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Autore: Querthe    03/04/2006    7 recensioni
Un incidente e una ragazza sconosciuta in una brevissima storiella adatta a un giorno di pioggia o di tristezza.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono in questo letto da molto, credo.
Intorno vedo qualcosa di confuso, forme di una stanza, ma non ci giurerei.
Vorrei alzarmi. Non ci riesco, come sempre.
Lei è su quella sedia, come sempre.
L’ho vista per la prima volta quando sono stato investito… Poi nulla.
Quando mi sono svegliato era con me.
Ormai è parte di me.
E io di lei.
Eppure non l’ho mai vista in faccia: si è sempre tenuta in ombra.
A volte mi prende la mano, ma quasi subito arrivano degli esseri scuri, degli spettri, e lei torna a sedersi nell’ombra, fuggendo da me.

 

- Chi sei? - le chiedo ogni giorno.
Lei non risponde. Non importa. Basta che resti.
- Chi sei? - le chiedo oggi.
Sembro un disco rotto, e tale mi sento, dentro e fuori.
La guardo e tutto trascende ad una pace terrificante.
C’è qualcosa di strano oggi, come una sottile energia che impasta tutto, che renderebbe anche la più brutta delle cose accettabile.
Lei si volta e mi fissa.
Maledizione, perché non riesco a vederle il viso?
- Lo vuoi sapere davvero? - la voce è calma, eppure mostra di avere visto mille atrocità, mille sofferenze.
Sta piangendo.
- No. - le rispondo.
Lei mi prende la mano tra le sue.
Non provo più alcun dolore.
Entrano le ombre.
Vedo che vorrebbe fuggire e la trattengo.
- Resta, ti prego.
- Resterò… Farò come vuoi.
Una lacrima si infrange sulle nostre mani intrecciate, riempiendo il buio e la nebbia attorno a noi come una scheggia impazzita d’arcobaleno.

 

- Chi sei? - le chiedo mentre il suo viso si avvicina al mio.
Sento il suo profumo.
Non vedo più le ombre, ma la cosa non ha poi molta importanza.
Mi piace il suo profumo, sembra incenso.
- Chi vorresti che fossi?
- Decidi tu.
Mi bacia e finalmente vedi il suo viso.
E’ di una bellezza perlacea, evanescente, esaltata dalla massa di capelli corvini che le incorniciano il volto come un cappuccio.
Dio, se questo non è il Paradiso…
- E’ un angelo. - penso mentre chiudo gli occhi e mi abbandono a lei.
Qualcosa cade sul pavimento, quando il suo manto mi avvolge come l’abbraccio di un’esperta amante.
Un’infermiera, perplessa, raccoglie un orecchino a forma di falce.
- Oh, mi è caduto mentre morivi. Non importa, ne ho altri! - ride, il suo alito profumato mi sfiora il volto come un vento leggero e caldo.
- Sono morto. - penso mentre vedo i medici e le infermiere che scuotono il capo e un velo bianco viene posato sul viso del mio corpo.
- Ti dispiace? - mi chiede accarezzandomi.
- Non lo so. Posso pensarci un po’ su?
- Ti basta l’eternità?
   
 
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