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Autore: Dream_Maker    04/08/2011    1 recensioni
La storia di Cenerentola (o forse non proprio hehe)con i personaggi di Death Note e due piccoli intrusi!!
Riuscirà il principe Lawliet a trovare moglie? E Mello riuscirà a liberare Matt dalle pregioni?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta tanto tempo fa, in un castello lontano, un principe.
Questo era un ragazzo che aveva già venticinque anni, ma non aveva ancora trovato moglie, non perché era brutto, o antipatico, ma perché lui non voleva proprio sentire parlare di ragazze.
Maggiordomo: signore, suo padre, il re Mikami, esige che lei si sposi entro due settimane, che sia consenziente o meno. Mi dispiace.
Il principe, seduto al suo solito e alquanto strano modo, su una poltrona si guardava allo specchio e mangiava una fetta di torta.
Principe: e sia, faremo un ballo, la ragazza che farà colpo su di me diverrà mia moglie!
Maggiordomo: e chi inviteremo?
Principe: tutte le donne in età da marito del regno!
 
E c’era sempre una volta tanto tempo fa, ma non in un castello, in una soffitta una ragazza, la quale viveva con la matrigna e le due sorellastre.
La matrigna era svampita e non capiva una mazza, in realtà era un patrigno ma siccome aveva un nonché di materno la ragazza lo chiamava matrigna.
Una delle due sorellastre era perfida e cattiva, antipatica e vanitosa, l’altra era apatica, sembrava non provare emozioni, ma anche lei se credeva bellissima e intelligentissima.
Tutte e tre, però, trattavano malissimo la povera ragazza, che non ce la faceva più.
 
Un giorno, a casa della matrigna, arrivò una lettera:
 
Carissimi sudditi, il principe, oramai in età da moglie
Ha deciso di trovarne una.
La sera del 15 Agosto, a partire dalle 19:00
Si terrà un ballo,
nel quale il principe sceglierà la sua sposa.
Il re, Mogi
 
Il panico si scatenò nella casa, mancavano due giorni al ballo, e i preparativi iniziarono immediatamente.
Sorellastra1: muoviti, sguattera! Lava e stira il mo vestito!
Sorellastra2: anche il mio…
La poverina lavorava e lavorava, nel tempo libero aveva iniziato a cucire il suo di vestito, con la vana speranza di potere andare anche lei al ballo.
La famosissima sera arrivò più velocemente del previsto e il vestito della poverella non era ancora pronto, ma lei ci provò lo stesso, chiese alla matrigna di potere andare con loro.
Matrigna: ma io non saprei credo proprio di… no.
Sorellastra1: ma sei impazzita?? Tu? Neanche per sogno, stai a casa a pulire il pavimento!
E se ne andarono.
 
Intanto al castello:
Maggiordomo: signore e signori!! Ecco a voi… il principe Lawliet!
Lawliet: grazie Watari…
Le ragazze già presenti erano in subbuglio, tutte tranne due, sedute una davanti all’altra su un tavolino, parlavano fitte, fitte.
Una mora, con li occhi azzurri, con un bel vestito azzurro corto, l’altra, bionda, con gli occhi azzurri, un vestito viola lungo, con qualcosa che ricordava troppo esplicitamente un maschio.
Ragazza azzurra: allora, è tutto pronto? Dobbiamo ucciderlo, credi di potercela fare?
Ragazza viola: certo Ace… cosa credi sono un professionista!
Ace: Mello, ti pregherei di non usare il mio vero nome, io sono Misa…
Mello: e anche tu se per questo… io come mi chiamavo? Già, Takada… che nome del cazz…
Ace: Takada! Siamo due ragazze di buona famiglia! Non diciamo queste cose!
Mello: si, si, hai ragione… comunque mentre io uccido il re tu devi salvare Matt nelle segrete! Mi raccomando!
Ace: lo so il piano Takada! Ok?
In quel momento annunciarono altre due ragazze.
ECCO A VOI LE SORELLE LIGHT E NEAR, FIGLIE DI ROGER.
Tutte partirono in quarta verso il principe per chiedere di ballare con loro.
Me nessuna delle due ragazze, né quella dal vestito azzurro né l’altra sentirono, erano troppo impegnate a parlottare tra loro.
 
