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Autore: milichituli    13/08/2011    7 recensioni
Ho smesso di giocare a calcio e mi manca.
Mi manca correre dietro al pallone.
No. Che stupida: mento pure a me stessa.
Mi manca correre dietro al pallone assieme a Tai.
Mi manca andare da Tai e chiedergli - Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai? -
Già, vorrei tornare alle Elementari, ai tempi di Digi Word, per iniziare nuovamente a rincorrere la palla.
Per cadere e avere Tai al mio fianco, a consolarmi o, all'occorrenza, prendermi in braccio e portarmi fino a casa.
Mi prende il panico: come ho potuto dimenticarmi di tutto questo?
[ la mia prima fic sui Digimon!! Siate clementi, non so quanto sia carina...]
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

 

Giocare a calcio.
Spesso mi chiedo «Sora, perchè hai smesso di giocare a calcio?»
E mi rispondo: non era uno sport abbastanza femminile. Oppure mi limito a un «Ora mi sono appassionata al tennis».
Tutte stupidate.
Andare alle scuole medie provoca certi cambiamenti che non mi aspettavo.
Ho smesso di giocare a calcio e mi manca.
Lo ammetto: mi manca correre dietro al pallone. 
No, mento pure a me stessa: mi manca correre dietro al pallone assieme a Tai.
Mi manca andare da Tai e chiedergli «Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?»
Già, vorrei tornare alle scuole elementari, ai tempi di Digi Word, per iniziare nuovamente a rincorrere la palla.
Per cadere e avere Tai al mio fianco, a consolarmi, o all'occorrenza prendermi in braccio e portarmi fino a casa per via delle ginocchia sbucciate.
Mi prende il panico: come ho potuto dimenticare tutto questo?
Mi rigiro tra le lenzuola di questo letto sfatto, provando a chiudere gli occhi: domani devo assolutamante vincere il torneo di tennis e devo rilassarmi. Già.
Ne sono sicura?

Il Giorno dopo...

Sono pronta? Non lo so.
È già un'ora che aspetto qua, su questo campo di terra rossa. E sono distratta.
«Sora!» qualcuno mi chiama.
Mi giro e vedo quasi tutti i miei amici. Matt, Kari, Daisuke, Miya, Ken, Tk, Cody, Joe e Izzy.
«Mimi è ancora in America, ti manda un "In bocca al lupo"» mi dice Miya. Lei e Mimi sono diventate grandi amiche, come lo eravamo noi una volta.
Manca qualcuno. Sussulto. E Tai?
«Tutto bene?» chiede Matt premuroso.
«S-Si. E Tai non c'è?» chiedo, mentre il suo sguardo si rattrista. Io e Matt abbiamo iniziato a frequentarci da tre mesi.
O meglio: lui frequenta me.
Sì, perchè io non so a cosa sto lì a fare. Sii sincera: all'inizio ero al settimo cielo, ma da qualche settimana tutto è cambiato.
«Mio fratello, non può esserci. Se non studia per la verifica rischia di prendere l'ennesima insufficienza di trigonometria. Lo conosci, no?» rispose Kari, con un occhiolino complice.
«Grazie» le rispondo mogia con un timido sorriso, ma solo lei se ne accorge.

La partita è molto combattuta.
Ogni colpo che tiro con la racchetta è una sferzata d'energia.
La pallina viene lanciata avanti e in dietro, senza mai compiere due balzi. Mi sta salendo la noia.
Io e la mia avversaria andiamo avanti così da troppo tempo.
Basta. Devo attacare più forte.
Eppure penso a Tai.
Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

La pallina arriva a gran velocità nella mia direzione, provo un colpo rovesciato.
Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

La colpisco con forza.
Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

La pallina oltrepassa la rete, compiendo due rimbalzi nel campo avversario.
Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

Un tonfo muto, il secondo. Quello decisivo. Tonf
Ho vinto!
La folla sugli spalti mi acclama, eppure io non mi sento forte, anzi.
In meno di un secondo i miei amici sono tutti addosso a me, pronti ad abbracciarmi festanti.
Tutti, tranne chi volevo: il mio fido compagno di calcio.
«Bravissima Sora, sei stata fantastica!» mi sussurra Matt. Il suo sguardo incrocia il mio, leggendo la mia malinconia «Ehi, Cosa succede?» Osservando il mio guardarmi attorno, mi sorrise «Lo so, è per Tai vero?» sospirò.
«Come fai a-?» 
«Sora ci conosciamo dall'asilo!» rise «Vai da lui, dovrebbe star arrivando, corri!» 
In quel momento ebbi l'impulso di abbraccairlo, ma annuii e corsi via.
«Grazie!»
Mi venne in mente il tragitto che facevamo da piccoli da casa a scuola.
Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?

Era già iniziato così?
Superai gli spogliatoi e correndo andandai a sbattere contro qualcuno.
«Ahi» si lamentò il ragazzo. Sembrava uno scappato di casa con i capelli tutti arruffati. Alzai lo sguardo, l'avrei riconosciuto ovunque.
«Ta!» sono sopresa.
«Sora? Cosa fai qua? La partita?» 
Sorrisi. «La pertita è già finita: ho vinto!»  risposi sorridente «Che bello vederti qui» e lo strinsi forte di slancio. Lui restò sorpreso. «Ho ripensato più volte a quando giocavamo a calcio e ci divertivamo con poco. Alle litigate. E la verità è...» tentennai, guardandolo negli occhi «che mi manchi Tai» ammisi. Quanti giri di parole.
Ignara della sua reazione stavo per allontanarmi, ma le sue braccia mi strinsero a lui. Il cuore perse un battito.
«Sei mancata anche tu, Sora» sussurrò. «E pensare che tutto questo puttiferio è per colpa di Matt!» rise di gusto «Certo che poteva anche avvisare»
«Ma tu non riesci mai a stare serio più di cinque secondi?» imbronciata mi staccai e incrociando le braccia fingendomi offesa.
Fu così che mi prese per e spalle, si avvicinò al mio viso e mi baciò.
E grazie a quel bacio pieno di coraggio e amore capii.
Capii il mio gesto disperato.
Capii il suo gesto disperato.
Capii il nostro gesto disperato.
Capii che per dichiarere il proprio amore ci vuole coraggio.
Quando si staccò dalle mie labbra lo fissai dolce. I miei occhi nei suoi.
«Quand'è che andiamo a giocare a calcio, Tai?» 
  
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