumo.

Alzo lo sguardo verso di lui e sento di nuovo le sue labbra sulle mie.

Le mordo, le assaporo, le accarezzo.

Adoro le sue labbra.

Di nuovo ci baciamo, in modo ancora più intenso e sensuale.

Con passo lento, Tom mi spinge sul divano ed in un attimo è sopra di me.

Poggia le sue mani ai lati del mio viso e si china verso di me, riprendendo a baciarmi.

Ok, abbiamo voglia entrambi, la cosa è alquanto palese.

La sua lingua struscia contro la mia, mentre passo le mie mani sulla sua schiena scolpita e lo tiro ancora più verso di me, allargando appena le gambe.

Sento il suo respiro farsi irregolare ed affannato, mentre l’eccitazione sale.

-Aspetta- mormora, staccandosi all’improvviso da me.

Si tira su, poggiando tutto il suo peso sulle braccia allenate.

-C’è qualcosa che non va?- gli domando dolcemente, baciando con delicatezza il suo collo morbido.

Qualche secondo di silenzio, interrotto solo dai miei sospiri mentre accarezzo la sua pelle liscia.

-Devo dirti una cosa, Annika- mi annuncia lui, con qualche lieve difficoltà nella voce.

-Proprio adesso?- mi lamento io, salendo a baciare le sue labbra con dolcezza ed impazienza.

-Si-

Si alza di scatto e si mette a sedere sul divano.

Faccio lo stesso, sistemandomi di poco la maglietta sul seno che s’era abbassata.

Lo guardo con un sopracciglio alzato, non capendo cosa sta succedendo.

Insomma, non è da Tom interrompersi mentre stiamo per…

-All’inizio avevo pensato di fare finta di niente, tanto non è nulla di importante- incomincia lui, facendomi preoccupare sempre di più- ma non ce la faccio a tenertelo nascosto, piccola, devo dirtelo- continua lui, fissando i suoi occhi nocciola nei miei.

Sento il cuore accelerare sempre di più i suoi battiti, mentre una strana ed inquietante sensazione mi attanaglia lo stomaco.

Lo vedo infilare una mano nella tasca della sua tuta ed estrarre il suo palmare nero lucido.

Preme qualche icona, prima di porgermi l’apparecchio.

Lo afferro con qualche incertezza, portandomelo sotto gli occhi.

Ma è un messaggio: e il numero non è registrato, poiché compaiono solo le cifre.

Scorro in fretta lo sguardo sullo schermo, leggendo le poche righe sul display.

 

 

Ti aspetto questa sera alle undici al Ritz Hotel, stanza 529.

Chiedi le chiavi alla Reception e sali.

Ho voglia di rivederti, Tom, per salutarti come si deve.

E so che lo vuoi anche tu…

Un bacio, Chantalle.

 

 

Un moto di rabbia si impossessa di me, mentre stringo con sempre più forza il palmare tra le mie mani.

-‘Sta zoccola- ringhio a denti stretti, senza riuscire a staccare lo sguardo da quel messaggio.

Il mio cuore prende a battere all’impazzata, mentre alzo lo sguardo verso Tom, senza riuscire a dire altro.

Sono sconvolta.

-Io ovviamente non le ho risposto e non ho la minima intenzione di andare da lei- si affretta a precisare Tom, prendendo il cellulare dalle mie mani e posandolo delicatamente sul tavolinetto accanto a noi. Poi posa una mano sulla mia coscia scoperta e mi fissa.  –Però ho sentito comunque il bisogno di dirtelo. Non riesco a nasconderti nulla, Annika. Se non ti dico qualcosa mi sembra di impazzire.- mi confessa lui, alleggerendo di poco il peso sul mio petto.

Si avvicina a me e cinge i miei fianchi con le sue mani.

-Che altro vuole da te quella svampita?- sbotto io alzando la voce- Non l’ha capito che sei fidanzato?- sono infastidita all’inverosimile.

Tom sorride di poco.

-Non agitarti, piccola, l’importante è che io te l’abbia detto, no? Non voglio nasconderti niente- continua lui.

Mi alzo di scatto con fare nervoso.

Le parole dolci di Tom non sembrano farmi passare la rabbia.

-Come diavolo s’è permessa?- urlo, iniziando a camminare avanti e dietro per la stanza- Troia da quattro soldi- ringhio, incrociando le braccia sotto il mio seno.

-Dai, vieni qui ora- mi fa Tom con aria seducente- Chissene frega di lei- aggiunge poi.

Una stronza maggiorata si permette di fare un’avance così esplicita al mio ragazzo ed io dovrei fare finta di niente?

Mi guardo immediatamente l’orologio al polso.

Segna le 22:24.

Bene, sono perfettamente in tempo.

