Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: harinezumi    07/08/2011    3 recensioni
La stanzetta era semibuia, soltanto un debole raggio di luce autunnale riusciva a passare attraverso le persiane abbassate. Era davvero disordinata, c’erano vestiti ovunque sul pavimento, e l’armadio era aperto, come se il suo proprietario fosse sempre di fretta, e non avesse il tempo nemmeno di chiudere l’anta. L’unica cosa in ordine religioso erano le file di manga sugli scaffali di un’ampia libreria. Su un comodino, quello accanto alla figura dormiente tra le coperte di un letto a due piazze, stava una foto incorniciata.
Raffigurava due ragazzi al lunapark: uno, che doveva aver scattato tenendo la macchina fotografica, dai capelli biondi leggermente lunghi e magrolino, con enormi ed allegri occhi azzurri e un sorriso stampato sul volto; l’altro, con un’espressione cupa negli occhi cremisi e una smorfia sul volto, più alto e con i capelli neri e corti, eccetto per dei ciuffetti ribelli sulla fronte.
{il seguito di "Do you want to know a secret" :D non tiratemelo dietro ^^'}
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap 15

All Together Now

[Track 3 – Yellow Submarine]




Black white green red, can I take my friend to bed?
Pink brown white, orange and blue, I love you

«Kuro-chii… il campanello…» mugugnò Fay, nascondendo il volto nel cuscino e rannicchiandosi di più sotto le coperte, contro al petto del suo compagno. La luce del mattino gli aveva ferito immediatamente gli occhi, quando si era svegliato all’improvviso grazie al campanello alla porta.

«È domenica… perché dovrei andare a rispondere?» sbuffò Kurogane nel dormiveglia, accogliendolo senza nemmeno aprire gli occhi, semplicemente stringendolo di più con il braccio che teneva sulla sua vita.

«Perché è casa tua…» rispose Fay con un borbottio assonnato, riemergendo dal cuscino e andando a rannicchiarsi con la testa sull’incavo della spalla di Kurogane.

«Allora lasciami» rispose quello, senza accennare minimamente a muoversi.

«No…» mormorò Fay con voce lagnosa, aggrappandosi al suo collo con entrambe le braccia.

Sarebbero rimasti lì a lungo, ma il campanello suonò ancora, e Kurogane con uno sbuffo fu costretto ad alzarsi tra i lamenti di Fay. Mentre il biondo con vari borbottii sconnessi sosteneva che stava morendo di freddo ed era tutta colpa sua, si vestì raccattando qualche abito in giro per la stanza, prima di andare alla porta con aria stanca.

Era quasi presentabile quando l’aprì, trovandosi davanti sua sorella. Immediatamente, il colorito del suo viso attraversò varie tonalità dal viola al fucsia accesso, mentre gli occhi di Tomoyo vagavano sulla sua felpa infilata di fretta e sui suoi boxer –in quel momento fu felice di non averli quasi confusi con quelli di Fay-.

«Ero… venuta a trovarti» cominciò sua sorella con la sua vocetta cristallina, mentre tornava a guardare il fratello in viso, con un sorriso divertito sulle labbra. Era diventata proprio una bella ragazza, ora che frequentava il liceo; teneva ancora i capelli neri lunghi raccolti con una coda alta, e i suoi vispi occhi viola denotavano la sua straordinaria intelligenza. Non vedeva molto spesso Kurogane, dato che dormiva nei dormitori della scuola, ma quel giorno era domenica. «Forse però ho sbagliato, ti ho colto in un brutto momento».

«No, è che io… ti devo dire…» cercò di rispondere Kurogane, ma una voce dalla camera da letto gli ghiacciò la lingua.

«Kuro-chaaan! Ryu è saltato sul letto!» si stava lamentando Fay, supportato poi dal cane, che abbaiò. Doveva essersi messo a leccare la faccia al biondo, perché Kurogane lo sentì scoppiare a ridere un attimo dopo.

Per qualche secondo sognò un mondo in cui lui non si fosse dimenticato in tronco di menzionare il fatto che Fay fosse tornato a Tomoyo; lei ora  guardava suo fratello sorpresa, come quasi mai Kurogane l’aveva vista.

«È la voce di Fay?» domandò la ragazza, spalancando gli occhi e cercando di sbirciare alle spalle del fratello, ma lui le teneva ben coperta la vista del corridoio.

