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Autore: londonlilyt    05/04/2006    4 recensioni
"I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato, quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera. Lui sorrise sicuro,facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei, come in una morbida carezza, mentre il sorriso si allargava facendogli brillare le pupille scure come il peccato...." L'idea di questa ff mi e' venuta dopo aver visto Mr.&Mrs Smith, quello con Angelina Jolie e Brad Pitt...non l'avete visto!! e che aspettate!! alla fine, indipendentemente dalle vostre preferenze sessuali, ve li fareste tutti e due! Quindi i nostri due protagonisti sono due spie, lei e' una freelance lui invece lavora per il governo inglese, le loro strade si incontrano un giorno per caso e da quel momento scoppia il putiferio.....
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L’impatto con l’acqua gelata le tolse il respiro, a corto d’aria fece il possibile per raggiungere la superfice.

La chiatta era andata a fuoco e molti dei suoi occupanti stavano saltando fuori bordo, alla luce delle fiamme scandagliò velocemente la il fiume, aveva perso Etienne nella caduta, ed ora non lo vedeva da nessuna parte, sperava solo che non fosse caduto vittima delle violente correnti, nelle condizioni in cui era non avrebbe potuto opporre molta resistenza.

-Etienne!- gridò ma non vide traccia di lui da nessuna parte.

All’improvviso un faro accecante venne puntato su di lei.

-Serve aiuto?-

-Mark! Per fortuna!- ad una ad una vide arrivare altre barche cariche di agenti, mentre numerosi riflettori illuminavano l’acqua alla ricerca di altri fuggiaschi.

-Non ringraziare la fortuna,  il tuo amico hacker mi ha contattato-

Jules! L’avrebbe volentieri baciato in quel momento.

-Non t-trovo Etienne...s-siamo caduti in acqua e...- i denti avevano iniziato a battere, se non usciva in fretta si sarebbe assiderata.

La luce del faretto si spostò da lei per continuare la ricerca di Etienne, fino a quando riuscì a localizzarlo, a qualche metro di distanza, ancorato ad una cassa che galleggiava a pelo d’acqua.

Con poche veloci bracciate Sasha lo raggiunse, accertandosi che stesse ancora respirando.

-Etienne- gli andò vicino, scostandogli i capelli bagnati dal viso, era gelato e le sue labbra iniziavano a diventare blu.

-Ciao dolcez-zza, sei ancora tu-tutta inte-tera?- era ghiacciato fino al midollo.

-Tu-tutta d-d’un pe-pezzo, andi-diamo, M-Marak è ar-rrivato con i rinfo-forzi-

Con l’aiuto di alcuni agenti vennero issati a bordo.

-Che diavolo ti è successo!- esclamò Jules andandogli incontro.

-I co-colombiani han-nno l-la mano pesante- stava tremando come una foglia e i denti non smettevano di battere.

-Sei ridotto uno straccio- osservò Mark rivolto ad Etienne –Gerry è un esperto di pronto soccorso, fatti d’are un’occhiata, e vedrà anche di trovarvi qualcosa di asciutto da indossare-

Il  gruppetto si spostò sotto coperta dove venne tirata fuori la cassetta del pronto soccorso e delle coperte.

-Ora spiegatemi, come mai un gruppo di trafficanti d’armi colombiani voleva farvi la pelle?- chiese Mark.

-Perchè il loro capo era Ramon Ortega, era me che volevano- spiegò, mentre sotto la protezione della coperta si accingeva a spogliarsi, al diavolo la modestia, si stava congelando.

-Non ci credo!- esclamò sorpreso –ma dovrebbe essere morto!-

-Vivo e vegeto, anche se orribilmente sfigurato- chissà come aveva fatto a mantenere la sua identità un segreto in tutti questi anni.

-Scusate, mi devo accertare che il maledetto bastardo non scappi!- veloce come un lampo se ne andò.

-Amico sei ridotto davvero male!- puntualizzò Gerry, armeggiando con garze, cerotti e disinfettante –questo è il meglio che posso fare al momento, fatti vedere da un dottore, l’acqua sporca del fiume potrebbe infettare le ferite. Dentro quell’armadio dovrebbero esserci delle uniformi di riserva- chiuse la sua cassettina e se ne andò.

Anche Jules decise di andarsene, non era interessante fare il terzo in comodo.

-Ehi Jules...- lo fermò lei –ottimo lavoro-

Lui la guardò interdetto per qualche secondo, poi sorrise con un sopracciglio alzato.

-Poi come glielo spiegavo a Cleo, che avevo lasciato affogare la sua socia? Quella è capace di spellarmi vivo, per qualche insana ragione ci tiene a te!- e se ne andò prima che la vampira potesse trovare qualcosa da tiragli in testa.

Etienne e Sasha approffittarono della solitudine per cambiarsi i vestiti e cercare altre coperte asciutte, quelle che avevano erano oramai umide.

-Vieni dolcezza! Tanto vale dividere quel poco calore corporeo che ci è rimasto- senza darle tempo di accettare l’offerta, se la mise in grembo e avvolse una coperta di lana attorno ai loro corpi tremanti.