Guardo Tom senza dire nulla.

-Quanto dista il Ritz Hotel da qui?- gli domando d’un tratto.

Tom sgrana appena gli occhi, dopo qualche secondo di silenzio.

-Non vorrai…- tenta di dire lui con aria contrariata.

-Farle una bella sorpresina?- lo precedo io- Eh già, vedrai che capirà una volta per tutte che deve stare al suo posto- dico con aria sicura, afferrando la mia Chanel e appendendomela al braccio.

-è una pessima idea andare lì, Annika- mi annuncia lui facendomi segno di sedermi.

-Ci vado da sola allora- esclamo io convinta, facendo per andare via.

-Aspetta- mi blocca il polso con una mano, fermandomi.

Sospira rassegnato.

Sono così incazzata che nessuno può fermarmi in un momento come questo.

-Prendo le chiavi- mi annuncia lui.

Sorrido diabolica.

E adesso facciamo i conti, puttanella che non sei altro.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Guardo l’orologio digitale sul quadro della Cadillac di Tom.

Segna le 22:51.

Perfettamente in orario.

L’adrenalina sale: non mi sentivo così agitata neppure il giorno della mia maturità.

Vedo Tom rallentare e accostare sulla destra.

Spegne il motore e mi guarda con inquietudine.

-Torno subito- lo avviso prima di aprire la portiera.

Mi ferma, prendendomi per un fianco.

-Mantieni il controllo, per quanto possibile- mormora sorridendo appena.

So che l’idea di una me super gelosa che va a marcare il proprio territorio lo eccita.

-Tranquillo, so cosa fare- lo informo io, tremendamente sicura.

Esco dall’auto dopo avergli lasciato un lieve bacio sulle labbra e mi avvio all’interno dell’Hotel.

Il lusso qui dentro è all’ordine del giorno, e lo noto in ogni minimo dettaglio.

Ancheggiando con fare sicuro, procedo all’interno della struttura, fino a raggiungere la Reception.

Una donna cordiale, stretta in un tailleur rosso scuro mi sorride.

-Buonasera, signorina- mi saluta.

-‘Sera. Avrei bisogno delle chiavi della stanza 529- la informo io, con un sorriso.

Oh, quanto mi sento carica.

La donna apre un cassetto e inizia a frugare, fino ad estrarre una chiave laccata in oro con appesa una targhetta recante il numero della camera.

-Ecco a lei. La signorina Chantalle la sta aspettando al terzo piano- aggiunge poi sorridendomi.

Mi lascio andare anch’io ad un sorriso che ha molto di satanico.

Oh si, non vedo l’ora di vedere il suo bel faccino non appena entrerò io in quella stanza e non Tom.

-La ringrazio- mormoro, prima di allontanarmi verso l’ascensore.

In un attimo sono al piano desiderato.

Esco dall’ascensore e, con impazienza, mi guardo intorno, fino ad individuare la porta desiderata.

Il cuore aumenta i suoi battiti: sono talmente agitata che potrei non rispondere delle mie azioni.

Arrivo in fretta dinanzi alla porta e, senza pensarci neppure su, infilo le chiavi e le ruoto all’interno della serratura.

Quando questa scatta, la porta si apre dinanzi a me.

Il buio avvolge la stanza, rendendo il silenzio ancora più intenso.

Facendo attenzione a non fare rumore con i miei tacchi, chiudo la porta alle mie spalle rumorosamente.

-Sapevo che saresti venuto, Tom- la sua voce suadente rompe il silenzio.

Sorrido diabolica, pensando a quanto la mia idea sia stata geniale.

Allungo la mia mano sulla parete e, con un gesto forte e deciso, abbasso l’interruttore della luce.

-Sorpresa!- trillo io, guardando dipingersi sul suo viso uno sguardo a metà tra lo stupito/esterrefatto e il terrorizzato.

La tizia, coperta esclusivamente da  un completino intimo, che dire che sia succinto sarebbe poco, si rizza a sedere sul letto, con fare imbarazzato.

-è un vero peccato che Tom non sia potuto venire- mormoro io, fingendomi dispiaciuta- ma ci sono io. Ti vado bene lo stesso?- il mio tono si fa minaccioso, mentre procedo di qualche passo.

La vedo agitarsi e divenire evidentemente nervosa.

-Che ci fai tu qui?- balbetta lei, decisamente sorpresa dalla mia ‘visita’.

-Sono venuta per mettere le cose in chiaro- le annuncio io, convinta- una volta per tutte- aggiungo poi, incrociando le braccia sotto il mio seno.

Quando voglio, so intimare alla perfezione.

-Vediamo un po’- mi fingo pensosa- cosa non ti è chiaro della parte: TOM È IL MIO RAGAZZO?- alzo evidentemente la voce.

