~Legami.

Complicità,
ci ha sempre unito,
nei momenti belli,
sapevo che tu eri lì, con me
quando mi difendevi
e arrivavi col tuo impeto
e facevi fuggire la paura.

E' una frizzante giornata di primavera.

Piccoli, morbidi soffi di cotone danzano leggiadri sul grigio perla del cielo.

Deboli, tiepidi raggi solari filtrano attraverso i rossicci rami e le smeraldine fronde dei salici, scaldando l'umido terreno della foresta.

Chiudi gli occhi, concentrandoti sui suoni che ti circondano.

Puoi udire il cinguettio degli uccelli ed il ronzio delle api, il ritmico, calmo, picchiettare delle goccioline di rugiada sui profumati petali dei gigli e dei tulipani.

Un tuo fine sopracciglio di cioccolato si inarca, ed una minuscola ruga compare misteriosamente sull'olivastra pelle della tua fronte.

Perché, solamente prestando maggior attenzione , riesci ad isolare il silenzioso pianto di un bambino.

E, nell'udirlo, il tuo cuore perde inevitabilmente un battito.

Un ruggito nasce dal tuo petto, salendo minaccioso lungo la gola e morendoti sulle labbra.

Un velo cremisi ti avvolge e, animato da nient'altro che rabbia, ti rannicchi in posizione d'attacco, iniziando a correre in direzione della tenuta.

Arrivato nelle vicinanze, ti insinui fra le foglie dei rigogliosi cespugli, al fine di impedire che qualcuno si accorga della tua presenza.

Lo vedi, disteso sui sottili e brillanti fili d'erba del prato.

Le graziose e paffute manine giunte all'altezza del capo, a tentar di fermare il flusso del sangue che, inesorabile, macchia i suoi ondulati ricci d'oro.

- Niklaus! - urli il suo nome, uscendo dalla fitta vegetazione.

Egli, però, non risponde.

- Perché, padre? - mormora, d'un tratto.

Le iridi cristalline fissano il vuoto, terrorizzate.

Sembrano osservare qualcosa che non rientra nel tuo campo visivo.

Con passo incerto, ti avvicini per dare un'occhiata alle ferite.

Le esili braccia sono cosparse da lividi violacei e giallastri e da un'infinità di graffi e tagli.

Le labbra, carnose e solitamente rosee, sono percorse da una miriade di fili di rubino.

Quei fili rappresentano perfettamente l'indissolubile legame che vi unisce.

Nulla riuscirà mai a spezzarlo; è la tua unica certezza.

~

Entri in casa e, senza neppure curarti di chiudere la porta, vai a sederti su una piccola poltrona in velluto nero, posta accanto al tavolino degli alcolici.

Con gesti meccanici, prendi un bicchiere e ti versi una generosa dose di whisky.

E' appena trascorsa una lunga notte.

Hai visto tante, troppe persone morire, sacrificate sull'altare della sua ambizione.

Senza che tu te ne accorga, una gocciolina salata solca la tua guancia, andando a morire sulle tue piene labbra.

Non ce l'hai fatta.

Non sei riuscito a porre fine alla sua vita, a guardare le sue iridi spegnersi, ad osservarlo mentre veniva trascinato nell'Oscuro e profondo baratro del sonno Eterno.

“ L'amore è la più grande debolezza dei Vampiri, Elijah. “ , sono parole sue.

Sai che ha ragione.

E sai che non è stato l'Amore per gli altri tuoi fratelli, a fermarti.

E' stato l'Amore fraterno che provi, nonostante tutto, nei suoi confronti.

Perché Klaus è l'unica persona di cui ti importi davvero.

Sorridi.

Ancora una volta, non sei riuscito a spezzare il filo rosso che tiene unite le vostre vite.

Nulla riuscirà mai a spezzarlo, ripeti.

Nulla.

Neppure la Morte.