LIFE MUST GO ON
Era una domenica mattina molto calda e soleggiata. Miaka stava passeggiando assieme a sua madre ed a suo fratello. La donna aveva deciso di offrire ai figli un sostanzioso pranzo, per premiarli per l’impegno che avevano messo nello studio. Miaka era contenta e già si pregustava un bel pranzetto. Improvvisamente, mentre camminava guardando indietro, andò a sbattere contro qualcuno. Keisuke la aiutò a rialzarsi da terra, mentre anche l’altra persona si alzava. Subito Miaka abbassò la testa e prese a scusarsi con in malcapitato.
“Mi scusi, la prego, spero non si
sia fatto male. Mi perdoni, avevo la testa tra le nuvole!”
“Non preoccuparti, non è successo
niente. Spero non ti sia fatta male, cadendo.”
Allora la ragazza alzò lo sguardo
e si trovò davanti un ragazzo di pochi anni più grande di lei. Poteva avere
l’età di suo fratello, o forse anche un anno in meno. Era vestito con un paio
di jeans ed una camicia con le maniche arrotolate. Indossava anche un paio di
bretelle ed una cravatta. Miaka si sentiva strana, quel ragazzo le dava una
sensazione di familiarità. Poi, mentre lo guardava bene in volto, provò un
tuffo al cuore. Prima non l’aveva notato, ma il ragazzo aveva un neo vicino
all’occhio sinistro. Una lacrima le scivolò sulla guancia.
“Nuriko…” – Era identico a lui!
Keisuke, udendo quel nome,
sussultò. Guardò meglio il ragazzo e subito tornò con la mente al giorno in cui
sua sorella aveva detto addio ai suoi amici provenienti dal libro. Si ricordò
del ragazzo che aveva abbracciato Miaka per l’ultima volta, prima di sparire.
Erano davvero identici.
“Nuriko…”
La ragazza ripeté il nome, questa
volta a voce più alta.
Il sosia del suo amico la guardò
sorpreso. Poi le sorrise e le disse:
“Mi spiace, ma il mio nome non è
Nuriko. Allora, visto che è tutto a posto…ciao.”
“C- ciao…”
I due fratelli rimasero a fissarlo
mentre si allontanava, fino a che non sentirono la madre che li chiamava.
“Ragazzi, che vi succede? Per caso
conoscete quel tipo?”
“N- no, non è nulla, mamma. Forza,
Miaka, andiamo.”
“Sì, eccomi.”
Così, ancora sconvolti per
quell’incontro, se ne andarono a pranzare.
Più tardi, Miaka era chiusa in
camera sua e fissava la foto scattata assieme a tutti i suoi amici di Suzaku.
Non c’era alcun dubbio, quel ragazzo era uguale a Nuriko. E non si trattava di
una semplice somiglianza. Aveva anche lo stesso neo vicino all’occhio. Ma quel
ragazzo non l’aveva riconosciuta. Inoltre, non solo Nuriko non apparteneva a
quel mondo, ma era anche morto. Miaka aveva ancora davanti agli occhi
l’immagine del suo amico che, sanguinante, le diceva che non sarebbe morto.
Poco dopo se n’era andato per sempre. Ricordando quei terribili momenti, le
salirono le lacrime agli occhi. Qualcuno bussò alla porta. Lei si asciugò
rapidamente gli occhi.
“Avanti.”
“Sorellina…come va?”
“Keisuke…così così.”
“Lo immaginavo. Quel ragazzo era
davvero uguale a Nuriko.”
“Ma tu l’hai mai visto? Intendo
Nuriko, la terza stella di Suzaku.”
“Sì. Poco prima che tutti
sparissero dopo lo scontro finale con Nakago. E’ lui che ti ha abbracciato per
l’ultima volta, vero? A parte Tamahome.”
“Già…Nonostante non avesse nemmeno
un corpo, ha chiesto a Nyang Nyang di prestargli il suo per potermi stringere
un’ultima volta. Ha sempre avuto moltissime premure nei miei confronti. E’
stato la persona con cui ho passato più tempo, prima che morisse. Mi
proteggeva…era arrivato a comportarsi nuovamente come un uomo…Perché lui…si era
innamorato di me…”
Ormai le guance della ragazza
erano rigate di lacrime. Non riusciva più a fermarle. Piangeva a dirotto.
“Miaka…”
“Ma io non riuscivo…non potevo
amarlo! Ormai il mio cuore era legato a Taka. Però…sicuramente…gli volevo
moltissimo bene. Era…lui era…il mio migliore amico. Ed è morto per permettere a
me e a Tamahome di passare un po’ di tempo insieme. Alla fine è stato contento
di morire per me. E io non ho fatto mai nulla per lui!”
Miaka non ce la fece più ed
esplose. Gettò le braccia al collo del fratello e, nascondendo il volto sul suo
petto, cominciò a singhiozzare.
“Non è stata colpa tua. Non devi
sentirti responsabile della sua morte. Lui ha fatto ciò che desiderava. Non
avresti potuto fermarlo. A maggior ragione, se lui ti amava…devi esserne
felice. Se sapesse di renderti infelice ne soffrirebbe moltissimo. Dai, cerca
di calmarti…”
“Come posso? Non gli ho nemmeno mai
detto che lo consideravo il mio migliore amico. Non gli ho mai neanche detto
che gli volevo bene!”
“Ma lui l’aveva senz’altro capito.
E poi…a una persona innamorata non interessa essere felice. Gli basta sapere
felice la persona amata. Sono sicuro che anche ora, sapendoti felice insieme a
Taka, è più che soddisfatto. Dai, ora calmati. Se entra la mamma poi si
preoccupa. Piuttosto…ne hai parlato con Taka?”
“No. Oggi era fuori con Tetsuya.
Lo chiamo più tardi.”
“Capisco. Senti, cerca di non
pensarci troppo. Io vado in camera mia. Se hai bisogno di sfogarti un altro
po’…sai dove trovarmi.”
“Grazie, Keisuke. Avevo davvero
bisogno di questo sfogo. Sono felice che tu sia mio fratello.”
“E io sono felice che tu sia mia
sorella. Così ho qualcuno a cui fare i dispetti.”
“Scemo!”
“Ah ah! A dopo.”
“Sì. E grazie.”
La porta si chiuse e Miaka rimase
nuovamente sola. Per cercare di distrarsi decise di mettersi a studiare.
Nello stesso momento, altrove, il
ragazzo con cui Miaka si era scontrata stava entrando in una casa.
“Sono tornato!”
Da una stanza apparve un altro
ragazzo. Sembrava avere qualche anno in più.
“Ciao Ryuken. Allora, com’è
andata? E’ bella questa città?”
“Sì, mi è piaciuta molto. Sono contento di essere venuto ad abitare qui. Penso
ci sarà da divertirsi. Gli altri dove sono?”
“Takeshi è andato a cercare un locale dove bere qualcosa, mentre Matsuo e
Hiroyuki hanno accompagnato Chiko a cercare una libreria. Ma sei sicuro che sia
tutto ok? Sei strano…”
“A dire il vero, prima ho
incontrato una ragazza.”
“Ah ha! Fai subito conquiste, eh?”
“No, ti sbagli. E’ strano. Stavo camminando quando mi è venuta addosso. Avrà
avuto 15-16 anni. Si è scusata mille volte, e quando mi ha guardato in faccia è
impallidita. Ha pronunciato un nome e poi si è messa a piangere.”
“Che nome?”
“Nuriko, o qualcosa del genere. Ed è strano, perché quel nome mi ha dato una
strana sensazione. Come la ragazza. Quando l’ho guardata negli occhi ho avuto
l’impressione di conoscerla.”
“Che tipo era? Magari ti ricorda
qualche vecchia amica…”
“No, niente del genere. Sembrava
una ragazza un po’ goffa e impulsiva. E, da come parlava di cibo, una grande
golosa! Però mi ha dato l’impressione di essere una persona con tanti lati
positivi…E’ strano, mi sembra quasi…di sentire la sua mancanza. E non so nemmeno
come si chiama!”
“Questo è ciò che si definisce
colpo di fulmine! Un amore a prima vista. Ma guarda…finalmente, dopo 19 anni di
vita, il mio fratellino si è innamorato. Stasera bisogna festeggiare!”
“Smettila, Jiro! Non mi sono
innamorato!”
“Ah,
no? Oh! E’ tornato qualcuno…”
“Jiro? Ryuken? Ci siete? Takeshi?”
“Matsuo, siamo in cucina.”
Subito entrarono tre persone. Il
primo era molto alto, con i capelli tagliati a spazzola. Portava una camicia e
dei pantaloni marroni. Era seguito da un ragazzino di circa 12 anni che portava
jeans e t-shirt, con un cappellino da baseball in testa. Infine c’era un
ragazzo dai capelli lunghi e scuri, vestito con dei pantaloni eleganti ed una
camicia celeste.
“Allora, com’è andata?”
“Bene. Abbiamo trovato una
biblioteca fantastica. Chiko ha voluto immediatamente avere un abbonamento.”
“Mi fa piacere. Piuttosto, avete
visto Takeshi?”
“No, pensavamo fosse qui con voi. Speriamo non si sia perso, ancora non conosce
bene questa città.”
“Non preoccuparti, Hiroyuki.
Quello stupido sarà in qualche locale a bere e fare lo scemo!”
“Chi sarebbe lo stupido?!”
“Takeshi! Non ti abbiamo sentito arrivare.”
Sulla porta era apparso un nuovo
ragazzo vestito con jeans strappati e una felpa.
“Allora, dannato Ryuken! A chi
avresti dato dello stupido?!”
“Dai, Takechan, non prendertela!”
“Non chiamarmi in quel modo
assurdo o ti riempio di botte!”
“Ah, sì? Vorrei ricordarti che
sono un campione di boxe. Vuoi ancora?”
“Ehm…Per questa volta ti perdono.
Basta così. Piuttosto, Jiro…quando si mangia? Io ho fame!”
“Ormai è quasi pronto. Forza,
preparate la tavola!”
“Subito!”
“Miaka! Telefono!”
“Chi è, mamma?”
“E’ Sukunami.”
“Ah! Pronto, Taka? Ciao!”
“Ciao. Come va?”
“Bene. Sono felice che tu mi abbia chiamata. L’avrei fatto io tra poco.”
“Perché? E’ successo qualcosa?”
“A dire il vero, sì e no. Non saprei. Però è successa una cosa strana. Puoi
venire qui a casa mia?”
“Certo, vengo subito. Tanto più
che anch’io devo raccontarti una cosa che è successa.”
“Allora a tra poco.”
“Ok.”
Dopo circa venti minuti Taka arrivò a casa Yuki. Miaka lo fece accomodare e
subito si trasferirono assieme a Keisuke nella stanza del ragazzo.
“Allora, di cosa volevi parlarmi?
Sembri strana. Cos’è successo?”
“Ecco, prima eravamo in città e mentre camminavo mi sono scontrata con una persona.
Quando l’ho visto in faccia sono rimasta letteralmente scioccata…Era identico a
Nuriko!”
“Ne sei sicura?”
“Posso confermare. Si trattava di un ragazzo sui 19-20 anni. Avrà avuto circa
la nostra età. Era uguale e aveva anche il neo vicino all’occhio.”
“Da quando l’ho visto non riesco a
darmi pace. Taka! Secondo te è possibile che Nuriko sia tornato in vita in
questo mondo? Io l’ho chiamato così, ma lui mi ha detto semplicemente che non è
il suo nome. Non mi ha riconosciuta. Cosa può essere successo…Taka? Che hai?
Sei pallido…”
“Ecco, a dire il vero…Ti ho detto
che dovevo parlarti, no? Inizialmente ero indeciso se dirtelo o no, ma poi ho
deciso che era meglio di sì. Io, prima…ho visto un ragazzo identico a Tasuki.”
“Che cosa? Anche Tasuki?!”
“Già. E ti assicuro che, se non
fossi stato certo di trovarmi in questo mondo, l’avrei subito salutato. Però
anche lui mi ha visto, ed è rimasto indifferente.”
