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Autore: reby    05/08/2011    9 recensioni
Quando la vita ti sbatte in faccia la realtà non puoi far altro che accettarla. E' questo che sta facendo Taichi Yagami, quando è pronto a svolgere il suo dovere di testimone al matrimonio del suo ex migliore amico e dell'unica ragazza, ormai donna,che abbia mai amato.
E' pronto ad accettare la verità dura e cruda.
Ma quando Mimi gli dice che Sora vuole vederlo in privato prima della cerimonia, il suo cuore torna a battere dopo mesi e mesi d'assenza.
Ennesima oneshort sulla mia coppia preferita, Taiora.
[Yamato non ci fa proprio una bella figura, siete avvisate!]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consequence.
 
 
 
 
 
 
 
 
Era inutile farsi domande.
Inutile domandarsi come fosse possibile, com’era finito in quella situazione con il cuore lacerato.
Non ce la faceva, semplicemente non lo accettava.
Era convinto che non l’avrebbe accettato nemmeno in un’altra vita.
Taichi Yagami si guardò per un’ultima volta allo specchio, conscio di vedere il fantasma di se stesso che l’aveva sostituito da circa un anno.
Un fantasma che pochi avevano imparato a riconoscere dal reale Taichi.
Quello smoking gli stava bene, doveva ammetterlo. Sua sorella aveva davvero un senso estetico invidiabile:tirava nei punti giusti, faceva risaltare i suoi addominali e le gambe da calciatore. Era un professionista, ormai.
I capelli, indomabili come sempre, aveva deciso di non cercare di tenerli a bada: erano un pallido e triste rimasuglio della sua vita passata.
Una vita felice, semplice, piena di speranze e…di amore.
Già, l’amore.
Una parola che aveva cancellato dal suo dizionario, strappato dalla sua mente ed estirpata dal cuore.
Non esisteva più. Punto.
All’ennesimo suono metallico del suo cellulare si riscosse dai pensieri ed afferrò le chiavi della moto sportiva.
Si entrava in scena.
 
 
 
 
C’erano tutti.
L’ingresso della cattedrale era impreziosito da un tappeto rosso sul quale alcune piante basse erano state accuratamente sistemate per dare quel tocco in più.
Opera di Mimi, sicuramente. Infondo lei  non l’aveva scelta per caso come sua organizzatrice di nozze.
Parcheggiò la moto lontana dall’entrata per permettersi una fuga rapida alla fine della cerimonia.
Aveva appena messo la catena quando si sentì strattonare il braccio violentemente.
-Dove cazzo eri?Aspettavamo solo te-.
Eccola, la damigella d’onore della sposa.
-Che importanza, non sapevo di contare così tanto qui-, fu la risposta sarcastica di Taichi che fece infuriare Mimi ancora di più.
-Non fare lo stronzo Tai. Non oggi-.
Lui ridacchiò, prendendola sottobraccio ed incamminandosi in chiesa.- Non l’ho mai fatto Mimi. Ho recitato la parte del migliore amico felice per tanto tempo, non vedo perché mai dovrei cominciare a fare lo stronzo ora-.
Sentì la ragazza rilassarsi e sospirare, mesta.- Scusa-, mormorò, carezzandogli la mano.
-Dov’è il tuo consorte?- chiese allora il castano, sentendo la voragine in petto aprirsi sempre di più una volta entrati nell’edificio sacro.
-Prima fila, armato di macchina fotografica.-
-Non avevo dubbi-.
E poi eccolo, il bastardo.
Smoking, capelli biondi perfettamente in ordine, sorrisone a trentadue denti stampato in faccia.
Tai lasciò Mimi che andò subito dalla sposa che aspettava il suo testimone nella stanzetta adiacente e lui s’incamminò verso l’altare attraversando tutta la navata centrale e catalizzando l’attenzione di tutti i presenti su di lui.
Ma non se ne curava affatto.
Aveva occhi soltanto per il suo nemico.
Che gli stava portando via l’unica donna che avesse mai amato.
 
