“Yahooooo!!”, esclamò il bambino, continuando a colpire l’aria con calci e pugni. Poco lontano da lui, all’ombra dei portici della DWMA il meister  Sid lo osserva, con una certa soddisfazione. Lo ha portato con sé per la prima volta ad allenarsi nella lotta, piuttosto che lasciarlo in giro per i corridoi dell’accademia ad attaccar briga con i ragazzi molto più grandi di lui. Cioè, il suo intento era quello di insegnargli qualcosa sul combattimento. Però appena arrivati nella piazza principale della scuola dove entrambi vivono il bambino ha iniziato a fare completamente di testa sua, senza nemmeno ascoltare il suo novello insegnante che tentava di mostrare le basi della lotta. “Beh, allora fa un po’ come vuoi tu.” disse, rassegnato. Rimase comunque a guardarlo, visto che con uno come lui i guai erano sempre dietro l'angolo. Come quella volta che si era messo in testa di scalare la torre della DWMA... No, era meglio non pensarci. Anche perchè era lui a svolgere l'ingrato compito di tutore, grazie a qualche strana idea dello Shinigami.

"Bene Sid, è deciso! Te ne occupererai proprio tu! Tu solo soletto!" esclama lo shinigami. Sid è appena tornato dalla missione di sterminio del clan della Stella, e ha fatto rapporto al Dio della Morte. 
"Ma... Non posso occuparmene io! Io sono un meister, tutto quello che so fare è combattere per lei, signore! Non so nemmeno che mangiano, i neonati!" gli risponde, sconcertato.
"Sid, Sid... il piccolo è del clan. Ha il tatuaggio su di sè. Lo riconosceranno ovunque, e nessuno vorrà prendersi cura di lui. Quindi solo noi della DWMA possiamo assicurargli un futuro." gli dice lo Shinigami, con un tono curiosamente calmo.
"Capisco perfettamente..." dice subito Sid, "...ma io non sono adatto a questo compito! Ci sarà pure qualcun'altro a cui affidarlo, non trova?"
"Deve essere un meister capace a seguirlo nella sua crescita. Ha un grande potenziale, sai? E penso che nemmeno tu gradisca l'idea di lasciarlo con Stein, che per l'appunto è il nostro migliore meister!" risponde prontamente il Dio, concludendo la frase con una sonora risata.
"Capisco..." 

A mezzogiorno, Sid non riusciva più a sopportare il calore, e provò a convincere il bambino a seguirlo sotto l'ombra dei portici.
"Ombra?? Puah!" rispose, nel suo tono squillante, "Io sono colui che supererà Dio! Che vuoi che sia un po' di sole per l'illustre sottoscritto???"
"Ah... Va bene..." disse Sid, poco convinto. "Io comunque sono un essere umano dalle poche pretese, quindi vado sotto i portici. Tu continua pure, ma ricorda che ti tengo d'occhio." Poi si allontanò, scuotendo la testa.
Giunto al riparo dei portici, Sid tornò a dedicare la propria attenzione al bambino.  Poi non mi vengano a dire che non cerco di essere premuroso con lui, pensò. Spirit un po' di tempo fa lo aveva quasi paragonato ad un padre... con la sola eccezione che lui non aveva certo una moglie di cui occuparsi, aveva aggiunto. Lui non si riteneva certo un padre, per quel bambino che continuava imperterrito a sferrare colpi sotto il sole cocente. Non poteva dire esattamente cosa fosse esattamente un padre, ma di sicuro poteva dire che un padre era un esempio per il proprio figlio, o qualcosa del genere. E mentre pensava tutto questo, si accorse che il bambino non sferrava colpi a caso. Per niente. Fece qualche passo avanti, cercando di avvicinarsi per essere sicuro di aver visto bene e, giunto a qualche metro dal suo protetto, si rese conto della situazione. Il bambino cercava di imitare le mosse che aveva visto tante e tante volte da Sid stesso, quelle poche volte che lo portava con sè ai suoi allenamenti.
"Che c'è, sei venuo di nuovo a dirmi del sole che mi fa male???" disse il bambino, continuando ad esercitarsi.
"Eh..." Per un istante Sid non riuscì a pensare a niente di sensato da dire. Poi disse: "Veramente volevo dirti di tenere i gomiti più alti, quando sferri il pugno alto... Ma colui che supererà Dio non vorrà certo ascoltare i suggerimenti di un essere umano, vero?" 
Conclusa la frase, si voltò e si avviò di nuovo ai portici, senza aspettare alcuna risposta dal bambino. Tornato finalmente al fresco, tornò a osservarlo, stavolta con un'espressione soddisfatta stampata sul volto.