“Quindi, o entrambi hanno perso la
memoria, o si tratta di altre persone.”
“Ma com’è possibile, Keisuke?! Quel ragazzo aveva addirittura il neo!”
“Magari in questo mondo esistono dei sosia dei personaggi del libro. Ragiona,
Miaka. Mettiamo anche che Tasuki sia venuto in questo mondo come è successo a
Taka…Potrebbe essere possibile. Ma Nuriko è morto. E i morti non possono
tornare in vita. Nemmeno nel mondo del libro. Senza contare che, ormai, tutti i
guerrieri morti dovrebbero essere rinati.”
“Però non si può nemmeno escludere
l’ipotesi che si tratti davvero dei nostri amici.”
“Giusto, Taka. Allora dobbiamo cercarli, per avere una conferma.”
“Ehi, calma. Ok, poniamo che pure si tratti di loro. Hanno dimenticato tutto e
se gli diciamo che vengono da un libro ci prenderanno per pazzi. E, cosa ancora
più importante, come facciamo a trovarli? Può darsi che fossero solo di
passaggio, no? E anche se abitano qua, mica possiamo andare a cercarli di casa
in casa!”
“Già. E’ proprio un bel problema.
Comunque, non voglio arrendermi. Avvertiamo anche Tetsuya e Yui. Dovrebbero
essere in grado di riconoscerli, se li vedono. E comunque ho la foto con tutti
loro.”
“E va bene, proviamoci. In fin dei
conti, non abbiamo nulla da perdere. Anche perché dubito che cambierai idea,
vero sorellina?”
“Vero! Allora vado a chiamare Yui. Voi pensate a Tetsuya.”
La ragazza uscì di corsa dalla stanza.
Sembrava aver recuperato il suo buon umore.
“Che furia! E’ proprio impulsiva,
quella ragazza! Forse sarò sembrato freddo, prima, ma non voglio che si illuda
troppo. Sente ancora la loro mancanza e se le cose finissero diversamente da
come vuole lei, ne rimarrebbe troppo delusa.”
“Sì, ma penso che più di tutto,
ora, voglia avere la certezza che Nuriko è vivo.”
“Uhm…lo penso anch’io. Piuttosto,
sarà meglio tenerla d’occhio, prima che combini qualche pasticcio!”
“Già!”
Nei giorni seguenti, i cinque amici
uscirono spesso per cercare i due misteriosi ragazzi, ma non ebbero alcun
successo.
Tre settimane dopo, si trovavano
tutti in un bar, dopo un altro tentativo fallito.
“Niente da fare. Ormai sono tre
settimane che cerchiamo in tutta la città e non li abbiamo trovati.
Evidentemente erano solo di passaggio.”
“Io non mi arrendo. Intendo continuare a cercarli. In fin dei conti, non è poi
questa gran fatica. Basta guardarsi un po’ intorno.”
“Sei proprio testarda, Miaka.
Cambiando argomento…Tra breve dovresti avere un incontro di boxe, giusto
Keisuke?”
“Sì. Sarà tra una settimana. Nessuno conosce il mio avversario, è uno appena
arrivato da queste parti. Non ricordo il nome…”
“Speriamo non ti conci troppo per le feste, fratellino! Oh, che sciocca, ma ne
stavo dimenticando! Devo andare a comprare un libro. Yui, vieni con me?”
“Ok. Ragazzi, voi che fate?”
“Andiamo un po’ in sala giochi. Ci troviamo là, quando avete finito.”
“Va bene. A dopo.”
Così Miaka e Yui si diressero verso la libreria. Erano allegre e conversavano
pacificamente. Una volta all’interno, si separarono. Mentre cercava il libro
che le interessava, Miaka urtò una persona.
“Oh! Mi scusi.”
“Scusi lei…Oh! A quanto pare è destino che ci si scontri, eh?”
La persona urtata da Miaka era proprio il ragazzo identico a Nuriko. La ragazza
rimase a bocca aperta, senza dire una parola. L’aveva cercato fino a poco
prima, ed ora ce l’aveva davanti agli occhi. Il ragazzo le sorrideva, mentre la
guardava incuriosito. In quel momento arrivò Yui.
“Ehi, Miaka, hai trovato il libro che cerc…”
Vedendo il ragazzo, anche lei ammutolì. L’aveva già visto più di una volta in
compagnia di Miaka. La sua amica aveva ragione, era identico alla terza stella
di Suzaku.
“S- scusa il silenzio improvviso.
E’ che somigli moltissimo ad una persona che conosco…”
“Davvero? Pensa che invece io ho la sensazione di conoscerti, ma non assomigli
a nessuno di mia conoscenza. Che cosa strana. Scusa l’impertinenza, potrei
sapere il tuo nome?”
“Oh. Io sono Miaka Yuki, piacere. Lei è la mia migliore amica, Yui Hongo.”
“Miaka…Yuki…Che strano…Mi sembra
un nome familiare…Beh, io sono Ryuken Yamato, piacere.”
“Ryu…ken?”
“Sì. E’ scritto con gli ideogrammi di Drago e Colpo.”
Yui chiese all’amica, a bassa
voce, cosa le fosse preso.
“Ryuken. Si chiama Ryuken. Yui! Il
vero nome di Nuriko era Ryuen. Capisci? Inoltre dice di avermi già incontrata!
E’ senz’altro lui!”
“Non vorrei che si trattasse solo
di una tecnica di abbordaggio. Comunque, dobbiamo saperne di più. Invitiamolo a
bere qualcosa. Così sapremo che tipo è, se ha altre caratteristiche in comune
con Nuriko.”
“Grazie, Yui. Ti voglio bene!
Senti, Yamato…Vorrei scusarmi per averti urtato per ben due volte. Che ne
diresti di venire a bere qualcosa con noi?”
“Non c’è bisogno di scusarsi. E comunque, accetto volentieri l’invito.”
“Bene. Allora andiamo.”
Così i tre uscirono, dopo aver pagato i libri acquistati. Si diressero verso un
bar lì vicino. Intanto chiacchieravano del più e del meno.
“E così sei arrivato da poco in
città.”
“Già. Abito con alcuni amici in una casa abbastanza vicina al centro. Sapete,
abbiamo tutti circa la stessa età, tranne uno, e tra breve dovremmo cominciare
la scuola.”
“Ma quanti anni hai tu, Yamato?”
“No ho 19. Altri due hanno la mia età. Mio fratello maggiore ha tre anni in
più, come un altro. Il più piccolo ha 14 anni.”
“Capisco…E così hai un fratello.
Sai, anch’io ho un fratello maggiore. Ha 21 anni. E’ il ragazzo che rea con me
la prima volta che ci siamo incontrati.”
“Già, quello che ti ha aiutata ad
alzarti. Ma…toglimi una curiosità. Il suo nome è per caso Keisuke Yuki?”
Le ragazze si sorpresero molto. In Miaka si accese una speranza in più. Forse
si ricordava di quando lei glielo aveva raccontato dentro al libro. Subito
chiese speranzosa come avesse fatto ad indovinare. Ma le sue illusioni vennero
stroncate sul nascere.
“Mi pareva di aver già sentito
quel cognome. Io pratico boxe e la prossima settimana ho un incontro con lui.”
La delusione di Miaka era grande. Forse si trattava davvero di Nuriko, ma lui
non ricordava niente. Era davvero un’altra persona, ora. E non aveva idea di
come fargli recuperare la memoria perduta. Improvvisamente dai suoi occhi
cominciarono a sgorgare le lacrime. Lacrime di disperazione. Ryuken la guardò
sorpreso, mentre Yui l’abbracciò.
“M- mi dispiace. Non pensavo di
sconvolgerti tanto. Non devi preoccuparti, non ci si fa troppo male, è solo uno
sport…”
“No, Yamato. Miaka non piange per questo. E’ che…in questi giorni è un po’
sotto pressione. Ha avuto una sorta di crollo. Stai tranquillo, tu non
c’entri.”
“Scusa, Yamato. Non volevo farti preoccupare. Stai tranquillo, sono abituata
agli incontri di boxe di mio fratello. Verrò a vedervi, il giorno
dell’incontro.”
“Ma sei sicura? In genere alle ragazze non piace la boxe.”
“Ci sono abituata. Io e il mio
ragazzo andiamo sempre a vedere Keisuke combattere!”
Il ragazzo rimase bloccato nella
posizione in cui si trovava. Quelle parole l’avevano colpito come un pugno in
pieno stomaco. Così aveva il ragazzo. Era prevedibile. Ma non poteva fare a
meno di sentirsi depresso per questo. Forse suo fratello aveva ragione. Si era
preso una bella cotta. Dal giorno in cui l’aveva incontrata, non aveva fatto
che pensare a lei. L’aveva cercata in città, ma senza successo. Poi, quando si
era nuovamente scontrato con lei era stato felicissimo. Ma ora aveva scoperto
che aveva il ragazzo. E, da come le brillavano gli occhi mentre ne parlava, ne
sembrava innamoratissima.
“Beh, allora ci vediamo la
prossima settimana. Spero di poter conoscere anche il tuo ragazzo.”
“Certamente. Sono sicura che vi
troverete subito simpatici. A presto, Yamato.”
“A presto, Yuki. Ciao, Hongo.”
“Ciao.”
La settimana seguente, il giorno
dell’incontro, Miaka e Yui raggiunsero i ragazzi all’università. Nonostante
quel crollo, Miaka non si era ancora arresa, era davvero convinta che nel cuore
del giovane Ryuken si nascondesse l’anima di Nuriko…
Accompagnate da Taka e Tetsuya, le
due si diressero verso lo spogliatoio di Keisuke. Lo trovarono già pronto.
“Ehi, Keisuke. Mi sembri piuttosto
tranquillo. Non sei preoccupato per l’incontro?”
“Affatto. Ieri ho incontrato quel Yamato e sembra un tipo magrolino. Non visto
molti muscoli, quindi non deve essere poi così forte.”
“Uhm…Io non ne sarei così sicura, vero Taka?”
“Già. Non ti conviene sottovalutarlo.”
“Cosa intendete dire?”
“Ancora non sappiamo se quel tipo è davvero Nuriko, giusto? Però se si tratta
del nostro amico, avrai dei bei problemi.”
“E perché mai? Non capisco…”
“Te lo sei scordato? La dote principale di Nuriko era la forza…Poteva sollevare
delle rocce gigantesche a mani nude.”
“Potrebbe aver conservato questa sua abilità.”
Il giovane pugile impallidì. Si ricordò che una volta Nuriko era riuscito, con
una sola mano, a sollevare contemporaneamente sia Miaka che Tamahome.
“P- però non è sicuro che si tratti di lui, giusto?”
“Certo. Quindi non scappare prima ancora di incontrarlo. Fai almeno un round,
prima di arrenderti.”
“Grazie per la fiducia, Miaka. E invece io non fuggirò! Salirò sul ring e
affronterò l’incontro finché uno dei due non andrà al tappeto!”
“Bravo fratellino! Così si parla! Però vedi di non stenderti a terra fingendoti
morto con la speranza che l’incontro finisca…”
“Fuori! Mi devo concentrare!”
I quattro amici uscirono
divertiti. Andarono a posizionarsi in prima fila per assistere allo scontro. Dopo
poco fecero la loro entrata anche i due pugili.
Mentre stava entrando, Ryuken vide
Miaka tra gli spettatori, e subito a fianco colui che doveva essere il suo
ragazzo. Per tutta la settimana era stato tormentato dall’idea che la ragazza
aveva già qualcuno da amare, ma ora, vedendoli insieme, provò un moto di gioia.
Era molto strano. Ormai si era reso conto di amare quella ragazza, quindi
vederla con il suo fidanzato avrebbe dovuto renderlo triste o arrabbiato. E
invece, dopo averlo visto, si sentiva sereno, addirittura felice. Per di più
aveva l’impressione di conoscere anche lui, proprio come Miaka. Tutti loro,
specialmente Miaka ed il suo ragazzo, gli davano l’impressione di averli già
conosciuti.
