Rachel aveva fatto del suo meglio per resistere, ma alla fine il sonno l’aveva vinta; e aveva avuto pure  partita facile.
Ora dormiva tranquilla, la testa poggiata sul braccio del suo compagno di studi. Almeno, è quello che Finn voleva immaginare, visto che il viso di lei era coperto da un enorme tomo, che recitava pomposo sulla copertina “Storia Medievale Europea”; perché mai avessero - avesse lei  - scelto una materia del genere, questo era e rimaneva un mistero.  

Di certo però, non era stata una buonissima idea intraprendere il grande ripasso notturno pre-esame sdraiati sul comodo letto della camera di lei. Non tanto perché fosse successo qualcosa in “quel senso”, quanto per il fatto che quel letto era tanto, tanto, comodo, e Carlo Magno, con tutto il rispetto, era, come dire, alquanto… soporifero.

Rachel, da sotto il libro, emise una specie di grugnito. Con tutta probabilità stava sognando di qualche re sconosciuto che invadeva qualche terra sconosciuta ai comuni mortali (americani) – seriamente, ma perché studiare la “Storia medievale” per di più “Europea”?
Con delicatezza, alzò il libro polveroso dal viso della ragazza, per poi gettarlo da qualche parte ai piedi del letto. Dal piccolo sorriso che le si dipinse sul volto, Rachel doveva aver apprezzato, anche nel sonno.

La mano di Finn, lenta, andò ad accarezzarle i contorni del viso.
Lui non ci aveva mai pensato veramente fino ad allora, ma quello era il loro ultimo esame. L’ultima volta che sarebbero stati insiemi nella stessa scuola.
Dopo quell’esame, i binari sicuri della loro vita si sarebbero interrotti. Sarebbero dovuti scendere dalla carrozza sicura che era diventato il Glee club per loro, e avrebbero dovuto scegliere da soli come proseguire.

Sapeva che Rachel, ormai da tempo, aveva deciso che strada intraprendere, e che avrebbe fatto tutti i sacrifici necessari e non per arrivare alla meta che si era prefissata. Dio, che donna fantastica.
Ma lui?

Un piccolo sussulto, e un occhio di Rachel lo scoprì a fissarla addormentata.
“Ohi, Finn…” bofonchiò lei, ancora presa dai fumi del sonno. “Ho fatto un sogno strano…”
Si girò su un fianco, per meglio guardarlo.
“C’era Carlo Magno che voleva conquistare l’America. Cantando e ballando. E cantava come Kurt, adesso che ci penso...”

Finn sbuffò una lieve risata. “Il troppo studio fa male” e senza un reale perché, la strinse a sé, forte forte, in modo che non potesse sfuggirle.