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Autore: Kastel    03/08/2011    3 recensioni
Ricordo il mare. Ecco, quello me lo ricordo bene.
Mi ricordo il suo sapore, che poi era anche il tuo.
Quante volte ho baciato la tua pelle, salata come esso. Del resto lo amavi così tanto, ci avresti perso la vita per lui.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo il mare. Ecco, quello me lo ricordo bene.
Mi ricordo il suo sapore, che poi era anche il tuo.
Quante volte ho baciato la tua pelle, salata come esso. Del resto lo amavi così tanto, ci avresti perso la vita per lui.
Ricordo che sorridevi, nuotando ininterrottamente, come se ti sentivi viva solo con lui.
Lo ammetto, un po' ero gelosa del tuo amore, ma poi mi bastava osservare il tuo enorme sorriso per amarlo con te.
Avevi i capelli rossi, così rossi che il fuoco non rendeva giustizia. E gli occhi, poi! Erano un azzurro così meraviglioso che ci si poteva perdere dentro.
Io ti ho amato così tanto... Troppo, quasi.
Per questo ti ho odiata quando hai preso la tua roba e te ne sei andata via da me.
Ancora adesso non capisco il perché di tale scelta.
Di te mi rimane solo una fotografia, l' unica che non ho distrutto.
Mi sorridi, osservando l' obiettivo.
A chi stavi sorridendo? A me o al mare?


Ho migliaia di album su in soffitta.
Album di ambienti, di persone, di coppie, di amanti, di libertà, di animali e via discorrendo.
E poi, nascosto, c'è un album solo per te.
C'è il mare dentro, preso in tutti i modi possibili ed immaginabili.
Doveva essere il mio regalo per te, ci ho lavorato un anno intero per renderlo così meraviglioso.
Tu ne sei andata prima.

 

Però ricordo di non averti incontrata al mare.
Eri in una libreria, che giravi tra gli scaffali in cerca del libro che ti saresti portata a casa.
Li osservavi, critica, sorridendo ogni tanto alla vista di un titolo o scuotendo la testa alla vista di un altro.
Io ti guardavo rapita, colpita soprattutto dai tuoi capelli lunghi e selvaggi.
Erano il vento, la libertà, la gioia. Erano la vita stessa.

Scusa, posso farti una foto?”
Era bastato un semplice passo per trovarmi davanti a te, con una mano appoggiata alla borsa pronta a prendere la mia reflex.
Ricordo il tuo sguardo sorpreso, i tuoi occhi azzurri che mi osservavano come se fossi stata un' apparizione.
Il tuo viso divenne rosso e una mano scosto i lunghi capelli per metterli dietro all' orecchio.
Non mi fissassi negli occhi perché eri timida, ma con un sorriso annuisti.
Toccò a me sorridere, prendendo la macchina e facendoti la prima di una lunga serie di fotografie.
Ho ancora il negativo da qualche parte, credo, non li butto mai vai.
Anche se non ne ho bisogno perché ancora me la ricordo.
Una mano nasconde una parte del viso, toccando l' orecchio. Lo sguardo è puntato verso l' obiettivo e anche se sembra molto sicuro è il viso che lo tradisce, rosso d' imbarazzo.
Il vero protagonista è però il sorriso, leggero e appena accennato, illuminando il viso di una bellezza rara.
Credo di essermi innamorata di te solo per quella foto.
E mi innamorerei ancora, se l' avessi in mano.

 

Il tempo passò e noi ci avvicinammo sempre di più.
Tu eri curiosa di conoscere il mio lavoro, la mia passione: la fotografia. Mi chiedevi, in ogni momento possibile ed immaginabile, quale obiettivo usavo, cosa mi piaceva fotografare, quali soggetti privilegiavo e quali no.
Mi ci volle circa un mese per dirti che eri tu, colei che volevo fotografare. Soltanto te e i tuoi capelli infuocati. Tu e gli occhi che sapevano di mare e libertà.
Il tuo viso si colorò di rosso, lasciandomi prendere le tue labbra per la prima volta.
Quello fu il nostro primo bacio, dolce come un fiume, ma selvaggio come una fisarmonica.


Ricordo che tu amavi la musica. Amavi tutto ciò che era arte, ma la musica maggiormente. La trovavi il mezzo migliore per esprimere l' emozioni.
E' qualcosa di magico, non trovi? Da pochi suoni nascono capolavori... che meraviglia!”
Io non ci capivo molto, non apprezzavo molto la musica, preferivo le arti visive e scritte.
Eppure mi sembrava davvero di comprenderti in quei momenti, con gli occhi sognanti e lontani.

 

Mettersi insieme fu la cosa più naturale di questo mondo, alla fine. Bastò la semplice domanda e la risposta fu un immediato “si”, detto con gioia e sentimenti. Mi chiedo ancora come fece ad essere così semplice, alla fine.
Passammo i più bei mesi della mia vita, ad esplorarci e scoprirci. Sorridevamo alle sorprese che una riservava all' altra, quei lati del carattere nascosti ai più, quelle arti segrete che solamente poche persone oltre a noi possono conoscere. Bastò così poco perché io mi innamorassi perdutamente di te.
Eppure un giorno, tornando a casa, non ti trovai più.
Anche se volessi chiedermi il perché non lo posso conoscere. Non mi lasciasti nulla che potesse spiegarmi i tuoi motivi. Magari amavi un altro oltre a me e a me sola mentivi.
Magari amavi così tanto il mare da volerlo seguire ovunque, nonostante tutto e tutti.
Oppure ti ha portato via quella musica che tu tanto amavi.
Io non lo so, non so cosa ti ha portato via da me.
Mi rimane solo una fotografia.
Magari un giorno la brucerò, ma per ora no, non voglio.
Devo prima smettere di innamorarmi di te.

   
 
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