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Autore: _eco    09/08/2011    6 recensioni
{Jenna/Miranda}
« A me piacciono i tuoi capelli, anche se Lizzie dice che ti fanno sembrare un clown», esclamò la bambina, come per consolare Miranda.
La ragazzina sgranò gli occhi color inchiostro, così diversi da quelli chiari e trasparenti della sorellina. Mollò la presa sull’apparecchio collegato alle cuffie, ben lontano dal diventare un innovativo lettore mp3 e inconsapevolmente prese a toccarsi i capelli con le dita affusolate.
«Lizzie non ha mai detto una cosa del genere», ribatté sforzandosi di non tradirsi con un movimento delle mani o con il più leggero tremolio della voce.
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jenna, Sommers, Jenna, Sommers, Miranda, Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A lei: il mio spruzzetto di Sole, alias la mia tremenda dolce sorellina.
 

Patto fra sorelle

<< ‘Randa >>, sussurrò la piccola Jenna mentre affacciava la testolina dalla porta.
Un attento osservatore avrebbe notato il muso paffuto di un orsacchiotto di peluche far capolino proprio accanto alla chioma rossiccia della bambina.
<< Cosa c’è? >>, rispose una voce dal tono annoiato.
Miranda si tolse di malavoglia le vistose cuffie nere dalle orecchie e le gettò a caso sul letto ancora scombinato dalla mattina.
<< Cosa ascoltavi? >>, chiese la minore intrufolandosi, senza il permesso della sorella, nel letto.
La più grande le rivolse un’occhiata contrariata, e gettò all’ indietro la cascata di boccoli castani che aveva notevolmente accorciato qualche settimana prima.
<< Secondo te cosa posso ascoltare con le cuffie nelle orecchie? >>, sbottò con l’aria di chi parla con una bambina di cinque anni.
E in effetti Miranda, che di anni ne aveva quasi sedici, si trovava davanti alla sorellina che quel giorno aveva soffiato ben sette candeline su una torta di compleanno al gelato.
Jenna scrollò le spalle, come per scacciare via quella risposta acida che le aveva appena dato la sorella maggiore, nonostante lì dentro qualcosa si fosse spezzato con un sonoro crac. Jenna nascose il petto con il corpo imbottito del suo inseparabile Brownie, come per nascondere il punto esatto dove credeva provenisse il suono che aveva sentito. E sorrise rilassata, accorgendosi che Miranda non si fosse resa conto di niente.
<< A me piacciono i tuoi capelli, anche se Lizzie dice che ti fanno sembrare un clown >>, esclamò la bambina, come per consolare Miranda.
La ragazzina sgranò gli occhi color inchiostro, così diversi da quelli chiari e trasparenti della sorellina. Mollò la presa sull’apparecchio collegato alle cuffie, ben lontano dal diventare un innovativo lettore mp3 e inconsapevolmente prese a toccarsi i capelli con le dita affusolate.
<< Lizzie non ha mai detto una cosa del genere >>, ribatté sforzandosi di non tradirsi con un movimento delle mani o con il più leggero tremolio della voce.
Jenna avrebbe capito: lei capiva sempre tutto. E sarebbe anche impossibile poterci credere, ma quella bambina dall’aspetto innocuo e timido, riusciva a leggerti dentro come nessuno.
<< Invece sì. Ieri pomeriggio, eravate in camera, e io l’ho sentito >>, insisté la bambina, rannicchiando le ginocchia candide e non ancora sfiorate dai raggi del sole estivo, sotto la camicia da notte azzurra.
<< Sei solo una mocciosa ficcanaso! >>, la aggredì Miranda, << Quand’è che cresci un po’? Eh? >>, rincarò strappandole dalle braccia l’orsacchiotto di peluche.
Lo afferrò per un orecchio bruno e lo dondolò davanti al viso della sorellina, con un’ espressione stizzita, quasi sprezzante.
<< Brownie! Ridammi Brownie! >>, singhiozzò la piccola Jenna, dondolando le mani in avanti, nella speranza di afferrare una zampa del suo caro amico di stoffa.
Miranda lanciò Brownie per aria e quando Jenna lo raccolse fra le braccia, sfoderò un’espressione di chi si è finalmente liberato di un peso, in quel caso, di qualcosa troppo infantile come quell’orsacchiotto bruno.
