Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Sophie_moore    13/08/2011    5 recensioni
"Sai cosa, Al?"
"Cosa fratellone?"
"Bisognerebbe ringraziare la mamma." sorrise e chiuse gli occhi, stanco morto.

Fic dedicata a mio fratello, spero vi piaccia =) la canzone è Due su Due degli Articolo 31.
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Due su due

Io non so cosa pensavi, quelle notti con papà, ma grazie MAMMA, ne hai fatti due su due!

 

<< Al.. >>

Alphonse si voltò verso il fratello, facendo così collidere quelle due pozze dorate le une con le altre. << Dimmi. >> gli fece un sorriso ed il fratello fece una piccola smorfia.

<< Mi dispiace per quello che è successo. >> mormorò, abbassando lo sguardo.

Alphonse gli si avvicinò e lo strinse a sé, trasmettendogli così tutta la sua riconoscenza. << Sei il migliore, fratellone. >> gli rivelò all’orecchio, facendolo definitivamente scoppiare a piangere.

 

<< Mamma, mamma, guarda! >> Edward corse in cucina a tirare la gonna di Trisha, che sospirò e si asciugò le mani sul grembiule.

<< Che succede? >> chiese, guardandolo negli occhi.

Il piccolo fece un sorriso mezzo sdentato e la prese per mano, facendola correre nello studio di loro padre. << Guarda! >> la lasciò lì sul ciglio della porta, poi andò ad affiancarsi ad Alphonse e appoggiarono le mani su un cerchio disegnato col gesso a terra. Una luce bluastra invase la camera: si creò una piccola conca sul pavimento, dalla quale sbucò un cavallino di legno.

<< Ma.. >> Trisha spalancò gli occhi, poi vide i sorrisi luminosi dei due bambini e si mise a ridere. << Siete proprio i figli di vostro padre. >> si inginocchiò e li abbracciò entrambi.

 

<< Fratellone non devi piangere. >> Alphonse si staccò e asciugò le lacrime del fratello maggiore, sorridendo quasi divertito. << Guarda che non ho detto niente di male. >>

<< Lo so, lo so. È che.. mi dispiace davvero. >> Edward sorrise imbarazzato e si sedette sul divano, osservando in tutta la sua naturalezza il fratello. Dopo tanti anni era riuscito a ridargli il proprio corpo e solo ora si rendeva conto di quante ne avessero passate insieme.

 

La casa a ferro e fuoco nel gioco di litigare, come cane e gatto ma lo stesso modo di camminare!

 

<< La sposo io. >>

<< No, io. >>

<< No, IO! >>

Edward si accanì contro suo fratello, mettendogli le mani al collo. Il minore, già più alto di lui, lo lanciò lontano da lui, per poi lanciarglisi di nuovo contro, facendo la lotta.

Winry entrò in camera e li vide accapigliarsi, così afferrò una chiave inglese e la tirò in testa ad entrambi, facendoli smettere di litigare. << Perché litigate? >> chiese, sedendosi a gambe incrociate di fronte ai due fratelli, che arrossirono bruscamente.

Alphonse lanciò uno sguardo al fratello, sorrise furbo e si lanciò in avanti, dando un bacio sulla guancia alla bambina. << Mi sposi? >> le chiese, facendole spalancare gli occhi.

 

Alphonse gli si sedette affianco, fissando anche lui il vuoto. << Winry voleva sposare te. >> sussurrò a bassa voce, ridacchiando.

Anche Edward rise. << Già. >> lanciò un pensiero alla ragazza che stava nella camera adiacente. Lei era sempre stata parte della famiglia, era l’unica che era riuscita ad entrare nel club esclusivo dei fratelli Elric. Winry era sempre stata l’unica che Edward ed Alphonse avrebbero protetto a costo della morte.

 

Che comunque vada, mio fratello ci sarà, grazie MAMMA, grazie PA’.

 

<< ALPHONSE!! ALPHONSE!!! >> Edward urlava il nome del fratello con tutta la voce che aveva. Era scomparso davanti ai suoi occhi e non era riuscito a salvarlo. Si guardò intorno, terrorizzato, quasi con la speranza che fosse dietro di lui e che lo stesse prendendo in giro. Ma non era da nessuna parte, Alphonse era svanito nel nulla.

Guardò in avanti, ma quello che vide era solo un ammasso scuro con gli occhi rossi. << Mamma..?? >> provò a sussurrare, ma quella cosa non rispose. Esalò il suo unico respiro e poi morì, lasciando Edward da solo nella stanza buia immerso nel sangue che continuava a sgorgare dalla gamba mozzata.

Si mise a piangere, eppure il suo sguardo era determinato. Suo fratello sarebbe tornato, non importava cos’avrebbe dovuto dare in cambio.

