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Autore: FranzDganz    09/08/2011    0 recensioni
Il protagonista è barricato nel suo alloggio all'interno di una stazione di terraforming su una colonia spaziale. Dopo anni di lavori la colonia entra in contatto con delle creature native con poteri di influenza mentale. Queste iniziano subdolamente e metodicamente a riprendersi quella parte del loro pianeta che è stata colonizzata dagli esseri umani...
Genere: Introspettivo, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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    Che colore ha la pazzia? Sono mesi ormai che me lo chiedo. Oppure giorni? O settimane? Ho perso completamente la cognizione del tempo. La cognizione dello scorrere delle cose, è tutto fermo per me ormai, come la mia sagoma proiettata sullo specchio del bagno. Da quanto tempo sono fermo qua? Cosa ero venuto a fare? Ah sì, mi sono appena alzato e sono venuto in bagno a lavarmi. Anzi no, non mi sono alzato, sono giorni che non dormo. Sono venuto in bagno per cercare di restare sveglio con dell'acqua fredda.
    Mentre mi sciacquo la faccia continuo ad avere quella sensazione di stasi. Uno scricchiolio mi fa sobbalzare, mi giro di scatto verso la porta del mio alloggio, immobile, in silenzio... niente, nessun altro rumore. Tempo fa avrei creduto fosse un semplice scricchiolio di assestamento delle lamiere, ma ora... ora qualunque rumore potrebbe essere qualcosa di terribile che striscia alle mie spalle, qualcosa che brama il mio sangue, qualcosa che ha già avuto il sangue dei miei colleghi e amici. Mi giro nuovamente di scatto preso dal panico. Eccolo! C'è qualcosa! Il mio cuore sobbalza e il mio respiro si ferma contorcendo il mio volto in una smorfia terrorizzata! Rimango paralizzato dalla paura, una di quelle paure istintive che ti attanagliano le interiora. Ci metto qualche secondo (o minuto?) prima di realizzare che la creatura davanti a me è il mio stesso riflesso sullo specchio del bagno. Mi do dello stupido tirandomi pugni in testa. Se nello stato in cui mi trovo mi scompongo per un semplice specchio è la fine! Sono sull'orlo ormai. Se solo lei fosse qui...
    Accanto alla mia immagine riflessa sullo specchio mi sembra quasi di vederla comparire. E' al mio fianco, con un accappatoio verde. Dev'essere appena uscita dalla doccia perché i suoi lunghi capelli castani sono bagnati tenuti su un lato. Mi sorride e mi guarda attraverso lo specchio cingendomi il fianco con un braccio. Quanto è bella. Poi lentamente mi gira intorno facendo una piroetta e solleva l'altra mano scoprendo da dietro l'accappatoio una torcia al plasma mineraria. E' una gran bella torcia, sembra nuova, con ancora gli adesivi di sicurezza e nessuna macchia o ammaccatura sulla vernice. All'improvviso lei la accende e me la rivolge contro! Vedo la pelle del mio braccio che uso per ripararmi sciogliersi lentamente ribollendo fino a scoprire l'osso mentre il dolore mi lacera la mente. Un potente lampo bianco mi acceca.
    Sono per terra, sul pavimento del mio bagno. Il braccio, ancora in posizione protettiva, è tutto intero e sano come non mai. Mi guardo intorno disorientato per un paio di minuti (o secondi?) prima di rialzarmi ed eccolo lì, il mio solito riflesso, solo, stanco e visibilmente esaurito. Cosa ci faccio qui? Ah sì, ho appena finito di mangiare e sono venuto a lavarmi i denti. No aspetta... sarà da una settimana che non mangio, e lo specchio lo conferma: il mio volto è scavato dall'inedia. Ero venuto in bagno per bere, ho una sete del diavolo! Almeno non hanno tagliato la rete idrica.
    Bevo finché posso, finché non mi sembra di scoppiare. Esco dal bagno e vado alla porta d'entrata per appoggiarci sopra l'orecchio. Non sento nulla. Dubito comunque che quelle cose mi farebbero sentire qualcosa. Non so se sono terribilmente furtive o se riescono a farmi credere di non sentire niente. Quelle cose sono bastarde! Mesi fa (o erano settimane?) quando ci sono stati i primi sintomi tutti pensavano a semplice stress o a qualche strano gas sviluppato dalla roccia della miniera. Non era così. La gente vedeva cose, sentiva voci, si svegliava in preda agli incubi che continuavano anche da svegli. Dapprima uno, due, quattro persone, poi venti, cinquanta, novanta! Tutti! Tutti cadevano preda di questa follia! Poi hanno iniziato a sparire. Tracce di sangue nei condotti, tute pressurizzate lacerate da artigli. Assieme alla follia arrivò il panico, suo compagno, con cui andava a braccetto seminando terrore e allucinazioni paranoiche. Ora sono solo, credo. Almeno da quando mi sono chiuso nei miei alloggi non ho più sentito anima viva. Le comunicazioni sono tagliate e non posso nemmeno chiedere aiuto. Chissà se sono davvero l'ultimo della colonia o se altri come me si sono barricati o se addirittura qualcuno è riuscito a scappare. Beh se l'ha fatto è evidente che non è venuto a cercarmi per trarmi in salvo. Chi resterebbe qui un solo minuto in più se potesse andarsene?