L’incontro cominciò, ma nella
prima riprese Ryuken Yamato vinse per KO. Circa mezz’ora dopo, Miaka e gli
altri stavano consolando il povero Keisuke.
“Dai, fratellino…Te l’avevo
detto…Non buttarti giù in questo modo!”
“Al primo round…Non era mai successo, prima. Battuto per KO al primo round…Sono
lo zimbello dell’università!”
“Ma dai, Keisuke! Ha ragione Miaka! E poi, ti assicuro che alle ragazze piace
consolare un povero ragazzo che ha perso! Quindi sorridi!”
“Dici davvero, Yui? Allora tu
saresti disposta a consolarmi?”
“Giù le zampe, Keisuke! Yui è proprietà privata!”
“Dai, Tetsuya, sii buono…Non fare il taccagno!”
Tutti scoppiarono a ridere. In quel momento arrivò anche Ryuken.
“Ehi, Yuki! Mi dispiace. Spero che
tu non ci sia rimasto troppo male.”
“Tranquillo, sono uno che si riprende facilmente.”
“Mi fa piacere.”
“Ehi, Yamato! Come promesso, ecco qua il mio ragazzo. Taka, lui è Ryuken
Yamato. Yamato, Taka Sukunami.”
“Piacere di conoscerti, Yamato. Miaka mi ha parlato parecchio di te.”
“Il piacere è mio. Hai una ragazza straordinaria, amico.”
“Già. Ho sentito dire che anche tu frequenterai questa università. Magari
saremo pure compagni. Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure.”
“Ti ringrazio. Ma, vi prego…Chiamatemi Ryuken.”
“Allora prego, Ryuken. Anche tu
chiamaci pure per nome.”
“Bene. Che ne direste, per festeggiare, di venire a casa mia? E’ qui vicino.
Così posso sdebitarmi della vostra gentilezza e farvi conoscere i miei amici.
Sono molto ansiosi di incontrarvi. Allora, venite?”
I cinque si guardarono, indecisi se accettare o meno. Poi Miaka parlò per
tutti.
“Perché no? Anch’io sono curiosa di conoscere questi tuoi amici. E poi,
ormai…stai diventando uno di noi, vero ragazzi?”
“Già. Saremmo felici di venire con te, Ryuken.”
“Perfetto. Siete qui con la macchina?”
“Sì, è quella di Tetsuya. Anche
tu?”
“Già. Allora seguitemi, vi faccio strada. Keisuke, vieni con me, tu?”
“Ok. Ci troviamo al cancello principale, ok Tetsuya?”
“Certo. A tra poco.”
I sei si divisero e si ritrovarono pochi minuti dopo all’ingresso. Quindi si
recarono a casa di Ryuken. In cinque minuti erano arrivati.
“Eccoci qua. Quella che avete
davanti è casa mia.”
“WOW!”
“E’ davvero bella!”
“E pure grande!”
“Niente male!”
“Vi ringrazio. Allora, vi precedo
un attimo, così avverto che ci sono ospiti. Non vorrei che fossero
impresentabili.”
Così dicendo Ryuken entrò in casa,
chiudendosi la porta alle spalle. Immediatamente dopo tornò fuori e fece
accomodare gli amici.
“Entrate pure. Ora arriveranno
tutti. Intanto vi presento Matsuo. Matsuo, loro sono i miei nuovi amici.
Ragazzi, lui è Matsuo Nitta. Ha 22 anni. Sta studiando per diventare medico.
Ma…cosa avete?”
I cinque ragazzi erano rimasti a bocca aperta. Non riuscivano a pronunciare una
sola parola. Davanti a loro c’era un ragazzo molto alto e muscoloso, con i
capelli tagliati a spazzola e una bandana legata sulla fronte. Sorrideva loro
con uno sguardo molto gentile. Ed era precisamente identico a Mitsukake.
“Ehm…ragazzi? Va tutto bene? Che
vi prende?”
I cinque tornarono in sé alle parole di Ryuken.
“S- scusa, niente. P- piacere,
Nitta.”
“Matsuo va bene. in questa casa non ci facciamo chiamare per cognome. Siamo
tutti amici, in fondo, no?”
“Non ancora. Io devo ancora conoscerli. Vediamo un po’ questi ragazzi che hanno
colpito così tanto Ryu.”
“Takeshi! Non fare l’antipatico! Ragazzi, questo tipaccio è Takeshi Tanabe. Ha
19 anni come me, anche se in quanto a carattere siamo completamente diversi.
E…Oh, no! Di nuovo?!”
Nuovamente i cinque si erano bloccati. Davanti a loro c’era Tasuki. O, per lo
meno, qualcuno identico a lui. Ma si ripresero più in fretta, questa volta.
Ormai iniziavano a capire.
“Piacere. Io sono Taka Sukunami.
Anche tu verrai alla nostra università?”
“Non so. Non mi va un granché.”
“E’ perché sei uno sfaticato!”
“Uffa, fatti gli affari tuoi, Ryu!”
“Ryuken non ha tutti i torti.”
“Hiro! Anche tu?”
Questa volta si trattava di Hotohori. Ormai Miaka aveva gli occhi pieni di
lacrime. Ne era sicura, si trattava dei suoi amici.
“Ed ecco Hiroyuki Saotome. Anche
lui ha 19 anni, ma è molto più intelligente di noi. Inoltre è l’unica persona a
cui Takeshi sembra portare un certo rispetto.”
“Ma dove sono finiti Jiro e Chiko? E dire che erano i più ansiosi di
incontrarli!”
In quel momento sulla porta apparve un ragazzino vestito in pantaloncini e
maglietta, con un cappellino da baseball in testa, che appena vide Miaka le
corse incontro e le gettò le braccia al collo.
“Miaka! Finalmente! Che bello!”
Tutti rimasero sbalorditi. Il ragazzino, identico al giovane Chiriko, aveva le
lacrime agli occhi e abbracciava la ragazza.
“Chiko! Ma ti pare il modo?
Proprio tu che ti comporti da maleducato?”
“Chiedo scusa. Lui è Chiriko Nitta, il mio fratellino. Tutti lo chiamiamo
Chiko. Non capisco perché si comporti così.”
“Dai Matsuo! In fondo è solo un ragazzino. Vero, Chiko?”
Sulla porta era apparso un altro ragazzo molto alto, con un gran sorriso
stampato sul volto.
“Ma Jiro!”
“Senti, Miaka, vieni a vedere la mia stanza? Dai, vieni!”
Miaka era stupita. Aveva pensato che Chiriko l’avesse riconosciuta, ma forse si
sbagliava.
“Ti chiedo scusa, Yuki. Non è che
potresti accompagnarlo? Dai, vengo anch’io.”
“Ma Jiro, non sa nemmeno chi sei!”
“Mi presento da solo. Allora, vieni?”
“Va bene. Vediamo questa camera. Non preoccuparti, Ryuken, non c’è problema. Mi
diverto anch’io.”
Così Miaka si allontanò, seguendo i due.
“Allora, tu sei Miaka Yuki,
giusto?”
Il ragazzo chiamato Jiro, il fratello di Ryuken, era identico a Chichiri.
“Il mio nome è Jiro Yamato, ho 22
anni. Lui, invece, ne ha 14. Ti chiedo scusa per averti portata via in questo
modo, ma c’è un motivo. Capito?”
Quell’ultima parola fece sobbalzare Miaka. Guardò il ragazzo che le sorrideva
di cuore, poi disse timidamente:
“Chi…Chichiri?”
“In carne ed ossa!”
Gli occhi di Miaka si riempirono di lacrime. Si voltò verso il ragazzino che le
sorrideva tra le lacrime.
“Chiriko! Siete voi! Siete davvero
voi!”
Si buttò tra le braccia del più grande, piangendo di gioia. Poi, quando si fu
ripresa, chiese:
“Ma perché voi vi ricordate di me
mentre gli altri no?”
“E’ stata Taitsukun. Lei ci ha fatti rinascere tutti in questo mondo. Vedi Miaka,
il procedimento per trasferire le nostre anime in questo mondo è stato molto
difficile. Per delle persone comuni è impossibile conservare i ricordi della
vita precedente. E’ un po’ come se il cervello venisse ripristinato. I ricordi
precedenti vengono sigillati in un angolo remoto della mente. A me e Chiriko
non è accaduto perché i nostri poteri sono più vicini a quelli di Taitsukun.
Inoltre, se non ci fosse stata almeno una persona in grado di spiegarti tutta
la faccenda, tu non avresti potuto intervenire sugli altri.”
“Intervenire sugli altri? Vuoi
dire che io posso far recuperare loro la memoria? Ma come è possibile? Non ho
più né i poteri di Suzaku né il Shijinotenchisho.”
“Non preoccuparti. E’ una cosa
molto semplice, davvero. Sono sicuro che ce la farai.”
“Sì, Miaka. Tu ce la farai
sicuramente. Ne sono certo.”
La ragazza guardò i due amici. Pensò agli altri nelle loro nuove esistenze. A
Ryuken che, nonostante non si ricordasse della sua “vita precedente”, le si era
tanto affezionato. A Nuriko, che ancora non sapeva quanto lei gli volesse bene.
“Ok. Chichiri, Chiriko. Ditemi
cosa devo fare.”
“Perfetto. Allora, Miaka. Il
discorso è molto semplice: devi entrare in contatto con lo spirito dei nostri
amici e trasferirgli i tuoi ricordi. Questo stimolerà anche i loro a venire
fuori.”
“E come posso fare una cosa del genere?”
“E’ sufficiente che tu crei un contatto fisico con la persona da risvegliare e
pensi alla sua vita da stella di Suzaku. Basta solo una mano sul capo. Però
devi concentrarti, altrimenti non riuscirai a trasmettere i tuoi pensieri. Devi
annullare tutto il resto e pensare solo ed esclusivamente alla persona in
questione. E’ tutto chiaro?”
“Penso di sì. Non ho ben capito cosa accadrà, ma il procedimento è chiaro.”
“Bene. Allora, se ti senti pronta,
possiamo cominciare oggi stesso. Il primo sarà Tasuki.”
“Perché Tasuki? E perché
cominciare? Non si può farlo tutto in una volta?”
“Vedi, Miaka, questa operazione comporta un notevole sforzo mentale. Non puoi
farlo più di una volta al giorno, altrimenti potresti consumare eccessiva
energia. E non sappiamo quali sarebbero le conseguenze. Inoltre il recupero
della memoria è molto più difficile per chi era morto nella “vita precedente”.
E più tempo è passato dalla sua morte, più dura sarà. Ci vorrà un po’ di tempo
prima di poter fare recuperare i ricordi a colore che avevano perso la vita.”
“Quindi, Nuriko…”
“Esatto. Lui sarà l’ultimo ed il
più difficile.”
“Capisco…”
Miaka si rattristò. Se avesse
potuto scegliere, probabilmente l’avrebbe fatta recuperare a lui per primo.
“Dai, non ti preoccupare. A
facilitare l’operazione ci saranno i sentimenti di ognuno di loro. Più forte
era il sentimento che provavano per te e più facile sarà. E sono sicuro che lui
farà di tutto per far riemergere i suoi ricordi. Senza contare che già sente
qualcosa. Ryuken mi ha detto di avere la sensazione di averti già incontrata.
Quindi vedrai che presto potrai riabbracciare il vero Nuriko. Capito?”
“Sì, certo. Allora, procederemo con Tasuki. Almeno ho voi due che mi aiuterete.
Vero?”
“Certamente. Allora, Jiro? Lo chiamo di qua?”
“No, meglio di no. Altrimenti gli altri si insospettiscono. Meglio pensarci più
tardi. Ora andiamo a prenderci un the, dai. E, mi raccomando, Miaka. Ricordati
che io sono Jiro, qui. Capito?”
“Certo. Allora Jiro, Chiko…Andiamo?”
“Sì!”
I tre si diressero verso il soggiorno, dove si trovavano tutti gli altri. Taka
e Takeshi/Tasuki erano presi da una discussione sulle squadre di baseball. Yui
si accorse che l’amica era tornata.
“Ehilà, Miaka! Ce ne hai messo, di
tempo!”
