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Autore: KikiWhiteFly    11/08/2011    3 recensioni
Come ti dicevo, questa è una lettera ad un amore neonato: richiede delicatezza, sensibilità, ha bisogno di essere controllata ed amata come un bambino i primi giorni di vita.
Ha bisogno di me, per ora, anche se sta rubando tutto di me.
Sai, avrebbe bisogno anche di te – e tu coltivi quel sentimento in silenzio, mi illudo che sia così, non puoi vedere la piccola creaturina alla quale stiamo dando vita.
Le cose belle amano nascondersi, lo so, ma io ho sempre pensato che a lungo andare ci si perda in silenzio.
{slice of life}
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutte voi “Emily”,

che almeno una volta nella vita avete vissuto una situazione

di questo tipo.




Lettera ad un amore neonato










Incredibile come alcune cose siano costrette a cambiare da un giorno all'altro, vero?

Costrette, sì, perché il cuore prende direzioni che la mente non potrebbe mai raggirare.

Nello specifico, Thomas, ti vorrei scrivere qualche parola – mi sento un po' stupida in effetti, tra qualche ora ci vedremo da buoni amici e tu non potresti mai sospettare di me – e mi rendo conto di quanto inchiostro stia sprecando in questo momento.

Sai, io sono realista per natura e vedo le cose per quel che sono: da piccola, ad esempio, capivo già quali compagnie mi escludevano e quali, invece, non vedevano l'ora di vedermi al loro interno. E credo che sia stato alla modesta età di cinque anni che io abbia per la prima volta, inaspettatamente, preso coscienza della realtà.

Non ho mai cercato di fingermi amica di qualcuno solo per entrare all'interno di quel gruppo, così come non ho mai spinto troppo per entrare nel tuo cuore.

Dovrebbero essere naturali le cose, sai, dovrebbe accadere tutto così consequenzialmente – anche se, di tanto in tanto, una spinta da parte del destino non mi dispiacerebbe.



Ed eccomi qui, alla fine, a scrivere una lettera ad un amore neonato.

Tu mi prenderesti in giro – esibiresti un sorrisino scettico e ci rideresti su –, io fingerei di averlo fatto per scherzo e tutto tornerebbe alla normalità.

Normalità, che concetto privo di fondamenta.

Quel che è normale, in fondo, non lo sa nessuno: eppure, a me sembra normale cercare il tuo sguardo quando gli altri ridono, appoggiarmi alla tua spalla fingendo di essere un po' stanca, bere dallo stesso bicchiere solo per cercare un contatto diretto con te e credere che alcuni sorrisi siano riservati a me, esclusivamente a me.

Poi rimbomba una vocina nella mia mente, un piccolo e fragile esserino che maciulla senza la benché minima delicatezza le pareti delle mie illusioni.

Come ti dicevo, questa è una lettera ad un amore neonato: richiede delicatezza, sensibilità, ha bisogno di essere controllata ed amata come un bambino i primi giorni di vita.

Ha bisogno di me, per ora, anche se sta rubando tutto di me.

Sai, avrebbe bisogno anche di te – e tu coltivi quel sentimento in silenzio, mi illudo che sia così, non puoi vedere la piccola creaturina alla quale stiamo dando vita.

Le cose belle amano nascondersi, lo so, ma io ho sempre pensato che a lungo andare ci si perda in silenzio.



Cerco disperatamente di dimenticarti o, quanto meno, di accantonare il nostro rapporto.

Non ci frequentiamo neppure, non dovrebbe essere difficile; va tutto bene, sì, finché non spunti di nuovo e ti avvicini di soppiatto, magari con frasi altisonanti: «Non ci vediamo da così tanto tempo...», forse ti sono mancata?, «... Mi trovo così bene con te».

E come due vecchi amici che non si vedono da tempo iniziamo a dialogare, il mondo si annulla attorno a noi: se le nostre battute fanno ridere davvero non so, tuttavia non riesco a togliermi quel sorriso sulle labbra.

Avrei dovuto soffocare questo sentimento sul nascere, me ne rendo conto, ma anche tu dovresti addossarti la tua buona parte di colpe: hai giocato con il mio cuore, hai cercato il mio sguardo al buio, hai spesso condiviso le tue paure con me; i nostri pensieri, alla fine, sono diventati un tutt'uno ed ora viaggiano alla stessa velocità.

Vorrei consegnarti questa lettera, sai, anche se me ne vergogno terribilmente – ti mostro la mia anima, eccola qui, la ragazza realista e con un pizzico di cinismo che conoscevi altro non è che una faccia della medaglia.

E tu sei il resto della medaglia, per me.

Credo che mi limiterò a gettare inchiostro su queste parole, seppellendole poi all'interno di un vecchio libro. Tu sei lì, in tutte le parole, entrerai nella mia stanza altre cento o, forse, mille volte e non saprai mai quanto queste pareti ti trovino familiare.

Per ora non hai un nome ancora ben preciso, credo che mi limiterò a chiamarti amore neonato – sognerò ancora di te, cercherò di immaginarti cresciuto. Tenterò di chiamarti “noi”.



Emily.




______________________________________________________________






Qualche parola in più...


Dunque, sebbene questa storia sia uno “spezzone” di vita – una slice of life, per l'appunto –, ho voluto pubblicarlo comunque. Credo infatti che sia nelle lettere – ebbene sì, in questo mondo di blogger c'è ancora chi scrive delle lettere XD – che si vedano i nostri veri sentimenti, penso che siano un modo come un altro di guardare dentro se stessi.

Ed è quello che fa Emily, nello specifico, una ragazza apparentemente cinica e forte che dentro è un esserino tanto fragile. È probabilmente una storia-cliché ma ho voluto raccontare il sentimento che cresce (da amicizia, ovviamente) sul nascere, un “amore neonato” per l'appunto.

Spero vi sia piaciuta.


Kì.

   
 
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