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Autore: tirsa    13/08/2011    0 recensioni
LUI, con cui mi trovo in totale sintonia quando passiamo, senza rendercene conto, dall’architettare super cavolate, ai discorsi seri sul futuro, e sulla vita.
Sempre LUI, a cui in alcuni momenti strapperei le palle, che oltretutto, tiene in bella vista, spostate su di un lato, sotto i jeans, ad indicare che LUI non porta gli slip ma un paio di boxer morbidi, perché LUI è un uomo libero come il suo amichetto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUI

LUI


Ed eccomi qui, a piangere, dentro il bagno di questo stupido locale e a chiedermi come sia possibile che LUI riesca a scatenarmi tutta questa rabbia, al punto da dover piangere per scaricarmi.

Io che non piango MAI, MAI!

Non piango per un quattro in storia, non piango se sto male, non ho pianto nemmeno quando ho preso uno schiaffo da mio padre, perché io non piango, perché sono una dura, e perché l’orgoglio è il centro su cui ruota tutta la mia vita.

Tutti i miei atteggiamenti, il mio carattere, crescendo si sono modellati intorno al mio orgoglio.


LUI, che mi somiglia così tanto, con cui mi trovo in uno stato di pace assoluta, quando l’alba ci coglie seduti, per terra, spalla a spalla, davanti alla gelateria “dallo zio Lele”, ad aspettare gli altri, per andare a pescare al fiume.

LUI, con cui mi trovo in totale sintonia quando passiamo, senza rendercene conto, dall’architettare super cavolate, ai discorsi seri sul futuro, e sulla vita.

Sempre LUI, a cui in alcuni momenti strapperei le palle, che oltretutto, tiene in bella vista, spostate su di un lato, sotto i jeans, ad indicare che LUI non porta gli slip ma un paio di boxer morbidi, perché LUI è un uomo libero come il suo amichetto.

Sempre LUI, a cui in alcuni momenti leggo negli occhi, la stessa mia rabbia, e so che se si lasciasse andare al sentimento, se chiudesse la ragione in cassaforte per un attimo, potrebbe strapparmi tutti i capelli e lanciarmi da una macchina in corsa, per quanto lo faccio incavolare.

Perché NOI, siamo capaci di passare dalla rabbia omicida alla sintonia più totale, in un battito d’ali.


Ci conosciamo da qualche anno, ma quest’inverno abbiamo stretto il rapporto, iniziando a vederci anche sulla corriera, visto che il pollo ha cambiato scuola per recuperare almeno uno dei due anni persi.

Considerando che la crescita dell’amicizia è direttamente proporzionale alla crescita dei momenti in cui ci prenderemmo per i capelli, ora che la scuola è finita, ci si prospetta un estate di emozioni altalenanti, tra odio e amore fraterno, si intende!


Oggi pomeriggio, eravamo entrambi tranquilli, ridevamo insieme, scherzavamo, e in un attimo è cambiato tutto.

Avevamo deciso di andare a fare un giro al “MusicInn”, un negozio di strumenti musicali, per prendere qualche spartito nuovo, da suonare in spiaggia. Stavamo ridendo per qualche cavolata di suo cugino Gigi, quando mi sono accesa una sigaretta, ed è scoppiata la terza guerra mondiale!

Con voce calma, che usa quando vuol fare lo stronzo, mi ha intimato di spegnerla subito.

Che cavolo, tutti fumano in macchina, perché io non posso?” gli ho risposto stizzita.

Spegnila, adesso o scendo io!”

Sembrava proprio che gli stessi infliggendo una tortura, è addirittura sceso al volo quando io col mio modo gentile, da donna di classe, gli ho risposto di andare a cagare.

Alla fine stava anche passando per il martire della situazione e ho dovuto cedere, buttare la sigar dal finestrino e dirgli di risalire.

L’ho fatto, per non fare la parte della stronza, e visto che sono una donna, in mezzo ad un gruppo di soli uomini, purtroppo, mi è toccato cedere, anche se continuo a credere di aver totalmente ragione… o quasi.


