Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: Akemi_Kaires    12/08/2011    6 recensioni
{Dragonshipping; Lance/Sandra}
Due cugini, tanti desideri e una cosa in comune: un sentimento proibito.
Che succederà...? Una stella cadente esaudirà i loro sogni?
{I can’t have you. I know…}
Non era solo una semplice cugina, né una normale compagna di allenamenti come tutte le altre.
Aveva da sempre occupato un posto speciale nel suo cuore. Dopotutto, sedeva sul suo trono d’amore, solamente riservato da sempre a lei. Nessun altra avrebbe potuto prendere il suo posto, e lui ne era totalmente consapevole.
{I’m crazy, because you don’t look me. I’m crazy, because you are with me. I’m crazy for you!}
Se si allenava duramente tutti i santi giorni in quella grotta, era solo per uno scopo ben preciso.
Se ogni giorno tornava a casa, stanca e distrutta, era solo per un motivo ben definito.
Se tutte le mattine salutava il sole nascente, pronta ad affrontare una nuova giornata di duro allenamento, era solo per Lui.
[Partecipante al Pokèmon Special Challange indetto da nihil no kami su EFP; Shipping: Dragonshipping]
(Dedicata a tutti coloro che festeggiano la Notte delle Stelle)
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dedicata a coloro che hanno passato in dolce compagnia la notte delle stelle e a chi aspetta la venuta di un suo/sua Lance/Sandra (come me).
Dedicata inoltre a due mie care amiche Dragonshipper (come me), ossia TeddyBibby e Misaki_Chan.
Osu! Buona lettura!!!


Image and video hosting by TinyPic

With You, In the Sky, Behind The Star



{I can’t have you. I know…}

Non era solo una semplice cugina, né una normale compagna di allenamenti come tutte le altre.
Aveva da sempre occupato un posto speciale nel suo cuore. Dopotutto, sedeva sul suo trono d’amore, solamente riservato da sempre a lei. Nessun altra avrebbe potuto prendere il suo posto, e lui ne era totalmente consapevole.
L’aveva da sempre amata con tutto sé stesso, ignorando quanto quel sentimento fosse totalmente errato e malsano. Era a conoscenza di quanto fosse proibita una relazione fra legami di parentela così solidi e accentuati, o meglio, quanto essa fosse pericolosa per entrambi.
Se aveva taciuto i suoi sentimenti per tutti quegli anni era solo per il loro bene. O meglio il suo, quello di Sandra, data l’importanza e il suo ruolo incidente nel loro paese di Ebanopoli. Con quella confessione, avrebbe infangato la sua reputazione e il suo essere. Non poteva permettersi di vederla soffrire, ancor peggio se ciò accadeva a causa sua. In più un tal gesto avrebbe già spezzato quel precario equilibrio che dominava la loro – all’apparenza pacifica – convivenza.
Quella ragazza serbava, di nascosto, un odio viscerale nei suoi confronti. Le aveva strappato tutte le attenzioni da parte di quel nonno che l’aveva da anni vista come un prodigio e una nuova promessa fra tutti i Domadraghi; invece era arrivato lui, con il suo amore per i pokèmon, a sgretolare i suoi sogni e spargerli come polvere al vento. Era normale e lecita una reazione tale.
Col tempo, quella profonda ferita, che lui stesso aveva generato nel suo orgoglio e nel suo onore, si era rimarginata faticosamente. Ormai ne restava solo una cicatrice scarlatta, un segno del tempo che possedeva ben poco significato.
Eppure temeva ancora che quella sua futura proposta potesse irritarla e riaccendere e alimentare nuovamente quell’astio che lo aveva dilaniato e fatto sentire in colpa per molteplici decenni. Non poteva correre il rischio di infrangere tutto ciò che faticosamente aveva costruito in quegli ultimi tempi.
Che cosa ci sarebbe stato di male, però, nell’invitare la propria cugina ad ammirare le stelle cadenti, quella notte? Nulla, si trattava di una innocente richiesta. Peccato che questa avesse un secondo fine, ossia quello di poterle restare accanto il più possibile.
Inutile dire quanto lui adorasse la sua compagnia, in qualunque situazione si trovassero. La sua presenza lo faceva sentire completo e realizzato come non mai. Lo appagava di tutte le fatiche di giornata.
Quell’amore sincero che nutriva nei suoi confronti lo spronava sempre a far il possibile per aiutarla, per starle vicino. Provava sempre una strana sensazione calda e soave ogni qualvolta che lei decidesse di confrontarsi con lui in cerca di risposte alle sue domande. Aggiungere che lo faceva sembrare unico e invincibile ogni volta che si ritrovava a confortarla e rassicurarla nei momenti di difficoltà era scontato e ovvio.
Detestava alquanto vedere quel mare liquido che erano i suoi occhi azzurri dipinto di tristezza, mentre piccole gocce salate solcavano il suo bel viso corrugato in un’espressione di profonda tristezza e dolore. Ciò che gli donava una strana sensazione di importanza era il fatto che solo lui era in grado di poter asciugare quelle lacrime e scacciare quelle emozioni tristi dalla sua anima.
E quel sorriso, quel puro e semplice sorriso, che si formava su quelle labbra morbide e rosee quando lui riusciva nel suo intento era il giusto premio per tutti i sacrifici che affrontava pur di vederla felice.
Ormai aveva preso la sua decisione. Sarebbe anche arrivato ad affrontare gli altri possibili ostacoli che la vita serbava nei loro confronti, pur di poterle porgere il suo invito. Avrebbe anche accettato un rifiuto, se fosse stato necessario.
Non avrebbe mai potuto averla, lo sapeva. Ma gli sarebbe bastato solamente avere la certezza di poterla avere accanto ancora a lungo…

