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Autore: _Frame_    10/08/2011    1 recensioni
Mio padre morì il 28 gennaio 2010. Era un poliziotto. Mia madre il 14 febbraio 2011. Lei era un'ex attrice e modella. Entrambi erano seppelliti nel cimitero a due passi da casa. Questo era tutto ciò che sapevo dei miei genitori all'età di cinque anni. Anzi, questo era tutto quello che volevano farmi sapere.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. SHOCK (LIGHT)

 
Quel giorno, tanto per cambiare, mi scoppiava la testa.
Era stata una giornata pesante, come sempre, ed io sentivo il fiato di Near sempre più vicino al mio collo.
Era un periodo in cui stavo rischiando molto, e la velocità con cui gli eventi si susseguivano, non mi dava il modo di ragionare con la dovuta calma.
Tuttavia, ero tornato a casa prima del solito e fui sollevato quando, entrando in casa, trovai ad aspettarmi Misa vestita con una sobria gonna primaverile, invece dei suoi soliti abiti provocatori che mi lasciavano intendere che si sarebbe aspettata qualcosa da me che non avevo né la forza né la voglia di darle.
-Bentornato, caro.
Mi saltò al collo e dietro di lei notai Ryuk fluttuante, intento a mangiarsi una mela, e tra un morso e l’altro si lasciava scappare qualche sghignazzamento che penetrava nella mia testa, già dolorante, come una lama rovente.
Mentre ero ancora intento a massaggiarmi le tempie, Misa mi fece scivolare tra le dita quello che a prima vista sembrava un banalissimo pezzo di carta, e mi ci volle qualche secondo per realizzare di che cosa si trattasse.
D’un tratto non sentii più dolore.
Non sentii più nulla.
Spalancai gli occhi increduli davanti a quel vortice di macchie bianche e nere a me quasi del tutto indecifrabili.
La mano che stringeva il foglio cominciò a sudarmi, e potevo chiaramente contare le violente pulsazioni che provocava il sangue mentre scorreva copioso attraverso le vene del mio collo.
Solo dopo qualche secondo riuscii a balbettare una qualche reazione con voce pastosa e tremolante.
-Che… che cos’è questo?
Come se non conoscessi già la risposta.
-Ma come, cos’è?
Lei indicò orgogliosamente un puntino bianco già segnalato con un piccolo puntatore del computer.
- È tuo figlio, Light.
Mi girai appoggiando la testa sul muro senza togliere lo sguardo da quella macchiolina che avrebbe sconvolto la mia esistenza.
Era da tempo che non provavo un’agitazione simile.
Solitamente la causa dei miei attacchi d’ira era sempre stato L, e non avrei mai immaginato che una come Misa sarebbe stata capace di risvegliare in me tutta questa furia.
Lei non vedeva la sua gravidanza come un’ulteriore difficoltà nella nostra vita, ed era proprio questa sua ingenuità a mandarmi su di giri.
-Il dottore ha detto che…
-Come cazzo è successo?!? Me lo spieghi, Misa?
Persino Ryuk smise di sgranocchiare la mela, impressionato dalla mia urlata, che echeggiò per tutta la stanza.
-Cristo… non fai altro che mettermi nella merda, Misa!
La sentii arretrare e subito dopo si buttò di peso sul divano, con i pugni serrati sulle ginocchia.
-Pensavo che… saresti stato felice.
La sua voce iniziava a tremare, era chiaro che fosse prossima al pianto.
Mi voltai di scatto tentando di fulminare il suo sguardo che aveva prontamente nascosto tra i capelli dorati.
-Non ti avevo detto di prendere le dovute…precauzioni?
Non rispose.
Affondò il viso tra le mani ed iniziò a singhiozzare.
-Voglio che tu abortisca.
 

   
 
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