Sasha non aveva nessuna intenzione di protestare, era talmente ghiacciata che dubitava di riuscire a scaldarsi tanto facilmente, con indosso un maglione e un paio di pantaloni di almeno quattro taglie più grandi, si raggomitolò contro di lui avvolgendogli il corpo con le braccia e posandogli la testa sulla spalla.

Per lunghi minuti rimasero ad ascoltare il rumore dell’acqua che si infrangeva contro lo scafo e il via vai degli agenti che cercavano di tenere la situazione sotto controllo, c’erano tante cose che dovevano dirsi, ma rompere la quiete che era scesa tra loro sembrava quasi un peccato.

-Dormi?- era da un pò che non la sentiva muoversi.

-No, ho ancora freddo- in tutta risposta lui se la strinse ancora di più contro e lei sorrise, l’aveva detto a posta –come ti senti?-

-Un pò meglio, un bagno nell’acqua gelata ha fatto miracoli- il freddo aveva anestetizzato parecchi dei suoi lividi.

Poverino, pensò lei, doveva essere tutto un dolore ma la teneva in braccio ugualmente.

-Mi dispiace per quello che è successo,- esordì mesta -a tuo malgrado sei stato coinvolto in qualcosa che non ti riguarda-

-Cose che capitano visto il lavoro che facciamo, stando insieme questo tipo di siatuazioni si ripeteranno-

-Stando insieme?- ripetè, con il battito cardiaco che accellerava –anche dopo quello che è successo?-

-Specialmente dopo quello che è successo- sorridendo le baciò la fronte –ora sei mia dolcezza, alla prima fuga che mi piazzi, ti riacchiappo e ti lego al letto!-

-Oh Etienne...- rise con le lacrime agli occhi.

-Non pensi che valga la pena smettere di scappare e vedere se possiamo far funzionare questa relazione?- chiese speranzoso, voleva con tutto il cuore che le cose tra loro due potessero procedere normalmente.

Far funzionare una relazione con lui? Il solo pensiera la faceva sudare freddo, ma non per la paura. Avere di nuovo un futuro, dopo tanto correre, dopo tanto nascondersi, fermarsi e non avere più nulla da temere, sembrava quasi troppo bello per essere vero!

Non essere più tormentata dai ricordi,  ricostruirsi davvero una vita, anche se qualche volta il loro lavoro si sarebbe messo in mezzo, sarebbero stati insieme, nonostante sapesse la verità la voleva ancora accanto. Possibile che non fosse riuscita a vedere ciò che tutti gli altri sembravano cogliere con tanta facilità?

A quanto pareva aveva delle rivalutazioni di giudizio da fare.

-Allora docezza? Torni con me a Londra?- il lungo silenzio non prometteva bene a parer suo.

-Si- rispose con semplicità, non c’era altro da dire, entrambi sapevano cosa quel “si” implicava.

-Niente più fughe? Lo dico seriamente questa volta, mi sono accorto che a Londra mi hai spudoratamente mentito ed ora voglio una promessa solenne-

-Promesso, niente più fughe- diceva sul serio, non aveva più nulla da cui scappare, se voleva correre era solo verso di lui, non lontano da  lui.

-Ti amo dolcezza, mi hai intrigato dal primo momento in cui ti ho vista, nella quella sala da ballo con indosso l’abito da sera celeste, dopo quell’istante, non ho fatto altro che essere sempre più attratto dalla dea di ghiaccio; che con me non aveva niente di freddo, infatti riuscivo a farla accendere come un fiammefero ogni volta che le andavo vicino- l’ultimo commento era mirato a prenderla un pò in giro, ricordandole come gli veniva facile farla uscire dai gangheri.

-Oh Etienne...- se quella non era una dichiarazione d’amore non sapeva cos’altro potesse esserlo!

Le parole le uscirono di bocca come un fiume in piena che rompe gli argini, iniziò a raccontargli della discussione avuta con Mark al cimitero, della missione andata male a causa di Simon Kay, delle paure che l’avevano attanagliata in tutti questi anni, mentre lui si limitava a stringerla e ad ascoltare, interrompendola solo ogni tanto per farle qualche domanda.

Mark era sul ponte che osservava la scena attraverso una delle piccole finestrelle, si sentiva un guardone, ma voleva essere certo che Vivian fosse in buone mani, ed ora era convinto che lo fosse, la vide piangere e vide la mano di lui che le accarezzava consolatrice i capelli. Si, era in ottime mani. Etienne non le avrebbe permesso di tornare nel suo piccolo angolo buio.

Spostò lo sguardo verso la riva, i suoi uomini stavano ancora cercando Ramon Ortega, pregavo solo di trovarlo, anche cadavere gli andava bene! All’improvviso gli venne voglia di vedere Annie, di posare la mano sulla pancia rotonda che solo ora iniziava a vedersi, voleva raccontarle tutto, le verità che le aveva taciuto in tutti questi anni, dirle che finalmente si sentiva libero, come se qualcuno gli avesse tolto un grosso peso dalle spalle, i sensi di colpa l’avevano finalmente abbandonato, e poteva lasciarsi il passato alle spalle.

Ancora poche ore e poi sarebbe potuto andare a casa, si disse con un sorriso, a casa dalla sua Annie.

  
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