Improvvisamente è piena estate.

A quest’ora il sole , alto nel cielo, infiamma il paesaggio intorno a me.
Le strade arroventate, i prati ombreggiati da alberi rigogliosi.
Tutto risplende di una bellezza effimera, unica, estiva.
Quella bellezza che solo l’estate può regalare.
Eppure non riesco a godermi questa bellezza come vorrei.
Un soffio leggero di vento mi scompiglia i lunghi capelli e riesce a farmi respirare quella rara freschezza.
Chiudo gli occhi e assaporo con calma gli odori portatomi da quella brezza leggera.
Salsedine. Il mare non è troppo lontano.
Riapro gli occhi accecati dal sole.
Nel bel mezzo di quella piazza affollata per via del mercato trovo qualcosa che mi permette di respirare a pieno.
Trovo qualcosa migliore della brezza estiva.
Trovo qualcosa che rinfresca più dell’acqua più pura.
Trovo qualcosa che mi ripara dal sole cocente meglio dell’ombra dei ciliegi in fiore.
Trovo te.
Tu che sei davanti a me immobile e mi fissi con curiosità ignorando la grande massa di persone che ci separa.
Quelle persone che corrono da una bancarella all’altra, annaspando e ansimando dalla fatica.
Io non ho più bisogno di correre.
Adesso la bellezza che non riuscivo a gustarmi , risplende ancora di più mozzandomi il fiato.
Mi basta guardare i tuoi grandi occhi blu per capire che ho trovato la mia calma.
I tuoi occhi.
Brillano più del sole e illuminano il tuo volto sorridente.
I miei occhi.
Guardano i tuoi senza distogliere lo sguardo infuocato che ci ha unito.
Le porte delle nostre anime si sono aperte l’una con l’altra.
E adesso ci rimane un’unica cosa da fare.
Far incontrare i nostri cuori che ci doneranno la chiave.
E quale momento migliore di questo?
Un momento per nulla speciale, ordinario e casuale.
Ma sarebbe stato il nostro momento e da qual punto sarebbe diventato perfetto.
Come due calamite cominciamo a camminare lentamente verso il rispettivo polo d’attrazione.
Sette metri.
Cinque metri.
Due metri.
Adesso non ci separa che un metro di distanza.
Una distanza che sembra insormontabile ai miei occhi.
Ma poi tu fai qualcosa.
Qualcosa che fa perdere un battito al mio cuore che adesso sta andando a mille.
Tu sorridi.
Tu mi hai appena sorriso con una semplicità disarmante.
Non me ne accorsi.
Non riuscii a rendermi conto che in quell’istante, proprio quando meccanicamente sorrisi anch’io , il mio cuore era già tra le tue mani.
Non me lo hai rubato.
Non te l’ho donato.
Lui è volato , leggero come una farfalla ed è finito lì.
Inconsapevole del rischio che stava correndo si è buttato in te.
Maledetto cuore.
So già cosa potrebbe accadere.
Potrei soffrire.
Amato cuore.
So già cosa potrebbe accadere.
Potrei amare.
Stupido e ingenuo cuore che non conosce il futuro.
Forte e temerario cuore che sfida l’ignoto.
Cosa dovrei fare?
Seguirti con impazienza o riportarti a me con la forza?
Perdermi nel blu di quei occhi lucenti o chiudere i miei?
Pensieri confusi e domande senza risposta alcuna.
“Sono Marco.” La sua voce calda e morbida risuona nelle mie orecchie come il canto degli uccelli la mattina.
Mi stai donando la tua chiave Marco?
“Sono Annie”
Ti sto donando la mia chiave Marco?

Mine.
La mia prima One Shot.
L'ho scritta per il concorso One Shot Estiva.
Ho provato a scrivere per la prima volta una specie di Poesia. Non so se ci sono riuscita.
Spero vi piaccia.