«Sì» mormorò soltanto Kurogane, sperando che la scintilla che era comparsa negli occhi di Tomoyo fosse di felicità o eventualmente un miraggio.

«E va tutto bene?» riprese lei, sollevando di nuovo gli occhi nei suoi.

«Sì…» rispose lui, cercando persino di sforzarsi di produrre un mezzo sorriso. Capiva benissimo quanto Tomoyo fosse preoccupata; dopotutto, aveva mostrato a lei più di tutti la sua sofferenza in quei mesi lontano da Fay, così era naturale che avesse qualche sospetto su quell’improvviso cambiamento. «Credimi, sto facendo la cosa giusta» aggiunse allora, con decisione, notando che il silenzio tra di loro si stava facendo pesante.

«Forse» mormorò Tomoyo, con un sorrisetto mesto. «Se si tratta di lui per te è sempre la cosa giusta. Scusami, non mi va di entrare» lo interruppe, vedendo che aveva già le labbra mezze aperte. «Ti auguro ogni felicità. Goditi questa bella giornata con lui».

«Aspetta, Tomoyo…» sbuffò Kurogane, prendendole la mano prima che potesse allontanarsi. «Lo sto aiutando, perché sta molto male. Non… soffrirò, davvero».

Tomoyo rimase a guardarlo con attenzione, prima di sorridere di nuovo, un po’ più tranquillizzata. «A dire la verità, ero venuta per dirti che la sorellona in vacanza dov’è ha deciso di sposarsi con Soma… è veramente un po’ matta, eh?»

«Sposarsi?» chiese Kurogane, perplesso.

«Già, le ha comprato un anello di fidanzamento…» ridacchiò Tomoyo. «Aveva preparato tutto ancora prima di partire! Povera Soma, deve assecondarla in ogni più piccola cosa».

«Un anello?» Kurogane sembrava davvero un pesce fuor d’acqua, completamente allibito da quelle notizie.

«Però in fondo è un’ottima idea, eh?» fece con noncuranza Tomoyo, posandosi l’indice sulle labbra in maniera falsamente pensierosa. Poi, sciolse lentamente la mano da quella di Kurogane. «Dai, ora vado… sei anche impegnato!»

Kurogane allora si ricordò improvvisamente di essere in mutande davanti a sua sorella minore con Fay nell’appartamento, il che lo fece risvegliare dallo stupore. Quanto alla prima allusione che Tomoyo gli aveva fatto, l’aveva registrata anche troppo bene: perciò nulla gli impedì di arrossire molto più di quanto avrebbe dovuto davanti alla sua “innocente” sorellina.

«Ehi!» la chiamò con stizza, quando ormai era accanto alle scale. Lei si voltò, con un sorrisetto. «Stai sempre ad impicciarti degli affari degli altri, ma almeno ti vedi con qualcuno?»

Tomoyo rise. «Mh… questo lo lascio alla tua immaginazione, va bene Kurogane?» risposte, con un’altra risatina. Ma a suo fratello non sfuggì l’anello che portava all’anulare della mano sinistra.

Quando richiuse la porta, non poté fare a meno di pensare a come sarebbe stato darne uno a Fay ed essere sposato con lui. Allora, rabbrividì, sentendo svariate urla provenire dalla camera, e andò a salvare il biondo dal cane.

***

Alcuni mesi più tardi.


Era la prima volta che Fay apriva gli occhi dopo l’operazione. Rimase a guardare per qualche istante Kurogane, profondamente addormentato su una sedia accanto al suo letto, con il viso appoggiato tra le braccia incrociate sulle coperte.

Le sue labbra si schiusero in un sorriso, nonostante non riuscisse quasi a muoversi per l’anestesia e fosse ancora intubato. Gli era impossibile dire qualsiasi cosa in quel modo, ma riusciva a muovere la mano più vicina a Kurogane, così allungò appena le dita per sfiorargli il volto in una debole carezza, che bastò per fargli spalancare gli occhi all’istante.

«Sei sveglio!» esclamò, alzandosi immediatamente a sedere.