<< RIDATEMELO! RIDATEMI MIO FRATELLO!! È L’UNICO FRATELLO CHE HO!!!!!! >> immerse l’indice nel sangue, si trascinò verso l’armatura che stava ad un lato della stanza e disegnò un cerchio alchemico all’interno, per legare l’anima di suo fratello a quel nuovo involucro, che sperava fosse provvisorio.

 

E un’armatura dava forza per affrontare ogni sventura, con la stessa frase in bocca: questo è mio fratello, bello, sarà dura per chi me lo tocca!

 

Il maggiore guardò l’armatura tutta rotta dall’altra parte della camera, proprio di fianco alla bacheca con le foto. Si alzò, puntando dritto la bacheca ed afferrò la foto che ritraeva loro due appena dopo la trasmutazione. Edward in sedia a rotelle senza un braccio ed una gamba ed una grande armatura dietro di lui con le mani sui manici della sedia. << Non ti ho mai ringraziato per avermi portato qui e avermi bendato, quella notte. >> confessò, voltandosi verso il fratello e facendogli  vedere la foto.

<< Beh, non è mai stato necessario. >> sorrise tranquillo. In fondo, non c’era neanche bisogno di ringraziarlo, perché lui aveva dato un braccio per salvarlo. << Tu avevi salvato me, era giusto che io salvassi te. >> continuò il minore, ricordando lo sguardo terrorizzato di Winry e la rabbia di Pinako per non essere stata in grado di evitare quella tragedia.

 

<< Ehi, sfigato, dov’è finito tuo fratello? >> un bulletto della scuola, Joeff, fermò Edward di fronte alla porta di casa Rockbell.

<< Cosa vuoi. >> ringhiò, sentendo già il sangue ribollire nelle vene. Quel maledetto non era mai contento, li tormentava da quando avevano distrutto una classe per la disperazione dopo la morte della madre.

<< Sapere dov’è il fratellino, visto che non viene più a scuola. >> Joeff ridacchiò e gli si mise di fianco.

<< Fratellone, sei tornato! >> Alphonse in armatura uscì da casa, ma si bloccò appena aperta la porta. Non si aspettava assolutamente di trovare quell’altro insieme a suo fratello.

<< Entra, Al. >> Edward lanciò lo zaino a terra e abbassò la testa. Non voleva far vedere al suo prezioso fratellino quello che stava per fare.

<< Ma, Ed… >> Alphonse fece un passo avanti e alzò la mano, producendo un rumore metallico che fece scattare in Joeff il senso della cattiveria.

<< Ah… quindi tuo fratello è diventato quest’armatura? Sai, a scuola gira voce che abbiate usato l’alchimia per far tornare vostra madre.. >>

<< Smettila, vai via. >> Alphonse cercò di convincere il bambino ad andarsene: aveva visto lo sguardo di suo fratello, sapeva che se non fosse riuscito a mandarlo via, Edward avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito.

<< Avete usato il principio dello scambio equivalente, giusto? Alphonse ha perso il corpo… probabilmente perché era il più debole dei due? >> Joeff  si mise a ridere.

<< Joeff, seriamente, vai via. >> Alphonse lo avvertì di nuovo, ma lui rimase fermo.

Edward strinse i pugni, sentendo che anche l’automail del braccio fremeva per prendere a pugni quel ragazzino.

In pochi secondi, tirò lo zaino al fratello minore, che quindi si spostò per prenderlo al volo, e si accanì verso Joeff. << NON INSULTARE MIO FRATELLO! >> gli urlò a pochi centimetri dal viso, cominciando poi a prenderlo a pugni.

Alphonse si spostò lo zaino di dosso e andò subito a recuperare suo fratello, prendendolo quasi in braccio ed allonanandolo. << JOEFF, VAI VIA DI QUI! >>

<< LASCIAMI AL! LASCIAMI! >> in qualche modo riuscì a scendere e rincorse l’altro bambino, che aveva cominciato a scappare, visto che aveva ormai la faccia ridotta in poltiglia.

<< Ed, smettila, smettila! Lo ammazzi così!! >> Alphonse si avvicinò piano, osservando suo fratello che si metteva di nuovo a cavalcione dell’altro e aveva il pugno del braccio meccanico in aria, pronto a colpire. << La mamma non avrebbe voluto! >>

<< LA MAMMA È MORTA, AL! E QUESTO IDIOTA NON CAPISCE NIENTE! >> Edward tirò un pugno al prato di fianco alla testa di Joeff, che tremava terrorizzato.

<< Lo so ma non è colpa sua. >> Alphonse lo aiutò a togliersi e Joeff scappò. << Andiamo a casa. >>

 

<< Mi hai sempre protetto, benchè tu fossi molto più a rischio di me. >>

<< Non ci posso fare niente… >> Edward sorrise e si sedette nuovamente sul divano. << Sei mio fratello, non potevo sopportare l’idea che qualcuno potesse farti del male. >> sospirò pesantemente e continuò a guardare la foto che aveva stretta in mano. Se solo ripercorreva con la mente quel periodo, sentiva che le ginocchia cedevano: non sapeva dove aveva trovato la forza di lottare così, non sapeva come aveva fatto a non crollare e dire “basta, non ce la faccio più”, non sapeva neanche come avesse fatto Alphonse a non odiarlo per quello che era successo. Quell’esperienza gli aveva insegnato che insieme avrebbero potuto sconfiggere qualsiasi cosa, si sentivano quasi immortali, invincibili.

