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Autore: Lil_Fairy    06/08/2011    1 recensioni
Se c'è una cosa di cui sono ancora più certa della morte, è la sua presenza nella mia vita.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia, l'ho scritta diversi anni fa, ho deciso di postarla stanotte in memoria di vecchi ricordi.
Vi affido nelle mani questo piccolo relitto storico ormai XD e vi auguro buona lettura.
...tengo a precisare, che mi piacerebbe avere un vostro parere a riguardo.
Bene, ora tocca a voi. :)





Corro, corro come non ho mai corso prima verso quella casa che mi ha visto crescere, forse più della mia.
La pioggia di fine estate picchia insistente sulla mia pelle poco abbronzata, e il sapore salato delle lacrime si mischia a quello dolce della pioggia, che ho sempre amato fin da bambina.
Non appena arrivo di fronte al cancello in legno, busso due o tre volte, accasciandomi a terra, continuando a piangere.
Stringo forte le mie gambe al petto, come se tutto questo potesse aiutarmi, e mi lascio andare ad una crisi di pianto che mai avevo avuto prima.
Mi sento male, vuota, inutile e senza senso.
Come ogni adolescente che si rispetti direte voi, eppure non riesco a farne a meno.
Io continuo ad amarlo, pur sapendo che lui non ama me.

Sento il cancello aprirsi e una figura alta e longilinea venirmi incontro.
Le sue carezze così delicate, sono la cura alla mia malattia.
I suoi occhi, così uguali ai suoi sono la mia illusione.
Le sue braccia che mi stringono la mia casa.
-entra, che sei tutta bagnata- sussurra al mio orecchio, per poi alzarsi e porgermi la mano per aiutarmi.
Lui c'è sempre. Ogni volta che io lo vedo con un'altra, corro da lui e tutto sembra andare meglio.
Ogni volta che una cosa va storta coi miei, è il primo a farsi avanti.
Ogni verifica, ogni paura, ogni prolema, ogni crisi.
Lui c'è.
Se c'è una cosa di cui sono ancora più certa della morte, è la sua presenza nella mia vita.
Indissolubile.
Inarrestabile.
Per sempre.
E' un fratello mancato.
L'amico che tutti cercano.
L'affetto che nessuno sa darti.
Lui è tutto il mio mondo, è la mia ancora di salvezza, il mio passaporto alla felicità.

Mi alzo da terra afferrando la sua mano.
Senza proferire parola entriamo in casa ed evitando accuratamente la cucina, mi porta su per le scale, fino ad arrivare in camera sua.
Apre un cassetto, ne estrae una tuta bianca e grigia asciutta e me la porge sorridendo.
-mi giro- dice poco prima di farlo.
Mi sfilo i vestiti bagnati, lasciandoli cadere sul pavimento bianco, per poi infilare la tuta che è un po' troppo lunga per il mio metro e sessanta scarso.
E così, mi avvio sul suo letto stendendomici vicino.
Le sue braccia non ci mettono molto a circondarmi i fianchi.
Così poggio la testa stanca sul suo petto, versando le ultime lacrime che mi restano.
La sua presenza mi calma.
-shhh- bisbiglia, asciugandomi le lacrime -guarda che se piangi così domani avrai gli occhi rossi e le borse grosse chilometri- sussurra ridendo.
Rido anche io.
Asciugandomi le ultime lacrime, per poi stringerlo ancora più forte a me.
-ti avevo detto che alla festa della birra non ti saresti divertita- esclama sarcastico -non capisco perchè delle volte ti ostini tanto a non seguire i miei consigli- il suo tono è divertito.
Alzo gli occhi e prendo a fissarlo.
Ha ragione.
Non gli ho dato ascolto, e alla fine è andata a finire come aveva previsto.
E di certo se mi avesse detto che suo fratello usciva con una, io sarei andata lo stesso e ci sarei stata peggio.
E invece mi sono ostinata a pensare che era lì solo con amici, senza nessuna che gli balzasse intorno.
-mi dispiace- sussurra di nuovo con voce dolce accarezzandomi i capelli, dandomi un bacio sulla fronte -non ti dirò che è inutile starci male, sono tre anni che ripeto le stesse frasi, e non ti dirò nemmeno prova ad uscire con qualcun'altro, perchè abbiamo visto già i risultati- sospira -ma cerca di evitarlo, ti farà solamente bene- conclude alzandomi il viso con l'indice -e ora promettimi che lo farai- sorride -sennò non ti parlo più- il sorriso accennato di prima, si espande non appena vede la mia espressione di sconfitta.
-prometto- dico abbracciandolo forte a me -sono pronta a non vederlo più, a evitare ogni contatto con lui, a evitare di chiedere di lui per il resto dei miei giorni...ma non sarò mai pronta a non sentire più la tua voce sovrastare la mia quando sei in crisi, a non sentirti commentare ogni cosa che compri almeno cento volte per 20 giorni di seguito, a non sentirti urlare quando ti si spezza un unghia, a non sentire il tuo vocione arrabbiato quando prendi un brutto voto, a sentire la tua vocina dolce quando invece mi parli di tuo fratello....sono pronta a rinunciare a lui per il resto dei miei giorni pur di avere te per sempre al mio fianco- concludo stringendolo ancora più forte di prima.
-allora mi ami proprio alla follia- dice ridendo, per poi staccarsi lievemente e guardarmi fisso negli occhi -anche io ti voglio un bene infinito piccola, e senza te e mio fratello sarei totalmente perso, siete le metà combacianti del mio cuore, e sono certo che prima o poi anche lui si accorgerà di te, ma fino ad allora, ti prego...- si ferma e respira -cerca di non andare nei posti dove va lui, rischieresti solo di...- non lo lascio finire di parlare.
-lo so- esclamo dolcemente.
Restiamo il resto della serata a parlare e scherzare di tutto, fino a che stanchi non ci addormentiamo, l'uno stretto all'altra.