“Ehi, Jiro! Non avrete mica disturbato Miaka, vero?”
“Tranquillo, fratellino! Abbiamo solo fatto una chiacchierata! Capito?”
Improvvisamente, Taka tacque. Si voltò prima verso Jiro, poi verso Miaka. La
ragazza gli sorrise ed annuì con la testa, poi parlò a Ryuken.
“Stai tranquillo. Tuo fratello è
una persona davvero simpatica! E tutti voi siete delle persone magnifiche,
davvero. Spero proprio di poter essere a lungo vostra amica.”
Tutti la guardarono un po’ sorpresi poi le sorrisero e la rassicurarono. Per un
po’ passarono il tempo a chiacchierare normalmente. Keisuke si trovava bene sia
con Ryuken che con Takeshi, Yui con Jiro e Tetsuya con Matsuo e Hiroyuki. Poi,
ad un certo punto, Jiro si alzò e chiese a Takeshi di seguirlo. Quindi fece un
cenno a Miaka. La ragazza annuì e si rivolse al più piccolo.
“Chiko, ti vedo annoiato. Che ne
dici di andare un po’ a giocare nella tua stanza? Dai, Yui, vieni anche tu!”
Yui, che aveva notato i cenni
d’intesa che Jiro e l’amica si erano scambiati, la seguì senza protestare. Gli
altri rimasero a guardarli un po’ stupiti.
Miaka, Yui e Chiriko entrarono
nella camera del ragazzino. Li trovarono Jiro e Takeshi.
“Beh? E voi che ci fate qui?”
“Li ho chiamati io. Ora stai buono.”
Jiro posò un dito sulla fronte di Takeshi e chiuse gli occhi. Immediatamente
dopo Takeshi era privo di sensi. Yui e Miaka guardavano stupite.
“Allora hai mantenuto i tuoi poteri, Chichiri?”
“In parte. Ognuno di noi ha mantenuto le sue caratteristiche principali. Dai,
Miaka. Ora è il momento.”
Yui era molto stupita. Poi capì.
“Ma allora…aveva ragione Miaka!
Voi siete le sette stelle di Suzaku!”
“Esatto. Però solo io e Chiriko abbiamo conservato i nostri ricordi. E ora
assisterai al risveglio di un altro guerriero.”
“Tasuki…”
“Precisamente. Allora, Miaka. Sei pronta? Ti ricordi cosa devi fare?”
“Certo.”
“Bene. Allora procedi.”
Mentre gli altri stavano a guardare, Miaka si avvicinò a Takeshi e gli posò una
mano sulla fronte. Poi chiuse gli occhi e si concentrò. Iniziò a pensare a
quando aveva conosciuto Tasuki, sulla montagna dove stava il suo gruppo di
banditi. Poi a quando si era unito a loro, a quando era quasi morto combattendo
contro Tamahome divenuto cattivo, a tutte le volte che l’aveva aiutata. Dagli
occhi cominciarono a sgorgarle delle lacrime. Era come rivivere una seconda
volta tutti quegli avvenimenti. Un paio di lacrime caddero sul volto del
ragazzo. In quel momento lui aprì lentamente gli occhi, mentre lei si scostava
leggermente. Takeshi si guardò un po’ intorno, poi fissò lo sguardo sulla
ragazza.
“Miaka…eh, avevo ragione a non
odiare più le donne…A volte possono portare belle cose…come la memoria perduta.
Vero Chichiri? Chiriko?”
Tutti coloro che erano presenti nella stanza si guardarono per un istante. Poi,
finalmente, esultarono.
“Perfetto! Ce l’hai fatta, Miaka!
Ottimo lavoro!”
“E’ stato come se, ad un certo punto, avessi avvertito qualcosa, dell’energia…E
quest’energia si è trasmessa dal mio corpo a quello di Tasuki.”
“Ed è proprio ciò che è accaduto.”
“Incredibile. Avevo dimenticato proprio tutto. In compenso, Taitsukun ha fatto
in modo che ognuno di noi avesse le conoscenze necessarie per sopravvivere in
questo mondo. Altrimenti, sai che casino! Ehi…però…un momento! TU!!”
Con un dito Takeshi indicò Yui.
“Tu! Sei quella tipa che ha fatto
del male a Miaka in più di un’occasione! Sei la sacerdotessa di Seiryu! Stai
lontana da Miaka!!”
Jiro bloccò il ragazzo, prima che si scagliasse contro Yui.
“Stai calmo. Non vedi che ora
vanno perfettamente d’accordo? E’ una storia passata, ormai. Dai, ora torniamo
di là, prima che si insospettiscano. Mi raccomando, Tasuki. Ricorda che tu sei
sempre Takeshi. Non devi fare nessunissimo accenno alla nostra passata identità
di guerrieri davanti a Ryuken, Matsuo o Hiroyuki. Tienilo a mente.”
“Ma sì, ma sì! Non sono mica stupido, non c’è bisogno di ripetermelo mille
volte!”
“Non direi proprio, visto come ti comporti!”
Irritata per ciò che le aveva detto poco prima, Yui aveva deciso di cominciare
una piccola guerra personale contro Takeshi.
“Cosa vorresti dire, con questo?”
“Che, visto come ti comporti, sembri davvero stupido!”
Miaka, intuendo che stava per scoppiare un furibondo litigio, cercò di placare
gli animi dei due amici.
“Dai, calmatevi. E’ tutto a posto.
Tasuki…Yui è la mia più cara amica da quando eravamo bambine. Se si è
comportata da nemico, è stato solo per colpa di Nakago. E tu, Yui, non
provocarlo!”
“Va bene. Però quel tipo non mi piace!”
“Sentimento reciproco, bella!”
“Tsk! Troglodita! Piuttosto,
Miaka. Sei sicura di stare bene? Sembri piuttosto pallida…”
“Va tutto bene, solo che…mi sento un po’ debole…”
Dicendo questo, la ragazza svenne. Solo la prontezza dei riflessi di Jiro le
impedì di cadere per terra.
“Miaka!”
“Stai bene?!”
“Tranquilli, è solo un po’ debole. E’ a causa dello sforzo fatto per far
tornare la memoria a Takeshi.”
“Sei sicuro?”
“Certo che, se doveva stare male, poteva risparmiarsi di far recuperare la
memoria a un tipo del genere!”
“Senti, o la smetti o ti faccio
vedere io chi è Takeshi Tanabe!!”
“Takeshi! Ti sembra il caso di
continuare a litigare?!”
“Ma è lei che…”
“Smettila! Dai, Miaka. Riprenditi…”
Dopo poco la ragazza si riprese. Si sentiva ancora un po’ debole, però stava
meglio.
Insieme, i cinque si diressero dagli altri amici. Quando entrarono, tutti si
accorsero subito che Miaka aveva qualcosa che non andava.
“Ehi, Miaka! Tutto bene? Sei
pallidissima!”
“Tranquillo, Taka, tutto ok. Sono solo un po’ stanca.”
“Sicura?”
“Certo.”
“Ehi, Tetsuya. Dai, andiamo. Portiamo a casa Miaka, così può riposare un po’.”
“Va bene, Yui. Allora, ragazzi. E’ stato un piacere conoscervi. Spero di
rivedervi presto.”
“Certo, Tetsuya. Voi tutti sarete
sempre i benvenuti in questa casa.”
Tutti si alzarono e si diressero
verso la porta. Mentre gli altri si salutavano, Jiro sussurrò a Yui:
“Il prossimo a cui faremo
recuperare la memoria è Hiroyuki. Penso che tra un paio di giorni sarà pronto.
Oggi è domenica, quindi se riesci a portare qui Miaka mercoledì o giovedì sarà
perfetto. Chiamami per dirmi quando venite, così farò in modo che gli altri non
ci siano.”
“Va bene. La accompagneremo o io o Taka.”
“Ok. E non preoccuparti. Se poi si sentirà male ci penserà uno di noi a
riaccompagnarvi a casa.”
“Grazie, Jiro. Sei davvero
gentile. So che a Miaka era capitato di confidarsi con te. Ed ora ne capisco il
motivo.”
“Figurati. E’ solo che sono un buon osservatore. E avevo capito subito che non
avresti mai fatto seriamente del male alla tua amica. Ah, volevo anche
dirti…non prendertela troppo con Takeshi. Vedi, Tasuki odiava le donne. Ha
cambiato idea dopo aver conosciuto Miaka, ma ancora non ha vinto la sua
diffidenza nei confronti dell’altro sesso.”
“L’ho notato…Comunque, ora ti saluto. Ci vediamo tra qualche giorno. Ciao.”
“Ciao.”
Ormai erano usciti tutti, ma
Ryuken trattenne per un braccio Miaka.
“Cosa c’è?”
“Senti…sei davvero sicura di stare bene? E’ forse successo qualcosa con Jiro,
Chiko e Takeshi?”
“Sta tranquillo. Sono tutti e tre eccezionali. Sono solo un po’ stanca, tutto
qua. Non preoccuparti.”
Il ragazzo rimase a guardarla
mentre si allontanava, sostenuta da Taka. Non poteva fare a meno di
preoccuparsi per Miaka. Non capiva nemmeno lui il perché, però si sentiva in
dovere di proteggerla.
Il mercoledì successivo, come
d’accordo, Miaka, Taka e Yui si presentarono a casa degli amici. Ad accoglierli
fu Jiro.
“Benarrivati, ragazzi. Come va,
Miaka? Ti sei ripresa?”
“Certo. E’ bastato un po’ di riposo perché tornassi in perfetta forma!”
“Bene. Taka! Anzi, Tamahome. Sono
veramente felice di poterti salutare come un vecchio amico!”
“Chichiri! Quando Miaka mi ha
detto tutto, il mio cuore si è riempito di gioia.”
“Ehi, Miaka! Ben arrivata!”
“Takeshi! Ci sei anche tu?”
“Sì. Chiko ha portato fuori Ryuken e Matsuo con la scusa di voler cercare una
libreria. Così, intanto, noi potremo far tornare la memoria a Hiroyuki.”
“Uhm…però non vedo nulla di
diverso in Takeshi. Siamo sicuri che abbia recuperato la memoria?”
“Tama! Scusa, non ti ho nemmeno salutato per bene! Come va, Obake-chan?!”
Un pugno scaraventò Tasuki sulla parete opposta.
“Ok, non ho più alcun dubbio.”
“Oh, a che bella scena ho potuto
assistere! Speriamo che il troglodita rimanga lì per un altro po’, così non ci
disturberà!”
“Spiacente, strega, ma sono già in
piedi. Sono abituato ai pugni suoi e di Nuriko.”
“Com’è che mi hai chiamata, troglodita?”
“Semplicemente strega. Mi pare sia perfetto.”
“Bah, troglodita!”
“Strega.”
“Troglodita!”
“Strega!”
“Troglodita!!”
“Strega!!”
“TROGLODITA!!!”
“STREGA!!!”
“Lasciamoli pure continuare, che
tanto si stanno divertendo. Miaka, Taka, venite. Hiroyuki è già nella sua
stanza, privo di sensi. Ti ricordi cosa devi fare, vero Miaka?”
“Certo. Devo far passare i miei ricordi nella mente di Hotohori, vero?”
“Esattamente. Però, devo avvertirti. Sua Altezza era morto, quindi ci vorrà un
po’ più d’energia per risvegliarlo. Ti sentirai nuovamente male, come l’altra
volta. Ma sarà un po’ peggio.”
“Non c’è problema. Sono pronta.”
“Bene.”
Entrarono nella stanza e Miaka fece come Chichiri aveva detto. Iniziò a
ricordare quando aveva conosciuto Hotohori, quando lui aveva minacciato Tamahome,
quando l’aveva salvata, quando aveva combattuto contro Tamahome divenuto
cattivo. Infine ricordò l’addio che si erano dati tramite il libro, quando il
giovane imperatore era morto.
Quando riaprì gli occhi, Hiroyuki
sorrise dolcemente alla ragazza e le sussurrò:
“Mi vergogno di me. Come ho potuto
dimenticare la donna che ho amato così profondamente?”