{I’m crazy, because you don’t look me. I’m crazy, because you are with me. I’m crazy for you!}

Se si allenava duramente tutti i santi giorni in quella grotta, era solo per uno scopo ben preciso.
Se ogni giorno tornava a casa, stanca e distrutta, era solo per un motivo ben definito.
Se tutte le mattine salutava il sole nascente, pronta ad affrontare una nuova giornata di duro allenamento, era solo per Lui.
Inizialmente si era autoconvinta che tutto ciò era dovuto ad un istintivo tentativo di riacquisire la dignità perduta, violentemente strappatale da quel cugino che aveva osato superarla nello scatto finale prima del traguardo. Si ripeteva incessantemente che si stava comportando in quel modo solamente per raggiungerlo, e così facendo riottenere anche le attenzioni del caro nonno.
Lo faceva solamente per quello – si diceva -, solo per un motivo di onore e orgoglio. Ma forse non tutta la verità si celava di quelle motivazioni quasi infantili agli occhi altrui.
Non era corretto poter dire che serbava profondo rancore in lui. Non lo era affatto e non era sufficiente a giustificare il suo comportamento.
Lo faceva solo per farsi notare, per far sì che qualcuno la degnasse di attenzione. Ma chi? Tutti i suoi concittadini la rispettavano e la veneravano, essendo il maggior esponente della loro cittadina, e i suoi genitori erano sinceramente contenti per lei. Anche il Gran Maestro, a modo suo e con ritegno, si congratulava con lei per tutto l’impegno che impiegava nel suo ruolo di Capopalestra.
Ciò non le bastava, però. Voleva ottenere lo sguardo di una persona in particolare, qualcuno per lei molto speciale. Doveva avere occhi solo per lei, e ciò non era dovuto a gelosia di qualsiasi genere.
Se avesse raggiunto il suo livello, se sarebbe riuscita ad avere una forza pari alla sua, forse finalmente l’avrebbe notata. Forse avrebbe smesso di considerarla una semplice cugina, e avrebbe guardato oltre le apparenze, comprendendo a fondo ciò che l’aveva spinta ad agire in quel modo.
Perché lei aveva sempre cercato di accettare quella verità, ma ormai si era dovuta rassegnare ad essa ed affrontare la sua imponenza: il suo non era un semplice affetto fraterno nei suoi confronti. Col tempo era aumentato a dismisura, divenendo qualcosa di più grande, intenso e incontrollabile.
Poggiò una mano sul quel cuore che ormai apparteneva a Lance. Se l’era preso, e ormai era solamente suo. Chiuse gli occhi, lasciando che i ricordi la carezzassero esattamente come stava facendo quella calda brezza che le sfiorava viso e capelli.
Ripercorse uno ad uno tutti i momenti trascorsi al suo fianco, ancora vividi e nitidi nella sua mente sebbene fossero passati parecchi anni da alcune vicende, pur di godere ancora di quelle gioie assaporate in tempi lontani e vicini. Arrossì leggermente al solo ricordo della figura slanciata ed elegante di Lance, alla sua forza e alla sua tempra.
Le parve ancora di sentire il tocco gentile e dolce sulla sua pelle, quando scacciava le lacrime dalle guance. Poteva ancora percepire il calore dei suoi abbracci, come se in quel momento le sue braccia la avvolgessero veramente. Era ancora in grado di poter perfino ricordare perfettamente le loro risate, i loro sorrisi e le loro urla gioiose. Tutto era ancora presente nei suoi ricordi, intatto.
La sua compagnia, infatti, non le dispiaceva alquanto a dispetto di quella di altre persone. Anzi, le donava un gran senso di pace e tranquillità. Per alcuni tratti la faceva sentire perfin completa.
Era l’unico con il quale si poteva confrontare senza troppe preoccupazioni. Dopotutto la trattava come suo pari, osservando oltre le apparenze che la rendevano differente da lui.
Forse era per questo che ciò che nutriva nei suoi confronti si accresceva sempre più: il fatto che non la facesse sentire diversa e che l’avesse accettata per colei che era, pregi e difetti compresi.
Eppure voleva che non la considerasse solo un’amica. Sebbene fosse a conoscenza di quanto quel tipo di rapporto fosse proibito e impossibile da realizzare, lei voleva proseguire a fondo lungo quella strada che, pur consapevole di quanti ostacoli fosse ricca, aveva deciso di intraprendere senza alcun ripensamento.
Lo amava sinceramente. Nulla avrebbe cambiato quel dato di fatto, né l’avrebbe fatta ricredere.
E forse era per questo che aveva deciso di accettare quella proposta di Lance…
Osservare le stelle assieme a lui rappresentava l’unica possibilità di riuscita. Non poteva perdere.

