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Autore: Lady Trash    04/08/2011    3 recensioni
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Maes Hughes, 1885 – 1914, occhi verdi e capelli neri: il grandissimo bastardo che doveva spingermi in alto e che invece poi è morto.
Genere: Guerra, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Envy, Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Canzone;
 - pensieri di Roy;
 - narrazione esterna;
 - "Hughes parla nelle virgolette"
 - nota: vi sono dei dialoghi che avvengono nel sogno, vi accorgerete subito quali sono.

La guerra di Mustang

Dormi sepolto in un campo di grano,
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

 
Maes Hughes, 1885 – 1914, occhi verdi e capelli neri: il grandissimo bastardo che doveva spingermi in alto e che invece poi è morto.
 

Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente.

 
Così dicevi, in guerra, quando eravamo al riparo da sguardi indiscreti e ci confessavamo i nostri peccati. 
 
Uno schiocco di dita ed Envy bruciò nelle fiamme dell’inferno, torride nella loro voglia di vendetta.
 
<< Allora Mustang - disse l’homunculus mentre si rigenerava - tutto qui quello che sai fare? E’ questo l’uomo che vuole vendicare Maes Hughes? >>
 
<< Non osare nominarlo lurida bestia! >>
 
Così dicevi ed era d’ inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve,
il vento ti sputa in faccia la neve.

 
Nella distruzione della guerra solo noi due riuscimmo a mantenere  salda la nostra amicizia; se tu ti lanciavi all’attacco io, dall’alto di una pianura, mentre bruciavo case, persone e sorrisi, ti guardavo le spalle.
 
Roy Mustang, accecato dall’ira, schioccò più volte le dita, bruciando Envy come fosse benzina.
In quel suo sogno non c’era nessun tenente Hawkeye che gli puntava una pistola contro, nessun Scar che gli faceva la predica o Edward Elric che lo rimproverava. Era solo il suo istinto, la sua voglia di vendetta, che alimentava quell’assurda fantasia dove lui era libero di incenerire a suo piacimento l’homunculus.
Il vero Roy Mustang si agitò nel letto, strizzando gli occhi e stringendo possessivamente il corpo di sua moglie, preda di un incubo più grande di lui.
 
Fermati Maes, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce.

Ma tu no lo udisti e il tempo passava,
con le stagioni a passo di java,
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera.

 
 << No … Hughes, fermati! >> mormorò il Colonnello nel sonno, contraendo il volto.
 
<< Ehilà Mustang, sei sveglio? >> domandò provocatorio Envy, che forse, nell’immaginario del colonnello, desiderava la morte.
<< Per sfortuna tua questo è il mio sogno e qui posso fare quello che voglio! >> urlò furioso, schioccando le dita di entrambe le mani.
 
Hughes, proprio mentre ti stavi godendo la primavera della tua vita, moristi senza alcuna vergogna. Non hai forse pensato ai tuoi doveri di padre, di marito e di amico? Si? Allora perché ci hai lasciati?
Camminavi alla ricerca della verità, dell‘ orrore che il nostro Paese stava combinando,e non ti accorgesti che intanto il vento ti consigliava di desistere, di ritornare sui tuoi passi. Ma anche se l’avessi sentito saresti morto lo stesso, vero Hughes?
 
 Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato;

cadesti  a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno.

 
Mi chiedo cosa stessi pensando quando sei morto, conoscendoti avrai sicuramente chiesto scusa alla tua famiglia. E a me, a me che pensieri avrai rivolto? Forse mi avrai augurato buona fortuna, per la disgrazia imminente.
“Prenditi cura di Gracia e di Elicia, Roy. E trovati una moglie!” già ti sento rivolgermi queste parole d’affetto, alla fine ti ho ascoltato: adesso mia moglie Riza giace con me nel letto, preda delle mie strette vigorose. Vorrei tanto che quest’incubo finisse.
 
<< Mostro! Finché durerà questo sogno potrò sfogare su di te la mia rabbia!>> anche se poteva ucciderlo, anche se poteva gioire ad ogni suo urlo di disperazione, Roy Mustang desiderava soltanto svegliarsi, sentire sua figlia piangere e correre a consolarla, a raccontarle una favola per farla riaddormentare.
E invece era lì, costretto ad un’angoscia notturna che non aveva mai desiderato; aveva chiuso gli occhi, la sera prima, e subito dopo si era ritrovato Envy davanti, pronto a stuzzicarlo, ma soprattutto pronto a farsi ammazzare quante volte avesse desiderato. Con quella era già la terza.
 
