Piccole accortezze:

La partita giocatasi a Vienna il 22 Giugno 2008 era una partita valida per gli Europei e l’Italia perse contro la spagna ai calci di rigori. Dopo quella partita per l’Italia è cominciato un periodo nero il cui massimo picco fu il non essere ammessi agli ottavi di finale. Al contrario per la Spagna cominciò un periodo d’oro. Non solo vinsero quegli stessi Europei ma anche i Mondiali.
La Spagna affermò che avendo battuto una squadra forte come l’Italia aveva preso fiducia in se stessa.

Spagna, brutto bastardo.

Ti sei preso la mia fortuna lì a Vienna.

Mi hai tolto gli Europei da sotto il naso? Bene è giunta la tua ora.

Dicesti che vincendo contro di me avevi preso coraggio e fortuna e sulla scia di questa fortuna hai vinto Europei e Mondiali.

Ma ora.

Sì ora finisce tutto.

Oggi ho vinto, non ti ho lasciato spazio non ti ho fatto neanche rendere conto della tua sconfitta.

Per un rigore, mft! un misero rigore del cazzo, solo perché l’arbitro era un fottuto crucco altrimenti neanche quello avresti avuto!

Mi sento forte, sono forte!

Ho ripreso a giocare come sempre e mi riprenderò tutto quello che aveva prima di Vienna.

Colpa tua, è stata tutta colpa tua.

Non sono riuscito ad entrare negli ottavi perché tu mi avevi rubato la mia fortuna… il mio coraggio!

Ma ora sono qui più forte che mai, più coraggioso che mai fottuto bastardo.

Ora ti dimostrerò di cosa è capace Romano Vargas! Lo dimostrerò al mondo intero.

Il calcio è una cosa tutta italiana e solo noi possiamo capirlo e giocarlo fino in fondo! Solo noi possiamo salire in cima al mondo e urlare quando siamo forti!

E solo il calcio può salire in cima all’Italia e urlare al mondo quando siamo uniti noi italiani.

Solo il calcio può rendere me e mio fratello tanto uniti da far paura all’europa intera.

Solo il calcio, il nostro calcio, può far sembrare la mia nazione forte e potente tanto quanto le altre e solo noi al sud sappiamo viverlo con gioia e vivacità!

Solo io posso goderne a pieno di questa scarica di adrenalina che mi diverte fino all’invero simile!

E oggi festeggerò, Spagna.

Più di quanto tu abbia fatto ai mondiali, più di quanto chiunque altro abbia mai fatto.

Sono ritornato. Siamo ritornati ad essere padroni di una cosa che è sempre stata nostra.

*Sorride alzando gli occhi al cielo e con lo sguardo sicuro. Sopra di sé solo qualche stella cadente e il limpido cielo di Bari, niente di più scenografico per questo sfogo in solitaria. Gli occhi ambrati brillano di furia e di voglia di vincere. Ora abbassa il capo e fissa l’erbetta verde piena di fogli azzurri che poco prima aveva composto un magnifico quadro tra i tifosi della sua tifoseria. Era tutto così semplice e anche quel forte vento che più d’una volta aveva deviato la traiettoria del suo pallone ora sembrava accarezzarlo e spingerlo con delicatezza negli spogliatoi e quindi al riposo, almeno per quella notte. Aveva faticato come non mai. Sembrava un leone in quel primo tempo, a soli undici minuti aveva segnato il primo goal. Glielo aveva promesso, non gli avrebbe dato scampo ne a lui né al mondo intero. *

TREMATE! TREMATE! GLI ITALIANI SONO TORNATI!

*Urla verso gli spalti quasi vuoti. Da domani avrebbe ricominciato ad occuparsi delle faccende e ormai lo mettevano in agitazione quasi ogni giorno in questo anno di crisi, di borsa e di ribellioni. Ma questa notte, si sarebbe dato alla pazza gioia! L’Italia si era ritrovata di nuovo stretta davanti ad un televisore per fare il tifo per lei. *