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Autore: Nackros    03/08/2011    11 recensioni
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Duncan alzò gli occhi al cielo.
«Donne» mormorò.
«Già, donne» sottolineò lei, «E per tua informazione domani mi accompagni in negozio».
«Ovviamente» rispose con tono sarcastico.
Un'altra cosa che Courtney odiava era sentirsi presa in giro.
Così, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio, iniziò ad incamminarsi verso il parcheggio.
«Le mie scarpe, ricordatelo» gli disse, prima di girare l'angolo.
[...]

La breve storia di un piccolo ricatto, fatto di scarpe dai prezzi esorbitanti e film horror.
Un fatto della vita quotidiana che porterà Duncan a comprendere che, alla fine, lei ritornerà sempre.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se avessero chiesto a Courtney quale genere di film odiasse di più lei avrebbe sicuramente risposto "horror".
Erano i film più inutili, schifosi e senza senso che avessero mai creato.
Li considerava senza una trama, a meno di che non si considerassero uccisioni e torture varie senza alcun senso logico parte di essa, e più adatti a dei decerebrati mentali con qualche grave disturbo a livello neurologico
Facevano schifo.
Eppure per qualche illogico motivo si ritrovava a fare la fila per il biglietto di uno di quegli stupidi film.
Non solo la stava facendo in piedi ed al freddo, ma era lì da due ore.
Due ore!
Non minuti o secondi... Ore!
E per cosa? Per uno stupidissimo biglietto di un film che probabilmente avrebbe odiato.
Mentre aspettava si mise ad ascoltare i discorsi di alcuni ragazzini intorno a lei.
Tutte persone esaltate che non vedevano il momento di sedersi sulle poltroncine a vedere qualche stupido fotogramma.
Si sarebbe voluta sotterrare per la vergogna, guardando in mezzo a quale gente era finita.
«Ne abbiamo ancora per molto, Duncan?» chiese sforzandosi di trattenere il tono di voce il meno irritato possibile.
Il ragazzo si alzò leggermente in punta di piedi scrutando la folla davanti a sé.
«Una mezz'oretta e ci siamo» rispose con un sorriso soddisfatto.
«Come?! Siamo qui fuori da due ore! Ti conviene trovare un modo per entrare in fretta se non vuoi che io muoia assiderata!»
«Da quando mi minacci di morire? Stiamo andando alla prima di uno dei più attesi film horror, non puoi pretendere più di tanto, Principessa»
In quel momento Courtney strinse le mani ancora più forte, trattenendosi dal tirargli uno schiaffo.
«Io me ne vado a casa» esclamò decisa, iniziando a farsi strada tra la gente.
Duncan mantenne un'espressione tranquilla, abituato a quel suo comportamento.
La bloccò poggiandogli una mano sulla spalla e costringendola a girarsi.
«Cosa vuoi adesso?» sbuffò.
«Oh, niente... Ti volevo soltanto ricordare che niente cinema, niente scarpe».
Lei assunse un'aria indignata, fulminandolo con lo sguardo.
Si ricordò del perché in quel momento si trovasse lì.
Duncan le aveva promesso di comprargli un paio di scarpe, ma solo se lei lo avesse accompagnato al cinema.
Era stata praticamente obbligata ad accettare; in fondo, non si trattava di un normale paio di scarpe.
Le avrebbe regalato un decoltè da una cifra esorbitante, esposto nella vetrina di quella che, probabilmente, era la boutique più chic del Canada.
Ma quando le aveva detto che sarebbe dovuta andare con lui al cinema non gli aveva raccontato della sua intenzione di andare a vedere la prima di un film horror.
Non aveva citato il fatto che si sarebbe ritrovata a fare ore di coda per vedere un po' di sangue finto.
«Lo faccio solo per le scarpe, e guai a te se non me le compri» disse rimettendosi nuovamente al fianco di Duncan.
Lui sorrise soddisfatto, cingendole un fianco e stringendola a sé.
La fila proseguì tranquilla e Duncan, nel mentre, riuscì a rubare qualche bacio a Courtney, che continuava a ribadire impettita che stava facendo tutto per le scarpe.
Pagarono i biglietti e presero il loro posto, aspettando l'inizio del film.
Quando le luci si spensero un gridolino eccitato si diffuse per tutta la sala, soffocandosi nel momento in cui apparsero le prime scene.
Le immagini iniziarono a scorrere sullo schermo, riempendo l'atmosfera di tensione.
Non c'era un fotogramma dove non si vedesse qualcuno morire squarciato, dissanguato o per chissà quale altro assurda maniera.
Courtney ricordava di aver già visto alcuni film horror, in qualche serata d'inverno in compagnia delle amiche.
Le avevano sempre fatto schifo, ma quello... Oh, quello batteva tutti!
In alcuni momenti avrebbe voluto coprirsi il viso, disgustata dallo spettacolo che era costretta a vedere, ma rimaneva come paralizzata, con gli occhi sbarrati e un crescente senso d'ansia nel petto.
