Nel suo seno annuso tutte le gioie
immense del coito lurido e grezzo;
mi nutro della carne nivea rivolta in
scoperte fantasiose di ninfomania,
così sarà lei cocente e succulenta,
pronta per soddisfare il mio bisogno
d’edonismo, ma non devo, non devo
calarmi in quegli occhi d’infanzia prolungata,
è necessario ch’io mangi dal suo corpo per
strappare nel mio cuore quel imene che
vergine d’amore mi rende, dovrò per forza
di cose venerarla su altissime scalinate da
palestre scolastiche, dovrò per forza di cose
renderla inutilmente mia.