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Autore: LeDiz    08/04/2006    4 recensioni
Yami ha trovato una bambola rotta, qualche tempo fa, o magari è stato il contrario... Adesso però non è più sicuro di cosa fare...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfic è una traduzione di una storia inglese, dell'autrice LeDiz.

Tutti i personaggi sono (c) Kazuki Takahashi. Non è a scopo di lucro.

 

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^^ Salve, sono Kim della B'n'R, e mi sono occupata della traduzione di questa storia, "Broken Doll". Tra le tante fic inglesi presenti su Fanfiction.net, le storie di quest'autrice hanno attirato la mia attenzione. ^^ 

I personaggi principali di questa fic sono, più o meno, Yami e Yuugi (capirete leggendo perchè dico più o meno ^^; per questo motivo l'ho segnata AU). Mi auguro che la troviate bella come è sembrata a me e alla mia beta (ciao, Aleen, grazie per l'aiuto ^_^). Tra qualche tempo proporrò anche qualche altra storia di LeDiz. ^^v

 

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Bambola Rotta

- broken doll -

originale inglese di LeDiz

traduzione in italiano di Kim of B'n'R

traduzione betata da Aleen

 

 

Qualche anno fa, ho trovato questa bambola rotta.

 

O almeno, credo di averla trovata. Magari è stata lei a trovare me. Non ne sono molto sicuro, e non mi sono mai preoccupato di chiederglielo. D'altra parte, penso che difficilmente la bambola risponderebbe, e anche se potesse… non sono sicuro che nemmeno lei lo sappia. Tutto ciò che so è che un giorno non ce l’avevo, e il giorno dopo invece sì.

 

Non è una bambola particolare. Io penso sia bella, o almeno… potrebbe essere bella… ma è rotta. Un sacco di gente mi dice che sembra strana, e probabilmente hanno ragione. La bambola è piuttosto grande… Più o meno come un bambino di dieci anni, ma penso che dovrebbe essere più vecchia. La pelle è composta da materiale bianco, quel tipo di materiale che vorresti toccare sempre perché è così soffice. Ma il suo petto e le gambe sono di cuoio blu. Strano, lo so, ma non è così male. Per capelli ha degli aculei  rosso scuro, a parte i sottili fulmini che le stanno appesi attorno al volto. Penso che dovrebbero essere capelli anche quelli. Come occhi ha dei bottoni enormi, di un viola acceso, pezze rosa sulle guance e un sorriso bianco terribilmente luminoso.

 

L’unica cosa che non mi piace della mia bambola è quel sorriso. E non riesco a toglierlo, l’attaccatura è troppo forte. Penso che ce ne sia uno più bello, al di sotto, ma non riesco a levare il sorriso più grande.

 

Quando la trovai, la portai direttamente in camera mia. Un sacco di gente mi disse che ero strano, e che non avrei dovuto tenere la bambola, ma non li ho ascoltati. La raccolsi e non la lascia fino a quando non l’ebbi messa di fianco alla finestra vicina al mio letto, che guardava fuori verso le dune. In quel momento, decisi che l’avrei sempre tenuta, e avrei provato a metterla a posto.

 

Come ho già detto, la mia bambola è rotta. Ha due grossi buchi nel cuoio. Uno nello stomaco e uno sul petto. Ce n’è anche uno a metà della gamba, ma quello era già aggiustato quando l’ho trovata, coperto con un quadrato di cuoio nero e legato con una cintura. Le cuciture della mia bambola si stanno aprendo. E ci sono due strappi lunghi e sottili sulla sua faccia, che vanno dagli occhi, passando sotto le pezze rosa, fino alla base della testa.

 

I buchi furono la prima cosa che cercai di sistemare. Riattaccai le pezze, legandole più strette, e i buchi per un po’ sono spariti. Ma ogni tanto, si staccano di nuovo, e le pezze scivolano giù.

 

Una mia amica, una che mi frequenta spesso, una volta passò a trovarmi. Le chiesi di sistemare il buco sul petto della mia piccola bambola. Lei mise un grosso cuore rosa fatto di feltro sopra il buco, e lo legò stretto. La toppa resistette per dei mesi, ma dopo un anno circa… Si staccò. E adesso non sta su per più di un giorno o due.

 

E poi trovai questo grosso pezzo di vinile. Era brillante, e luminoso, e a forma di triangolo. L’appiccicai sopra il buco sul suo petto, e rimase attaccato. Per i successivi mesi, i buchi rimasero tappati. Rimisi su le pezze delle guance, e non si staccarono. I buchi sotto di loro si cucirono quietamente. Attaccai con la colla il cuore al suo posto, e non cadde. Provai a cucire le braccia e le gambe, e le cuciture non si allentarono.

