Favole Sfilacciate

In quella serata di pioggia, echi di favole antiche le affiorano alla mente.

Leggende e racconti di eroi, di spiriti eterni e di eteree principesse, Katara amava ascoltarli avvolta in calde pellicce durante le lunghe notti nevose della sua infanzia.

La voce della madre era gentile e avvolgente anche quando le sue parole cantavano di mostri e fredde notti senza luna.

Purtroppo ricorda solo baluginii lontani, frammenti di quelle favole perdute avviluppatesi nel tepore spumoso della memoria di una bambina che sta per cadere nel sonno.
Ritagli di racconti che si aggrovigliano in un colorato intreccio che talvolta parla della nascita di una vita fortunata, talvolta della disfatta di un despota crudele. Immagini che hanno perduto a volte l’origine, altre la fine o l’intero spirito della storia, lasciando solo il ricordo di parole dolci che sussurrano di straordinarie magie.

Favole antiche e vecchi ricordi che in quella sera di pioggia le sono particolarmente vicini e particolarmente cari, mentre insicura accarezza la testa del suo bambino profondamente addormentato nella sua culla, nonostante lo scrosciare della pioggia oltre la finestra.

Anche lei intreccerà favole, che non saranno quelle antiche di sua madre perché non le ricorda, ma spera che nel raccontarle la sua voce possa essere calda e gentile come quella con cui lei si addormentava nelle lontane notti di neve della sua infanzia.
 

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Avevo dell note conclusive da inserire, ne sono profondamente convinta, ma credo di averle dislocate tutte al dimenticatoio.

Tutte salvo: Un grazie grande come una casa a Kuruccha che è sempre gentilissima nel rileggere i miei scarabocchi e che mi sprona sempre a scrivere pur conoscendo la mia proverbiale incostanza >.<

e Katara è un personaggio che per me è una nemesi, non so gestirla e non so fare introspezione su di lei , spero comunque di aver combinato qualcosa di buono >.<