 
-Sora, Taichi è finalmente arrivato possiamo cominciar…-
-Chiamalo-.
Mimi aggrottò le sopracciglia, osservando la sua migliore amica darle le spalle.- Cosa?-
-Mi hai sentita. Fallo venire qui-.
Stava per uscire dalla camera per assecondarla quando qualcosa la fece bloccare.
Un singhiozzo.
Mimi Tachikawa si pietrificò. Una sposa non dovrebbe mai piangere il giorno delle sue nozze se non di gioia.
Ma quello non era un singhiozzo gioioso.
La damigella sentiva il cuore inspiegabilmente più leggero mentre correva a perdifiato lungo la navata laterale facendo rimbombare il ticchettio dei suoi tacchi ovunque.
Arrivò sull’altare trafelata, e tra gli invitati cominciarono i mormorii d’impazienza e stupore.
Si avvicinò a Tai che la guardava perplesso.- Ti vuole parlare-, gli mormorò all’orecchio e subito lui sgranò le iridi castane.
Non chiese altro, non attese altro. Schizzò via immediatamente.
La speranza di un giovane cuore.
Matt la guardava con espressione arrabbiata e allo stesso tempo ansiosa ma la ragazza non se ne curò.
Andò a sedersi vicino ad Izzy che le prese la mano. Non dissero nulla, Matt andò vicino ai suoi genitori.
Poche file indietro, Kari piangeva silenziosamente sulla spalla di Tk.
Si era accesa una speranza anche nel suo cuore.
 
 
 
