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Autore: its_the_start_of_the_end    10/08/2011    1 recensioni
Per sopravvivere dobbiamo inevitabilmente avere una speranza, che ci aiuti a tirar avanti, a superare le mille difficoltà che incontreremo. Ma per quella unica speranza, si è disposti a tutto.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nothing can stop our rage, our revenge.
…only death can!
 
Il Natale è sempre stata la mia festività preferita, sin da quando ero piccola. Ero sempre la prima a svegliarmi, la mattina del 25 Dicembre, e correvo al piano inferiore per scartare i regali. I miei genitori scendevano pochi minuti dopo, abbracciandomi e augurandomi buon Natale. Quel giorno sembrava sempre il più perfetto dell’anno. La neve che scendeva lentamente imbiancando qualsiasi cosa, le classiche canzoni natalizie che risuonavano da ogni casa. Ora, invece, dalla finestra di “casa” mia vedo soltanto il rosso della sabbia del deserto, in contrasto con l’azzurro del cielo. Ed è il 25 Dicembre. È il terzo natale che trascorro nel deserto, ancora devo abituarmi al fatto che, alzandomi, non vedrò il candore della neve, non avrò i regali da scartare o i miei genitori che mi fanno gli auguri.
È tutta una questione d’abitudine, mi hanno detto. Ma non riesco, non posso dimenticare com’era la mia vita prima che tutto cambiasse.
Ricordo tutto come se fossero passati tre giorni, anziché anni.
Avevo quindici anni. Inizialmente era cominciato tutto tramite un semplice spot pubblicitario: “Better Living, per una vita migliore e perfetta”.
Pillole.
Pillole misteriose, il cui contenuto è ancora ignoto, ma gli effetti che producono sono fin troppo noti.
Spacciate per semplici pillole energetiche, come tante altre in commercio.
È colpa di quelle fottute pillole se mi ritrovo a passare il Natale in mezzo al deserto.
Era la mia festa preferita, e me la hanno rovinata. Ora sarò io a rovinare la loro, di festa. Sento i primi spari provenire da fuori del diner, hanno cominciato senza di me, peccato. Prendo la pistola ed esco velocemente dalla mia stanza, scendo le scale, attraverso la grande stanza al piano terra ed apro con una spallata la porta d’ingresso, tenendo la pistola a raggi puntata avanti. Il sole mi impedisce per un attimo la vista, ma dopo pochi secondi vedo chiaramente i miei compagni poco lontani da me, che si occupano di una decina di simpatici amici vestiti di bianco.
Corro verso di loro per aiutarli, “Killjoys, make some noise!”
 
“Siete tutti pronti?” grida una voce al piano inferiore. Scendo lentamente, ancora è presto, partiremo tra più di un’ora, quando sarà buio abbastanza da permetterci di nasconderci ed agire meglio.
Un’incursione direttamente al cuore del sistema operativo.
Pericoloso, certamente. Ma estremamente allettante. Sono giorni che ci prepariamo per questa missione, abbiamo messo a punto un piano, a parere di tutti gli altri, infallibile. Abbiamo anche bisogno di una bella dose di fortuna, in ogni caso.
“Calmati, Poison” ammonisco scherzosamente il nostro “capo”. Anche se con i suoi capelli rosso fuoco ed il giubbotto blu elettrico può sembrare un tipo un po’ strambo ed eccentrico (ma, in fondo, chi non lo è qui?), è in realtà un tipo intelligente e perspicace, è per questo motivo che lo consideriamo il nostro capo.
“Black Desolation, porta rispetto a chi è più grande di te!”
 “Più vecchio, vorrai dire” rido mentre gli passo accano ed esco dal diner. Sono diversi mesi che stiamo qua. Mi piace come rifugio, sicuramente migliore di alcuni in cui siamo stati obbligati a vivere in passato. Purtroppo, dopo l’attacco della scorsa settimana, credo che saremo costretti a spostarci di nuovo. È dura, la vita di un Killjoy, ma sapevo a cosa andavo incontro scappando da casa ed unendomi a loro. Tutto pur di non rimanere in quella città perfetta e costruita di finti sorrisi e falsa felicità. Me ne sono accorta in tempo, per fortuna. La mia mente ha resistito più delle altre e quando ho intercettato, per caso, la stazione radio del Dr Death Defying, no ci ho pensato due volte prima di scappare via, alla ricerca di quei fantomatici Killjoys. I fuorilegge colorati, fuori degli schemi della Better Living, che combattono per riportare il mondo alla normalità. Preparai in fretta uno zaino e scappai da casa, dirigendomi fuori della città, verso il deserto sconfinato. Camminai per tutta la notte, alla ricerca di qualsiasi cosa che mi avrebbe ricondotto a loro. Sfinita, mi sedetti a terra, appoggiando la schiena ad una roccia, e mi addormentai.