Comunque ora mi trovo qui, chiusa dentro questo splendido bagno, incavolata come una iena e piena di rabbia, per qualche cosa che ha detto sulle donne, che mi ha punto dritto nell’orgoglio, e a cui non ho voluto controbattere.

Come ho già detto, essendo quasi tutti uomini, far vedere che una cosa ti infastidisce, non farebbe altro che alimentare il loro ego, facendo passare te per la solita donna debole e rompi scatole, oltre al fatto che li incentiverebbe a continuare, rincarando la dose.

Così ho fatto finta di nulla, ed alla prima occasione sono venuta qui per sfogarmi, prima di partire per la discoteca, in modo da non dovermi rovinare la serata del tutto, anche se dubito fortemente che il mio umore oramai possa risollevarsi.


E porca vacca!

In macchina, capito proprio con LUI, e i suoi cugini Marco e Lele.

Il nostro gruppo è per lo più formato dalla loro famiglia, in pratica un reggimento di cugini.

Fortunatamente ho l’abitudine di salire sempre davanti, così passo il tragitto a chiacchierare con Marco, riuscendo a mantenere la distanza di sicurezza, senza dover fingere che con LUI vada tutto bene, visto poi, che non si è nemmeno accorto di quanto oggi mi abbia fatto incavolare.

Non so ancora che da lì a poco, la distanza di sicurezza tra noi, si sarebbe ridotta, e di molto!


Entriamo al “Simbol”, e mentre qualcuno va subito ad accaparrarsi la sua consumazione, io mi butto in pista, adoro ballare.

Dopo poco siamo tutti lì, come sempre, a spingerci uno con l’altro e a ridere insieme, nella pista all’aperto, tutto perfetto, se continuasse, ma ancora, in un attimo tutto cambia.

Il DJ annuncia, che ci sarà un cambio di ritmo, dovuto al tema della serata, “il ballo del mattone”, e parte il primo lento.

La consapevolezza, che potrei ritrovarmi a ballare con LUI, mi tramuta in un pezzo di ghiaccio, per non parlare della mia faccia che sembrerà quella di una pazza squilibrata.

Sono sicura che ad averlo così vicino, potrebbe vincere il mio istinto omicida, e potrei veramente allungare una mano e strappargli le palle!


La fortuna però, per una volta, sembra essere dalla mia, perché Marco, allunga una mano, che io mi affretto a stringere, e mi ritrovo a ballare e scherzare con LUI, dimenticando il problema “attentato alle SUE palle”, potendo così riabbassare le difese.

Grosso errore, perché il destino, questa sera ha scommesso contro di me o con me, non lo so, so solo che, finito il primo lento, ne parte subito un altro, ed io non faccio nemmeno in tempo a girarmi che sento le braccia di Marco allentare la presa per passare a cingere la Cry, che ricordo bene, stava proprio ballando con LUI.

NO che sfortuna!

Passo subito da “defcom0” a “defcom3”, in attesa di elevare il livello di allerta, ma non faccio in tempo a prepararmi alla battaglia, perché le sue braccia mi afferrano da dietro, e mi girano verso di LUI con una delicatezza, che smonta tutti i miei piani di attacco e abbatte tutte le difese, che ero riuscita ad ergere con così poco preavviso.

Sono stretta a LUI, le mie mani allacciate al suo collo, avvolte dai suoi capelli, la testa appoggiata al suo petto, proprio sotto al collo, avvolta nel suo odore, inebriata, e come spesso accade quando gli sono vicina, mi sento bene… come amica CHIARO!

Stiamo ballando insieme, non era mai successo, non eravamo mai stati così vicini, fisicamente intendo. Si, ci azzuffiamo, durante le battaglie al mare, ma non è la stessa cosa, ora siamo io e LUI, incollati.

Sento il suo calore avvolgermi, o forse è solo il caldo di questa estate afosa. Ma le sue mani, che si muovono lente sulla mia schiena, mi provocano brividi e ondate di calore, quindi forse non è proprio il caldo di Agosto, ma la sua vicinanza, a procurarmi queste sensazioni.