Tra le lacrime, Miaka rispose al suo sorriso. Poi, crollò tra le braccia di
Taka. Hiro si spaventò, ma gli altri due lo tranquillizzarono, spiegando il
perché della debolezza di Miaka.
“Tamahome…anzi, Taka. Sono felice
di vedere che ti prendi cura di lei anche in questo mondo.”
“L’avevo promesso. A tutti voi.”
I due si sorrisero e si strinsero la mano. Poi lasciarono Miaka a riposare sul
letto e si diressero in sala, dove Takeshi e Yui continuavano a litigare.
“Ogni momento che passa mi chiedo
sempre più come abbia fatto Miaka a sopportarti!”
“Stessa cosa che faccio io! La compatisco, se è costretta a sopportare la voce
di una strega petulante come te!”
“Stupido troglodita che non sei
altro!”
“Strega isterica e petulante!”
“Takeshi, ora smettila! Sei alquanto maleducato con la nostra ospite!”
“Ma Hiro…”
“Yui, ti prego di perdonarlo. Sono felice che ora possiamo essere amici e non
siamo più costretti a combatterci.”
“Oh…Vedo che è stato un nuovo successo. Ne sono felice anch’io. E non riesco a
credere che un ragazzo affascinante ed elegante come te abbia qualcosa a che
spartire con quello zotico.”
“Strega!”
“Bah! Piuttosto, Miaka come sta?
Si è sentita nuovamente male?”
“Già. Ora sta riposando di là.”
“Io vado da lei. Così se si
sveglia le faccio compagnia. Voi rimanete pure tra uomini.”
“Aspetta, vengo anch’io. Così le
infondo un po’ di forza tramite i pochi poteri rimastimi.”
Così Jiro e Yui si allontanarono.
Prima di scomparire, però, Yui si voltò per mostrare la lingua a Takeshi.
“Quella dannata strega! Vorrei avere ancora il mio ventaglio, almeno potrei
incenerirla!”
“Dai, smettila! Piuttosto, hai
visto la partita, l’altro giorno?”
“Intendi quella tra i Tigers e i Giants? Certo! Young è stato fantastico!”
“E Mitchell? Ha fatto due homerun!
Young sarà anche un lanciatore fantastico, però senza le battute di Mitchell i
Giants non potrebbero vincere neanche una partita!”
“Scherzi? E la difesa? Magari
farebbero punti, ma ne prenderebbero altrettanti e di più, senza Young!”
“Macché! Mitchell è un ottima
terza base. Senza di lui, invece, addio punti.”
“E Oikawa? Anche lui è un bravo
battitore.”
“Ma mai quanto Mitchell.”
“Se lo dici tu, Obake-chan!”
Un nuovo pugno mise Takeshi a riposo. Nel frattempo, Jiro e Yui si erano seduti
accanto al letto dove stava Miaka, ancora svenuta. Jiro sembrava concentrato,
mentre teneva una mano sollevata sopra al capo dell’amica. Poi, si rilassò.
Alzò lo sguardo e sorrise a Yui.
“Ora va meglio. Quando si
sveglierà avrà un po’ più di forza.”
“Ti ringrazio. Sei così gentile
con Miaka…e anche con me.”
“Beh, che c’è di strano? Siamo tutti amici, no?”
“Certo, che tu e gli altri vi comportiate in quel modo con Miaka è normale.
Però, io…vi ho combattuto. Sono stata, in parte, responsabile della morte dei
vostri cari, dei vostri amici. E forse, in fin dei conti, il comportamento di
Takeshi è il più normale. Quello che più mi aspettavo.”
“Takeshi non è poi così diverso da me e Hiro. Solo che lui non riesce ad
esprimere i suoi sentimenti. Vedrai che presto sarete ottimi amici. E poi, tu e
Miaka siete ottime amiche. Il problema delle due sacerdotesse rivali è una cosa
che appartiene al passato. Non c’è nessun motivo per cui non dovremmo essere gentili
con te. Proprio come lo siamo con lei.”
“Però, tutti voi siete…eravate…insomma, da stelle di Suzaku eravate tutti molto
affezionati a Miaka, e la proteggevate dai miei attacchi. Hotohori e Tasuki ne
erano anche innamorati, no? Per questo è normale che Takeshi ce l’abbia tanto
con me.”
“Ma no! E’ solo che è un po’ scemo! Non c’entra nulla. Ascolta, Yui. Ora noi
siamo dei normalissimi ragazzi giapponesi. E siamo amici tuoi e di Miaka allo
stesso modo. Capito?”
“Ti ringrazio. Però…chissà se anche Mitsukake e Nuriko la penseranno così.
Specialmente Nuriko…”
“Di questo non ti devi
preoccupare, Yui.”
Jiro e la ragazza si voltarono
verso Miaka, che si era risvegliata.
“Miaka, ti sei svegliata! Stai
bene?”
“Sì, certo. Comunque, Yui, non devi preoccuparti di ciò che penserà di te
Nuriko. Sono certa al 100% che ti tratterà bene.”
“E come lo sai?”
“Beh, tu sei la mia migliore amica da oltre 10 anni. Lui è il mio amico maschio
più caro. Vi conosco entrambi. E so che lui non ti tratterebbe mai male.”
“Esatto. Per di più, a Ryuken stai
simpatica. Me l’ha detto lui stesso.”
“Dai, ora andiamo dagli altri. Mi
sento in perfetta forma!”
“Merito di Jiro!”
“Grazie, Jiro. Capito?”
“Ehi!”
I tre ragazzi scoppiarono a ridere e raggiunsero gli altri. Dopo poco, Yui,
Taka e Miaka se ne andarono, prima che tornassero gli altri. Dopo appena due
giorni Miaka fu avvertita da Jiro che era arrivato il momento di risvegliare il
sesto guerriero, Mitukake. Tutto procedette con regolarità anche in questo caso
e Miaka trasferì nella mente del guaritore i ricordi riguardanti Shoka, la sua
ragazza, e tutto il resto.
Quando ebbero finito e Miaka si fu
ripresa, si trovarono tutti a parlare. Mancava Taka, che aveva portato via
Ryuken.
“A questo punto, ci rimane solo
Ryuken, da risvegliare.”
“Però c’è un bel problema. In voi
tre, anche se debolmente, percepivo la presenza degli spiriti dei guerrieri. Ma
dentro di lui non sento nulla.”
“Probabilmente è troppo presto.
Dopotutto, Nuriko era morto molto presto, no?”
Jiro guardò Miaka che continuava a sorridere. La sua espressione era grave.
Tutti fecero immediatamente silenzio. Jiro sospirò, poi tornò a fissare la
ragazza.
“Miaka…C’è una cosa che ti devo
dire. Non te l’ho detto prima perché pensavo che non ci sarebbero stati
problemi, però…a questo punto è meglio che tu sappia. Che tutti voi sappiate.”
“Che cosa, Jiro?”
“Come hai giustamente osservato, Nuriko è morto molto presto. Eravamo appena a
metà della nostra avventura. Anzi, avevamo da poco cominciato la ricerca dello
Shinzaho…Io ti avevo già avvertita che, più tempo è passato dalla morte, più
difficile è risvegliarlo.”
“Sì, me lo ricordo.”
“Beh, in questo caso…C’è la possibilità che non si riesca a risvegliarlo. E’
passato troppo tempo…Potrebbe essere impossibile fargli recuperare la memoria.”
Nella stanza piombò il silenzio.
Vedendo la sorella impallidire, Keisuke si affrettò ad abbracciarla, per
sostenerla.
“M- ma non è possibile…Ryuken…si
ricorda un po’ di me. Me l’ha detto…ha detto che gli sembra di conoscermi da
sempre. Questa non è la prova che lo spirito di Nuriko vive ancora in lui?”
“Mi dispiace, ma non è così. Miaka…queste sensazioni chi Ryuken prova sono
dovute alla profondità dei sentimenti che Nuriko provava per te. Sono i suoi
sentimenti che si aggrappano disperatamente al tuo ricordo. Ma il suo
spirito…temo se ne sia andato. Forse è rimasto all’interno del libro. E se
fosse così…Allora Nuriko è morto per sempre.”
“NO! Non può essere! Nuriko
tornerà, ne sono sicura! Sono convinta che anche lui desideri risvegliarsi. E
questo accadrà. Ma se davvero il suo spirito è rimasto nel libro…allora ci
penserò io. Lo porterò qui anche a costo di andare a prenderlo personalmente!!”
Dicendo questo la ragazza si
diresse verso l’entrata e scappò via. Subito Yui le andò dietro, seguita a sua
volta dai ragazzi. Ma Miaka era spinta dalla forza della disperazione e riuscì
a distanziare gli amici.
“Nuriko! Nuriko! E’ come vederti morire una seconda volta!
Non voglio…Ho già sofferto tanto, a causa della tua scomparsa! Nuriko! Torna da
me! Torna da me!!”
Pensando a questo continuava a correre, dirigendosi verso la città. Correva e piangeva, fino a quando non si scontrò contro qualcuno, cadendo a terra. Cercò di rialzarsi e di ricominciare la sua fuga, biascicando qualche parola di scusa, ma venne trattenuta per un braccio.
“Miaka!”
Si voltò e si trovò davanti Taka e
Ryuken. Erano loro le persone con cui si era scontrata. Vedendo il volto
dell’amico morto, gli si buttò addosso, afferrandolo per la camicia, e cominciò
ad urlare.
“Perché?! Perché sei stato così
sciocco da voler combattere da solo?! Ora non puoi più risvegliarti!! Ti prego,
Nuriko! Richiama il tuo spirito! Ti prego, ti prego!! Tu sei il mio migliore
amico!! Io ti vo…”
E svenne tra le braccia del sempre
più smarrito Ryuken. In quel momento arrivarono anche gli altri.
“Miaka!
Miaka! Taka, Ryuken. Ci siete anche voi…”
“Sì. Stavamo passeggiando quando lei ci è piombata addosso, ed ha cercato di
correre via di nuovo. Quando ci ha riconosciuti, poi, si è messa a urlare
contro Nuriko. Ma che è successo, Chichiri?”
“Chichiri ha detto che forse Nuriko non potrà risvegliarsi…Oh!”
Improvvisamente tutti si resero
conto che Ryuken li fissava con gli occhi sbarrati, mentre Miaka era ancora tra
le sue braccia.
“Ma che diavolo…? Si può sapere di
che state parlando?! Perché mi chiamate in quel modo? E chi sarebbe Chichiri?”
I ragazzi non sapevano come rispondere. Si guardavano l’un l’altro con aria
interrogativa. Poi Chichiri si mosse verso si lui.
“Aspetta. Adesso la cosa più
importante è portare Miaka a casa. Dai, Keisuke, prendila tu.”
Il ragazzo prese la sorella tra le
braccia. Poi Chichiri utilizzò i suoi poteri e fece perdere i sensi anche a
Ryuken. Se lo caricò sulle spalle e disse:
“Abbiamo bisogno di tempo per
decidere cosa dirgli. Dobbiamo inventarci una scusa credibile.”
“Ma non si potrebbe dirgli tutta
la verità? Forse, sforzandogli un po’ la memoria, lo aiuteremmo a ricordare…”
“No. Se gli facessimo ricordare a forza la sua vita da Nuriko, il cervello non
reggerebbe allo sforzo. Potrebbe anche impazzire. Dai, ora andiamo. Ci
inventeremo qualcosa una volta a casa.”
Così, con i due amici caricati
sulle spalle, si diressero in silenzio verso casa. Una volta arrivati, li
misero a riposare su due letti e si riunirono in salotto. Il morale era a
terra. Keisuke e Yui avevano spiegato a Taka ciò che era successo e tutti
insieme pensavano a cosa dire a Ryuken, quando si fosse risvegliato. Alla fine
optarono per una bugia che potesse sembrare almeno in parte credibile. Gli
avrebbero detto che Miaka aveva la febbre alta e delirava. I nomi che gli altri
avevano utilizzato erano di alcuni vecchi amici di Yui.