“Hey, svegliati. È pericoloso rimanere qua fuori” mi svegliò una voce, non so quanto tempo dopo.
“Party andiamocene, potrebbe essere una trappola!” sentii un’altra voce lamentarsi
“Ma quale trappola! È soltanto una ragazzina!” disse la prima voce. Focalizzai chi era stato a parlare: inginocchiato vicino a me, capelli rossi, occhi verdi e viso coperto da una maschera gialla con tre cerchi blu, come quelle che si usano a carnevale. Quasi urlai per lo stupore. Li avevo trovati.
 
Il viaggio verso Battery City è stato lungo e silenzioso. Siamo tutti troppo tesi e, ammettiamolo, spaventati. La tensione aumenta ancora di più quando vediamo le prime luci della città rischiarare il cielo scuro. Nascondiamo l’auto in un vicolo poco lontano dalla nostra meta e, cercando di evitare il più possibile le telecamere della sorveglianza, ci avvicinammo al quartier generale della BLI. Percorriamo tutto il lato sud dell’enorme edificio grigio, fino ad arrivare ad una piccola porta sul retro e, dopo aver disattivato l’allarme, entriamo. Inizialmente rimango sorpresa da ciò che mi si presenta davanti. Una sala dalle pareti completamente bianche, gigantesca, con al centro un lungo tavolo, anch’esso bianco.
“Dobbiamo sbrigarci, subito!” esclama Party, “Jet, Kid, controllate questo piano e cercate di mettere fuori uso allarmi e sorveglianza. Fun, Black, voi seguitemi sopra, facciamo prendere l’influenza a questi bastardi” ordina deciso.
I primi due Killjoys corrono verso una porta alla nostra destra, mentre noi ci dirigiamo verso quella dalla parte opposta alla stanza.
Cercando di fare il meno rumore possibile, Party abbassa la maniglia ed apre di poco la porta per controllare se la via è libera. Dopo un segno affermativo, usciamo dalla stanza. Ci ritroviamo in un lungo corridoio, rigorosamente bianco, alcune porte grigie sia a destra che a sinistra interrompono la monocromia dell’ambiente, corriamo verso la fine, mi accorgo però che in una porta alla mia destra, che ho appena sorpassato, è appesa una targhetta. Incuriosita, torno indietro, mentre gli altri due Killjoys continuano ad avanzare.
“Party! Fun! Fermatevi!” li richiamo, cercando di non fare troppo rumore. Si voltano immediatamente e, vedendomi immobile davanti alla porta, si avvicinano.
“Dobbiamo andare di sopra, vero?”, chiedo indicando la targhetta con scritto “STAIRS”, il sorriso stampato in volto per la mia “scoperta”.
“Come se non lo sapessi!” esclama Party aprendo la porta, con lo stesso cipiglio infastidito cha ha da questa sera.
“Suscettibile” borbotto subito dopo che l’altro mi abbia sorpassata.
“Non preoccuparti Black, sai com’è fatto lui…è sempre lunatico” mi dice Fun affiancandomi nella salita delle scale.
“Ti ho sentito!” ribatte subito Poison, già una rampa più avanti di noi.
“Non ne avevo dubbi, infatti” ridacchia Fun. Non so come faccia ad apparire sempre calmo, anche durante le missioni più difficili, proprio come questa.
Pochi minuti e decine di scale dopo, arriviamo all’ultimo piano.