<< Sai quanti anni aveva Elicia? TRE! A tre anni è rimasta orfana di padre! Ti sembra giusto?!! >>
<< Non è compito mio decidere cosa è giusto e sbagliato, Mustang … >> rispose Envy assottigliando lo sguardo.
 
Dormi sepolto in un campo di grano …
 
<< Io sono qui solo per farti sfogare la rabbia che provasti quando scrutasti la tomba del tuo caro amico, la furia omicida che sentisti quando vedesti la sua bella vedova dallo sguardo amaro! >>

… non è la rosa non è il tulipano …
 
<< La pazzia che ti colse quando udisti sua figlia singhiozzare!! >>
 
… che ti fan veglia dall'ombra dei fossi …
 
<< Io sono qui per farti schioccare le dita, non era questo quello che volevi?! >>
Envy urlò quelle ultime parole spalancando gli occhi; ad un tratto si mise a ridere come un matto tenendosi la pancia con le mani e rotolandosi a terra per l’emozione di quel momento che lui, secondo le fantasie di Mustang, considerava ilare.
Roy fece per schioccare le dita un’ultima volta.
 
<< ‘Sta volta non sarà un vicolo a sorbirsi le mie fiamme! >> gridò accecato dalla furia.
 
Ad un tratto però, proprio prima del colpo di grazia, si andò propagando nella testa dell’uomo il pianto di una bambina che poco a poco si faceva sempre più acuto. Quello, nel suo immaginario, valeva tanto quanto la pistola di sua moglie.
 
“Va bene così Roy, neanche nei tuoi sogni devi uccidere” quasi vide il sorriso dell’amico, mentre gentilmente gli dava una pacca sulla spalla.
 
Grazie Hughes, grazie davvero.
 
… ma sono mille papaveri rossi.
 
 Fu questa l’ultima cosa che sentì, prima di svegliarsi.
<< Roy, mi soffochi! >> ridacchiò Riza che come lui si era svegliata avendo sentito piangere la loro bambina.
<< Scusa … >> rispose lui sciogliendo l’abbraccio d’acciaio e mettendosi seduto sul materasso, solo in quel momento si accorse di quanto fosse fradicio di sudore.
<< Aspetta, vado a prendere Chris. >>
Ritornò poco dopo con la bambina in braccio e un biberon in mano, si sedette di fronte al marito e gli parlò con gli occhi, mentre allattava la bambina.
<< Un incubo, nella mia testa c’era un casino armato. >>
Non rispose lei, si limitò a guardarlo un’altra volta.
<< Io potevo bruciare Envy quante volte volevo, non c’era nessuno a fermarmi. Pensavo anche! >>
<< E poi? >> domandò Riza sistemandosi la bambina in grembo.
<< Aspetta, dammela. >> dopo che ebbe preso sua figlia in braccio, Roy Mustang si sentì in pace con se stesso.
<< Poi … ho sentito Chris piangere, e mi sono fermato. Mi ha svegliato poco prima che gli dessi il colpo di grazia. >> disse osservando sua figlia negli occhi, incontrando i colori di sua moglie.
<< Bhe … l’importante è che ti sei fermato no? >> gli disse guardandolo teneramente e carezzando la testolina nera della loro bambina.
<< Si, oggi è stata lei a ricordarmi chi sono. >>
<< Ne sono felice. >>
<< Anche io. >>
 Si sorrisero e Roy Mustang dimenticò Envy e l’incubo nel quale l’aveva trascinato.


La guerra di Mustang non nasce come sfottò alla famosissima quanto bellissima canzone di De André, spero che il testo ve lo abbia fatto capire.
Non ho inserito tutta la canzone ma solo le parti che ritenevo più opportune, nonostante tutta la poesia in sè mi ricordasse molto Hughes.
Spero apprezziate questo mio lavoro, che è basato su Full Metal Alchemist Brotherhood e non su Full Metal Alchemist.
Chris è ovviamente la figlia di Roy e Riza e porta il nome della nonna, la madre adottiva di lui, che compare nell'anime come Madame Christmas.
Ad un certo punto invece di "Piero" ho messo "Maes" ma spero perdonerete questa licenza che mi sono presa ;)
Non sono sgradite le recensioni
Argentea Michaelis
   
 
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