{I’m with you in this sky, behind the stars. I’m with you, and I’m complete. Why? Because I love you…}

Seduti sul punto più alto della montagna della Tana del Drago, avvolti nei loro mantelli per cercare di contrastare il freddo pungente che avvolgeva la notte, i due Domadraghi volsero lo sguardo al cielo, alla ricerca di stelle cadenti alle quali affidare il loro più recondito desiderio segreto.
Non si erano rivolti alcuna parola da quando si erano ritrovati nel loro luogo d’incontro prefissato in precedenza, né mentre scalavano agilmente il monte per raggiungere il posto desiderato.
Nella loro mente, non riuscivano a formulare frasi coerenti da pronunciare. Quella situazione tanto bramata e voluta da entrambi era piombata addosso a loro letteralmente, travolgendoli con la sua potenza e intensità, mozzando il respiro e aumentando sempre più i battiti di quei due cuori che scalpitavano indomati nei loro petti, premendo quasi nel tentativo di uscire dai loro corpi.
C’erano così tante cose da dire, segreti da confessare ed emozioni da condividere. Eppure la mancanza di coraggio implicava su quella sitauzione assurda e al contempo dolce.
Con fare alquanto impacciato, nel vano tentativo di sciogliere e dissolvere quell’ombra di riservatezza e timidezza che li aveva sopraffatti, Lance si avvicinò alla cugina, avvolgendola con il suo mantello nero come l’oscurità più profonda.
Sandra, colta alla sprovvista da quel gesto alquanto inaspettato, arrossì violentemente, balbettando un piccolo e sussurrato “Grazie”.
C’era ben poco da fare: non sapevano come comportarsi. Dopotutto, immaginare una situazione del genere era benché diverso dal viverla in prima persona.
Purtroppo il tempo scemava sempre più, mettendo fretta negli animi dei due giovani, non concedendo loro abbastanza attimi di riflessione.
Lo sapevano entrambi ed erano consapevoli di quanto quel momento fosse in stile “Ora o mai più”, eppure non erano così sicuri di volerlo affrontare. Il loro terrore più profondo nasceva dall’inconoscibilità della possibile reazione dell’altro, di una possibile risposta. Ed era questo che li faceva tentennare e indugiare, irrigidendoli come stele di marmo.
Il Campione inspirò profondamente, ubriacandosi di quell’aria balsamica e fredda che era impregnata del profumo inebriante e dolce di Sandra. Prese il coraggio a due mani, voltando leggermente la testa per poter guardare il volto della sua amata cugina. Sconfisse quel senso di timidezza che lo istigava a indietreggiare riguardo la sua decisione, confidando sempre più in quella piccola stellina lucente che forse avrebbe realizzato il suo sogno.
- Se oggi ti ho chiamata qui – mormorò debolmente, mentre sentiva le ginocchia cedere, catturando l’attenzione della ragazza – è solo perché c’è una cosa di vitale importanza che devo confessarti.
- E se io ho accettato – replicò lei, guardandolo seriosa in quei bei occhi da cerbiatto – è per lo stesso ed identico motivo.
Il Domadraghi si sorprese dinnanzi a quella coraggiosa affermazione. L’aveva pronunciata con vigore e forza, come mai l’aveva vista fare. Sembrava sinceramente determinata in ciò che faceva.
E lo era davvero, Sandra. Stanca di dover tenere dentro di sé quella sensazione struggente e leggermente fastidiosa, si era decisa a confessare la verità. Non si era mai tirata indietro in un qualsiasi genere di sfida, e mai e poi mai avrebbe ceduto di fronte alla battaglia che decideva le sorti della sua vita.
- Parla – la esortò lui, sorridendole dolcemente. – Ti ascolto.