Percorriamo velocemente alcuni corridoi, per fortuna è notte, non c’è nemmeno un draculoide in giro. Stiamo per svoltare a destra, alla fine dell’ennesimo corridoio quando Party, poco più avanti di noi, di ferma all’improvviso e si volta verso di noi, facendoci segno di fare silenzio. Subito dietro l’angolo c’è, infatti, la nostra meta, la sala centrale della BL, sorvegliata da due draculoidi armati. Party e Fun prendono la mira e colpiscono entrambi in pieno petto i due draculoidi, che si accasciano subito privi di sensi a terra.
“Forza, abbiamo cinque minuti, poi ci scopriranno”
“Sempre che non lo sappiano già, Party” commenta Fun, guadagnandosi un’occhiataccia sia da me che da Poison. Superiamo i draculoidi ed entriamo nella stanza.
“Wow” rimango senza parole, per la seconda volta da quando sono entrata in quest’edificio. La parete destra e quella sinistra sono completamente coperte da schermi, fino al soffitto, mentre la parete di fronte a me da un ammasso di “scatole” di ferro, punteggiate di led di diversi colori. Ecco il cervellone. Il computer da dove parte tutto, senza il quale la BL non riuscirebbe a tenere sotto controllo la popolazione. Fun si avvicina alla parete metallica ed astrae dalla tasca un rettangolino nero, una “normale” penna USB, ma che potrebbe mettere in difficoltà al nemico quanto basta per far si che la gente si accorga di cosa sta realmente accadendo loro.
“Quinta porta, terza fila. Quinta porta, terza fila…” ripete il moro cercando la fessura giusta. “Poison, perché non ti sei portato dietro Kobra? È lui il genio, non io” si lamenta.
“Zitto e concentrati” ribatte l’altro, tenendo sotto controllo il corridoio da dove siamo arrivati.
“Trovato!” esclama dopo alcuni minuti Fun.
“Bene. Black vieni, dobbiamo andarcene subito”
Mi avvicino a Poison, Fun inserisce la scheda e si volta immediatamente correndo verso di noi. Nello stesso istante le centinaia di luci cominciano a lampeggiare all’impazzata, seguite subito dal rumore assordante di una sirena. Percorriamo a ritroso il tragitto di pochi minuti prima, cercando di evitare i draculoidi che hanno cominciato immediatamente di identificare e catturare gli intrusi. Arriviamo finalmente nella grande stanza bianca, la prima in cui siamo entrati. Raggiungiamo la porta e Fun afferra la maniglia per aprirla.
“È bloccata!” esclama. Intanto i passi veloci dei draculoidi si fanno sempre più vicini.
“Poison inventati qualcosa, tra poco avremo visite” mormoro estraendo la pistola nera dalla fondina. Strano che un Killjoy abbia la propria arma nera, ma io sono sempre stata la più…oscura? No, pessimista credo che sia la parola adatta. E poi, il nero è l’opposto del bianco, il colore di quei fantocci viventi.
Party comincia a prendere a spallate la porta, aiutato da Fun, ma la superficie metallica non da segni di cedimento.
Improvvisamente, tutte le luci si spengono, lasciandoci completamente al buio. Cala un silenzio totale, nemmeno i passi dei draculoidi si sentono più.
“Che facciamo adesso?” sussurro
“Non ne ho idea” risponde Fun
“Party?”
“Nemmeno io…però non mi piace questa situaz…” non riesce a finire di parlare che la porta dall’altra parte della stanza si spalanca, illuminando la stanza per il tempo necessario di far entrare una decina di draculoidi, poi si richiude. Cominciano a sparare alla cieca verso la nostra direzione, mentre noi ci buttiamo a terra per evitare i raggi luminosi. 
“Ce la facciamo a passare sotto il tavolo, ed uscire dall’altra porta?” sussurro cercando di non farmi sentire dai nostri nemici
“Tentar non nuoce” conferma Party, cominciando per primo ad avvicinarsi al tavolo. Intanto i draculoidi continuano a sparare, camminando verso la posta di fronte alla quale ci trovavamo prima. Strisciamo sotto il tavolo, fino ad arrivare dalla parte opposta della stanza. Arrivo per prima di fronte alla nostra unica possibilità di salvezza, cercando la maniglia.
“Trovata! Ragazzi, ci siete? Al tre apro” li avverto “Uno…due…tre!” spalanco la porta e comincio a correre con tutto il fiato che ho, seguita dai due Killjoys.