Nella casa della matrigna la ragazza stava piangendo.
Anche lei voleva vedere il principe, le era sempre piaciuto, non perché era un principe, ma perché era bello davvero, ed era anche divertente (per via del suo modo di fare e di sedersi) e simpatico.
Era seduta davanti alla porta e vide davanti a sé una luce, alzò gli occhi.
In mezzo alla luce c’era un ragazzo vestito da donna.
Ragazza: e tu chi sei???
???: Eka, io sono la tua fata madrina, sono Matsuda.
Eka: si??? Avrei detto che eri un trans… ops…
Matsuda: ehi!!! Potrei offendermi!! E pensare che ero qui per aiutarti…
Eka: davvero?
Matsuda: certo! Ti farò andare al ballo, con una magia ti vestirò per bene!
La “fatina” agitò la bacchetta e… PUF!
La ragazza si ritrovò vestita di tutto punto con un bel vestito elegante e… delle scarpe da skate.
Eka: scarpe da skate???
Matsuda: questo è quello che ho, accontentati!
Eka: ok, ok…
Trasformò una carota in una Ferrari arancione.
Matsuda: ricorda che l’incantesimo finisce a mezzanotte in punto!!!
Eka: si, si certo! Grazie!
Matsuda: prego!!
La Ferraripartì,
Matsuda: è così difficile vederli crescere… sniff…
 
Nel carcere del castello un ragazzo dai capelli rossi guardava per aria, urlando perché voleva una sigaretta.
Non sentendo risposta iniziava a insultare un certo Mello, che doveva sbrigarsi, lui e quella pazza della sua amichetta.
 