 

Abbiamo il codice dei cavalieri, non vedi, piuttosto scleri ma ci trovi sempre sinceri Milady!

 

<< Ragazzi.. >> Winry sbucò in sala, strofinandosi un occhio assonnato. << Perché non venite a dormire? >> propose, leggermente indispettita per il rumore che stavano facendo. Tese la mano sinistra verso i due fratelli, in attesa che si muovessero a raggiungerla.

<< Tranquilla, torna a letto.. >> Alphonse cercò di convincerla a tornare in camera alzandosi in piedi ed avvicinandosi a lei, ma questa lo ignorò ed andò a sedersi sul divano, dov’era appunto seduto lui.

<< Non vado finchè non venite anche voi. >> decise, sbadigliando sonoramente. Si abbracciò le gambe e si appoggiò allo schienale, faticamdno a tenere gli occhi aperti.

 

<< Ragazzi! Come sto? >> Winry raggiunse i due fratelli sulla stradina sterrata per andare a scuola con un sorriso luminoso che le copriva metà del volto.

Edward si voltò, la osservò per qualche secondo e poi scoppiò a ridere, assolutamente senza ritegno. << Sei orribile!! >> decretò tra una risata e l’altra mentre si teneva la pancia con la mano, che cominciava già a fargli male.

La bambina si girò verso Alphonse, che si irrigidì immediatamente. << No, non sei orribile Winry… è che prima stavi molto meglio! >> cercò di salvarsi questo, ma venne comunque colpito dalla chiave inglese  di lei.

<< Siete insensibili! >> urlò, per poi mettersi a correre ed entrare nel cortile della scuola molto in anticipo rispetto alla campanella.

<< Ed, sei un disastro. >> commentò il fratello minore, lanciano uno sguardo di rimprovero all’altro, che rideva ancora.

<< Ma era orribile!! >> si scusò Edward, cercando di calmarsi un attimo dalle risate. Ma appena ripensò al viso di Winry incorniciato da quei capelli corti a caschetto, si mise di nuovo a ridere. Lei non poteva cambiare pettinatura e pretendere di stare bene con tutto!

<< Non hai un minimo di tatto. Devi chiederle scusa. >> continuò a rimproverarlo Alphonse, osservandolo attentamente. Lo sapeva che suo fratello non intendeva ferire i sentimenti della loro amica, però il suo tatto da elefante ubriaco non lo aiutava di certo.

<< Non voglio chiederle scusa. Ho ragione io! >> Edward puntò i piedi a terra, pronto a fare i capricci, ma il suono della campanella gli ricordò che era ora di entrare in classe.

<< L’hai ferita, Ed… va beh, a dopo! >> i due si divisero ed il maggiore rimase solo a pensare. Non credeva di averla ferita, lei lo picchiava sempre con gli attrezzi di Pinako, era lei a dovergli delle scuse! Così deciso, entrò in classe e vide la sua amica rannicchiata sul banco.

Non seppe neanche bene come avesse fatto, ma si trovò subito al suo banco e le accarezzava la spalla, chiedendole scusa di essere stato sgarbato.

Il giorno dopo, quando Winry raggiunse di nuovo i fratelli, aveva una bandana a coprirle i capelli corti, particolarmente soddisfatta.

<< Avevate ragione voi. >> sisse, sorridendo tranquilla.

 

Il piano della ragazza non durò molto, perché si addormentò nel giro di dieci minuti. I due fratelli risero ed Edward la prese in braccio, portandola di nuovo nel suo letto. Fecero per andarsene, ma lei li teneva entrambi per le mani, in modo che non potessero scappare.

Questi le si sdraiarono di fianco, Edward da un lato ed Alphonse dall’altro, un po’ cme se volessero proteggerla dagli incubi.

<< Sai cosa, Al? >>

<< Cosa fratellone? >>

<< Bisognerebbe ringraziare la mamma. >> sorrise e chiuse gli occhi, stanco morto.

 

Ci hai messo al mondo e dato vita a tutti i sogni che ho, una volta può essere fortuna, la seconda no!

 

Il mattino dopo, Pinako fece un salto alla tomba di Trisha e Hohenheim per salutarli, quando vide un biglietto posto esattamente nel mezzo.
“Io non so cosa pensavi quelle notti con papà, ma grazie mamma, ne hai fatti due su due. Che comunque vada, mio fratello ci sarà… grazie mamma, grazie pa’.”

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Sophie_moore