La punta fredda del bisturi,
squarcia le carni, ed entra, entra, ti guarda dentro,
entra in te, come nessuno può farlo.
E'una ferita, un rivolo di sangue scivola sulla mano,
il tuo assassino non ci fa nemmeno caso.
Il tuo assassino ti salverà la vita,
il dolore che non senti, toglierà qualcosa da te.
Forse è meglio non sentire,
non senti tu, non sente lui,
mentre ti incide le carni,
per dimenticare.
Perchè diertro quella mano che fruga in te,
c'è una persona.
Una persona che ama, una persona che soffre.
E sublima.
Sublima la violenza, sublima il dolore,
nell' infliggere un dolore buono,
che lo faccia sentire meno solo,
meno triste, meno a pezzi.
Ricompone pezzi di altri,
ricuce dolore di altri.
Ma non ricuce se stesso.
Mediocre. Molto mediocre come poesia. Ma la poesia è cura.