Due goccioloni salati bagnarono il visetto tondo di Jenna, che si premurò di asciugarli con la testolina di Brownie, che era di nuovo con lei, e le infondeva un senso di protezione. La bambina allungò le gambe verso il pavimento e scese giù. Si voltò verso la sorella maggiore, che era intenta a sistemarsi le cuffie nelle orecchie, e uscì dalla stanza. Miranda osservò di sottecchi le movenze goffe della sorellina: i lunghi boccoli rossi che facevano un certo contrasto con l’azzurro cielo della camicia da notte, e, appena sotto il braccio della bambina, la zampa bruna di un orsacchiotto di peluche. Quando la porta si chiuse, Miranda si tolse le cuffie dalle orecchie, che non avevano mai trasmesso musica da quando Jenna era entrata dentro. Erano una sorta di protezione, come Brownie lo era per Jenna, ma un paio di cose nere dentro le orecchie non era riuscito ad impedire a Miranda di sentirsi una vigliacca. Come poteva dire a sua sorella di crescere un po’, quando sembrava sempre più matura dei suoi sette anni appena compiuti?
Sì infilò il suo pigiama rosso e si raccolse i capelli in una coda, anche se molti ciuffi, essendo corti sfuggirono alla presa dell’elastico.
La ragazzina sgusciò fuori dalla stanza e s’intrufolò in quella adiacente, più piccola e color giallo sole. La luce era spenta, tranne per quella d’emergenza, che mamma  aveva attaccato ai muri di ogni stanza. Proiettava una luce bluastra sul pavimento e sul lembo del lenzuolo. Jenna era sul lettino, stesa in posizione fetale e con le mani racchiuse in due piccoli pugni. Miranda cercò con lo sguardo un orecchio bruno, una zampa paffuta o un musetto dolce, ma non trovò niente di tutto questo accanto al corpo disteso della sorella. Brownie era sistemato sulla poltroncina di stoffa di fronte al letto. La maggiore afferrò con delicatezza una zampa di peluche e si diresse verso il lettino. Era più che sicura di aver visto un’iride azzurra in mezzo al buio.
Scostò le gambe della sorellina e si sedette sul bordo del letto, accanto a lei.
<< Perché Brownie non è accanto a te? >>, mormorò scostando una ciocca rossiccia dal viso di Jenna.
<< Tu mi hai detto che devo crescere >>, si giustificò la bambina, << e le bambine grandi non dormono con gli orsacchiotti di peluche >>.
Miranda rimase basita dalla risposta della sorella. Forse non capiva nemmeno cosa diceva, quella bambina, ma in qualche modo era riuscita a far sentire ancora più insignificante la sorella maggiore.
<< No, Jenna. Io non…>>, boccheggiò la ragazzina.
La più piccola alzò la testa dal cuscino e poggiò un gomito sulla federa imbottita e bianca. Un barlume di speranza si era riacceso nei suoi occhi color cielo e le punte delle labbra si erano alzate in un timido sorriso.
<< Senti, mi dispiace, ok? Non volevo dirti questo. Tu hai…hai tutto il tempo per crescere. Per adesso devi solo continuare a fare la bambina >>, la rassicurò Miranda, lisciando con le mani il lenzuolo.
Si stava comportando da vigliacca, di nuovo. Le mancava il coraggio di alzare lo sguardo e puntarlo su Jenna, che invece non l’aveva mai distolto dalla sorella maggiore, e l’aveva ascoltata con attenzione.
<< Ma io voglio essere una bambina grande >>, protestò Jenna, battendo i pugni sul materasso.
La maggiore addolcì lo sguardo e inclinò la testa da un lato. Si sistemò una ciocca di ricci dietro l’orecchio e afferrò la manina sottile di Jenna. Si sentì improvvisamente goffa e impacciata: quei gesti solidali non facevano per lei.
<< Tu sei già grande >>, chiarì la ragazzina, << ma i bambini non devono per forza essere grandi alla tua età >>, le spiegò.
<< E se fossi quasi grande, andrebbe bene lo stesso? >>, propose la bambina, mentre sul suo viso si dipingeva l’espressione di chi è impaziente.
<< Sarai la mia sorellina quasi grande >>, affermò Miranda con un lieve sorriso a fiorirle sulle labbra sottili.
Jenna le sorrise e senza pensarci due volte, allacciò le braccia al collo della sorella. Affondò il viso tondo nei boccoli scuri e profumati e si sentì improvvisamente al sicuro. Miranda, al contrario, fu sorpresa. E si rese conto di quanto piacevole fosse quella strana sensazione che le faceva aumentare il ritmo del battito cardiaco.
Arrivò a domandarsi da quanto tempo non si abbracciavano così, con quella spontaneità e non sotto le suppliche della mamma che vuole immortalarle con la macchina fotografica.
<< Patto fra sorelle? >>, chiese timidamente la ragazzina, staccandosi dalla stretta quasi soffocante della bambina.
<< Patto fra sorelle! >>, ripeté entusiasta la piccola Jenna, cominciando a stropicciarsi gli occhi per il sonno.
Il silenzio prese possesso di ogni angolo della stanza, impedendo alle loro bocche di aprirsi e lasciar uscire fiumi di parole. Non c’era altro da aggiungere.
<< Notte ‘Randa >>, come uno squillo di tromba, la voce affettuosa della bambina dai capelli ramati, squarciò l’atmosfera silenziosa.
<< Buonanotte Jen >>, sorrise la maggiore, stampando un bacio sulla fronte della sorellina.
 