“Ma secondo voi ci crederà? Ryuken
non è uno stupido.”
“Lo so. Però quando si risveglierà
si sentirà confuso e accetterà anche questa versione.”
“Speriamo…Ehi, Keisuke, Taka,
Tetsuya. Forse è meglio se portiamo via Miaka. Così per loro sarà più
semplice.”
“Sì, hai ragione, Yui. Vado a
prenderla.”
Così i cinque se ne andarono,
augurando buona fortuna agli altri.
Circa un’ora dopo, Ryuken si
svegliò. Jiro gli raccontò subito la bugia che aveva deciso e lui ci credette.
“Uhm…E’ vero. La prima volta che
ho incontrato Miaka lei mi aveva chiamato con lo stesso nome. Evidentemente
somiglio a quel tipo. Però Miaka sembrava davvero sconvolta…”
“Vedi, Ryuken…Questo Nuriko, un
tempo, era il suo migliore amico. Ma purtroppo ha avuto un incidente ed è
morto. Per questo era così sconvolta, prima.”
“Oh! Ora capisco…”
“Yui mi ha detto che erano convinti che ormai fosse una ferita rimarginata. E
invece è ancora aperta, quindi è meglio evitare di nominare quel tipo davanti a
lei.”
“Certo, me ne rendo conto. Chissà come sta ora.”
“Sono sicuro che sta già meglio.
Vedrai che tra qualche giorno verrà qui.”
“Sì…”
E così non se ne parlò più.
Qualche giorno dopo, come previsto da Jiro, Miaka si presentò a casa loro e
tutto tornò come prima.
Nei quattro mesi seguenti, i vari
amici uscirono molto spesso. Tutti tranne Tetsuya, che era andato a vivere in
Cina. In seguito alla sua partenza, lui e Yui si erano lasciati, ma lei non era
troppo giù perché la loro storia stava già volgendo al termine. Ryuken usciva
molto spesso assieme a lei, Miaka e Taka, diceva che così Yui non si sentiva
una terza incomoda e lui nemmeno. Il giorno della vigilia di Natale, però, Yui
si sentì poco bene e rimase a casa con Jiro e gli altri. Così uscirono solo in
tre. Quella sera, a casa dei ragazzi, si sarebbe tenuta una grande festa con
tutti gli amici e loro erano andati a comprare gli ultimi regali. Ormai si era
fatto tardi e i tre amici decisero che era ora di rientrare. Improvvisamente,
però, Miaka si bloccò.
“Oh, no! Mi sono dimenticata! Jiro
mi aveva chiesto di andare a ritirare una torta che aveva prenotato!”
“Va bene, ci andremo ora. La
pasticceria dovrebbe essere ancora aperta. Dai!”
“No, Taka. Lascia stare. Ci vado io,
a prendere la torta. Voi andate a casa a dare una mano per i preparativi.”
“Ma perché? Possiamo andare tutti
insieme.”
“Ci metteremmo il doppio. Dai! Oggi è la vigilia di Natale, un giorno
romantico. E voi due vi siete portati appresso la zavorra per tutto il giorno.
Vi meritate di stare un po’ da soli.”
“Ma no, a noi ha fatto piacere stare con te, Ryuken!”
“Lo so, però ora è giusto che
stiate un po’ da soli. Ormai ho deciso, vado io. Ciao, a dopo!”
E, così dicendo, corse via.
Intanto aveva cominciato a nevicare. Miaka e Taka guardarono Ryuken
allontanarsi.
“Ehi, Taka…Io non mi sento troppo
tranquilla. Vedendolo correre via mi è tornato in mente il giorno in cui
Nuriko…”
“Già. Anche a me. Ma non dobbiamo preoccuparci, non corre pericoli.”
“Sì. Però anche quella volta se ne
era andato per lasciarci soli.”
“Non pensarci…”
E così si erano incamminati abbracciati, ma senza lasciarsi alle spalle quel
senso d’ansia e di inquietudine.
Intanto, a casa, Yui e Jiro
stavano preparando da mangiare assieme a Matsuo; Hiroyuki e Chiriko preparavano
la sala, mentre Takeshi guardava una partita di baseball alla TV.
“Si può sapere dov’è finito
Keisuke? Aveva detto che usciva un attimo a comprare un regalo che si era
dimenticato, eppure sono già passate due ore! Scommetto che era solo una scusa
per non aiutare. Anche se, a dire il vero, preferisco lui piuttosto che una
certa persona che guarda la TV senza muovere un dito. Takeshi! Smetti di stare
a pancia all’aria e dai una mano a Hiro e Chiko!”
“Fatti gli affaracci tuoi, strega!!”
“COSA?!?!”
“Su, calmati Yui, altrimenti ti senti di nuovo male.”
“Però non è giusto! Jiro, digli tu qualcosa!”
“Tanto non mi ascolta…”
Miaka e Taka stavano passeggiando
mano nella mano.
“Non vedo l’ora di partecipare
alla festa. Sarà magnifica e ci sarà un sacco di roba buona da mangiare!!”
“Non avevo dubbi…Scommetto che
mangerai così tanto che domani avrai l’indigestione!”
“Ne varrà la pena. Ah, che bello
il Natale! Con il panettone, il torrone, lo spum…!!”
Improvvisamente si zittì. Sul suo
volto, come su quello di Taka, si dipinse un’espressione angosciata. Si
voltarono di scatto.
“Nuriko…?”
Nello stesso istante, a casa…
CRASH
“Che succede, Chiko?”
Il ragazzino aveva lasciato cadere a terra il piatto che aveva in mano. Corse
in direzione della cucina, dove Jiro era pietrificato.
“Chichiri!!”
“L’hai sentito anche tu, Chiriko?”
“Sì! Per un istante…ho avvertito l’anima di Nuriko!”
“Che cosa? Nuriko? Vuol dire che Ryuken può recuperare la memoria?”
Jiro non rispose. Era pallidissimo, e lo stesso Chiriko sembrava
preoccupatissimo. Yui si allarmò.
“Jiro! Allora! Perché non mi
rispondi?! Che succede?!”
“Subito dopo essere apparso…lo spirito di Nuriko è sparito. Yui…contatta Miaka.
In qualsiasi modo.”
“Perché?”
“E’ successo qualcosa a Ryuken.”
Yui non se lo fece ripetere due
volte e corse in direzione del telefono, sperando che Miaka non avesse spento
il suo cellulare.
Intanto, Miaka e Taka erano
rimasti fermi a fissare la strada deserta.
“Taka…cos’è stato? L’hai sentito
anche tu, vero?”
“E’ stato come…se Nuriko fosse apparso per un istante…”
“A te non è sembrato di sentire…un
urlo?”
“Eh?”
“Ryuken…l’ho sentito urlare…”
Intanto la neve scendeva, bagnando
i loro vestiti. Al suolo si era già formato un lieve strato bianco. Poi, fu
come se Miaka avesse ricevuto una scossa.
“Devo andare…Taka…Presto! Dobbiamo
andare da lui!”
E corse nella direzione da cui erano venuti, seguita subito dal ragazzo.
A casa, Yui sbatté il telefono. Il
portatile di Miaka non era raggiungibile.
“Non c’è altro modo per
contattarli? Taka non ha un telefonino?”
“No! E’ per questo che ne abbiamo preso uno a lui e uno a Ryuken, per Natale!
Oh! Ci sono! Ora chiamo Keisuke, forse lui li ha visti!”
E compose il numero. Dopo due
squilli ottenne risposta. Yui gli comunicò la situazione, ma lui non li vedeva
da quella mattina. Comunque disse che li avrebbe cercati.
“Ok, grazie. Tienici informati.”
Mise giù e guardò Jiro. Era molto preoccupato. Yui gli si avvicinò e gli poggiò
la mano sul braccio.
“Stai tranquillo, sono certa che
andrà tutto bene. Lui è forte.”
“Lo so…Hiroyuki, Takeshi, Matsuo e
Chiko sono usciti per cercarli, ma ho pensato che noi è meglio se stiamo qui,
in caso chiamino.”
“Certo, hai fatto bene.
Ehi…guardami! Andrà tutto bene. Hai capito? Non arrenderti ai pensieri
pessimisti. Dai, ci sono io. Vieni qui.”
Yui l’attirò a sé, abbracciandolo, mentre dagli occhi di Jiro cominciavano ad
uscire delle lacrime.
“Ora lui è mio fratello. A tutti
gli effetti. Ed è terribile sentire che a tuo fratello è accaduto qualcosa e
non potertene accertare…Ah, se solo avessi ancora tutti i poteri di Suzaku!”
“Se li avessi ancora, non saresti
qui con noi. Ascolta, a parte Miaka, tu sei il miglior amico che io abbia mai
avuto. Con te mi sento sempre a mio agio e riesco a parlarti come non ho mai
parlato a nessun ragazzo. Ringrazio il cielo per averti mandato qui da me. E
anche tutti gli altri. Siete ormai la mia famiglia. E sono sicura che
supereremo questo problema tutti insieme. E un giorno ne rideremo tutti
insieme. Anche con Ryuken.”
“Me lo auguro…Grazie, Yui. Sei
eccezionale.”
“Non esagerare, o mi farai
arrossire.”
Miaka e Taka continuavano a
correre in direzione della pasticceria, mentre la neve cadeva silenziosamente,
depositandosi su ogni superficie. Sembravano delirare, non si fermavano nemmeno
a riprendere fiato, nonostante fossero tutti bagnati. Poi, Taka scorse un
gruppo di gente chiusa a cerchio che osservava qualcosa vicino alla strada. Il
suo cuore mancò un battito. Un’orribile sensazione s’impossessò di lui. E la
consapevolezza di averla già provata lo fece stare anche peggio. Doveva andare
a vedere, ma aveva troppa paura…Senza contare che Miaka era con lui. Lei non
avrebbe retto allo shock. In quel momento, scorse Keisuke avvicinarsi di corsa
alla folla. Lo osservò farsi largo tra la gente, guardare a terra e impallidire
brutalmente. E infine gettarsi a terra. Taka si sentì crollare il mondo
addosso. Era come aveva temuto. Si voltò verso Miaka e il suo volto gli fece
capire che anche lei aveva visto tutto. Tremava. Lentamente, prese a camminare
verso il luogo dove si accalcava la gente. Si sentiva strana. Era come se
attorno a lei si fosse creato il vuoto…Non udiva più alcun rumore e non sentì
nulla nemmeno quando la folla la spinse, mentre andava verso suo fratello. Poi,
fu come se fosse ritornata in sé all’improvviso. Si trovava al centro di quel
cerchio di curiosi, con al suo fianco Taka. Di fronte a lei, suo fratello era
inginocchiato a terra e urlava, tenendo qualcuno tra le braccia.
“Ryuken! Ryuken, resisti, sta
arrivando l’ambulanza! Ryuken!”
“Fratellino…”
Keisuke
sussultò.
“Oh, no!”
Si voltò lentamente e la vide. Era pallidissima, sembrava un fantasma. Lo fissava con occhi imploranti, come se gli stesse chiedendo di smentire i suoi timori. Si alzò, cedendo il posto a Taka. Si avvicinò a Miaka e le posò le mani sulle spalle.
“Miaka…Vieni via. Non è il caso
che tu resti qui a guardare.”
La ragazza lo fissava con occhi
sgranati.
“Ma come? Fratellino…Cosa
succede?”
“Vieni via da questa folla, non vorrei che svenissi. Dai, te lo dico in disparte.”
“No…Quello…Lui è…”
“Miaka, vieni via.”
“NO!! E’ Ryuken, vero?! Che gli è successo?!”
“Calmati, vieni con me e te lo spiego.”
“Ma che diavolo dici?! Il mio migliore amico è steso a terra, privo di sensi e
sanguinante! E io dovrei andarmene?!”
“Smettila di urlare, cerca di stare calma. Non so di preciso cosa sia successo.
Penso che sia stato investito da una macchina. Adesso sta arrivando
l’ambulanza, ci penseranno i medici a prendersi cura di lui. Vieni via.”
“No! Devo andare da lui, devo
stargli accanto!!”