Se avesse potuto, Fay gli avrebbe ordinato di darsi una calmata, in quel modo Kurogane si stava visibilmente agitando da solo. Aveva due profonde occhiaie, nonostante fossero appena tre giorni che erano ricoverati in ospedale (sì, anche Kurogane, perché aveva deciso di fare tutto insieme); anche i suoi vestiti dovevano essere gli stessi di quando Fay era stato portato lì d’emergenza dopo uno svenimento improvviso, proprio in procinto della sua operazione.

Erano riusciti in poco tempo a trapiantargli il rene nuovo, ma quella era la prima volta che si svegliava davvero in tre giorni; per quanto Fay avesse potuto dire in quel momento, era naturale che Kurogane fosse agitato. Il biondo perciò cercò di fargli capire che voleva essere estubato.

Kurogane annuì, sparendo per qualche minuto nel corridoio, ma quando tornò aveva un’aria ancora più scossa. «L’infermiera dice che è meglio aspettare la dottoressa» gli spiegò, sedendosi di nuovo. Fay si toccò di nuovo il tubo alla bocca, al che Kurogane si alzò di scatto. «Ma no, è stupido… vado…».

Il biondo però riuscì ad afferrargli la mano prima che andasse di nuovo a chiamare un’infermiera, attirando la sua attenzione quel che bastava per farsi “ascoltare”.

Mise un palmo a mezz’aria, mimando il gesto di scrivervi qualcosa con l’altra mano; al che, Kurogane capì al volo, e si chinò di fretta ai piedi del letto, raccattando dal suo zaino un blocco e una penna.

Fay li prese, anche se non riusciva a vedere un granché di quello che cominciò a scrivere. Invece di cercare di tenere gli occhi sul foglio, fissava Kurogane, incapace di sentirsi infelice (anche se molto in colpa) nel vederlo così agitato soltanto per lui.

Quando finì di scrivere, allungò all’altro il blocco con mano malferma, posando la penna sulle lenzuola.

«Perché ho la sensazione di aver già sentito questa solfa?» sbuffò Kurogane, letto velocemente e alzato lo sguardo su Fay, con un sopracciglio alzato.

Il biondo ebbe un tuffo al cuore. Pensava di renderlo felice, un tempo in fondo gli faceva spesso dediche idiote, ma come al solito aveva sottolineato la sua infedeltà a Kurogane. Dirgli in continuazione che lo amava non sarebbe certo bastato, dopo tutto quello che gli aveva fatto, perciò si convinse nel giro di pochi secondi di avere avuto una pessima idea a scrivergli quelle frasi.

Ma Kurogane non aveva finito di parlare.

«Ah… sì» continuò, tornando a guardare il foglio. «Sono le parole di una canzone. Come dimenticare che l’appartamento è invaso da cd dei Beatles da quando sei tornato?» sospirò, poggiando il blocco tra le coperte. «Forse è meglio che ti rimetti a dormire».

Se avesse potuto, Fay avrebbe riso. Kurogane era davvero fedele come un cane, anche se non se ne rendeva affatto conto. Perciò, riprese il blocco, scrivendo sotto le ultime frasi “anche tu”, e passandoglielo nuovamente.

Kurogane sbuffò, incrociando di nuovo le braccia sul lenzuolo e poggiandovi la testa.

Non disse più una parola, ma chiuse soltanto gli occhi, aspettandosi probabilmente che Fay facesse lo stesso. Il biondo non avrebbe mai rinunciato volentieri a quella vista così tenera del suo Kuro-orso che dormiva accanto a lui, ma il sonno ebbe velocemente la meglio.

Sul blocco, con una scrittura elegante ma sconnessa a tratti da tremori, stavano scritte queste parole:

“You’ve been good to me, you made me glad when I was blue, and eternally I'll always be
in love with you.”
*

***

«Kuro-pooon!»

Qualcosa di molto pesante gli si gettò addosso mentre ancora aveva gli occhi chiusi, e qualcos’altro con altrettanta grazia lo seguì subito dopo; non serviva essere un genio a Kurogane per capire che erano l’idiota e il cane dell’idiota (ribattezzato “cane dell’idiota” per distinguerlo da “idiota” soltanto; in quanto Ryu era molto più affine al comportamento di Fay che a quello di Kurogane).