    Il mio orecchio ancora appoggiato alla paratia si sta ormai raffreddando e mi rendo conto che è inutile stare in quella ridicola posizione. Mi siedo sul letto lì vicino con la testa tra le mani. E' pesante, molto pesante. Sento quasi il collo che si spezza dal peso della testa che cade in avanti. E infine è proprio quello che succede! La mia testa rotola per terra mentre io continuo a vedere dai suoi occhi la stanza che gira. Vedo il mio corpo decapitato ancora seduto sul letto quando le pareti iniziano a cambiare colore. Dal grigio biancastro passano all'azzurro e poi al verdolino. La stanza muta, la porta del bagno si sposta di lato creando spazio sul muro mentre le luci dell'appartamento iniziano a lampeggiare di giallo e indaco. Dietro al mio letto si apre un buco nel muro che inizia emanare luci e colori che non posso nemmeno descrivere, colori che non ho mai visto in vita mia. Vedo il mio corpo venire risucchiato da quel buco. Sta succedendo di nuovo! Non ho nemmeno il tempo di richiamare alla mente quando ho già avuto esperienze simili né se stanno avvenendo allo stesso modo. Rapito dallo spettacolo orripilante e sconcertante che mi si para innanzi non riesco nemmeno a sentire i miei pensieri.
    Sono su un prato. Nel cielo vedo due lune e un sole rosso. Sono a casa. Il pianeta dove sono nato. Eccola! Lei arriva correndo tra l'erba ridendo. Io provo un senso di gioia interiore, ma il mio volto rimane sconvolto, non riesco nemmeno a sorridere. Mi guardo intorno e vedo solo colline verdi e un cielo azzurro. Lei finalmente mi è vicino e mi sussurra all'orecchio “seguimi”. Mi passa oltre saltellando dietro alle mie spalle. Quando mi giro vedo una porta in mezzo al prato. Appoggiata su nessun muro la porta è di acciaio, grigia, quasi buia in confronto al resto del panorama, inoltre è identica alla porta del mio alloggio. Lei gira la leva e la porta si apre su un qualcosa di indefinito, qualcosa che riluce dello stesso colore disumano che continuo a vedere in questi sogni. Sogni... Oh no! È successo di nuovo! Nel frattempo lei mi guarda e facendomi cenno di venirle dietro richiude la porta alle sue spalle. Corro fino alla porta ma mi fermo a un passo da essa. Un altro sogno. Mi sono addormentato! Una parte di me vuole aprire quella porta, tornare da lei una volta per tutte! Ma il mio istinto di sopravvivenza sa che è sbagliato. Urlo. Inizio a urlare con quanto fiato o in gola. Urlo a me stesso di svegliarmi, di uscire da questo posto finto ma così reale! L'erba prende fuoco, il cielo diventa di un colore verde macilento. Mi sembra di cadere da un lato come se la gravità si spostasse ma io resisto, resto in piedi a fatica. Cammino a passo sbilenco nelle fiamme in direzione opposta alla porta che si sta sciogliendo sfrigolando alle mie spalle. Le fiamme stanno carbonizzando i miei piedi nudi nonostante abbia avuto fino a un momento fa gli scarponi da minatore. Provo dolore ma sono ancora abbastanza sano da capire che non è reale. Inciampo.
    Il pavimento dell'appartamento è freddo e umido. Mi giro sulla schiena e il soffitto con le sue luci mi abbaglia. Sento qualcosa scendermi dalla testa e penso all'umidità che ho sentito sul pavimento. Anzi no, è sangue. Devo essere caduto violentemente. Il mio letto è lontano e io sono in mezzo alla stanza. Mi alzo barcollando per riprendere il contatto con la realtà. E' davvero questa la realtà? La porta del bagno è dove dovrebbe essere e il buco nel muro è sparito: è tutto come prima... a parte la chiazza di sangue per terra. Quindi direi di sì, potrebbe essere la realtà. Vado in bagno a sciacquarmi la testa e mi ritrovo davanti allo specchio con i capelli sporchi di sangue e con uno sguardo ancora più malato di pochi minuti fa (o sono passate ore?). Cerco di ripensare all'ultimo sogno ma la mente è troppo sovraccarica e non capisco se era un sogno o un ricordo. Richiamo alla mente quel colore, quel colore spaventoso ma imponente allo stesso tempo, quel colore che non si può descrivere. Sarà quello il colore della pazzia? Da quanto tempo me lo sto chiedendo? Da quando ho iniziato anche io ad avere la sindrome che ha ucciso tutti. Quanto tempo fa era? Non ricordo...
