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Autore: BellatrixWolf    09/08/2011    1 recensioni
Era una sera come tante altre.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimamente ho molte idee per le long, e sto iniziando varie fic insieme. E' una cosa che adoro fare 8D Appena finisco il capitolo di una fiction lo carico e lavoro al capitolo successivo o a quello di un'altra fic. Bene!
Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione, che a me fa molto piacere ogni volta!



Era una sera come tante altre.

 

Le stelle illuminavano il cielo come tante fiammelle lontane su un velo blu scuro, la luna osservava dall'alto il mondo come chi conosce il segreto dell'essenza stessa.

In un bosco, circondate da alberi secolari, due donne erano sedute accanto al fuoco, respirando l'aria fresca.

Una era chiaramente una guerriera: alta e forte, dai lunghi capelli corvini e gli occhi di fuoco e ghiaccio insieme, coperta da un'armatura in cuoio rinforzata in metallo. Era adagiata su un tronco caduto, stava lucidando la spada, ma il suo sguardo era rivolto altrove.

Davanti a lei, una bellissima creatura dai capelli d'oro sedeva su un panno appoggiato ad una roccia. All'apparenza un'amazzone, vestita di una gonna rossa ed un top del medesimo colore, entrambi decorati. Negli stivali portava due sai, coltelli da difesa costituiti da una lama centrale e due lame laterali ricurve. I capelli corti e dorati appena mossi dal vento, gli occhi verdi concentrati sulla pergamena, stava trascrivendo l'ennesima avventura.

La guerriera la guardava con un'espressione dolce, mista a malinconia. Si sentiva in colpa. Ricordava bene come fosse diversa, quella creatura, quando i loro destini s'incrociarono. Erano passati lustri da allora, ma lei lo ricordava come se fossero pochi giorni.

La giovane dai capelli lunghi, il cuore pieno di speranza ed amore, aveva pregato la guerriera di poter vivere una vita avventurosa, ricca di emozioni, di poter girare il mondo assieme a lei.

La guerriera aveva acconsentito, riempendo di felicità la fanciulla. Entro breve tempo, le due divennero amiche, divennero inseparabili. La donna dai capelli corvini aveva preso sotto la sua ala la ragazza, che per lei diventava sempre più importante. Le bastarono poche lune per innamorarsi di lei, ma nonostante la forza di quel sentimento non disse mai nulla alla fanciulla, che cresceva velocemente sia nella mente che nel corpo.

La giovane divenne un'amazzone, imparò a difendersi senza spargere sangue, era come un fiore candido e puro, una rosa bianca che aveva spine solo per potersi proteggere. La guerriera non si sentiva degna di contaminare una tale magnificenza.

Quando era cambiata così radicalmente, quella dolce creatura? Era stato il fato a volerlo, o davvero la colpa era di colei che l'aveva portata con sé in un mondo di malvagità? La mora non riusciva a non domandarselo in continuazione.

«Xena, stai bene?» la voce melodiosa della ragazza destò Xena dai suoi pensieri.

«Sì, è tutto a posto, Gabrielle. Perché?»

«Nulla. Ti vedevo pensosa.» Gabrielle scosse le spalle, sorrise e tornò a muovere le braci con un bastone.

In un flash improvviso, a Xena tornò in mente il giorno in cui la vita della sua giovane compagna di Potidaea cambiò totalmente. Quando, con l'inganno, fu costretta ad uccidere e, grazie al sangue versato, Dahak, Signore dell'Eterno Fuoco, era riuscito a contaminarla, infettandola con il suo maledetto seme. Fu la prima volta che Gabrielle si sporcò le mani di sangue, e per lei fu straziante.

La guerriera scosse la testa, tornando alla realtà di quella sera fresca. Alzò gli occhi, incontrando lo sguardo dell'amica. Le sorrise dolcemente, e lei fece lo stesso.

Xena si alzò, posando la spada accanto al chakram, e si tolse l'armatura in ferro, rimanendo vestita di cuoio. Si sedette accanto a Gabrielle sospirando, non potendo fare a meno di incolparsi per l'innocenza perduta. L'amazzone poggiò una mano su quella della guerriera, preoccupata. «Xena, c'è qualcosa che ti turba. Dimmelo, sai che con me puoi parlare.»

«Non è nulla Gabrielle...è che... a volte mi pento di averti strappata alla tua vita pacifica per portarti qui, in un mondo di morte e pericoli. Non posso fare a meno di biasimarmi per la storia di Dahak. Se solo non ti avessi portata là...» sospirò e si mise a fissare il suolo, sconsolata.

L'amazzone scosse la testa e cinse Xena in un abbraccio, poggiando la testa sulla spalla della guerriera.

«No, no. Non dispiacertene, tu non hai fatto nulla di male. Sapevo a cosa stavo andando in contro quando ho scelto di seguirti, e non me ne pento, non me ne sono mai pentita, nemmeno per un istante.»

Xena si voltò cercando di ricacciare le lacrime che combattevano per sgorgare. Baciò i capelli di Gabrielle e lei alzò la testa, fissando l'amica negli occhi.

In quel momento, tutto ciò che la guerriera voleva era poter baciare le labbra della sua amata, ma aveva paura di rovinare tutto. Dopo tanto tempo era riuscita ad ammettere a se stessa che amava quella ragazza, ma non aveva ancora la certezza che i suoi sentimenti fossero ricambiati, nonostante tutte le volte in cui ne aveva avuto la prova.

Si limitò ad osservare la bellezza di colei che, ormai, non poteva più chiamare “ragazza”, ma “donna”.

Lentamente, Xena poggiò una mano sul volto di Gabrielle e sorrise. «Sei il mio appiglio nei momenti bui.» disse dolcemente, le carezzò la guancia e si alzò.

«Ora sarà meglio dormire. Domani dovremo svegliarci presto.» Si voltò, dando le spalle all'amica, per nascondere una lacrima che le solcava il viso. Quanto l'amava...

L'amazzone annuì e si alzò a sua volta, dirigendosi al suo giaciglio accanto a quello di Xena.

“Perché non l'ho fatto? Perché non le ho detto che l'amore che ho per lei vale ogni pena?” si chiese Gabrielle addormentandosi.

“Perché non l'ho fatto? Perché non l'ho baciata, rivelandole finalmente il mio amore per lei?” si chiese Xena addormentandosi.

Era una sera come tante altre.

  
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