Non so cosa mi stia succedendo, sono intontita, con il cuore a mille, e sento LUI, vedo LUI, voglio LUI, oh cavolo, LO VOGLIO!

Sono fregata!

Sento, o forse immagino di sentire le sue labbra sui miei capelli, e d’istinto mi addosso ancora di più a LUI al suo odore.

Non usa profumi, e il suo odore, è unico, buono, suo.

Dio sto perdendo la ragione, per LUI!

E’ il mio amico, forse il migliore, ma quello che sento ora, è diverso non è amicizia, ma cos’altro può essere?

Ti piace!”, ecco cosa aveva affermato, qualche tempo prima, mia mamma, mentre io mi affrettavo, a negare, forse anche con troppa foga, ed ora mi trovo a doverle dare ragione, perché quello che provo non è solo amicizia, è passione, turbamento, voglia di LUI, e forse l’ho sempre saputo.

In questo momento, penso solo “BACIAMI”, ed il problema è che non vorrei solo baci da LUI, e non mi era mai successo di sentire un tale trasporto per un ragazzo.

Mi sento una torcia, sono bollente, ho persino i crampi, dove non credevo possibile!


La musica torna ritmata, e mi ritrovo sola, in mezzo alla baraonda senza reagire alle spinte giocose dei miei amici, mi riscuoto, cerco di palesare una spensieratezza, che in questo momento proprio non mi appartiene, ma soprattutto cerco di non guardarlo, perché non so proprio, come potrei reagire, e non sapere come potrebbe reagire LUI, mi fa ancora più paura.

Ho paura che mi guardi come un amico, ma ancora di più, ho paura che mi guardi diversamente, perché potrebbe significare che ha capito quello che provo per LUI, e non ricambiarlo, perché ho paura di aver rovinato tutto con questi lenti del cavolo!

Eppure, il modo in cui mi stringeva, in cui mi accarezzava la schiena, mi dà la speranza che anche LUI, fosse rapito da me come io lo ero di LUI. Ma se così non fosse, se mi fossi immaginata tutto, allora, preferirei tenermi stretta il mio amico, che perdere tutto.


Sono stata brava, per tutta la sera ho continuato a ballare e scherzare con tutti, cercando con classe, di evitarlo, e sembra che il peggio sia passato, perché siamo già al parcheggio, ma come sempre qualcosa, modifica i piani, e sta volta è Lele che ha alzato un po’ troppo il gomito, e si sente poco bene, così mi tocca salire dietro con LUI.

Mi accendo una sigar, prima di partire, giusto due tiri per abbassare la tensione, visto poi che in macchina non potrò fumare, ma LUI arriva e me la toglie dalle labbra buttandola a terra.

Allora, vuole la guerra!

Lo incendio solo con lo sguardo, mentre con la sua solita aria da sbruffone mi provoca.

Sono sicuro che non riusciresti mai a resistere senza fumare per un mese, anzi nemmeno per una settimana!”

Nessuno può sfidarmi, lo sanno tutti, è il mio punto debole, non riesco a tirarmi indietro, mai!

Scommettiamo?”

Ci sto, a partire da ora, fino a sabato prossimo alle 3, senza barare!”

Io non sono te”

Qual è la posta?”

Non rifletto e rispondo di getto.

Una risposta sincera”

Che risposta?” è sospettoso, glielo leggo in volto.

Prima di uscire, l’ho visto parlottare fitto fitto, con il suo mentore, Lele, e Gigi, la solita rana dalla bocca larga, si è lasciato scappare che centravo io nel discorso, facendomi pure l’occhiolino a intendere chissà cosa.

Così, ecco cosa voglio sapere, e forse sarà proprio LUI, quello che dovrà cedere, anche se sto rischiando grosso, perché se la risposta fosse l’opposto di quello che penso, farei una vera figura di merda, ma voglio giocare, voglio LUI.

Forse non voglio accontentarmi di avere solo un amico, forse sono pronta a rischiare di perderlo, per averlo tutto.

Voglio sapere di cosa parlavi con Lele, prima, tutto per filo e per segno.”