Quando riapro gli occhi, è ancora buio, le luci dei lampioni illuminano la stanza filtrando dalla finestra rimasta aperta per il caldo, e io lentamente mi sciolgo dall'abbaccio e scendo dal letto in cerca della bottiglia che Bill ha sempre affianco al letto prima di dormire.
Ha sempre, tranne questa volta, sorrido dolcemente vedendolo dormire in quel modo buffo e angelico tra le lenzuola di cotone.
Prima di scendere le scale e andare verso la cucina guardo l'ora sul cellulare che avevo lasciato abbandonato a terra vicino la porta.
4.36.
Sicuramente tutti dormono. Tiro un sospiro di sollievo e apro la porta delicatamente, per paura di far rumore, una volta spalancata scendo le scale con disinvoltura, per poi avviarmi a passo felpato in cucina.
Ma con mio stupore la luce della cucina è accesa.
Con movimenti lenti mi affaccio per vedere chi occupa la stanza, quando la sua voce mi prende alla sprovvista.
-come mai sveglia?- chiede mandando giù un pezzo di panino, ma la sua voce è diversa da quella che usa di solito.
Ovviamente per lui vedermi in casa nelle ore più strane è cosa da tutti i giorni, perchè quotidianamente ho qualcosa da fare o di cui parlare con suo fratello e vengo qui, rimandendo spesso a pranzo o cena, e ancora più spesso a dormire.
-avevo sete- ammetto avviandomi verso lo scaffale dei bicchieri per prenderne uno.
Più in fretta possibile verso l'acqua nel bicchiere e bevo velocemente, così da uscire dalla cucina e rimanere fedele alla promessa.
Tiro un sospiro di sollievo, e metto il bicchiere nel lavandino avviandomi di nuovo verso la stanza di Bill. -resta a farmi compagnia!- la sua non è una domanda, nè un'affermazione, è una richiesta.
E io alle sue richieste non riesco a dire di no.
RICORDATI LA PROMESSA EMILY.
-ecco veramente...- cerco di controbbattere velocemente.
-oggi ti ho vista alla festa della birra...- dice con voce seria.
-si?- cerco di chiedere disinvolta, ma si sa, io le bugie non le so dire.
-ho aspettato che venissi a salutarmi- prosegue senza rispondere direttamente alla mia domanda -ma poi te ne sei andata via-
Mi avrà vista quando lo stavo cercando, perchè se avesse visto la mia espressione di quando l'ho trovato non penso che mi avrebbe detto tutto questo.
-non volevo disturbarti, eri in dolce compagnia- riesco a dire.
-dolce compagnia?- chiede come se l'avessi preso alla sprovvista.
-non era una delle tante?- chiedo come se non me ne fregassi molto della faccenda.
-era la sorella di Andreas- esclama mandando giù un'altro pezzo.
-ah- sussurro appena.
-beh? non ti siedi?- sorride -o hai intenzione di aspettarmi lì in piedi?- dice dando un'altro morso.
-oh, si scusa- rispondo senza rendermene conto.
Emily, riprenditi, respira, respira.
Non guardarlo negli occhi, fissa un punto indefinito della...
-ti dona il bianco- sussurra.
In un'attimo alzo la testa di scatto e prendo a fissarlo.
-ehm, scusa?- chiedo come se non avessi capito.
-hai capito benissimo! ho detto che il bianco ti dona molto- ripete.
-oh- sussurro imbambolata da quelle parole -Tom Kaulitz mi ha appena fatto un complimento?- chiedo facendo la finta dura.
-beh- manda giù l'ultimo pezzo del panino e va a buttare la carta -diciamo che sei divenata una bella ragazza, sarebbe una bestemmia mentire- sorride e mi guarda di nuovo -non mi ero mai accorto che i tuoi occhi fossero così belli- mi accarezza una guancia -il tuo naso così piccolo- sussurra sfiorandomelo con l'indice -e la tua bocca così invitante- conclude facendone il contorno con il dito.
In tutta risposta io rimango ferma a fissarlo negli occhi.
Dicono che quando uno ha semplicemente una cotta evita accuratamente il contatto visivo, e chi ama invece lo cerchi in continuazione.
Il suo indice si sposta sotto il mio mento e con un gesto veloce, ma lento al tempo stesso unisce le nostre labbra in modo dolce.
Accurato.
Studiato.
Come se avesse programmato questo bacio da tanto tempo.
Come se lo desiderasse con tutto il suo corpo e la sua mente.
Come se fosse assuefatto da questo piccolo contatto.
Come fa credere sicuramente a tutte le su conquiste, su questo Tom è molto bravo ed esperto.
La sua mano libera mi stringe forte, come mai avevo visto farlo con nessuna, e l'indice rimane fermo immobile, come se avesse paura che togliendolo io mi staccassi da lui e me ne scappassi via.