Mello e Ace: etciù.!
Mello: qualcuno sta parlando di noi!
Ace: si…immagino che sia Matt che ci stia insultando perché è in astinenza da fumo…
Mello: già… mi viene voglia de lasciarlo là…
Ace: si ma poi che lo dice all’ameba bianca?
Mello: mhp… quando agiremo?
Ace: tra poco, aspettiamo che siano arrivati tutti…
I due parlavano fitti, fitti e non si accorsero che qualcuno con due piccoli occhi neri li stava fissando con sguardo truce, chiedendosi dove fosse Matt.
Iniziò a camminare verso di loro ma la sua traversata fu fermata dallo squillare delle trombe.
CHE LE DANZE ABBIANO INIZIO!
I due al tavolo, per non destare troppi sospetti si alzarono e si mischiarono alla folla.
Tutte le ragazze stavano davanti al trono del principe aspettando che lui scegliesse una di loro.
Lawliet: Watari?
Watari: si?
Lawliet: ho scelto…
Il silenzio cadde nella stanza, la tensione si poteva vedere.
Ragazza: guardate! La tensione, è così carinaaaa!!!!!
Tutti: stai zitta te!
Il principe si alzò e con un passo lento si incamminò, man mano che passava ragazze svenivano o scoppiavano a piangere perché non erano state scelte.
Con grande stupore di tutte il principe continuò a camminare fino alla fine della sala, verso la porta sul fonde che dava sul giardino; proprio mentre varcava la soglia qualcun altro entrava e qualcun altro ancora metteva in atto il suo piano.
Mello: FERMI TUTTI O VI AMMAZZO!!
Lawliet: ma che cazz…
Mello: TUTTI, MANI DIETRO LA TESTA E SDRAIATI PER TERRA! PRINCIPE, QUI!
Tutti obbedirono, anche il principe, tutti tranne Eka, che non ci poteva credere.
Ace: hai sentito? A cuccia o ti secchiamo!
Eka: ma tu… ma voi…
Ace: noi cosa?
Eka: siete gli amici di Near!
Mello: si e tu come fai a saperlo… aspetta…
Ace: oddio… Near è… qui?
Eka: ci…
Mello iniziò a sbiancare visibilmente, e così anche Ace.
Si guardarono in giro convulsivamente.
E lo videro, cioè la videro, la sorellastra apatica, con i suoi capelli bianchi e occhioni neri.
Mello: merda!
Tutto era andato a rotoli, Near era li e molto probabilmente si stava chiedendo che cosa stesse facendo Mello, così avrebbe scoperto che per colpa sua e di Ace Matt era finito in gattabuia.
Lawliet: se posso interrompere, la probabilità che non abbia capito niente è del 100%...
Mello: tanto ora mai siamo nella merda comunque… siamo qui per uccidere tuo padre per vendetta e per liberare il nostro amico Matt dalle vostre prigioni!!
Lawliet: ah… bè fai pure… meglio così non sarò obbligato a sposarmi…
Dire che la folla c’era rimasta male era dire poco.
Quello che successe in seguito fu solo il caos totale, gente che urlava e si lanciava su Mello e gli altri.
Alla fine in carcere Matt aveva compagnia.
Lawliet: le probabilità che i miei sudditi sono infedeli sono del 87%...
Mello: zitto! Non mi sembra il momento di sparare cifre alla cazz… cavolo!
Near: il primo che deve stare zitto sei tu… mi hai fatto finire nei guai, e io non centravo niente…
Matt: io sono contento, così ho compagnia.
Ace: forse era meglio avere compagnia liberi??
Tutti si girarono verso Eka, l’unica che non aveva detto niente.
Era accovacciata in un angolo con la testa tra le ginocchia.
Ad un tratto alzò la testa violentemente.
Eka: cazzo!!!!!!!!!!!!!!!!! E io ora come faccio???
Nessuno riuscì a capire che cosa intendeva.
Lei si guardò in giro e iniziò a camminare avanti e indietro farfugliando qualcosa su un trans magico di nome Matsuda.
Eka: che ore sono?
Matt: le undici in punto…
Iniziò a camminare sempre più velocemente.
Ace stava perdendo la pazienza, nessuno era normale li dentro, ma quella meno di tutti.
Ace: e la smetti? E’inutile che stai lì a insultare il vuoto! Aiutaci a trovare una soluzione!
Grazie alle sue stesse parole le venne in mente un’idea, si fece spiegare da Lawliet come funzionava nelle sue prigioni.
Lui spiegò per filo e per segno tutto quel che c’era da sapere.
Ace: mmm…
Mello: hai un piano?
Ace: aspetta!
Si guardò i piedi.
Ace: si, ho un piano!
Eka: prendiamo delle provviste, prendiamo una barca e ce ne torniamo a casa!
Matt: ero quasi sicuro che fosse: prendiamo delle provviste, prendiamo una barca e poi ce ne torniamo in Spagna, non a casa…
Mello: ma mi sembra ovvio che noi, non essendo spagnoli, non torneremo in Spagna!
Near: e credo che non prenderemo nemmeno una barca…
Matt: quindi mi spiace ragazzina ma la tua idea è stata bocciata…
Nella cella calò il silenzio, chi stava ancora assimilando il “piano” proposto da Eka, chi era sconvolto dalla demenzialità della sua uscita, e poi di quelle di tutti gli altri.
Il silenzio diventava sempre più pesante, nessuno sembrava interessato al piano di Ace, probabilmente se n’erano già dimenticati, a lei stessa era sfuggito di mente.
Lawliet fece una specie si sospiro, poi il suo viso si illuminò.
Lawliet: ci sono!