Sono sicura, gli ho visto passare, un lampo di terrore, forse ho fatto centro, ma LUI se l’è cercata. Comunque si riscuote subito e con noncuranza mi risponde.

Nessun problema, ma se vinco io, tu smetti di affumicarmi, definitivamente”.

Perfetto, perché tanto ho la vittoria in pugno, perché se c’è di mezzo una sfida, sono capace anche di non mangiare per una settimana, per non cedere, e qualche sigar, cosa vuoi che sia!


Dio, se mi va una sigar!

Sono in spiaggia, con gli altri, pausa caffè e tutti, tranne noi due si stanno fumando l’agognata sigaretta!

Ma che scommessa del cavolo, poi a lui se io fumo cosa gli fregerà mai?!

Sembra pure divertito, dal mio viso, forse perché ho la bava alla bocca, e mi fa un cenno di vittoria. Col cavolo, io non mollo, distolgo lo sguardo, mi alzo, e mi vado a fare due passi sulla battigia.

Dopo un minuto me lo trovo vicino, con un mezzo sorriso saputo.

Cosa vuoi?” rispondo, e sbuffo pure come un treno a vapore.

Niente, non fumo, e non mi andava di restare dentro al bar a intossicarmi.”

Ma poi il sorriso si allarga, e continua “Dura eh?”

No per niente, non ti preoccupare, praticamente ho già vinto!”

Sorride e cambia rotta.

Vieni il week-end in tenda con gli altri?”

Non ho la tenda, la Cry non viene e Gigi non mi vuole con voi nella sua tenda. Ma non ti illudere la riscossione del mio premio è solo rimandata a lunedì.” Gli rispondo con sarcasmo.

Ma visto che perderai, e non potrai più toccare una sigaretta, voglio tenerti d’occhio domenica, quindi la tenda la porto anch’io e tu vieni con me, così Gigi non rompe.”

Non è la prima volta che dormiamo vicini nel saccopelo, ma la prima volta soli nella stessa tenda, e la prima volta da quando mi sono accorta di cosa provo realmente per LUI.

E mentre il mio cuore sta ballando il tip tap, con la maschera da amica che mi sono cucita sul volto, annuisco semplicemente, perché la maschera reggerà, ma la voce mi tradirebbe di sicuro, quindi meglio non parlare.

In più devo stare anche attenta a non guardare in basso, perché ogni volta che per sbaglio, il mio sguardo si sofferma sui suoi addominali, sulla pronunciata scanalatura che scende fino a sparire sotto i pantaloncini… Dio sto avvampando, fortuna che il caldo e il sole mi garantiscono una buona copertura.


Prima di tornare a casa, Gigi mi si avvicina.

Allora, l’ha bevuta?”

Si, e mi ha offerto ospitalità nella sua tenda, come avevi previsto, grazie Gigi, però sei sicuro, non è che lo fa solo perché è mio amico?”

No, stai tranquilla fidati, è cotto”

Se lo dice lui, spero solo che non si sia preso un abbaglio.


Ormai sono cinque giorni che non faccio altro che pensieri a luci rosse su di noi, sono allo stremo. Non faccio altro che sbirciare il suo fondoschiena, le sue ginocchia, che Dio mi fanno perdere la lucidità, per non parlare dell’osso della scapola che gli sporge un po’, e di quando per sbaglio mi sfiora, e devo contenermi per non saltargli addosso.

L’unico modo per trattenermi, e tenere a cuccia i miei ormoni impazziti, è la guerra, così è da quando siamo partiti, per il campeggio che ci attacchiamo per tutto, come due bambini viziati.

Litighiamo alla partenza, su chi sale davanti, ci fermiamo in auto-grill e litighiamo per il panino, montiamo la tenda e finiamo a litigare ancora, eppure non smetto nemmeno un momento, di pensare a come sarebbe baciarlo.

Possibile che un lento ansime a LUI, abbia cambiato tutto?

O forse era già così, come aveva affermato la mia mamma, e semplicemente non volevo vederlo, per paura di rovinare l’amicizia?


La giornata, passa veloce, tra una litigata e l’altra, siamo diventati l’intrattenimento del gruppo, che a proposito si è allargato con quattro vicine di tenda tettone… che culo!