«Adesso basta!» gridò, alzandosi improvvisamente a sedere dal letto dov’era steso e suscitando all’istante terrore nel cane e in Fay, rotolati via, per quanto in quest’ultimo fosse falsissimo. Fermò il volto ad un centimetro da quello del biondo, furente. «Fuori dalle scatole, mi hai capito?! IO non ho dormito per tre settimane di fila, IO sono stato sveglio per due notti intere solo questa settimana a camminare in giro per tutto l’ospedale, ed è mercoledì! Quindi a meno che non vuoi che ti uccida, lasciami dormire!»

«Kuro-amore…» mormorò soltanto Fay, abbracciandogli all’istante il collo e fissandolo adorante. Sapeva che i suoi occhi dolci sapevano scioglierlo, ed era una cosa che soltanto lui era in grado fare. «Grazie di esserti preoccupato… sei tanto dolce, Kuro-tan!»

Quando, dopo aver parlato così, lo baciò sulle labbra, sentì vittorioso che le sue si stavano aprendo per accogliere la sua lingua, e seppe all’istante che la rabbia di Kurogane sarebbe sparita in meno di cinque secondi. Ma era possibile che continuasse la recita, perciò si guardò bene dal cambiare espressione, quando si staccò da lui.

Il moro però lo guardava con aria strana, fisso negli occhi. I giorni dell’operazione di trapianto erano stati molto difficili soprattutto per lui, perché Fay più che altro era stato sotto anestesia; gli ultimi tre giorni di ospedale in particolare il biondo li aveva passati sotto dosi leggere di morfina costanti, perché tendeva a dimostrarsi troppo esuberante anche con i dottori.

Fay era tornato a casa solo quella mattina, e sembrava ancora inquieto, nonostante gli avessero vietato di muoversi troppo.

«Tu sai, vero, che non possiamo farlo?» gli domandò Kurogane, lentamente, sperando che la domanda venisse percepita dalla testa bacata che stava osservando con aria dubbiosa.

«Fare cosa, Kuro-puu?» chiese Fay innocentemente, andando a baciargli il collo con una risatina.

Kurogane, cercando di ignorare la vena che aveva preso a pulsargli in fronte, lo afferrò dolcemente per i capelli, staccandoselo però con decisione di dosso. «Non possiamo farlo. Tu sei convalescente, ti ho messo il tuo dannato cuscino preferito sul divano, hai il tuo latte, la tua coperta, quell’idiota del tuo cane, i tuoi manga, ti ho comprato la serie completa dei classici Disney. Vuol dire che sono entrato nel negozio e li ho acquistati, capisci? IO. Si può sapere quindi cosa vuoi da me?»

Fay era praticamente in lacrime –davvero, anche se per la maggior parte si stava solo lamentando-, e lo fissava mordendosi il labbro inferiore mentre finiva il suo discorso. «Scusami, Kuro-bau» rispose alla fine. «Ma di là tu non ci sei».

«Questo è perché sto cercando di dormire» sbottò Kurogane. «Non ti sarei di grande compagnia».

«Capito. Buonanotte, Kuro-chu» mormorò Fay, con una risatina, tornando per un istante a strusciare una guancia sulla sua, stringendo la presa che aveva attorno al collo. Poi, scese dal letto seguito dal cane, tornando in salotto.

Kurogane si stese con un sospiro, ma con sua sorpresa non riuscì nemmeno a pensare di chiudere gli occhi. Tutto ciò che poté fare fu imprecare e calciare via le coperte da sopra di sé.

Andò in soggiorno, prendendo in braccio uno sbalordito Fay che si era già steso sul divano e aveva acceso la televisione. Senza ascoltare una parola di quello che gli stava dicendo, si rimise al letto, poggiando anche l’altro sotto le coperte e tornando a stringerlo quando fu accanto a lui. Poi, chiuse gli occhi, notando che così sì, era molto meglio.

Solo allora si dette il pensiero di ascoltare le proteste di Fay.

«… tu e la tua mania di fare l’uomo, stavo guardando i cartoni! Ma stai già dormendo? Kuro-bun, liberarmi dai!» mugolava, stretto contro il suo petto. «Si può sapere cosa ti prende?»

«Ho bisogno di dormire. Questo è l’unico modo» rispose Kurogane, in tono di ovvietà.

Poi, anche se le proteste di Fay andarono avanti per un bel po’, non disse più nulla. Certo, non poteva fare a meno di sorridere ogni tanto, ma quello, dopotutto, era davvero l’unico modo al mondo in cui potesse dormire sereno.
 