Tutti gli occhi erano fissati su di lui, i presenti pendevano dalle sue lebbra.
Lawliet: hai copiato il piano da Tullio di El Dorado! Ecco dove l’avevo già sentito!
Se fossero stati un cartone animato sarebbe spuntata una gocciolona sulla fronte dei ragazzi e delle ragazze, ma erano nella realtà.
Ace: ma tu non eri intelligente?... no ma non fatemi diventare scema anche a me! Avevo un piano…
Matt: prend…
Ace: NO MATT, non prenderemo nessuna barca e nessuna provvista, dobbiamo solo aspettare la fine del turno di guardia e forzare le sbarre!
Eka: oh si, come Jack in pirati dei caraibi!
Ace: si… come vuoi…
Near: con cosa forzeremo le sbarre, scusa?
La ragazza lo guardò per un minuto buono in silenzio, poi un sorriso apparve sulle sue labbra ben curate, creando delle buffe rughette sugli zigomi.
Mello: sei così bella quando sorridi!
Ace: oh grazie!
Eka: allora, con cosa le forziamo???
Ace: non ne ho la minima idea!
Lawliet: geniale! Non abbiamo un piano, sono rinchiuso con degli idioti e… soffro di claustrofobia!!!
Il ragazzo era accucciato in un angolo e faceva avanti e indietro tutto preoccupato, cosa che preoccupò non poco gli altri che si misero seduti a pensare un modo per scappare.
Matt: Mello?
Mello: si, che c’è?
Matt: hai detto ad Ace che è bella?
Il biondo (ancora vestito da ragazza), con espressione perplessa guardò il rosso, poi, pian piano la consapevolezza di averlo detto davvero fece mutare il suo sguardo, che diventò di terrore per poi diventare di preoccupazione e, infine, di imbarazzo e diventò tutto color capelli di Matt.
Lo stesso era per Ace, il suo viso, solitamente bianco, diventò bordeaux.
Ace: l’ha detto?
Mello: l’ho detto?
Eka: si l’hai detto davvero, l’ho sentito io…
Mello farfugliava qualcosa come scusa e Ace cercava di darsi una spiegazione logica.
Aveva capito, Mello era caduto un in buca spazio-temporale e si era scambiato con un suo clone di un altro mondo che la pensava al contrario di quello originale…
Mentre lei si faceva questi complessi, Mello era caduto in depressione, aveva fatto una bruttissima figura, non aveva fatto apposta a dirlo, gli era scappato, Matt e Near si erano messi vicini e si coccolavano parlando sommessamente, Eka guardava davanti a sé non sapendo cosa fare e lawliet… bè, era nel panico più totale, ma nessuno ci badava.
Mello: ho detto quello che pensavo, la verità, sono stato oggettivo, no?
Aveva posto la domanda a Matt, ma lui non lo stava ascoltando, era troppo intendo a stare con Near.
Eka: bè soggettivamente parlando sei stato oggettivo…
Sorrise compiaciuta annuendo per quello che aveva appena detto.
Anche Mello ne sembrava convinto, e, alla fine, se ne convinse anche Ace.
Ace: giusto, soggettivamente sei stato oggettivo…
Tutti e tre annuirono, Eka era particolarmente soddisfatta di sé, li aveva calmati, così sembrava; poi l’occhio le cadde sul rosso e l’albino.
Eka: ma stanno insieme?
Mello: ma non dirmelo…
La bionda parve pensarci un attimo, socchiuse un po’ gli occhi con fare intelligente, spostò il suo sguardo su Ace e poi su Mello e le comparve un sorrisone largo come un camino.
Balzò in piedi esultante.
Ace: che succede?
Eka. Lui sta con lui, tu stai con lui!!!
Batteva le mani.
Mello; è andata completamente anche lei, come l’altro.
E indicò il principe nell’angolo della cella.
Lawliet: sei in un prato verde, c’è un bel sole, beeeello!!! Fa caldo, stai correndo, c’è un coniglietto… ciao coniglietto!!....
Ace: bè, cioè io e lui non stiamo proprio insieme… cioè no…
Mentre lo diceva arrossiva sempre di più.
Eka: ma non siete venuti qui per lui!! Lawliet!
Sentendosi tirato in causa il ragazzo alzò lo sguardo.
.Eka: sposami!
Fece per saltargli addosso, ma lui si spostò prontamente.
Lawliet: io non voglio sposare nessuno! Specialmente principessine viziate che mi vogliono solo per i soldi!
Eka tirò su con il naso, Mello e Ace guardavano stupiti il principe, anche Matt e Near alzarono lo sguardo, ponendo attenzione si due.
Eka: ma io sono un pezzente!! Vero Near?
Lawliet: bè, peggio ancora! Vuole dire che i soldi ti servono di più!
Eka; ma chissene frega dei soldi! Puoi lasciarli tutti all’associazione aiuta fate madrine trans in difficoltà! Viviamo da pezzenti in una casa in mezzo ad un bosco, con tanti bambini se vuoi, a patto che i bambini li faccia tu!
Near, che non l’aveva riconosciuta, si faceva complessi perché non capiva chi era e come si erano conosciuti.
Eka si rannicchiò dove prima c’era il principe e scoppiò in lacrime, ma il suo pianto non durò a lungo.
Le campane della mezzanotte suonarono, e, sentendole, si alzò e gridò una “bella” parola alla fata madrina.
Ace: questa è andata fuori di testa.
Mello; e te ne sei accorta adesso tesoro?
Ace: tesoro? Che tenero che sei!
Mello: dici? Ehm… senti…