“Dobbiamo trovare un’altra uscita!” esclama Party
“Molto perspicace, Poison”
“Smettetela di fare i bambini e correte!” li rimprovero. Nonostante sia la più piccola dei Killjoys, a volte mi tocca fare la “mamma” e tenerli a bada.
Percorriamo l’ennesimo corridoio, con ancora i draculoidi alle calcagna, finché non arriviamo nel…
“L’ingresso?!” esclamo “Un posto in cui daremo meno nell’occhio, no?” dico appena vedo Poison correre verso la porta principale
“Ci si accontenta!” urla senza voltarsi. Va bene, o la va o la spacca. Usciamo dall’edificio, i draculoidi pochi metri dietro di noi che continuano a sparare, raggiungiamo la strada ed in quel momento passa proprio…la Trans-Arm! La nostra cara vecchia auto polverosa inchioda di fronte a noi. Non credo di aver mai amato tanto un oggetto inanimato in tutta la mia vita! Saliamo in fretta nei sedili posteriori, davanti ci sono Jet, alla guida, e Kobra seduto al suo fianco.
“Ci avete letteralmente salvato la vita!” esclama Party con un sospiro di sollievo
“Grazie fratello, avevamo capito che non ve la stavate passando molto bene, quindi siamo rimasti appostati qui fuori ad aspettarvi”
“Dopo che è suonato l’allarme, spiega bene Kid, altrimenti ci fai passare per dei codardi” ribatte infastidito Jet
“Ovvio, prima ci siamo divertiti un po’ anche noi!” esclama l’altro
“Abbiamo fatto a gara a chi ne colpiva di più!” dice tutto esaltato Star, ridendo. Ecco, cosa stavo dicendo prima, riguardo al loro comportamento “molto maturo”?
“Secondo me ha vinto Kid, ha una mira infallibile!” commenta Fun
“Ma Jet è più veloce! Dai diteci chi ha vinto!” chiede ansioso Poison.
Io rimango per tutto il tempo di questa deliziosa e divertente scenetta rintanata nel mio angolo, pensando “ma dove diavolo sono andata a finire?!” con un’espressione rassegnata sul viso.
In pochi minuti siamo fuori da Battery City, percorrendo a tutta velocità la Route Guano, immersa nel buio. Si sono fatti tutti più silenziosi, la stanchezza causata dalla missione comincia a farsi sentire. Jet Star fissa attento la strada, anche se mi è difficile scorgere la sua espressione, immerso com’è dai suoi capelli. Kobra Kid è invece definitivamente finito nelle braccia di Morfeo, appena ne ha la possibilità schianta a dormire. Vicino a me anche Fun Ghoul si è addormentato, con la testa appoggiata alla spalla di Party Poison e la mano stretta in quella dell’altro. Anche se non si danno un attimo di tregua, è palese il sentimento che li lega. Nonostante continuino a negare, questi piccoli gesti, sempre più frequenti, li smascherano facilmente. Bha…mi faranno venire il diabete, prima o poi.
Per sopravvivere dobbiamo inevitabilmente avere una speranza, che ci aiuti a tirar avanti, a superare le mille difficoltà che incontreremo. Ma per quella unica speranza, si è disposti a tutto. La speranza di Jet Star quella di trovare notizie su una delle sue sorelle, scomparsa da casa alcuni mesi fa, le cui ultime tracce provengono proprio da Battery City. Kobra Kid, invece, è spinto principalmente dalla vendetta. La sua è indubbiamente la storia più triste tra quelle di noi Killjoys. I draculoidi, dopo aver scoperto che faceva parte di uno dei gruppi della resistenza, hanno fatto irruzione in casa sua per catturarlo, ma lui era fuori. Questo non ha però impedito loro di sterminare la sua famiglia, due figlie di all’incirca cinque anni e sua moglie. Da quel giorno ha deciso che lo scopo della sua vita sarebbe stato di vendicare la loro morte.
Party e Fun, a differenza di tutti noi, non avevano niente per cui valesse la pena combattere, o semplicemente vivere, prima del 2019. Hanno trovato la propria speranza l’uno nell’altro.
L’unica cosa che voglio, è poter tornare a casa dalla mia famiglia ed i miei amici, e riprendere la mia vecchia vita. E dire che prima mi lamentavo che fosse troppo monotona!