Dopo una super grigliata in spiaggia, ci troviamo tutti intorno al falò a cantare accompagnati da LUI alla chitarra.

Quando suona è ancora più bello, intenso per quanto concentrato. Ho la bava alla bocca cribbio, e le mani pronte a stringersi intorno al collo di quella stronzetta mora che è tutt’oggi che gli si struscia contro!


Guardo l’ora e inizio a preoccuparmi, chiaramente senza darlo a vedere a quei trogloditi dei miei compagni maschi. Tra poco si prospetterà il fatidico bagno di mezzanotte, ed io sono terrorizzata da quello che non vedo e non controllo, tipo granchi, squali assassini e polipi giganti. Evidentemente, solo l’idea di non accettare, sarebbe mal vista dai trogloditi che me la menerebbero per l’eternità, per non parlare che lascerei campo libero alla stronzetta, che ancora nonostante i miei sguardi assassini sembra non aver capito che LUI è territorio occupato.

Ed infatti, pochi minuti dopo, eccoli tutti elettrizzati, all’idea della guerra in acqua, o forse della possibilità di dare qualche tastatina alle nuove arrivate. Comunque io mi attacco subito a Gigi, il più affidabile in acqua e gli salgo sulle spalle per la battaglia, così non dovrò nemmeno appoggiare i piedi a terra. LUI chiaramente, si in groppa la stronzetta, ma se ne pentiranno, tutti e due, lei ora, lui a tempo debito!


Sono pronta per entrare in tenda per la notte, terrorizzata, elettrizzata e anche un po soddisfatta dopo la vittoria in acqua. A quella stronza l’ho mezza affogata, deve ringraziare Gigi che mi ha fermata.

Comunque ora sono calma, ho fatto un po’ di respirazione, mi sono concentrata e poi cosa può accadere di così terribile, d'altronde abbiamo dormito tante volte nella stessa stanza, anche se insieme ad altri, so a cosa vado incontro… o forse no!

Quando entro LUI è lì, steso sopra il saccopelo, con solo un paio di boxer rossi, e tutta la calma si va a fare fottere, e gli ormoni iniziano ad agitarsi.

Mi sistemo sul mio saccopelo, anche se siamo sullo stesso materassino, ad una piazza e mezzo, praticamente appiccicati, e noto che per un attimo il suo sguardo si ombra, e decido di iniziare a giocare le mie carte.

Tolgo gli short, restando in canotta e mutande, e con la coda dell’occhio, lo vedo deglutire.

Uno a zero per ME, palla al centro!

E non ho nemmeno osato tanto, visto che ho messo un paio di mutandine, di cotone colorate, anche più coprenti del costume.

Sembra abbiano comunque fatto centro, anche se si ricompone subito.

Smetterà, alla fine, di far finta di niente, smetterà di comportarsi solo come un amico!

Io, dalla mia, per velocizzare i tempi del suo cervello mono neurone maschile, dopo qualche minuto mi avvicino, fino ad appoggiare la mia schiena alla sua pancia, per poi intrecciare una gamba tra le sue, e come immaginavo, LUI non resta fermo e mi avvolge con le sue braccia. Mi ritrovo nuovamente avvolta dal suo odore, e da tutte le emozioni che mi avevano colpito, mentre ballavamo.

Voglio di più, voglio che mi baci, ma LUI non fa nulla, e allora io mi muovo, lentamente, lo provoco un po’.

Ma LUI niente, mi tiene solo stretta e di tanto intanto posa le labbra sui miei capelli, ma niente, niente di più!

Alla fine mi addormento, sfinita, accaldata e insoddisfatta!


Ci siamo svegliati, sudati ma ancora allacciati, e senza parlarci ci siamo preparati e siamo usciti a far colazione, come se fosse tutto normale. Come se passare la notte abbracciati ad accarezzarsi, ad annusarsi fosse normale per due amici.

La giornata è trascorsa meglio, abbiamo sotterrato entrambi l’ascia di guerra, e la stronzetta non si è vista.