Non bussò.
Spalancò la porta con un tale impeto da farla tremare sui cardini.
Era in piedi, accanto alla piccola finestra.
Bellissima, fu il primo pensiero che la sua mente riuscì a formulare, mentre richiudeva dietro di sé la piccola porta di legno.
Il vestito bianco era semplice, corpetto con perline e strascico non troppo lungo.
Non si voltò per guardarlo, ma le lacrime che scorrevano sulle sue guance parlavano anzi, urlavano.
-Cosa sta succedendo Sora?-
-Ti ricordi quella sera, quando ti dissi che io e Matt ci eravamo baciati?-
Tai non rispose subito, stordito da quella domanda che di certo non si aspettava.
Si sedette sullo sgabello, passandosi una mano tra i capelli.- Certo che mi ricordo,- disse alla fine- come fosse ieri-.
-Anche io la ricordo bene quella sera. Ero…euforica si, credo sia il termine adatto per descriverla.-
Sorrise, mesto.- Ricordo anche quello-.
Sora si voltò a guardarlo e si perse nella profondità che emanavano i suoi occhi. Si perdeva sempre, quando si trattava di lui.
-Non era solo euforia però. Me ne sono accorta tempo dopo, ma quella sera qualcosa dentro di me si era spezzato-.
Tai allora rimase perplesso.- Non ti seguo-.
La ragazza abbassò il capo e solo allora Taichi notò la fotografia che aveva in mano. La vestita di bianco fece qualche passo e gliela porse.
Quando la vide, il cuore del ragazzo accelerò. Erano loro due, potevano avere massimo sedici o diciassette anni. Erano al mare e Tai l’aveva in braccio mentre Sora con il suo bikini nero gli stampava un bacio sulla guancia.
-Ho sempre avuto questa foto nel portafoglio. Non l’ho mai tolta, nemmeno in quest’anno di fidanzamento con Matt.-
-Non lo sapevo…- mormorò il castano.
-Non potevi saperlo, l’ho sempre tenuta nascosta, piegata nel fondo della tasca. Credo…-tentennò, non riuscendolo a guardarlo negli occhi. – Credo che tentassi di nasconderla anche a me stessa…-.
L’ultima frase era un sibilo ma Tai riuscì ugualmente a coglierla.
-Perché?-
Si guardarono negli occhi, in silenzio.- Perché Sora?- ripeté il ragazzo, più deciso.
-Non so perché, forse non volevo capire…-
-No, Sora. Perché tutto questo, perché ora.- Si alzò in piedi passando una mano sul viso.
-E’ il giorno del tuo matrimonio cristo santo!-
Era esploso. Sapeva che sarebbe successo.
La ragazza ricominciò a piangere, in silenzio.
-Non puoi farmi questo, non te lo permetto!Ho…- si bloccò, serrando i pugni.- Ho sempre fatto come volevi tu, ho accettato tutte le tue scelte, le tue azioni…avevi bisogno di un amico ed io c’ero…ma…ma oggi..-
-Tai io…- cominciò lei ma fu interrotta.
-Oggi non posso. Sora credo non sia un segreto, lo sanno tutti. Anche quel figlio di puttana del tuo futuro marito lo sa. Ne è a conoscenza da quando avevamo cinque anni, che io sono innamorato di te-.
Un tuono lontano sancì la solennità di quelle parole.
Sora sentì le gambe cedere improvvisamente. Si accasciò a terra, non staccando gli occhi da quelli di Tai.
L’aveva visto piangere rarissime volte in tutta la sua vita, ma quella volta se ne stupì più di tutte.
S’inginocchiò davanti a lei, prendendole le mani.
-Sora..-
-No, aspetta…- mormorò, posandogli un dito sulle labbra. Tai socchiuse gli occhi a quel contatto così inaspettato.
-Sono stata una emerita stupida, Tai. Ho sempre pensato che il ragazzo giusto fosse Matt, ho sempre pensato a lui come mio compagno di vita e quando mi ha chiesto di sposarlo non avevo dubbi.
Non avevo considerato una cosa in tutto questo quadretto però: te-.
-Non puoi parlare così, non devi dire queste cose…- sussurrava il castano scuotendo la testa, tentando di divincolarsi dalla presa delle sue mani così affusolate e morbide.
-Devo invece…Tai, io mi sono sempre vantata di saper capire le persone, di saper dispensare consigli sulle loro vite. Ho scelto il mio lavoro da psicologa per quello e sei stato proprio tu a spronarmi quando credevo di non farcela perché hai sempre creduto in me-.
-Non ho mai smesso di farlo…-
Sora sorrise, tra le lacrime. Gli prese il viso tra le mani, asciugando le sue lacrime con i pollici.- Guardami-.
Il ragazzo obbedì incapace, come durante tutta la sua vita, di fare diversamente.
-Ti ho fatto soffrire per tutto questo tempo e mi odio per questo. Mi odio come non ho mai fatto in tutta la mia vita Tai. Mi odio per tutto, per questo tempo buttato via ad inseguire una vita ed un amore che non mi appartengono...
Stamattina mi è caduto il portafoglio a terra mentre cercavo il biglietto da visita del fiorario ed è caduta quella fotografia. Io…mi sono ritrovata a piangere in bagno, ho dovuto inventare scuse su scuse con gli altri per prendere tempo.-
Tai la ascoltava, rapito.
Non credeva a quello che stava succedendo, non credeva che tutto quello fosse reale.
Eppure lei era lì. Stava rinunciando a tutto per…lui?
-Ma ho capito che avevo preso troppo tempo per scappare di fronte all’unica cosa giusta. Sono innamorata di te, sono innamorata del mio migliore amico…ecco perché a volte tutto mi sembrava così spento, così privo di valore…perché non c’eri tu al mio fianco..- mormorò, allargando le labbra in un sorriso triste.
-E’ reale?- la voce gli uscì impastata.
-E’ sempre stato reale, ero io che non volevo vedere…-
-Sora…- sussurrò, prima di abbracciarla con tutta la forza che aveva in corpo.
Matt spalancò la porta e li trovò proprio così.
Tai gli dava le spalle, ma capì chi era non appena sentì Sora irrigidirsi.
Silenzio.
Irreale, denso di significato.
Si sentì solo la porta sbattere furiosamente e il biondo urlare ferocemente che potevano tornarsene tutti a casa.
-Non puoi più tornare indietro ora…- disse il ragazzo, carezzandole piano la guancia.
Un gesto che aveva bramato di fare da tanto di quel tempo…
-Non voglio farlo- sussurrò lei aggrappata con le unghia laccate alla sua giacca.
-Ti amo Sora, da sempre.
Ti amavo quando giocavamo a calcio e tu litigavi con tua madre per le continue cadute e tagli che inevitabilmente avevamo sulle ginocchia, quando ti portavo sulle spalle dopo una giornata stressante e ti riaccompagnavo a casa…-
-Che stupida..ti amavo già d’allora per le stesse cose ed ho aspettato il giorno del mio matrimonio per ammetterlo a me stessa-.
Tai le depositò un lieve bacio sulla mandibola, facendola fremere.- Non è facile ammettere d’amare qualcuno…-
La sentì artigliare ancora di più le mani sulla sua schiena, mentre le tracciava una scia di baci dall’orecchio fino al mento.
-Non è facile ammettere di essere innamorati del proprio migliore amico…-
Tai allontanò le labbra giusto per guardarla negli occhi e ridere.- Io non ho avuto nessun problema ad ammetterlo, fin dall’asilo.-
Sora rise, riconoscendo quella vivacità nei suoi occhi che da tempo non vedeva più. Con la scomparsa di quell’allegria, era morta un po’ anche lei.
Ecco perché le sembrava sempre di non essere completa, perché aveva paura che Tai un giorno le dicesse che aveva trovato una brava ragazza pronta a stare con lui…che ogni volta che lo guardava quella sensazione opprimente sullo sterno scompariva.
Si può arrivare a negare tutto per paura?
-Sei diverso. Sei sempre stato coraggioso, Taichi Yagami-.
 
