Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: _Ella_    13/08/2011    3 recensioni
«E allora? Io mi trucco, conosci qualcuno che lo fa a parte me?» e quando il biondo mormorò un “Oltre la mia mamma?” confuso, il ragazzo rise di nuovo «Sì, oltre la signora Strife e le altre donne», il bambino scosse la testa facendogli intendere che non conoscesse nessun altro «Appunto. Devi fare una cosa perché ti piace, non perché “lo fanno tutti”. Got it memorized?»
«… Che vuol dire?»
«… “Memorizzato?”!», Roxas sgranò gli occhi ed annuì velocemente
«Oh, allora sì!».
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Like birds’ flight

Era una di quelle giornate calde, calde tantissimo, anche perché il cielo era coperto da un’unica cappa di nuvole dense e bianche, che trattenevano tutto il calore.
Ogni tanto uno sbuffo di vento riusciva a rinfrescarlo.
Nonostante fosse agosto, dall’altalena che aveva in giardino, riusciva a vedere dei piccoli uccellini che, caduti dal tetto, cercavano di prendere il volo.
Non erano un po’ in ritardo?
Roxas fece un mezzo sorriso: anche lui cercava di volare, senza alcun successo.
Si sentiva stupido, piccolo, praticamente insignificante; aveva ben dieci anni ed era l’unico dei suoi amici a non aver fatto un mucchio di cose.
Per esempio non aveva mai assaggiato la birra o il caffè e non beveva le bibite gassate dopo le dieci di sera.
Era l’unico a non aver mai guidato anche per un secondo o meno la motocicletta mezza rotta e senza un pedale che il custode della scuola teneva incustodita nel parcheggio di quest’ultima, di fianco al campo da calcetto. E, a proposito di calcio, lui non sapeva giocarci. Era negato, davvero tanto.
Poi era basso – più di Naminé e Kairi! ­– aveva gli occhi troppo grandi e le ciglia e le mani come una stupida e nauseante femminuccia.
Il bambino sospirò sconsolato, incrociando le gambe sull’altalena e mantenendo il volto sui pugni chiusi.
Non è giusto – pensò – non lo è affatto.
Quasi non si accorse dell’adolescente vicino che, le braccia poggiate sulla staccionata di legno, lo fissava in silenzio, incuriosito.
«Ehi, pulce, perché quel musone?».
Roxas sussultò, guardandolo in silenzio e stringendo poi le spalle, in un gesto di apaticità.
Il suo vicino Axel era l’unico che non lo trattava da scemo e, a differenza di tutti gli altri, quando lo chiamava in quel modo che sottolineava la sua statura non lo faceva mai per deriderlo, piuttosto in segno di affetto.
Come Sora che lo chiamava “fratellino”, più o meno.
Posò lo sguardo sull’uccellino poco più in là, che continuava a saltellare, non riuscendo a spiccare il volo.
«Niente» sbottò, quando si ricordò di dover rispondere
«Non si direbbe».
Axel aveva quasi quindici anni. Lo sapeva per certo perché invitava sempre lui e Sora a mangiare la torta quando faceva le feste. Suo fratello aveva quattordici anni e spesso – non per cattiveria, certo – tendeva ad escluderlo quando stava in mezzo ai “grandi”.
Axel era l’unico che se lo faceva sedere tra le gambe e non lo metteva in disparte o in imbarazzo.
Stava davvero bene, con lui.
Con un salto fluido il quindicenne superò la staccionata di legno, raggiungendolo sull’altalena che cigolava appena.
«Tu sai giocare a calcio, Axel?» mormorò, alzando i grandi occhi azzurri su di lui
«Ma certo, io sono un asso negli sport!» dichiarò, tronfio d’orgoglio «Perché?»
«A me non piace il calcio: è noioso, mi stanco e sudo troppo» spiegò, fissando il rosso con le sopracciglia appena aggrottate «Mi fa schifo il sudore».
Axel scoppiò a ridere all’improvviso, scuotendo la testa divertito
«Sei il primo bambino che conosco a cui non piace sudare o sporcarsi» spiegò, calmandosi «E comunque? Dovrebbe essere un problema?»
«Tutti ci giocano» fece Roxas, come se il suo ragionamento non facesse una piega
«E allora? Io mi trucco, conosci qualcuno che lo fa a parte me?» e quando il biondo mormorò un “Oltre la mia mamma?” confuso, il ragazzo rise di nuovo «Sì, oltre la signora Strife e le altre donne», il bambino scosse la testa facendogli intendere che non conoscesse nessun altro «Appunto. Devi fare una cosa perché ti piace, non perché “lo fanno tutti”. Got it memorized?»
«… Che vuol dire?»
«… “Memorizzato?”!», Roxas sgranò gli occhi ed annuì velocemente
«Oh, allora sì!».
Continuò ad annuire con vigore, tanto che Axel dovette premergli una mano sul capo per fermarlo
«Così ti spezzi il collo, pulce» ridacchiò, scompigliandogli i capelli in segno d’affetto.