La scommessa sta per volgere al termine, ancora poche ore, e la mia vittoria sarà ufficiale, e dovrà vuotare il sacco, e smettere di fingere che non stia succedendo niente!


Sono le tre di mattina, siamo soli in tenda… è l’ora della verità!

Ho il cuore a mille, le gambe molli e la determinazione che sembra volermi abbandonare.

Mentre dentro mi sento come un versante in piena frana, prendo coraggio e con un bel ghigno stampato in faccia, semplicemente gli dico “Ho vinto!”

Per questa volta te la do vinta, anche se secondo me hai fregato.”

Quindi? Aspetto il mio premio, cosa stavi dicendo l’altra sera su di me?”

Sembro così calma che mi meraviglio da sola, vista la confusione che ho dentro.

Mentre LUI sembra celarla non troppo bene questa volta, perché è decisamente teso.

Aspetto, ci sta pensando, sta pensando come dirlo.

Poi di colpo mi guarda e la butta lì come se stesse parlando del tempo.

Gli dicevo che mi interessi”

All’unisono, il panico e un grido di vittoria si scatenano dentro di me, ma devo ancora fargli pagare, la giornata passata a farsi strusciare dalla mora, così invece di saltargli al collo, con sufficienza, mi stendo sul materassino, lo guardo e gli rispondo semplicemente “Allora?”

Dio che soddisfazione!

Lo vedo sbiancare, sicuramente il suo neurone maschile, gli sta gridando di aver preso una cantonata, e che a me di LUI non me ne frega niente, ma soprattutto starà pensando di aver appena fatto una figuraccia con una donna!

Però mi sorprende, perché, comunque ribadisce il concetto “Allora, mi interessi.”

Anche se, la sua determinazione dura poco, perché sta per stendersi, anche LUI, ma dalla sua parte.

Adesso che so per certo che gli piaccio, non resisto più, e lo afferro per la maglietta facendolo finire sopra di me, i suoi capelli a solleticarmi il viso, ed è il bacio più sconvolgente della mia vita.

Sono schiacciata, sotto di LUI, ora il mio LUI, immersa dal suo odore, le sue labbra sulle mie, cuore contro cuore.

Intreccio le mani nei suoi capelli, mentre LUI, mi accarezza il viso, e continuiamo a baciarci, mi sembra per ore, con una dolcezza incredibile.

Non credevo che un bacio potesse essere così perfetto, non credevo ci si potesse sentire subito così in sintonia.

Pian piano, la dolcezza lascia posto alla passione, da troppo tempo repressa, e sono fuochi d’artificio.

E’ perfetto, forse mi legge nel cervello perché le sue mani e la sua bocca sono sempre al momento giusto nel posto giusto, pronte a spegnere e riaccendere le fiamme che LUI mi provoca, ed io non riesco a contenermi, perché lo voglio, come non ho mai voluto nessuno, e mi sento così disinibita, senza pudore, perché con LUI, è tutto naturale, perfetto, giusto.

Si muove sopra di me, e mi fa capire quanto anche LUI sia coinvolto, e la cosa mi fa impazzire ancora di più, e gli offro tutto, tutta me stessa, perché è la mia metà perfetta, quella che ho sempre cercato, che avevo a portata di mano senza accorgermene.

Così la notte, continua, tra baci e carezze ardite.


Non fu quella la notte, in cui io e LUI facemmo l’amore, ma quel che è certo è che poi non abbiamo più smesso.

Ancora ricordo le sensazioni di quella notte, passata insonne a baciarci, a scoprirci. Ho sempre affermato che fui io a baciarlo, devo ammettere che io lo attirai semplicemente su di me, fu LUI a baciarmi.

Il tempo passa ma LUI, resta il mio LUI, e il nostro NOI ora comprende anche una piccola terza incredibile creatura, che sarà per sempre l’essenza del nostro amore, iniziato in un afosa notte d’agosto.


FINE


Grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui con la lettura della mia prima storia,... la mia e di mio marito, che ringrazio per i 18 anni passati a sopportarmi e oggi per avermi aiutato a pubblicare... ha fatto tutto LUI.

A presto!

Tirsa





  
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