Ace si aspettava già la sua dichiarazione e si stava preparando mentalmente, Ma l’attenzione di tutti fu catturata della biondina fuori di testa.
Aveva iniziato a luccicare.
Matt: si sta digievolvendo!
Fu prontamente zittito da Near, che non voleva spiegazioni su come di evolvono i Digimon.
Alla fine la bionda non era più bionda e il suo vestitino non era più un vestitino.
Near: Eka?
Eka: ma va là? Mica c’ero arrivata!
Ora più che mai la sua figura stonava con tutto il resto, corti capelli castani in disordine, pantaloncini in jeans e canottiera, entrambi vecchi e un po’ logori.
Mello; la sguattera, è vero!
Ace: ma mi era sembrata così una ragazza seria!
Lawliet: ma allora sei davvero una pezzente!
Eka: si! Ho vissuto in modo pietoso fino ad oggi, e non mi interessa, potrei continuare così per sempre! Però con te…
Lui la guardava, più che guardarla la squadrava da capo a piedi.
L’aveva già vista, ma dove?
Lawliet: ti ho già incontrata?
Eka: al mercato, stavi cercando un pasticceria e ti ho accompagnato…
Ora si ricordava! Quel giorno era andato a fare una passeggiata per il paese e al suo passaggio tutti si inchinavano, gli facevano offerte sui loro prodotti e lo lasciavano passare.
Lei gli era andata addosso, l’aveva guardato male e poi l’aveva accompagnato come se niente fosse alla pasticceria più buona.
Lawliet: ricordo… non sapevi nemmeno chi ero…
Eka: hehe… già…
Lui la guardò di nuovo, era carina si, ma… sarebbe rimasta così?
Matt: proporrei un matrimonio di gruppo!
Mello: prego?
Matt: ma si! Io e Near, tu e Ace e lei e Lawliet! Geniale, no?
Mello: mi sa che non sono ancora ammessi i matrimoni gay…
Near: ma io sono la sorellastra, non il fratellastro…
Ace: io la trovo un’idea geniale! Ci sarà un casino di gente!
Il biondo era d’accordo e nello stesso tempo contrario, gli sarebbe piaciuto un matrimonio così, per carità, ma Ace… lei non lo voleva davvero, lei voleva la festa ed il divertimento e non lui…
Eka: mi piacciono i matrimoni! Da bere gratis per tutti!
Lawliet: jack, in pirati dei caraibi, vero?
Lei annuì con forza.
Un rumore di passi li fece voltare tutti.
Qualcuno si stava avvicinando alla cella, con passo lento.
Un vecchietto.
Lawliet: Watari! Oddio, per fortuna sei arrivato!
Watari: L, stai bene? E voi ragazzi? Bè.. venite con me… siete liberi!
Uscendo dal castello la folla li aspettava sotto la scalinata, sembravano dispiaciuti.
Matt: io e Near ci sposiamo!
Aveva rotto l’aria solenne.
La folla ammutolì per un istante poi esplose.
Folla: Bacio! Bacio! Bacio!
I due non se lo fecero ripetere due volte.
Mello: Ace… mi sembra il momento adatto di continuare il discorso di prima… ecco tu… oddio cosa posso dire?
Ace: che ci sposiamo…
Gli saltò al collo, si baciarono appassionatamente, commuovendo uomini e donne, bambini e bambine.
Folla: bravi!! Vogliamo il bis!
Mello: anche noi ci sposeremo!
Matt: insieme a noi! Una cerimonia unica!
Urla gi gioia, nessuno quasi conosceva quei ragazzi, ma erano ugualmente contenti per loro (o almeno speravano che fingendosi entusiasti gli avrebbero invitati al matrimonio).
Dopo qualche minuto di foga tutti gli sguardi si posarono sul principe.
Lawliet: che c’è?
Tutti: e lei, sire?
Lui iniziò a guardarsi attorno nervosamente, non sapeva cosa dire.
Eka lo capiva, si vergognava a dire che non aveva trovato nessuno, ma ancora di più a dire che gli era passato per la testa di prendere in moglie una barbona come lei.
Non voleva causargli altro imbarazzo e iniziò a correre giù per le scale, non aveva più le scarpe da skate, ma i piedi nudi.
Lui aveva i riflessi pronti, le corse dietro e in due secondi la prese per il polso.
Sorrise e si tolse le scarpe anche lui.
Lawliet: io le odio…
Ace: sono così puccioli!!!!!
La folla annuì, anche loro lo pensavano? Probabilmente no, però erano curiosi di sapere come sarebbe andata a finire.
Eka non lo guardava in faccia, si guardava i piedi, sporchi, e muoveva le dita.
Lawliet: dove volevi andare?
Eka: a casa… non volevo metterti in imbarazzo, io sono…
Le sue parole furono interrotte dal singhiozzo, le lacrime erano uscite da sole, senza che lei se ne accorgesse, e ora si malediceva, non riusciva nemmeno a trattenersi,
Lawliet: Watari! Portalo qui!
Ubbidiente il vecchio entrò nel castello e ne uscì fuori dopo meno di cinque minuti, porgendo qualcosa al principe.
Lawliet: è tuo?
Le fece vedere un braccialetto, con su le sue iniziali.
Eka: oddio! Dove l’hai trovato?
Lawliet: l’hai perso quel giorno al mercato quando sei scappata via… ti ho cercata, ma nessuno sapeva dirmi chi aveva queste iniziali…
Nessuno ne era in grado perché nessuno la chiamava con il suo vero nome da anni.
Ace: sniff… è come la storia di Cenerentola, solo con un braccialetto! Perché… che come iniziali ha HX? Solo lei!
Lawliet: ora che ti ho ritrovata…. Bè… quando? Io farei tra tre giorni!
Eka: cosa?
Ace: il matrimonio!!
 