Le passò anche la fame e lasciò che fosse Duncan e finire i popcorn.
Quando poté leggere la scritta “Fine”, e le luci si accesero, tirò un sospiro di sollievo.
«Allora, piaciuto Principessa?»
La ragazza gli lanciò uno sguardo pieno d'odio e si incamminò verso l'uscita, ignorando i commenti entusiasti di Duncan nei confronti dello schifo che avevano appena visto.
Già, perché tra tutti i film più schifosi che aveva visto quello sarebbe andato a finire in cima alla sua lista.
Una volta fuori ispirò forte l'aria fresca, appoggiandosi al muro scrostato e umido.
Sembrava avesse piovuto mentre loro erano all'interno del cinema.
Qualche pozzanghera macchiava la strada e si poteva sentire l'odore di bagnato.
Courtney sentiva la testa pesante, ed una strana sensazione allo stomaco.
Probabilmente la vista di tutto quel sangue ed interiora le aveva provocato un leggero senso di nausea.
«Duncan, quella cosa era vomitevole» affermò lei.
«Ah, si vede che non ne capisci niente, quello era un capolavoro! Hai visto che effetti speciali? Quando gli ha tirato fuori l'occhio col cucchiaino era fantastico! E quando ha preso l'acido e gliel'ha spars... »
«Se non la smetti ti vomito addosso» lo interruppe.
«Non ti credevo così sensibile» ghignò, tirandogli un leggero colpo con la spalla.
«Non sei divertente. E poi bisogna essere dei pervertiti per adorare una cosa del genere. Bisognerebbe vietare la produzione di certe schifezze.»
«Come sei esagerata! Vuoi ridurci tutti a guardare dei noiosissimi film dove i protagonisti non fanno altro che baciarsi tutto il tempo? »
«Almeno non mi farebbero venire da vomitare» ribattè decisa.
«Se è tutta una questione di vomito ti posso dare qualche pastiglia contro la nausea»
«Ah, come sei stupido!» esclamò esasperata.
«Ammettilo che un po' ti è piaciuto, era fantastico!»
«No, te l'ho già detto faceva schifo! Schi-fo! S-C-H-I-F-O!»
Il ragazzo si lasciò scappare una risata; vedere la sua Principessa arrabbiarsi in quella maniera così esagerata lo divertiva.
Adorava stuzzicarla.
Lei, al contrario, odiava che qualcuno gli ridesse in faccia.
Lo odiava ancora più di quello stupido film.
«Eppure hai comunque accettato il mio invito...» disse lui ancora con il sorriso.
«L'ho fatto solo per le scarpe. Quelle si che sono fantastiche, altro che guardare una persona mentre viene sciolta nell'acido!»
Duncan alzò gli occhi al cielo.
«Donne» mormorò.
«Già, donne» sottolineò lei, «E per tua informazione domani mi accompagni in negozio».
«Ovviamente» rispose con tono sarcastico.
Un'altra cosa che Courtney odiava era sentirsi presa in giro.
Così, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio, iniziò ad incamminarsi verso il parcheggio.
«Le mie scarpe, ricordatelo» gli disse, prima di girare l'angolo.
Il ragazzo, rimasto solo, si appoggiò al muro iniziando a cercare una sigaretta.
Prese il pacchetto e constatando che quest'ultimo era vuoto imprecò, gettandolo a terra.
«Hey amico, ti sei fatto lasciare così?»
Si girò. A parlare era stato un ragazzo, che da un po' di tempo osservava la scena.
Teneva un pacchetto di sigarette aperto, e gliene offrì una con un cenno della testa.
Duncan l'accese, assaporando il gusto della nicotina riempirgli i polmoni.
«Non mi ha lasciato» disse con tono pacato.
«Ma non mi sembrava neanche tanto felice...»
«Oh, ma lei è fatta così. Scommetto cinque dollari che tra qualche minuto è di nuovo qui.»
«Ci sto» rispose stringendogli la mano, «ho un debole per le scommesse»
«Allora sappi che hai appena perso» ribattè deciso.
«Perché ne sei così certo?»
«Oh, tra poco rinizierà a piovere e lei non ha queste» affermò con sicurezza, indicando le chiavi di un'auto tra le sue dita.
«Mi sono permesso di prendergliele in prestito» aggiunse con un ghigno.
Il ragazzo lo guardò stupito, vedendo la possibilità di guadagnare cinque dollari dissiparsi nel nulla e realizzando, invece, di averli appena persi.
«E poi» continuò Duncan, «la conosco troppo bene».
In fondo, dopo tutto quel tempo, sapeva come era fatta.
Aveva imparato a gestire quei suoi scatti d'ira.
E forse aveva anche imparato ad amarla, ma quello non l'avrebbe mai ammesso.
Sarebbe tornata, la sua Principessa.
Lei tornava sempre.







Salve a tutti!
Eccomi qua con la mia prima fanfiction su Duncan e Courtney.
Avevo questa idea che mi ronzava in testa da un po' ed ho finalmente deciso
di metterla per iscritto
Non ho mai scritto su questo pairing e spero che la storia sia di vostro gradimento.
Ho il terrore di essere andata OOC... Ditemi voi!
Io nel mentre ringrazio tutti quelli che hanno letto fin qui ;)

Alla prossima! :3

   
 
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