 
 
La mattina seguente all’intrusione alla BL, le urla di Party Poison, provenienti dalla stanza che un tempo era adibita a sala da pranzo, mi svegliano di soprassalto.
“CI SIAMO RIUSCITI! CE L’ABBIAMO FATTA!” mi alzo con l’intenzione di strozzarlo seduta stante per avermi svegliato, naturalmente non prima di aver saputo la causa di tanta felicità.
“Black Desolation! Ti sei svegliata, finalmente!” esclama con un sorriso a trentadue denti.
“Prova un po’ tu a dormire con un pazzo che urla in questo modo…” borbotto ancora assonnata.
“Non hai idea di cosa abbia appena detto Dr Death in radio!” continua entusiasta, come se non avessi parlato.
“Hai trenta secondi prima che ti disintegri. Spiega” ordino
“I pochi minuti di blackout al sistema sono stati sufficienti a far risvegliare alcune persone! Sono scappati da Battery City! Dobbiamo stare all’erta, nei prossimi giorni potrebbero raggiungerci” spiega Party. Io sono ancora troppo stupita per dire anche una sola sillaba.
“Ha funzionato…” sussurro dopo alcuni minuti. Poison mi guarda sorpreso “Avevi qualche dubbio, Black? I miei piani funzionano sempre!” un applauso a Party Poison per la sua modestia.
“Avevo molti dubbi Poison. Però…wow, ha funzionato…” stento ancora a crederci. “Dove sono gli altri?” chiedo.
E’ troppo silenzioso il Diner, questa mattina. Di solito, dalla cucina proviene il rumore di pentole ed arnesi vari di Jet Star impegnato a preparare la colazione, oppure le grida di grida di Grace impegnata in un non so quale gioco, o la musica proveniente dalla Boom Box.
“Sono tutti fuori, hanno portato Grace dal Dr D, poi avrebbero fatto un giro di ricognizione” mi spiega tranquillamente Poison.
“Bene. Vado a cambiarmi e li raggiungo” dico voltandomi e sto per salire la scale, quando un boato talmente forte da far tremare i vetri risuona per il deserto.
Basta un’occhiata, preoccupata, per decidere cosa fare. Party Poison si fionda ad afferrare la sua pistola appoggiata su uno dei tavoli, mentre io corro a recuperare la mia al piano superiore, che trovo subito sotto il cuscino del mio letto.
Raggiungo nuovamente Party ed usciamo all’aperto.
Una colonna di fumo nero taglia a metà il cielo limpido, in lontananza, all’incirca all’altezza della zona 7. Un attimo…nella zona 7 si trova… “Dr. Death!” esclamo, appena mi rendo conto che il rifugio del DDD, e dove ora sono anche gli altri, si trova proprio in quella zona.
“Dobbiamo raggiungerli. Subito!” grido.
“Non abbiamo la macchina!” impreca Party, cercando comunque di mantenere la calma.
“La moto! La moto di Kid nel garage!” Corro verso il retro del diner, sperando che la moto, anche se non viene più usata da tempo, sia in grado di portarci fino a destinazione.
Poison mi precede e cerca di azionare il motore che, con mia grande gioia, si avvia senza problemi.
Lascio il rosso alla guida, timorosa, nello stato in cui mi ritrovo, di non essere abbastanza lucida e vigile per guidare.
Più ci avviciniamo, più la nube diventa grande, a pari passo con la mia preoccupazione.
Bastano pochi minuti ad arrivare. Ed in altrettanti pochi minuti ho smesso di respirare veramente.
Esattamente nel momento in cui il rifugio del Doctor Death Defying è entrato nel mio campo visivo.
Non era più quel casottino ricoperto di graffiti colorati, no.
Era un cumulo di legna bruciata, nera, fumante, travi accatastate le une sulle altre, qualche fiamma ancora viva, intenta a bruciare ciò che era stato, e sarà sempre, il punto di riferimento di noi ribelli.
“NO!” salto giù dalla moto ancora in corsa, cado, mi rialzo ignorando una fitta dolorosissima alla gamba destra.
No, no, no, no, no. Continuo a ripetermi in testa.