 
You're the colour,
you're the movement
and the spin.

Never
could it stay with me
the whole day long.

 
 
Lui parve pensarci un po’ su, prima di annuire energicamente.- Non posso darti torto-.
E la baciò.
Così come aveva sognato tante volte.
L’avvolse tra le braccia mentre il bacio si approfondiva sempre più, stendendosi su di lei e sentendo i loro corpi aderire completamente, come fossero proprio l’uno adatto per l’altro.
Kari aprì la porta con cautela, senza fare rumore.
La richiuse pochi secondi dopo, con le lacrime agli occhi.
Lacrime di gioia.
-Sono ancora lì?- chiese Mimi concitata.
Annuì, osservando tutto il gruppo in attesa e abbracciando di slancio il suo Takeru.
-Lo sapevo che finiva così!- esclamò la ex digiprescelta della sincerità mentre Izzy non sapeva se ridere o piangere per quella situazione.
Tai aveva capito che il destino più giocarti dei brutti scherzi, ma alla fine ne vale la pena.
Ne vale sempre la pena quando in gioco c’è la tua felicità.
Sora aveva capito che non si può mentire a sé stessi a lungo. Che alla fine la verità rompe gli argini che tu hai costruito in anni di facciata mandando quelle che credevi convinzioni nel dimenticatoio.
 
 
leave me paralyzed, love.
Leave me hypnotized, love.

The Notwist - Consequence
 
 
 
 
 
 
                                                                                                                     Fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco.
Tempo fa l’avevo già pubblicata ma poi la eliminai perché la reputavo orribile. Beh, non che adesso la situazione sia cambiata molto, ma ho deciso di ritentare.
Inutile dire che spero di ricevere qualche parere da qualche amante delle Taiora(ma sbaglio o siamo rimaste in pochissime?).
Colgo l’occasione di dirvi che non ho dimenticato di aggiornare Breathlessly, a breve posterò il prossimo capitolo che mi ha dato non pochi problemi ma tranquille, entro Settembre sarà conclusa.
-2 capitoli alla fine!
Che altro dirvi, rinnovo la mia speranza di leggere qualche recensione e vi saluto,
Sabrina.

 
 
 
 
 
 
 
   
 
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