* è il testo di Thank you girl :D (Kurogane: m-ma io sono un maschio!!!) prenditela con l’idiota u.ù









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yeee! la mia fic così si è conclusa, siete contenti del finale, sì? *si nasconde dal lancio di eventuale verdura*
ci tengo a precisare prima che leggiate l’epilogo che mi è venuto in mente dopo aver letto Kizuna x°D nonostante senta da qui il coro di “chi se ne frega”, vi assicuro che c’è un collegamento u.u

non mi va di fare i ringraziamenti finali adesso u.u ringrazio ovviamente i miei lettori e tutti quelli che ricordano/seguono/prefereggiano(..) la storia ^^ l’epilogo, esami permettendo, ho la ferma intenzione di postarlo il 27 di agosto, inizio di Do you want to know a secret. fa figo.
(ps: le recensioni non mi uccidono. sono arcifelice di quelle che ho e di sicuro non le butto via, ma sapere quello che pensano anche lettori nuovi è importante per me, ricordatelo ^^)
baciiii :D


to Julia_Urahara: tu sei troppo di parte e-e ma troppo troppo! comunque i tuoi complimenti mi fanno piacere (anche se sono di parte). quel pezzo l’ho riscritto sentordici volte quindi lo ammazzavo se non mi riusciva bene.. l’ho scritto con la colonna sonora di Love Actually, roba da far venire la pelle d’oca. fuck yeah. la smetto di tirarmela u.u adieu mon amour  <3 <3 ggrazie <3

to yua: prima di tutto: non è un dramma se rimani indietro con le recensioni xD io sento la tua aura da lettrice-che-mi-vuole-male anche se leggi soltanto e la cosa mi fa comunque piacere ^^ ovviamente sei un tesoro a recensirmi e non ti sto affatto dicendo di smettere v.v mi dispiace solo di aver dato un eventuale disturbo ai tuoi neuroni, ma che si facciano coraggio perché è tutto (quasi) finito :D forse è stato un po’ banale il fatto che sia stata Chitose a spiegare a Fay la verità, ma.. come dire, in realtà Fay era già sul punto di cedere. se non fosse tornato con Kurogane per questo motivo, l’avrebbe fatto per un altro :) ormai, nemmeno la sua stupidità poteva fermare i suoi sentimenti (si sente poetica). ok, non vuol dire mica che sia savio e intelligente, è chiaro. ma innamorato sì xD ormai però ho capito che mi ci trasferirò a vita nella torre non buia e non umida ma in compenso alta -.- comunque, credo di meritarmelo visto che sei stata pazientemente a recensire la mia storia, e io ti ringrazio tantissimo :°

to Di___: sono troppo contenta per la tua recensione!! non è affatto vero che non sai più recensire xD comunque sono contenta perché la scena mi è riuscita!! *fa un balletto* insomma, io ho scritto quella scena apposta per uccidervi tutti di pucciosità! :D ci ho messo un bel po’ a concepirla ed è l’unica parte della storia che mi soddisfa oltre ai primi due capitoli, la rileggerei anche randomicamente –wow- u.u dicevo poi a yua che Chitose è servita relativamente, perché ormai Fay aveva già dubbi sulla sua relazione con Kurogane (cioè aveva una mezza idea di tornare con lui, sempre che il suo cervello partorisca idee e non cazz—cioè, ehm.. *coff*) u.u però non l’ho reso bene negli altri capitoli perché la storia l’ho scritta a pezzi uniti insieme. non lo farò mai più perché alcune cose belle/importanti non si sono capite. per la verità ho scritto qualcosa su Kurogane e Fay oltre a questa porcheria storia v.v anche cose alquanto p0rn (per quanto sia difficile con questi due).. sicuramente non abbandonerò la coppia perché la amo da una vita ;) long fic del genere però non so se mi riusciranno più! comunque la tua storia non ha nulla in meno della mia, semmai in più x°D sai essere fantasioso, alla fine io ho scritto una storia come tante, tu l’hai inventata ecco v.v mh è riduttivo dire così, ma è il sunto di quello che voglio comunicarti x°D in ogni caso GRAZIE, sei stato davvero gentile e mi hai fatto davvero sorridere con le tue recensioni, spesso le faccio leggere anche ad altri perché le trovo geniali ^^ alla prossima!!


harinezumi
 

  
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