Miaka iniziò a dimenarsi tra le braccia del fratello, mentre lui continuava a
tenerla stretta. Cercò di ribellarsi sbattendo i pugni sul suo petto, mentre le
lacrime scendevano incontrollate. Anche Keisuke stava piangendo, e teneva
abbracciata sua sorella, cercando di calmarla, nonostante i colpi.
“A…ah…Mia…ka…”
Si sentì appena. Ma a quella voce
Miaka si bloccò di colpo. Si voltò di scatto verso Taka e Ryuken e rimase a
guardare.
“Mia…ka…D…dove…”
Con uno strattone la ragazza si
liberò dalla presa di suo fratello e corse a fianco dell’amico. Lui teneva gli
occhi semichiusi e sembrava fare troppa fatica a parlare. Miaka tremò,
ricordando che quella scena l’aveva già vissuta, tale e quale.
“Ryuken…Sono qui. Stai tranquillo.
Ora arriva l’ambulanza. No…non ti preoccupare…”
Due lacrime scivolarono dagli
occhi di Miaka e ricaddero sul volto del ragazzo. Lui sbatté le palpebre e, con
molta fatica, aprì gli occhi, fissandoli in quelli di lei.
“No…non piangere, Miaka…Questo
non…non mi ucciderà. Non puoi liberarti di me così facilmente.”
Miaka e Taka erano stupefatti. Le
stesse parole di allora…A fatica Ryuken alzò una mano e la posò sulla guancia
di Miaka, asciugandole una lacrima. Poi chiuse gli occhi e sorrise.
“Sei davvero una frignona. E
cocciuta, goffa, sciocca, impulsiva e una mangiona…Devo sempre tenerti
d’occhio…”
“Ryuken…tu…ti ricordi tutto…?”
“Ma…va bene lo stesso. Hai anche
moltissimi pregi. Tu…Miaka…Quel giorno non riuscii a finire la frase. Non…non
ne ebbi il co…raggio…Nonostante sapessi che stavo morendo…Ma ora…non voglio…Non
voglio commettere lo stesso errore…Tu sei…sei la persona più importante della
mia…vita…Sia quella passata…che quella attuale…Ciò che provo per te…non morirà
mai…Mai…Quindi, ti prego…per me…Non farti sconfiggere dal…dolore e dalla
tristezza…Qualunque…cosa…accada…”
“Nuriko! Sei tornato! Non dire
queste cose! Tu sarai al mio fianco e io non avrò motivo di soffrire!”
Il ragazzo non rispose. Teneva gli
occhi chiusi e sorrideva. Un sorriso stanco…
“Io…allora non riuscii a dirtelo…E
nemmeno in tutti questi mesi ce l’ho fatta. Ma tu devi sapere…Tu…sei il mio
migliore amico. Il più caro…Taka è il mio ragazzo, ma…Tu e Yui siete i miei più
cari amici. Le persone a me più care. Io ti voglio bene, Ryuken. E ti voglio
bene, Nuriko. Quindi non lasciarmi, ti prego!”
L’ex guerriero di Suzaku
continuava a sorridere in silenzio. Ma una lacrima scivolò dai suoi occhi. Poi,
la sua mano destra, che Miaka stringeva tra le sue, ricadde senza forze.
Miaka, Taka e Keisuke rimasero
senza fiato. Chini sul loro amico provarono a scuoterlo. Miaka iniziò ad
urlare.
“Nuriko…Andiamo…Ehi, apri gli
occhi. Nuriko…Ehi…Ehi…Per me…Dai…Non puoi…Nuriko. Per favore…Nuriko…Oh, ti
prego!! Apri gli occhi! Aprili!! NURIKO!!!”
In quel momento arrivò l’ambulanza. Gli infermieri portarono una barella per
caricare Ryuken. Keisuke si avvicinò a loro.
“Ha perso i sensi, non risponde! E
poi…non respira!”
Subito i medici caricarono la
barella sull’ambulanza. Miaka andò con loro, mentre già si preparavano alla
rianimazione. L’ambulanza ripartì, lasciando Taka e Keisuke a guardarla, mentre
la folla si allontanava.
“Andiamo, Keisuke. Dobbiamo
raggiungere l’ospedale. Non possiamo lasciare Miaka da sola.”
“Sì. Oh, merda! Devo chiamare Yui.
E adesso che le dico?”
“Dille di raggiungerci all’ospedale con tutti gli altri.”
“La fai facile, tu…”
Il telefono squillò. Yui si
precipitò a rispondere.
“Pronto? Keisuke, finalmente!
Allora, l’hai trovato?”
Jiro le si era avvicinato, ansioso di sapere qualcosa.
“Ecco…sì. Senti, Yui…Mi passi
Jiro, per favore?”
“Cosa? E perché? Perché non vuoi dire a me? Cosa è accaduto?”
“Yui, vado di fretta. Per favore, passami Jiro. Poi ci pensa lui a dirti tutto.
Tu, intanto, preparati per uscire.”
Nonostante non volesse, cedette la
cornetta a Chichiri e stette ad ascoltare.
“Pronto.”
“Jiro…Ho trovato Ryuken, Miaka e
Taka. Ehm, purtroppo…è accaduta una cosa tremenda…”
“Cos’è successo?”
“Non so bene cosa sia accaduto, però…Ryuken ha avuto un incidente. E’ stato
investito da un’auto. Ora l’ambulanza lo sta portando in ospedale, con lui c’è
Miaka. Io e Taka li raggiungiamo subito e voi dovreste fare lo stesso.”
“Certo, ma come sta? Cosa si è
fatto?”
“Ecco…Non so cosa si sia fatto, però…”
“Però cosa?”
“Quando l’hanno caricato sull’ambulanza, non respirava più.”
“Oh mio Dio…”
“Non agitarti, gli infermieri lo
stavano rianimando, quando sono partiti. Ascolta, ora noi corriamo
all’ospedale. Voi lasciate un messaggio agli altri per avvertirli e
raggiungeteci.”
“Certo. Arriviamo subito.”
E riattaccò. Era pallidissimo, e
Yui temette che stesse per svenire.
“Jiro, che ti ha detto?”
“Ryuken è stato investito da un’auto. Ora un’ambulanza lo sta portando
all’ospedale. Dobbiamo andare anche noi.”
“Corro a prendere i cappotti!”
Yui tornò subito con i loro
cappotti. Nel frattempo, Jiro aveva lasciato un messaggio per avvertire gli
altri di raggiungerli all’ospedale. Poi partirono.
Dopo circa 15 minuti erano
arrivati. Trovarono Keisuke, Miaka e Taka in sala d’aspetto. Miaka era seduta
su una sedia, a testa bassa, e stringeva le mani in grembo. Keisuke era al suo
fianco e l’abbracciava. Taka era in piedi, di fronte a loro, appoggiato alla
parete. Fissava il soffitto senza muovere un muscolo. Accorgendosi della loro
presenza, Keisuke alzò la testa e li guardò.
“A- allora…? Come va?”
“In ambulanza l’hanno rianimato, ed ha ripreso a respirare. Ora lo stanno
operando. Non ci dicono nulla…”
Yui si avvicinò a Miaka e Keisuke
le cedette il suo posto. L’ex Miko di Seiryu afferrò la mano all’amica e la
strinse. Allora Miaka la guardò, con occhi pieni di lacrime, e l’abbracciò,
appoggiando il capo sulla sua spalla.
“Yui…!! Lui…ha recuperato la
memoria!”
“Che cosa?”
“Mi ha detto le stesse identiche parole di allora. E poi mi ha detto che per
lui sono e sono stata la persona più importante! Se lui dovesse morire, io…non
potrei mai sopportarlo. Mai!”
Jiro guardò Taka, che annuì. Poi
si rivolse a Miaka.
“Stai tranquilla. Ce la farà. Ne
sono sicuro.”
Dopo circa 30 minuti arrivarono
anche gli altri, sconvolti. Per altre tre ore non si ebbe alcuna notizia. I
ragazzi continuavano ad andare su e giù per il corridoio, nervosi. Un paio di
volte andarono a prendere da bere. Miaka e Yui non si separavano nemmeno per un
istante. Ormai erano le 22.30, quando un medico si diresse verso di loro. Tutti
si bloccarono e trattennero il respiro. Yui si accorse che Miaka tremava.
“Tra di voi c’è un familiare del
signor Ryuken Yamato?”
Jiro si mosse lentamente verso l’uomo, che sembrava piuttosto stanco.
“S- sì. Sono suo fratello
maggiore.”
“Ah. Piacere. Quando è arrivato, suo
fratello era ridotto molto male. Durante l’intervento ha avuto più di un
arresto cardiaco. Aveva numerose fratture sparse per tutto il corpo e
un’emorragia interna. Abbiamo fatto del nostro meglio, ed ora è vivo, però…Non
sappiamo se potrà farcela. La sua è una situazione molto delicata. Non voglio
darvi troppe illusioni, è davvero molto grave. Le possibilità che riesca a
farcela sono del 30%. Ad ogni modo, se riuscirà a superare le prossime 48 ore
sarà salvo. Spero davvero che ce la faccia. E’ troppo giovane per morire a
causa di un disgraziato pirata della strada…”
“E’ possibile vederlo?”
“Non direttamente. La stanza dove si trova ora è isolata. Potete vederlo solo
attraverso un vetro.”
“Capisco. La ringrazio molto,
dottore.”
“Di niente. Vi auguro davvero che
riesca a farcela.”
Il medico li guardò uno ad uno.
Erano tutti distrutti dalla stanchezza e dal dolore, e si sarebbero passati il
Natale in ospedale a vegliare su un amico più morto che vivo. Sorrise con
dolcezza.
“Siete un gruppo straordinario. Si
vede che la vita di quel ragazzo, per voi, è importante quanto la vostra.
Abbiate fiducia in lui. Sono sicuro che lotterà con tutte le sue forze per
tornare da questa vostra, straordinaria famiglia. Buona fortuna, ragazzi. E vi
auguro che diventi un Natale migliore di quanto è stato finora. Ve lo
meritate.”
“Grazie mille, dottore. Buon
Natale.”
E così l’uomo si allontanò, dando
istruzioni ad un’infermiera perché li accompagnasse dove avrebbero potuto
vedere Ryuken. Vennero portati in un’area dell’ospedale dove erano ricoverati i
malati più gravi. Miaka continuava a stringere la mano di Yui, mentre la bionda
lanciava occhiate preoccupate sia a lei che a Jiro. Senza contare che anche lei
era terrorizzata all’idea di perdere un amico come Ryuken.
Arrivarono davanti alla sua
camera. Un enorme vetro occupava la parete dopo la porta. Guardarono dentro.
Ryuken era disteso su un letto al centro della stanza, circondato dai
macchinari che monitoravano le sue condizioni e che lo aiutavano a rimanere in
vita. Aveva la testa fasciata, mentre il resto del corpo era nascosto dal
lenzuolo. Guardandolo attraverso quel vetro, gli altri si sentirono leggermente
più sollevati. Vederlo li aveva aiutati a rendersi conto che Ryuken era ancora
tra loro. Improvvisamente, la stanchezza ebbe il sopravvento. Le gambe di Miaka
cedettero e la ragazza non cadde solo grazie alla prontezza di riflessi di Yui,
che la sostenne. Keisuke si chinò, e fece cenno a Yui di posargli Miaka sulle
spalle. Quando la bionda ebbe eseguito, lui si alzò, caricandosi sulla schiena
sua sorella.
“G- grazie, fratellino…”
“Dai, Miaka. Andiamo a casa. Hai
sopportato un po’ troppo, per oggi. Ragazzi, andate a casa anche voi. Tanto non
possiamo fare nulla. Se dovesse accadere qualcosa, ci avvertirebbero.”
“Keisuke ha ragione. Voi andate,
resterò solo io.”
“Ma Jiro…”
“Keisuke…Guardati. Tu sei sempre
presente per Miaka. Le sai a fianco in ogni situazione. il rapporto che c’è tra
voi due è una cosa stupenda. Quindi tu puoi facilmente capire il mio desiderio
di stare accanto a Ryuken, vero?”