    Ho fame. E sonno. Però non devo dormire! Tutte le persone che conosco sono sparite dopo aver dormito e dopo aver sognato. Dicevano di dover uscire, di dover inseguire quel sogno, ma non tornavano più. Non vivi almeno. Cosa ci sta succedendo?!? Cosa mi sta succedendo? Perché continuo a vederla? Perché mi chiama? Dove vuole che io vada? Se esco dal mio alloggio farò la stessa fine di tutti! Ma che senso ha restare ad aspettare all'infinito temendo i miei stessi sogni, temendo che nel sonno io possa suicidarmi senza nemmeno rendermene conto?!? Basta! Devo fare qualcosa!
    Cammino a passo svelto attraversando il mio alloggio e mi dirigo con decisione verso la porta. Sullo scaffale vicino prendo la torcia e un piede di porco da brandire come arma, pronto per qualsiasi cosa mi aspetti là fuori. Tiro la leva e un clangore metallico annuncia lo sblocco della paratia. Finalmente decido di uscire! Guardo nel corridoio fuori dal mio alloggio, le luci funzionano e le porte sono tutte chiuse, non c'è anima viva. Esco cauto e molto lentamente senza fare rumore. Ancora niente da nessuna delle due parti. Un pensiero improvviso mi balena per la mente e alzo subito gli occhi verso il soffitto aspettandomi di vedere chissà cosa. Invece niente, falso allarme, sono soltanto paranoico. Magari è stata soltanto una psicosi passeggera, magari ho anche sognato tutto e in realtà i miei amici e colleghi stanno tutti dormendo in pace. Chissà che risate si faranno di me domattina quando racconterò loro di questo incubo così realistico. Sorrido al pensiero mentre mi incammino lungo il corridoio: credo che visto da fuori ora io debba proprio sembrare un pazzo con tanto di ghigno caratteristico. Arrivo fino alla fine del corridoio brandendo il piede di porco e con la torcia in tasca, lì con la mano libera tocco il touch-screen della console di sicurezza. Non succede nulla, non accetta alcun input rimanendo sullo schermo di stand-by. Strano, non è mai successo in 10 anni che lavoro qui. Dirigo lo sguardo dalla parte opposta della porta per localizzare lo sblocco manuale e lo aziono. La porta si apre con un rumore innaturale dovuto al motore servo-idraulico che viene forzato. Oltre la porta, invece di trovarmi il locale ascensori, vedo una stanza piccolissima in confronto, con un apertura sulla parete opposta dalla quale una figura sfocata mi osserva. Entro alzando la mano con il piede di porco pronto a colpire la potenziale minaccia. La figura sembra iniziare una mossa aggressiva. Il mio battito cardiaco va a mille e l'adrenalina si impadronisce del mio corpo e della mia parte conscia iniziando a dare potenza e fremiti a tutti muscoli del braccio. Colpisco veloce cercando di vibrare il colpo prima che la creatura possa fare alcunché!
    Il dolore mi sale dalla mano lungo tutto il braccio accompagnato da rivoli di sangue che gocciolano da ogni nocca e da ogni falange. Riprendo il controllo mentre urlo dal dolore e vedo con sgomento che il piede di porco è sparito dalla mia mano. Essa invece è ben conficcata in mezzo a un delirio di forme e riflessi scricchiolanti. Nel momento in cui la tolgo vedo uno specchio in frantumi sporco di sangue e vedo la mia faccia, riflessa e ripetuta centinaia di volte in ogni frammento. Non è uno specchio... ma il mio specchio! Sono nel bagno del mio alloggio con la mano rotta e insanguinata. Mi guardo attorno allarmato con la conferma di essere proprio dov'ero pochi minuti fa (sono davvero passati minuti?) e girandomi di scatto verso la porta dell'appartamento vedo sullo scaffale il piede di porco e la torcia. D'istinto metto la mano nella tasca per constatare effettivamente che anche la torcia è sparita, o meglio, non ci è mai stata nella mia tasca.
    Sto decisamente impazzendo. Queste allucinazioni sono date dalla malattia, se di malattia si tratta, o dalla carenza di sonno? Non lo saprò mai, almeno non finché vivo. Ha ancora senso parlare di vita? Ha sempre senso! Io non voglio morire! Sono sicuro che sia la morte quella che mi aspetta fuori di qui? I cadaveri trovati nella colonia fanno presupporre di sì. Cosa è stato ad ucciderli? Si sono uccisi l'un l'altro o sono stati squartati da qualcuno?... O qualcosa? Non lo posso sapere! Perché mi faccio queste domande?!? Perché penso di potermi dare delle risposte?!? E soprattutto cosa ci faccio qui in bagno?!? Aspetta, ora ricordo: stavo venendo a lavarmi dopo essermi alzato mi pare...

  
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