Sicuramente sono usciti in tempo. Si sono salvati. Sono scappati. Vedrò i ricci di Grace spuntare da dietro un cespuglio poco lontano. Sentirò chiaramente il rumore della sedia a rotelle del Dr D graffiare la terra deserta, magari con in mano quei pochi dischi che avrà tentato di prendere prima di abbandonare quella che è stata la sua casa.
Non impiego molto a realizzare che niente di questo potrà accadere.
Mi avvicino ancora alle macerie, cercando di trattenere i singhiozzi.
Tra l’ammasso di polvere e detriti mi sembra di scorgere una scarpa.
Anche Party Poison, dietro di me, la nota.
Mi afferra per un braccio facendomi voltare, stringendomi a sé.
Cercando di non farmi vedere che là, vicino alla scarpa, si intravede anche quella che una volta era una mano.
Troppo tardi, purtroppo. L’ho gia vista.
Scoppio in lacrime, scossa da singhiozzi violenti, stringendo convulsamente la stoffa della maglietta di Poison.
Sento anche le sue lacrime bagnarmi, ma il suo è un pianto silenzioso. Alza poi la testa, guardando all’orizzonte.
Poco più lontano, in mezzo alla strada, giace la Trans-Arm, carbonizzata.
“Hey, voi!” Una voce sconosciuta mi arriva ovattata alle orecchie.
Un gruppetto di ragazzi e ragazze si avvicina lentamente a noi, spaventati. Devono essere appena scappati da Battery City.
“Andatevene! No ha senso! Non ha alcun senso rimanere qua, rischiare ogni giorno la propria vita. Quei bastardi saranno sempre più forti, non si potranno mai sconfiggere! Scappate finché siete in tempo!”. Grido disperata, cadendo sulle ginocchia, senza riuscir ad arginare le lacrime.
Tutto il gruppo si allontana, tranne una ragazza, quella che ci aveva chiamato poco prima, che ci raggiunge.
“Stavamo camminando qua verso il deserto, abbiamo visto due moto della Better Living dirette verso la città, poi un’altra auto, ma tutta colorata, verso il senso opposto. Poi è…è esplosa…poi anche la casa… Dio…che diavolo sta succedendo? Vogliamo andarcene da Battery City, abbiamo sempre vissuto lì, ma ora vogliamo solo scappare” la ragazza, anch’essa sull’orlo delle lacrime, con un’anonima uniforme grigia impolverata e strappata su più punti, i capelli spettinati, il volto sporco. Tremava.
“Andatevene” ripeto “Battery City, la Better Living, loro sono il nemico. Salvatevi finché siete in tempo”
La ragazza indietreggia, fino a raggiungere gli altri, per poi andarsene senza aggiungere altro.
Poison si siede vicino a me, circondandomi le spalle con un braccio.
I grandi occhi verdi arrossati. Siamo rimasti soli, e due Killjoys soli non possono cambiare il mondo.
Per una volta, non ho idea di quale sarà la prossima mossa, e se ce ne sarà una.
“È finita” sussurro.
“Black, ho paura che tu abbia ragione” sospira rassegnato.
In lontananza il rombo delle moto si avvicina. Stanno venendo a prenderci, ma non ho nemmeno le forze necessarie per estrarre la pistola dalla fondina.
“Never let them take you alive” sussurro tra me e me.
“Cosa hai detto?”
“Non mi farò prendere viva” affermo decisa, puntando gli occhi in quelli spenti di Party.
“Cosa hai intenzione di fare?!”
“Non mi prenderanno viva” ripeto.
“Non farlo”
Troppo tardi, Party Poison. Ho già preso la mia decisione.
“È l’unico modo”
“Allora saremo in due”
Riesco ad estrarre la pistola della fondina, così come fa Poison.
“Sei sicura?”
“Si”
Punto la ray-gun nera, lucida, contro il suo petto, lui, la sua gialla contro il mio.
“A presto, Party”
“Addio, Black” 


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Buonasera/Buongiorno/Buonanotte, innanzitutto, complimenti se qualcuno è arrivato alla fine. Grazie! Poi, il titolo non c'entra niente con i Chem (abbastanza ovvio -.-') ma è tratto da una canzone degli About Wayne (che consiglio di ascoltare xD). Last but not least, i personaggi non sono miei ecc ecc ecc, Arrivederci! :)
Vale

  
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