-Tom non si è mai legato a nessuna. E tu non fai la differenza per lui- commenta lei con aria da civetta incallita.

Mi avvicino di qualche passo a lei, puntandole un dito contro.

-Senti svampita che non sei altro: tu non ne sai un cazzo, chiaro?- esclamo piccata- Lui adesso sta con me e di te non gliene potrebbe fregare di meno. Non lo vedi quanto sei squallida ad elemosinare una notte di sesso con lui?- sbotto, guardandola con ribrezzo- Cosa cambierebbe dopo averci scopato di nuovo, eh? Per lui conteresti ancora meno, e sai perché?- faccio una breve pausa- Perché gli dimostreresti ancora di più quanto tu sia vuota, insulsa, capace di umiliarti pur di passare una notte con lui. Dio, sei così desolante che mi fai quasi pena- le confesso, sincera, guardandola stretta in un balconcino che le strizza ancora di più la quarta che si ritrova.

Pensa che la bellezza di una donna stia semplicemente in un corpo sexy?

Pensa che basti semplicemente questo per attirare un ragazzo?

-Tu credi di conoscerlo davvero? Tom non ha mai trattato nessuna diversamente dalle altre. E non vedo perché dovrebbe farlo con te- gracchia lei, stizzita, squadrandomi da capo a piedi.

Rido amaramente.

-Mai sentito parlare di AMORE?- le domando, calcando la voce sull’ultima parola- Mi dispiace per te, e per tutte le altre stronzette che, come te, sono state a letto con lui, perché voi non avete mai conosciuto Tom veramente. Non avete mai sentito il cuore battere come quando lui mi ha confessato per la prima volta che si era innamorato di me. E mai lo sentirete.- concludo gesticolando.

Lei resta in silenzio.

-Sai perché sono qui?- non le permetto neppure di rispondere- Sono qui perché è stato LUI a farmi leggere il messaggio da puttana che gli hai inviato tu. È stato LUI a sentire il bisogno di dirmelo, perché non sarebbe mai riuscito a tenermelo nascosto. E lui non voleva neppure venirci qui, perché sei talmente banale e prevedibile che quelle come te a lui ormai fanno schifo- le sputo contro, con aria riluttante.

La vedo rimanere in silenzio.

-Sta’ lontana da lui, stronzetta che non sei altro- la avverto, avvicinandomi pericolosamente al suo viso- un altro passo falso e non mi dispiacerà pagarmi una manicure dopo averti spaccato la faccia- le confesso fingendomi angelica.

Le sorrido falsa, prima di girare i tacchi ed andarmene, ancheggiando.

-Ah- mi interrompo, voltandomi ancora- Andare a letto con te, non gli è neppure piaciuto- mormoro io con aria maligna- Me l’ha detto lui- esclamo trionfante, vedendo la sua espressione sconvolta.

Rido, rido divertita, prima di uscire da quella stanza e chiudere la porta alle mie spalle.

Ed io adoro marcare stretto il mio territorio.

 

 

 

 

*

 

 

 

Apro la portiera ed entro all’interno della Cadillac di Tom.

Mi siedo sul sedile e mi volto verso di lui, sorridendo.

Lo vedo sdraiato di poco sul seggiolino, con i gomiti contro il poggiatesta.

-Ehi- mormora lui, tirandosi su a sedere composto- L’hai picchiata?- mi chiede preoccupato.

Rido divertita.

-Non è servito! Ho un cervello io, a differenza sua- gli dico io, facendolo ridere.

-Ora sono sicura che starà al suo posto- dico io, soddisfatta, sventolando di poco i miei lunghi capelli scuri.

-Mi piace quando fai la gelosa- mi sussurra Tom in un orecchio, con voce roca e sensuale.

Sento le sue labbra posarsi sulle mie e baciarmi dolcemente.

Sento la sua lingua accarezzare la mia, mentre le sue mani scivolano sui miei fianchi leggermente scoperti.

-Comunque- mi stacco da lui, restando molto vicina al suo viso. –Ho apprezzato davvero tanto il fatto che tu me l’abbia detto, Tom- gli confesso, quasi sottovoce.

Lo vedo sorridere.

-Per me sei tu l’unica che conta- sussurra sulle mie labbra con dolcezza, prima di baciarmi ancora.

Sospiro eccitata, mentre sento le sue mani infilarsi sotto il bordo della mia canottiera.

-Ti amo davvero tanto- mormoro sulle sue labbra, sentendo la morbidezza della sua pelle.

-Anch’io, principessa-

Un brivido mi corre lungo la schiena, mentre sento le sue mani stringermi con sempre più voglia e decisione.

E siamo solo io e lui.

Ed è questa la sola cosa che conta.

  
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