una volta staccati il suo abbraccio mi circonda la vita.
E a differenza di quello di Bill che mi tranquillizza, il suo mi fa provare mille emozioni tutte assieme.
-non andare via adesso- sussurra baciandomi la testa.
-perchè, dove dovrei andare?- chiedo staccandomi appena dal quel contatto.
-a dormire di nuovo con Bill-
-perchè sei geloso?- chiedo divertita, anche se in realtà il mio cervello è al di là di ogni pensiero possibile, sono in una bolla di sapone, e intendo godermi il momento, cosciente che probabilemnte è un'altro sogno o un'illusione.
-assolutamente- mi accarezza la guancia -non di lui- mi bacia la punta del naso -ma non voglio che ti stacchi da me ora-
-e perchè non dovrei?-
-perchè ti voglio qui con me adesso- bisbiglia con voce ancora più bassa.
-e domani mi vorrai ancora con te?- mi stacco da lui, eccolo arrivato il momento della coltellata nello stomaco -è perchè sono l'unica che ancora non hai avuto della zona Tom?è per questo?- lo stacco di nuovo -beh, allora sappi che...- non mi fa finire la frase che mi mette un dito sulle labbra.
-io ti vorrò domani, dopodomani e il giorno dopo ancora- mi accarezza la guancia -quando ho capito da come mi guardavi che eri cotta di me, ho cercato di allontanarmi, Bill mi aveva detto tempo prima che eri già stata male abbastanza per altre cose e non meritavi di soffrire per nessun ragazzo, così ho pensato che se non mi vedevi mi avresti dimenticato- sorride -ma mi sbagliavo, tu c'eri ovunque io andassi, eri sempre a casa mia, eri ovunque a scuola, eri....eri...- si ferma e sorride di nuovo -nella mia testa, anche se non ti vedevo, continuavo a pensarti, continuavo a chiedermi se mi avevi dimenticato, se c'era un'altro, e così iniziai a diventare geloso, ogni volta che ti vedevo con un ragazzo mi veniva l'istinto di prenderlo a botte, solo quando ti vedevo con mio fratello ero tranquillo- sospira -così ho iniziato a far di tutto per frequentare posti in cui c'eri tu, e più ti vedevo, più non potevo fare a meno di te...fino a che non ne sono diventato dipendente- sospira di nuovo -così ho iniziato ad avere paura e ad uscire con più ragazze possibili, fino a che mi sono reso conto, che ogni volta che le toccavo, che le baciavo, che le accarezzavo, volevo che fossi tu al posto loro, ho continuato così fino a che non mi sono reso conto che era inutile, così ho cominciato ad uscire solo con Bill, e Andreas, senza vedermi con nessuna, giusto per vedere fino a che punto, avrei evitato le altre- mi accarezza -ma ogni volta che ne vedevo passare una nuova, pensavo...lei è più bella, è più buffa, più dolce, lei è l'unica che vorrei vedere camminare qui, con o senza stivali col tacco, con o senza mini, con o senza top scollato, per me è perfetta così- mi sorride -e oggi quando ti ho vista cercare qualcuno con lo sguardo, speravo che quel qualcuno fossi io, ma quando poi ti ho persa di vista e anche cercandoti non c'eri più, ci sono rimasto male, non cercavi me, avevo paura che tu non mi volessi più, che tu stavi cercando un'altro ragazzo che non ero io- si morde appena il labbro inferiore -e mi sono dato dello stupido da solo, perchè non mi ero dato una mossa prima, e così me ne sono tornato a casa, e quando ho aperto la stanza per parlarne con Bill, e confessargli tutti i miei sentimenti una volta per tutte, vi ho trovati abbracciati, e ammetto che per un'attimo ho pensato male, non appena avevo visto i tuoi vestiti a terra, ma non appena li ho toccati e ho visto che erano bagati e che tu indossavi la tuta di mio fratello mi sono dato triplamente del cretino per quel pensiero così stupido, e così sono rimasto tutta notte in cucina a guardare la tele...e...beh il resto lo sai!- sorride accarezzandomi di nuovo.
in tutta risposta io rimango in silenzio, continuando a fissare le sue iridi calde, fino a quando non recepisco parola per parola, e lo stringo forte a me, come mai avevo fatto prima e lo sento ricambiare l'abbraccio dolcemente, inalando il profumo dei miei capelli.
se questa è la ricompensa delle lacrime versate per lui, beh è la miglior ricompensa che avessi mai potuto desiderare.
  
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