Un altro salto. Il piccolo passerotto proprio non riusciva a spiccare il volo.

«Ho paura di andare sugli scivoli della piscina», Axel lo fissò interessato
«Come mai?»
«Sono… troppo alti e veloci e… mi fa paura l’impatto con l’acqua» spiegò, torturandosi le mani, come se fosse un segreto a cui dare piena importanza
«Prima o poi ti passerà» fece semplicemente l’altro, senza darci troppo peso
«E se non ci riesco?».
Come se fosse prestabilito, il suo sguardo cadde di nuovo sul piccolo uccellino, che spiegò inutilmente le ali.
La madre arrivò poco dopo, piazzando le zampe sottili sulla staccionata; cinguettò un paio di volte, prima di planare di fianco al passerotto e ritornare dov’era. Lo fece un’altra volta ancora, poi cominciò a fissare l’uccellino che tentò di copiarne i gesti.
Axel trattene malamente un sorriso intenerito e si piegò per fissare il volto da bambino che aveva Roxas, tutto concentrato sulla scena che gli si presentava avanti agli occhi celesti. Il ragazzino gli rivolse finalmente lo sguardo imbronciato, le guance gonfie d’aria, trattenendo gli sbuffi.
«Perché guardi quel passerotto?»
«Non vedi? Non riesce a volare…» spiegò, come se fosse ovvio.
Axel si stiracchiò, portando le braccia incrociate dietro la nuca e stese le gambe in avanti
«Sai, pulce, forse sei proprio come lui»
«Ma grazie…» mormorò sconfortato, incrociando le braccia al petto minuto
«Fammi finire» ribatté il maggiore, sorridendo nella sua direzione «Vedi, si sta prendendo i propri tempi… forse i suoi fratelli hanno imparato a volare da un pezzo, chi lo sa. Ma a lui non importa, perché sa che è destinato a volare e presto o tardi imparerà a farlo» Axel si fermò un attimo, riavviandogli la zazzera bionda «Mi spiego? Insomma, chi se ne frega se ci metterà un giorno intero o magari un mese… non ha fretta, presto o tardi volerà comunque».
Roxas socchiuse appena le labbra, poi arrossì e sorrise, cominciando a far dondolare i piedi avanti ed indietro, giù dall’altalena
«Dici che prima o poi ci riesco?»
«Riuscirai a fare tutto quello che vuoi; dai tempo al tempo però» raccomandò, ricambiando il sorriso
«Grazie mille»
«E di che, pulce? Non mi piace vederti con il muso lungo!».
Roxas, in uno slancio di gratitudine, si sporse ad abbracciarlo, venendo delicatamente ricambiato.
Aveva ragione, si disse.
Sarebbe riuscito a non sentirsi più fuori posto, avrebbe trovato qualcosa da fare che gli piacesse sul serio e magari qualcuno con cui condividerlo; era solo questione di tempo.
Probabilmente fu proprio in quel giorno che si rese conto di quanto Axel fosse e sarebbe stato importante per lui.

Il giorno dopo, il passerotto sfiorava le nuvole, carezzando con le piccole ali piumate e morbide il cielo azzurro.
Quello di volare, era decisamente il suo destino.


*-*
E' l'AkuRoku day.
KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
Okay.
Allora, questa non è propriamente un AkuRoku, non nel senso di "coppia di fidanzati" ecco, perché non è neanche lontanamente shonen-ai, poi se volete vederla come "l'inizio di una storia d'ammmmore" vedetela anche così.
Sono fiera di questa storia *-*
Mi è venuta in mente mentre fissavo mesi fa gli uccellini fuori la mia porta <3
Che dire *-*
Mi appresto a comprare le altre due storie per l'AkuRoku day *-*
Fatemi sapere, miei prodi! *A*
See yaaaaaa!! <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: _Ella_