- M-mi… rendi le cose più difficili! – esclamò lei, stringendo i pugni e mordendo con violenza il labbro inferiore. Era pudore quello che le impediva di parlare serenamente, forse? O era semplicemente il timore e la paura del futuro?
- Tranquilla – cercò di tranquillizzarla, stupito dal suo strano atteggiarsi da ragazza timida. Non era da lei. – Qualunque cosa tu dirai, io ti ascolterò.
La giovane chiuse gli occhi, concentrandosi a fondo, pronta ad affrontare il momento ormai imminente della verità.
- Questo! – disse a piena voce, voltandosi di scatto verso la figura di Lance, afferrando senza preavviso il suo volto per avvicinarlo a lei.
Chiuse gli occhi, non appena le sue labbra incontrarono quelle calde e morbide di lui in quel bacio che aveva da sempre sognato e bramato da anni. Quel tanto desiderato contatto accrebbe la passione che sentiva bruciarle il petto.
E quel momento magico durò un istante, benedetto dalle stelle del firmamento, che nessuno dei due avrebbe mai osato dimenticare, nemmeno al termine della loro vita.
- Lance… io… mi… mi dispiace, perdonami… - si scusò Sandra con un lieve sussurro, quando il contatto fra loro si interruppe. Teneva ancora le palpebre abbassate, sospesa tra l’indescrivibile sensazione che l’aveva pervasa di gioia e quella tremenda paura che non voleva affrontare una volta rivolto lo sguardo al volto del suo amore.
Raccolse tutto il suo coraggio, rivelando nuovamente i suoi occhi ghiacciati. Con grande sorpresa, vide che suo cugino la stava osservando con un grande sorriso di gaudio e soddisfazione dipinto sulla bocca. Non le parve quasi vera quella strana mancanza di rabbia e astio che temeva di dover incontrare.
- Non dire ulteriori sciocchezze – esclamò lui, poggiando un dito sulle labbra della giovane precedendo un altro tentativo di scuse. – Prima lascia che sia io a mostrarti il mio segreto…
Lance afferrò delicatamente il mento della cugina tra pollice e indice, riallacciando il legame che poco prima era stato spezzato in un nuovo bacio molto più carico di passione e amore.
Dopo tante peripezie, finalmente erano stati giustamente ripagati per le loro fatiche. Il loro sogno romantico, il loro bruciante desiderio, era stato finalmente coronato, come avevano pregato che fosse.
Il loro amore era proibito, e ne erano perfettamente consapevoli. Questa era una ragione in più per tenerlo segreto ad occhi indiscreti e maligni, per mantenere privato quel misero attimo di dolcezza del quale amavano il sapore agrodolce.
Tante avventure avevano intrapreso nella loro vita, sempre spericolate e alquanto pericolose. Eppure erano in grado di poterne affrontare ancora una, di intraprendere quel cammino impervio e ricco di ostacoli.
E da qui comiciò il viaggio del loro amore…
---
La Tana del Drago:
Ooook, non picchiatemi né bruciatemi nel falò non appena mi vedrete per strada per quanto fa schifo questa shot.
E' il mio primissimo tentativo in campo romantico, sentimentale, fluff, che si trovi al di fuori di guerra e tristezza. Non avete idea di quanto mi sia risultato difficile fare i dialoghi finali...
Innanzitutto mi scuso per i possibili errori di battitura, ma il mio pc è andato totalmente in tilt e non corregge più nulla. In seconda cosa, chiedo venia per il mio pessimo modo di descrivere e scrivere l'ultima parte della shot.
Spero in ogni caso sia stata di vostro gradimento. Ci ho messo anima e cuore nel farla...
Volevo dedicarvela per la notte delle stelle ma, per un motivo e per l'altro, sono riuscita a finirla faticando molto solo ora.
Spero sia di vostro gradimento!!!
Un bacio
Akemi the Dragon Tamer
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Akemi_Kaires