“…Se vuoi porto a casa Miaka e poi ti raggiungo.”
“No. Vai a riposare anche tu. Ne
hai bisogno.”
“Però mi secca lasciarti solo…”
“Vai pure, Keisuke. Rimango io con
Jiro.”
“Yui…Ne sei sicura?”
“Sì. E non cambierò idea. Dai, andate. Miaka ha bisogno di stendersi.”
Si avvicinò all’amica, e le
strinse le spalle.
“Stai tranquilla. Andrà tutto
bene. A capodanno, Ryuken ti farà gli auguri assieme a tutti noi.”
“Grazie, Yui. Cerca di non
stancarti troppo. Ti voglio bene.”
“Anch’io ti voglio bene…Ciao.”
Così se ne andarono. Rimasti soli,
Jiro e Yui si sedettero su una panca posta di fronte alla parete vetrata.
“Perché sei voluta rimanere?
Potevo restare da solo. Non ha senso che passi la notte in ospedale anche tu.”
“Invece sì. E’ per Miaka.”
“Per Miaka?”
“Glielo devo. Lei sarebbe rimasta, se non fosse stata così distrutta. Voleva
rimanere qui. Così rimango al suo posto. Se lei ha perso il suo migliore amico
già una volta, è colpa mia. E’ stato uno dei miei fedeli ad uccidere Nuriko.”
“Ma tu non ne sapevi nulla. Era
Nakago a muovere Ashitare.”
“Però se io non avessi dato retta
a Nakago e mi fossi fidata di Miaka, non sarebbe accaduto nulla.”
“E se Miaka non avesse mai aperto
il libro, non avrebbe mai conosciuto Nuriko e non avrebbe sofferto per la sua
morte. Non puoi basare la tua vita sui se, altrimenti non riuscirai a vivere
davvero. Ricordatelo. Senza contare che Miaka si infurierebbe, se sapesse che
pensi ancora a questo.”
“Già. Lei è troppo buona con me…”
Rimasero in silenzio per un po’.
Improvvisamente Yui sentì un peso sulla spalla. I battiti del suo cuore
accelerarono quando si rese conto che si trattava di Jiro. Aveva posato la
testa su di lei.
“Scusa…ti spiace se resto un po’
così? La stanchezza comincia a farsi sentire…”
“Figurati. Perché non ti distendi?
Se vuoi…puoi posare la testa sulle mie gambe…”
“…No, grazie. Preferisco rimanere
così.”
Rimasero così, in silenzio, per
due ore. Nessuno dei due riusciva a dormire. Se ne stavano seduti in quella
posizione a fissare il vuoto con gli occhi sbarrati. Erano ormai le 3.30 quando
finalmente Yui si decise ad aprire bocca.
“Jiro…”
“Sì?”
“Ecco…Io mi rendo conto che questo
non è il momento opportuno, ma…temo che non sia così semplice rimanere soli. E
c’è una cosa che devo dirti assolutamente.”
“Dimmi pure.”
“Tu…sei uno degli amici più cari
che io abbia mai avuto. Fatta eccezione per Miaka, che per me è come e più di
una sorella, nessuno mi ha mai capito bene come te. Non ho mai sentito qualcuno
che non fosse Miaka così vicino a me. Vorrei che questa nostra amicizia durasse
per sempre.”
“Non c’è nessuno motivo per cui
non dovrebbe durare.”
“Invece c’è. Io mi sono innamorata
di te, Jiro. La storia che avevo con Tetsuya è finita perché ormai pensavo
sempre a te, anche quando ero con lui. E anche se questo può compromettere la
nostra amicizia, non posso più stare zitta. Non ce la faccio.”
Yui trattenne il respiro. Con
quella dichiarazione stava rischiando molto. Però Jiro non rispondeva, stava in
silenzio. Yui riprese a respirare regolarmente, convinta che si fosse
addormentato. Ma quando meno se l’aspettava, si sentì afferrare la mano e delle
dita si intrecciarono alle sue.
“Ti amo anch’io, Yui. E anche se
d’ora in poi staremo insieme, non vuol dire che non saremo più amici. Grazie
per tutto ciò che mi hai detto. Ti amo.”
Yui sorrise e ricambiò la stretta
della mano. Dopo circa 10 minuti, in quella posizione e mano nella mano, si
addormentarono.
Il giorno successivo, gli altri
amici arrivarono di buonora. Passarono in ospedale tutta la giornata, e per la
notte si fermarono Keisuke e Miaka. Anche il giorno dopo passò tranquillo,
senza cambiamenti né in meglio né in peggio. Quella sera, quando ormai stavano
decidendo chi avrebbe dovuto fermarsi per la notte, arrivò il dottore.
“Signor Yamato. Buonasera.”
“Oh, salve, dottore. Allora, a
quanto pare è andato tutto bene! Ryuken ce l’ha fatta!”
Il medico fissò Jiro con
espressione grave.
“Purtroppo non è così semplice.”
Il sorriso scomparve dal volto dei
ragazzi. Si fece avanti Miaka.
“Ma perché? Aveva detto che se
Ryuken avesse superato le 48 ore sarebbe stato salvo!”
“Già. E, tecnicamente, è così.
Purtroppo, però, è soggiunta una complicazione. A dire il vero, il paziente
avrebbe già dovuto svegliarsi. Invece non dà segni di ripresa. Inizialmente
abbiamo pensato ad una ripresa più lenta, però…”
“Però?”
“Temo che la situazione sia ben
più grave. E’ entrato in coma.”
Per l’ennesima volta, in quei
giorni, furono costretti ad apprendere una terribile notizia.
“No…Oh,
no! Non è possibile!”
“Purtroppo è così, signorina.
Comunque si tratta di un coma leggero. Lui riesce a respirare da solo, senza
bisogno dei macchinari. E’ davvero come se stesse dormendo. Con la differenza
che non riesce a svegliarsi.”
“Ma non potete fare nulla per
lui?”
“Noi no. Ma forse voi sì.”
Tutti lo fissarono, senza capire.
L’uomo si spiegò.
“Dovete convincerlo a svegliarsi.
Parlargli, fargli capire che lo state aspettando. A questo punto, tutto si
riduce ad una questione di forza di volontà.”
I vari amici si guardarono l’un
l’altro. Poi Miaka si fece avanti.
“Va bene. Ci penso io. Dottore, mi
porti da Ryuken, per favore.”
“D’accordo. Venga con me.”
Mentre seguiva il dottore, Miaka
udì le voci dei suoi amici.
“Miaka, siamo nelle tue mani.”
“Mi raccomando, salvalo.”
“Sono certa che la tua voce arriverà
dritta al suo cuore.”
“E non fermarti a rubare il cibo
ai pazienti!”
Tutti si voltarono verso Takeshi,
che assunse un’espressione colpevole.
“Beh, non si sa mai…”
Gli altri non poterono che dargli
ragione.
Quando il medico la introdusse
nella camera di Ryuken, Miaka trattenne il fiato. Entrò con un po’ di timore e
si avvicinò al letto. Il dottore sussurrò:
“Vi lascio soli. Ce la metta
tutta, signorina. Il suo amico è nelle sue mani.”
E se ne andò. Miaka si sedette su
una sedia posta a lato del letto. Gli accarezzò la testa delicatamente, per
paura di fargli male.
“Ryuken…Ciao. Sono io, Miaka. Sai,
qui in ospedale ci sono anche tutti gli altri. Sono preoccupatissimi per te.
Tutti aspettano con ansia il tuo ritorno. Anche se in ritardo, dobbiamo festeggiare
il Natale. Ah, c’è anche una bella novità, sai? Yui e Jiro si sono messi
insieme! Eh eh, tu hai sempre detto che secondo te sarebbero stati una bella
coppia…Avevi ragione! Però…mi sembra che Takeshi ci sia rimasto un po’ male.
Chissà…forse aveva un debole per Yui…Boh.”
Seguì un triste silenzio. Miaka
fissava con affetto il volto dell’amico. Era vero, sembrava proprio
addormentato. Era esattamente come l’aveva visto nel libro, quando avevano
seppellito il corpo di Nuriko. A questo pensiero, sentì una morsa stringerle il
cuore.
“Ryuken…Anzi, Nuriko. Devi
riprenderti. C’è una miriade di cose che vorrei dirti. Ora che hai finalmente
ricordato la tua vita da guerriero di Suzaku. Sai, io…l’ultima sera, prima che
tu morissi…sentii ciò che dicesti a Tamahome. Tu mi avevi detto di rimanere in
camera tranquilla, ma io volevo sapere cosa gli era accaduto. Così ti seguii e
rimasi ad ascoltare cosa vi dicevate. In quel modo, io…venni a sapere…dei tuoi
veri sentimenti per me. Ne rimasi shockata. Mai avrei immaginato che proprio tu
fossi innamorato di me. Ti avevo sempre visto come una cara amica. La maggior
parte delle volte dimenticavo che in realtà eri un uomo. Per questo mi stupii
tanto. Ma ne fui anche tanto felice. Capii cosa intendevi dire, dicendo che era
anche a causa mia che avevi deciso di tornare a comportarti come un uomo. Mi
fece molto piacere. E dentro di me pensai che non avrei mai dimenticato l’amore
che provavi per me. E così è stato. Come sai meglio di chiunque altro, io amo
Taka. L’ho sempre amato e non potrei mai amare qualcun altro. Penso che tu,
questo, lo sappia fin troppo bene. Tuttavia…volevo solo dirti
che…sicuramente…se ti avessi conosciuto prima di lui mi sarei innamorata di te.
Forse poi mi sarei ugualmente innamorata di lui…Ma prima di conoscerlo avrei
certamente amato te. Tu mi piaci tantissimo. E anche se il mio cuore batte per
Taka, sei comunque una persona preziosissima per me. Sei il più caro amico che
io abbia mai avuto, proprio come Yui. E non puoi nemmeno immaginare la gioia
che provai quando, durante l’ultimo scontro con Nakago, ti vidi apparire
davanti a me. Per non parlare di quando mi abbracciasti per l’ultima volta. Si
è trattato di alcuni degli istanti più belli della mia vita. Ed io li ricorderò
sempre. Hai capito?”
Miaka si zittì. Continuava a
fissare Ryuken, con un sorriso sulle labbra. Ma, pian piano, i suoi occhi
cominciarono a riempirsi di lacrime.
“Oh, Ryuken, ti prego! Non voglio
perderti di nuovo, non voglio! Sei troppo importante per me! Perché, per causa
mia, devi essere sempre tu a soffrire?! Non è giusto!”
Si piegò sul letto, singhiozzando.
Strinse forte il corpo del giovane, come per non farlo più andar via. Mentre lo
teneva stretto, improvvisamente avvertì due braccia circondarla
affettuosamente. Si scostò leggermente da lui e vide che aveva aperto gli
occhi. Le stava sorridendo dolcemente.
“Ti prego, Miaka. Non piangere
più. Lo sai che non sopporto vederti piangere. Soprattutto per causa mia.”
“Ryuken! Ti sei svegliato! Grazie
al cielo!”
“No. Grazie a te, Miaka. E’ stata
la tua voce a farmi risvegliare. Grazie.”
“Come avrei potuto lasciarti in
quello stato? Aspetta. Vado ad avvertire il medico e gli altri. Immagina quanto
felici saranno!”
“Sì, Miaka. Vai.”
Miaka uscì ed avvisò subito il
dottore. Poi corse dagli altri. Quando appresero la bella notizia, tutti
esultarono. Yui, Chiko, Jiro e Keisuke piansero di gioia. Taka, Hiroyuki,
Takeshi e Matsuo risero contenti. Tutti erano finalmente felici. Avevano
passato dei giorni tremendi, ma finalmente tutto era risolto. Miaka era la più
felice. Sapeva che da quel momento la vita le avrebbe riservato moltissime
sorprese. Ma qualunque cosa fosse accaduto, avrebbe avuto accanto a sé l’uomo
che amava, suo fratello, Yui, Ryuken e tutti i suoi amici.
FINE