 

Tutti quelli che vengono in camera mia amano la mia bambola. Alcuni la vogliono tutta per loro, e un paio hanno cercato di rubarla. Ma la maggior parte mi dice che devo liberarmene. Dicono che è bellissima e speciale, e che amerebbero averla loro, ma non pensano che dovrei averla io. Pensano che io non sia al sicuro con lei. O forse che lei non sia al sicuro con me.

 

Non capisco. Non sono stato io a sistemarla? Non l’ho rimessa io a posto? Perché non dovrebbe essere al sicuro con me?

 

Ma a volte penso che abbiano ragione. Dopo tutto, se sono di cattivo umore, mi rivolgo alla bambola perché mi faccia sentire meglio. La colpisco, a volte. La colpisco, per cercare di allontanare il dolore. Ma non funziona. Mi sento sempre peggio di quando ho iniziato. Altre volte, mi siedo e provo a sistemarla un po’ meglio, ma rimango sempre deluso. Sia con me, per la mia incapacità di sistemarla, sia con lei, perché non rimane insieme.

 

Ma a volte mi limito ad abbracciarla. Mi siedo sul letto come un bambino con un orso di peluche, e mi limito a tenerla vicina. Le massaggio la schiena e le dico che andrà tutto bene, e inizio a crederci anche io. Lo so che sembra ridicolo, e infantile, ma quando abbraccio la mia bambola così, i problemi non sono poi così grandi.

 

Ma questa non è l’unica cosa strana a proposito della mia bambola.

 

Ogni volta che esco dalla stanza, mi assicuro che sia seduta di fianco alla finestra, la testa appoggiata al vetro, che guarda fuori. Tutto il resto può essere in disordine, ma mi assicuro sempre che lei sia al suo posto. Faccio lo stesso ogni volta che ritorno. Ovviamente, è sempre dove l’ho lasciata. Tutti sanno che la mia bambola non si tocca, salvo che con il mio permesso. Nessuno è tanto stupido da provare a prenderla mentre non ci sono. Non più. Non dopo quello che è successo l’ultima volta.

 

Ma ogni tanto, ritorno e qualcosa è diverso. A volte la stanza è più pulita, o più luminosa. Si direbbe che qualcuno è entrato e ha pulito, ma nessuno viene nella mia stanza. Non senza che sia io a dirlo.

 

Non che io pensi che la mia bambola si muova, o faccia qualcosa. Sarebbe pazzesco.

 

Ma sicuramente c’è qualcosa di differente da quando ho trovato la mia bambola.

 

Avevo detto che la bambola stava cadendo a pezzi. E di come io le abbia messo su quel triangolo, e come tutto avesse iniziato a rimanere a posto. Penso di aver dimenticato di raccontare il resto di quella storia.

 

Dopo un po’, pensai che la mia bambola fosse aggiustata. Quindi smisi di cercare di risistemarla.

 

Non solo. Iniziai a ignorarla. Era solamente un accessorio qualunque della mia stanza. Vero, non lasciavo che nessuno la prendesse, e se qualcuno diceva qualcosa al riguardo, dicevo che era mia, e nessuno doveva permettersi di toccarla. Ma a parte questo, non le badavo per niente. Ero troppo occupato. Stavo imparando delle cose su me stesso, e la bambola non era parte di me.  

 

Alla fine, però, le cose si fecero troppo difficili, e divenni depresso. Andai dalla mia bambola per sentirmi meglio, ma fu in quel momento che me ne resi conto.

 

La bambola era completamente a pezzi. Stava insieme solo grazie ad alcuni pezzi di filo. L’unica cosa che rimaneva al suo posto era quel sorriso orribile. Persino gli occhi erano rovinati e opachi. Il triangolo di vinile era appeso appoggiato sul suo stomaco, dimenticato. Il cuore penzolava attaccato per la base.

 

Ho pregato la mia amica di venire e cucirlo di nuovo, e lei ha provato, ma si è limitato a cadere un’altra volta. Ho provato ad incollarlo, ma non ho fatto che rovinare il materiale di cui era fatto.

 

Penso di aver dimenticato come si fa a cucire. Ho un’idea di come fare a sistemare la mia bambola, ma se mi sbaglio, potrebbe venirne fuori peggio e quindi non voglio provare.

 

Ho chiesto a tutti i miei amici di aggiustarla, ma hanno troppa paura per provare, o comunque non ci riescono.

 

Perciò adesso ho questa bambola rotta, e tutto quello che riesco a fare è legarla con bende e abbracciarla forte, pregandola di sistemarsi da sola. L’unica cosa che sta al suo posto senza le mie bende è quel terribile sorriso.

 

Puoi aggiustare la mia bambola?

 

Io ho troppa paura per provare…

 

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