La cerimonia ebbe inizio, erano tutti in tiro, la più bella era Ace senza dubbio, il vestito le calzava a pennello, e il trucco faceva risaltare i suoi occhi grigi con sfumature azzurre, e le scarpe con tacco altissimo le stavano benissimo.
I ragazzi erano in giacca a cravatta, classici, e con i capelli pettinati.
Eka aveva su un classico vestito da sposa, niente di più, niente di meno, con un corpetto “troppo e assolutamente schifosamente stretto” come lo definiva lei, e le scarpe “belle si, ma scomodeeee!!!!”.
Eka: io lo odio! Mi sembrava così bello!! Ma dovevo provarlo meglio!
Ace: sei una pasticciona! Si può non provare per bene il vestito da sposa? Ahaha!!
Il banchetto, dopo la “messa”(il prete era un certo Hidan e non aveva l’aria da prete), ebbe inizio.
Mello: c’è da bere per tutti! Come aveva detto Eka…
Ace; già… anche… il rhum?
Lawliet: si, perché jack dei pirati dei caraibi lo beve… mha…
Ace: quella ragazza è incredibile ma… e proposito, dov’è?
Lawliet: non lo so, mi ha detto che andava a fare una cosa importante e che tornava subito…
Si guardarono in giro per un po’, per gli ospiti ne uscirono con un’espressione di sorpresa, era tornata la sposa… ….
In pantaloncini di jeans, canottiera e senza scarpe.
Ace: eccola, sempre la solita! Mi fa morire dal ridere!
Mello: è… una scema…
Anche il principe si tolse le scarpe.
La festa ebbe inizio, con balli, canti, mangiate e bevute.
 
E vissero per sempre felici e contenti.
È così che finiscono le storie, no?
 
THE END
(secondo la nostra prof di inglese non si dovrebbe metter il THE END alla fine perché rovina il finale…. Ma io lo metterò lo stesso xD)
 
Lo so che è una gran cazzata ma mi sono divertita tantissimo a scriverla!!! xD Questa storia è dedicata ad Ace la mia migliore amica che però non sa dell’esistenza di questo sito! Ahahah ma gliela farò leggere (^^)
 
   
 
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