*



 

La ragazza afferrò alcuni cubetti di ghiaccio e li affondò in due bicchieroni di tè freddo alla pesca. Ne porse uno alla donna di qualche anno più grande che le sedeva di fronte e si sedette a sua volta su una poltroncina.
Miranda lanciò un’occhiata colma di tenerezza alle finestre, che offrivano la visuale di un giardino curato, sul quale due bambini e un uomo si rincorrevano ridendo di gusto.
<< Sono bellissimi >>, sospirò sorseggiando il suo tè.
Anche Jenna si mise a guardare fuori e non poté fare  a meno di sorridere, osservando Grayson che afferrava Elena per la vita e la lanciava per aria con la leggerezza di una piuma. Il piccolo Jeremy tirava i pantaloni del papà, come a fargli presente che ci fosse anche lui. E così arrivò anche il turno del maschietto, che fu afferrato dal papà e lanciato per aria.
<< E stanno crescendo piuttosto in fretta >>, commentò la più giovane.
<< Già >>, concordò Miranda sistemandosi la schiena sulla poltrona.
Poggiò il bicchiere quasi del tutto pieno sul tavolinetto di vetro e lanciò un’occhiata alla sorella.
<< Jenna >>, mormorò la più grande, << promettimi che se mai mi succedesse qualcosa, ti prenderai cura di loro >>, concluse con un tono di chi esige ciò che richiede.
La minore dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere e per strozzare il riso, si nascose le labbra con un fazzolettino di carta. Annuì distrattamente, solo per soddisfare la sorella, che sembrava aver tanto bisogno di una risposta del genere.
<< Patto fra sorelle? >>, chiese Miranda con il suo solito sorriso timido.
Con quella semplice domanda aveva portato alla luce tanti ricordi che sfumavano, lasciando posto a sensazioni passate, sepolte, che ogni tanto era bello far riaffiorare.
<< Patto fra sorelle >>, ripeté divertita la più piccola.
Miranda inarcò un sopracciglio scuro e piegò la schiena in avanti; sul viso un’espressione curiosa e al contempo divertita.
<< Dì un po’ Jen: dormi ancora con il tuo amico Brownie? >>, le domandò trattenendo le risatine isteriche.
Jenna storse la bocca e corrugò la fronte, le mani strette attorno al cilindro di vetro ghiacciato.
<< E tu, ‘Randa? Li passi ancora i pomeriggi chiusa in camera con quei cosi neri nelle orecchie? >>, fece per tutta risposta.


l u l l a b y's space: Ed eccomi qua, a spolverare un po' fra le mie vecchie shot. Forse questa è una delle più leggibili, e soprattutto le riservo un affetto particolare. E' stato come parlare di me e mia sorella. Lei è Jenna, indubbiamente. E io sono quella scorbutica, ma dolce nel profondo, di Miranda.
Non ho molto da dire. E anche se mia sorella è troppo piccola per avere un account su Efp, mi basta il suo sorriso, che compenserà alle recensioni che non arriveranno.
Ringrazio chiunque sia arrivato sin qui, e spero vivamente di esser riuscita a rappresentare al meglio i caratteri di Jenna e Miranda (così poco citata nel telefilm). Ho sempre un po' di titubanza con le mie child!/adult!.
Grazie a chi leggerà e recensirà.
l u l l a b y

  
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