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Autore: Subconscious    08/08/2011    0 recensioni
Ho messo che è una FF dei COB semplicemente perchè il titolo è una loro canzone, che amo. Detto questo sta a voi decidere se leggerla o no.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so. Angelology mi ha ispirato molto, se vi piace il genere ve lo consiglio.

BANNED FROM HEAVEN


Eric si ricordava di tutto. Ogni minimo particolare.
Ricordava il tono con cui aveva promesso alla sua futura moglie che non avrebbe guidato dopo la festa del suo addio al celibato.
Ricordava di come il bimbo che lei portava in grembo da ormai 8 mesi e mezzo, scalciò mentre parlavano.
Ricordava anche che arrivò alla festa sobrio. Dopo aver bevuto così tanto da dimenticarsi di tutto, tornò a casa in macchina.
La vista era annebbiata e ci vedeva quadruplo.
Non si accorse quasi di uscire di strada. Non provò neanche a frenare. Finì nel dirupo e tutto cessò di esistere.
Non si ricordava però quanto tempo passò prima che aprisse gli occhi e riprendesse il controllo del suo corpo.
C’era luce, troppa luce e subito pensò ad una stanza di ospedale.
Ma quando finalmente focalizzò il luogo dove si era svegliato, non riusciva proprio a capire dov’era finito.
Non era una stanza, quel luogo non aveva forma.
Stava semplicemente nell’infinito, stava in mezzo alla luce dorata e soffusa che quel luogo emanava.
Si alzò in piedi, ma inciampò in qualcosa. Quando riuscì a rialzarsi senza inciampare, sentì un peso sulla schiena.
Si tastò e si accorse che qualcosa di piumoso e soffice lo ricopriva. Ali.
Come se fosse la cosa più naturale al mondo, le spiegò. Avevano un’apertura che sfiorava i 10 metri.
Non riusciva a capacitarsene. Emanavano un bagliore bianco e le piume erano morbide e tiepide.
Poteva sentire i muscoli potenti e le ossa forti che sorreggevano tutta la struttura.
Provò a sbatterle ma si alzò di pochi centimetri. Decise di provare a prendere la rincorsa e stavolta riuscì a librarsi in volo nonostante avesse qualche difficoltà.
Quando tornò a terra prese un lungo respiro.
Faticava ancora a credere a tutto questo.
Guardò in basso e un bigliettino dorato luccicò su quello che doveva essere il pavimento.
Lo prese in mano e lo lesse.

“Angelo dell’alto. È questo che sei ora. Ma potresti esserlo ancora per poco a meno che non perdoni te stesso.”

Ancora per poco. Le parole in quella calligrafia dorata ed elegante parlavano chiaro.
Al’improvviso Eric si rese conto di cadere nel vuoto.
Provò a sbattere le ali, ci mise tutto se stesso. Ma precipitava troppo velocemente. Le bellissime piume si stavano staccando, anzi strappando e faceva male, troppo male.
Il piumaggio stava lasciando posto ad una membrana nera, simile a quella delle ali dei pipistrelli. Le ossa ben in vista terminavano con artigli affilati.
Atterrò. Solo altre creature finite sulla terra come lui si accorsero del fascio di luce che squarciò il cielo.
Eric aprì gli occhi e guardò piangendo le nuove ali.
C’era un altro biglietto che lo attendeva. Stavolta era rosso come il sangue e la scritta nera era ben in vista.

Eric ora sei un Angelo Caduto. Accetta e perdona quello che hai fatto o vivrai all’Inferno per il resto della tua eternità”
 

Accettare quello che aveva fatto. Aveva infranto la promessa alla sua futura moglie e al bambino che lei portava in grembo.Quello non avrebbe mai potuto perdonarselo.
Si guardò intorno e rimase sorpreso quando si rese conto di trovarsi in quello che era il suo giardino.
Era dicembre, la sua casa era ricoperta da un manto bianco e ghiacciato. Si avvicinò alla finestra e guardò dentro senza farsi vedere.
C’era Catherine sul divano, le luci spente e solo il fuoco del camino a illuminare la stanza. Anche le lucine dell’albero che avevano montato insieme erano spente. Anche Catherine stessa sembrava spenta.
Ma Eric notò un cambiamento. Il ventre della sua fidanzata era piatto. Corse in casa, senza preoccuparsi della reazione di lei se lo avesse visto.
Quando arrivò nel salone, un leggero vagito si alzò da una culla.
Eric si accorse che Catherine non lo vedeva. Si avvicinò di più mentre la sua fidanzata si alzava per controllare il bambino.
Il piccolo stava perfettamente nelle braccia della ragazza aveva gli occhietti ancora praticamente chiusi, segno che non si era svegliato.
Il ragazzo guardando quella scena e si mise a piangere. Non si sarebbe mai perdonato. Non avrebbe mai accettato il suo sbaglio.
Catherine guardava il piccolo James che sonnecchiava. Al’improvviso sentì delle piccole goccioline cadere a terra e per un secondo vide il volto di Eric.
Eric si accorse che stava succedendo qualcosa, in qualche modo era riuscito a far sentire la sua presenza alla ragazza, che sorrise.
In quel momento Eric capì.
Capì che se non perdonava se stesso, non avrebbe mai potuto proteggere la sua famiglia se finiva all’Inferno.
Nell’istante in cui pensò quelle parole si ritrovò di nuovo nel luogo in cui si era risvegliato. Le ali di nuovo dorate e piumose.
C’era anche un nuovo biglietto.

Ti sei perdonato. Ora dovrai proteggerli ed adempire al tuo compito di Angelo Custode.”

Avrebbe protetto la sua famiglia e stavolta avrebbe mantenuto la promessa. 
 

  
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